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I ristoratori bloccano l'A1

Nuova protesta dei ristoratori di Tni Italia: questa mattina hanno bloccato l'A1 vicino all'uscita di Incisa (Firenze), in sud. "Ci sono imprenditori - ha spiegato il presidente di Tni, Pasquale Naccari -, gente stanca di subire, che vorrebbe riaprire e tornare a lavorare, rispettando i protocolli di autogrill e mense.

Vorrebbero lavorare, e non all'esterno con il freddo". C'è anche Ermes Ferrari, il ristoratore modenese che a Roma il 6 aprile era vestito da sciamano come Jake Angeli a Capitol Hill: "Mentre la gente piangeva davanti al Parlamento e chiedeva un aiuto - ha detto - tutti si sono concentrati" solo "su un cappello e due corna".

Dopo 5 ore di blocco i manifestanti sono ripartiti lentamente alle 14.20 a bordo delle loro auto, suonando i clacson. "Noi non molleremo mai, per la tutela delle imprese", ha affermato Pasquale Naccari, presidente di Tni Italia e leader della protesta, in una diretta Facebook con cui ha annunciato la fine del presidio di oggi. "Dopo 5 lunghe ore di blocco autostradale sul tratto A1 - ha dichiarato Naccari - sia in direzione Nord che in direzione Sud, abbiamo creato notevoli disagi del traffico. Riteniamo che il messaggio forte sia arrivato e adesso andiamo via con l'indicazione al governo di accogliere i nostri punti, altrimenti saremo costretti a ripetere gesti eclatanti".  

Intanto sono tre le possibilità per ottenere il pass: la vaccinazione, un tampone nelle ultime 48 ore oppure l'aver avuto il covid nei sei mesi precedenti.

Nel momento in cui si allenta, è normale che l'epidemia possa ripartire e un rischio riaperture c'è, ma abbiamo un sistema di allerta precoce per intervenire subito. Lo spiega a Repubblica Gianni Rezza, capo Prevenzione ministero Salute e membro del Cts. Il rischio accettabile per un epidemiologo è zero - chiarisce - per un economista può essere 100 e per chi ha dovuto chiudere un'attività è ancora più elevato. 'È legittimo che la politica trovi una sintesi', dice, e saranno cruciali le due-tre settimane successive. Poi fa sapere che potrebbero avere via libera rapidamente i test salivari: 'sono affidabili ormai quanto il tampone'.

"Penso si poteva riaprire di più, ad esempio le palestre con le lezioni individuali che non sono fonte di particolare contagio. Su qualche dettaglio potremmo collaborare col Governo per migliorare le misure", ha il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, al programma "Mezz'ora in più" su Rai 3.

Il Comitato tecnico scientifico è stato convocato per domani pomeriggio alle 17. Nel corso della riunione gli esperti del governo dovrebbero esprimere un parere sulle misure che potrebbero confluire nel nuovo decreto legge, a partire da un pass per gli spostamenti nelle zone arancioni e rosse. Sul tavolo anche i protocolli per le riaperture predisposti dalle regioni sui quali i tecnici hanno già espresso alcune perplessità, in particolare sulla volontà dei presidenti di aprire i locali anche in zona rossa e sull'utilizzo degli spogliatoi per palestre e piscine.

Intanto l'Italia va verso le riaperture anticipate al 26 aprile ma arrivano alcuni alert dagli esperti anche rispetto alle ipotesi, avanzate in particolare dal leader della Lega Matteo Salvini di togliere il coprifuoco attualmente previsto alle 22. I numeri - sottolinea il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri intervistato dalla Stampa - non sono ancora così buoni da abbattere le restrizioni ed è presto per togliere il coprifuoco. Ma è fiducioso e assicura che le riaperture sono 'irreversibili: non dovremo più temere di dover chiudere', visto che la campagna vaccinale avanza.
Sileri invita a non correre sul coprifuoco e aggiunge che portare l'R0 di molto sotto lo 0,8 permetterà alleggerimenti.  


Intanto Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco, ha approvato il Documento di economia e finanza (DEF) 2021, previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196), nonché la Relazione al Parlamento redatta ai sensi dell’articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243, da presentare alle Camere ai fini dell'autorizzazione dell'aggiornamento del piano di rientro verso l'Obiettivo di medio termine (OMT).

Per l'anno in corso la Commissione europea ha deciso l'applicazione della cosiddetta general escape clause (GEC), per assicurare agli Stati membri il necessario spazio di manovra nell'ambito del proprio bilancio per il sostenimento delle spese sanitarie necessarie ad affrontare l’emergenza epidemica e delle misure per contrastare gli effetti recessivi sulle economie europee della diffusione del Covid-19. L’applicazione della clausola consente agli Stati membri di deviare temporaneamente dal percorso di aggiustamento verso l'obiettivo di medio termine, sebbene essa non sospenda l'applicazione del Patto di Stabilità e Crescita, né le procedure del semestre europeo in materia di sorveglianza fiscale.

Con la relazione, il Governo richiede quindi l'autorizzazione al Parlamento al ricorso all’indebitamento per l’anno 2021 di 40 miliardi di euro e di circa 6 miliardi di euro medi annui per il periodo 2022-2033, principalmente finalizzati a finanziare spese per investimenti pubblici.

Le risorse aggiuntive a valere sul 2021 (40 miliardi di euro) saranno utilizzate per un nuovo provvedimento di sostegno all’economia e alle imprese, in particolare per sostenere i lavoratori autonomi e le imprese più colpite dalle restrizioni adottate per contenere il contagio. Il prossimo provvedimento, inoltre, destinerà risorse al rafforzamento della resilienza delle aziende più colpite, a misure per garantire la disponibilità di credito e per sostenere la patrimonializzazione delle imprese.

Le risorse a valere sul periodo 2022-2033 saranno utilizzate per definire un ulteriore insieme di interventi dedicati essenzialmente agli investimenti complementari al PNRR, che il governo considera centrali per dare impulso alla crescita economica dei prossimi anni.

Considerata la natura degli interventi programmati, il quadro macroeconomico complessivo previsto dal Documento di economia e finanza 2021 prevede che nel 2021 la crescita del PIL programmatico arriverà al 4,5%. Nel 2022 il PIL crescerà del 4,8%, per poi crescere del 2,6% nel 2023 e dell’1,8% nel 2024.

Considerando la nuova richiesta di autorizzazione all'indebitamento approvata e quanto già autorizzato in precedenza, il nuovo livello di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è stimato all’11,8% nel 2021, un livello elevato dovuto alle misure di sostegno all'economia e alla caduta del PIL. Il rapporto deficit/PIL scenderà al 5,9% nel 2022, al 4,3% nel 2023 e al 3,4% nel 2024. Nel 2025 il rapporto tornerà sotto il 3%.

Il nuovo livello del debito pubblico è stimato al 159,8% del PIL nel 2021, per poi diminuire al 156,3% nel 2022, al 155% nel 2023 e al 152,7% nel 2024.

Fonti Ansa / P.Chigi

 

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