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Il M5S è contro l'immunità dei parlamentari

Nel post, intitolato "Il M5S è contro l'immunità dei parlamentari", si spiega così la vicenda dell'emendamento pentastellato che reintroduceva l'immunità: "Il M5S da sempre è contrario all'immunità dei parlamentari, e da anni promuove il 'Parlamento pulito'. Il recente testo del Ministro Boschi costruisce un Senato di nominati, sindaci e consiglieri regionali a cui, solo come contentino al popolo, si toglie l'immunità per rendere più passabile la porcata. Noi abbiamo rigettato in toto la sconcia proposta, con il semplice emendamento 6.5: 'sopprimere l'articolo'. Anche perché nessun gruppo parlamentare, né tantomeno il governo, ha proposto di abolire l'immunità ai rappresentanti alla Camera: Genovese, Galan e molti altri ringraziano". "La stampa - prosegue il post firmato 'M5S Camera e Senato' - non ha perso occasione per riassumere la vicenda nel modo più comodo al governo: 'Il M5S vuole l'immunità parlamentare!'. Figurarsi: abbiamo già predisposto anche la proposta per abolirla in toto in entrambe le camere. Chiunque sostenga quindi che il MoVimento 'è a favore dell'immunità parlamentare' non solo dimostra ignoranza assoluta sui temi e le battaglie che il M5S sta combattendo da sempre, ma fa sospettare il dolo".

"Il recente testo del Ministro Boschi costruisce un Senato di nominati" a cui "solo come contentino al popolo, si toglie l'immunità per rendere più passabile la porcata. Noi abbiamo rigettato in toto la sconcia proposta, con il semplice emendamento 6.5: 'sopprimere l'articolo'". Lo scrivono i parlamentari di M5S sul blog di Beppe Grillo..intanto :

 

Matteo Renzi va a farsi bello a Bruxelles. E ci va con una forte trazione europeista che, sebbene l'Italia abbia incassato la concessione della cancelliera Angela Merkel di sforare sui conti pubblici, influirà negativamente sulle future misure economiche del governo

"In questi anni abbiamo dato l’impressione come classe dirigente del paese l’idea di un’Italia che considera il paese come un luogo altro - tuona il premier alla Camera - ma noi siamo in Europa quando usciamo la mattina di casa, quando ci guardiamo allo specchio, l’Europa non è qualcosa di altro da noi". Così, rivolgendosi a tutti i parlamentari ("indipendentemente dall'appartenenza politica e dal giudizio delle ultime elezioni"), annuncia di puntare a portare "in Europa un’Italia forte".

 

Sì dell'Aula della Camera alla risoluzione di maggioranza che approva le comunicazioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi sul semestre italiano di presidenza dell'Ue. Il testo di maggioranza è stato approvato con 296 sì, 169 no e 8 astenuti.

Nell'Aula della Camera le comunicazioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 giugno e sulle linee programmatiche del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea. Renzi ha parlato tra i ministri della Difesa e degli Esteri, Roberta Pinotti e Federica Mogherini. L'Emiciclo è moderatamente pieno. Affollati i banchi del governo. Il gruppo più presente é quello del Pd. Pochi i deputati di Fi e Ncd ma abbastanza vuoti sono anche i banchi di M5S. Un applauso della maggioranza ha segnato la fine del discorso del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Mentre la maggioranza applaudiva, buona parte dei deputati di Sel si alzava e raggiungeva l'uscita dell'emiciclo.

Questi i principali argomenti del discorso del presidente del Consiglio, Renzi secondo l agenzia ansa :

Viola il trattato chi parla solo di stabilità, non chi parla di crescita. Non c'è possibile stabilità senza crescita. Senza crescita c'é l'immobilismo. Chi vuole bene all'Europa oggi ha il dovere di salvare l'Europa. I conservatori (non mi riferisco a un partito ma alle idee) devono sapere che con la loro ostilità rischiano di bloccare il processo di crescita dell'Ue. Viviamo in un momento nel quale ci si apre un'autostrada, una prateria. La stragrande maggioranza degli europei è convinta che la politica economica abbia messo al riparo l'euro ma non abbia consentito all'Ue di crescere e fortificarsi". Non si può "fingere di non vedere il risultato elettorale come un campanello d'allarme".

"Senza pretendere di farlo da soli, dobbiamo concorrere al grande sogno" di "fare dell'Europa il luogo nel quale si vive la profondità della politica e non più l'angustia della tecnica algida e priva di ambizioni". Così il premier Matteo Renzi. "Voi rappresentate il Paese che più ha dato al continente in innovazione, credibilità, fiducia", dice ai deputati. "Sedete nei banchi in cui generazioni di giganti hanno consentito all'Europa di essere quello che è. Non rimpiccioliamo il nostro progetto e la nostra ambizione".

"L'Italia intende presentarsi al semestre con un pacchetto unitario di riforme" che si sviluppa su un "arco di tempo sufficiente, un medio periodo politico di mille giorni: dal primo settembre 2014 al 28 maggio 2017.  Indichiamo un arco temporale ampio, sul quale sfidiamo il Parlamento: vi proponiamo un arco di tempo quasi triennale, 1.000 giorni, in cui individuare, già entro l'1 settembre 2013, in modo esplicito come cambiare il fisco, lo sblocca Italia, come interviene dai diritti all'agricoltura, dalla Pa al Welfare,come migliorare il paese"

"Noi non chiediamo violare la regola 3%, a differenza di quello che fece la Germania in passato. Alle vestali del rigorismo austero e tecnocratico vorrei ricordare che quando l'Italia, nel 2003, presiedeva in Europa, la Germania e la Francia chiesero di sforare il 3%".  Renzi sottolinea come la Germania avviò allora una "straordinaria stagione di riforme" che ha consentito di "essere fuori, piu' di altri, dalla crisi. Il governo italiano non chiede di sforare il tetto del 3% ma "noi vogliamo smettere" che dall'Europa arrivi "un elenco di raccomandazioni che siano come una lista spesa che capita fra capo e collo".

"Abbiamo sempre detto che rispettiamo le regole. Non è in discussione: l'abbiamo sempre rispettate e continueremo a farlo ma c'è modo e modo di affrontare le regole" Lo ha detto il premier Matteo Renzi, intervenendo alla Camera sul semestre Ue.

Sull'immigrazione in Europa si sono viste prese di posizione "al limite della xenofobia". Un'Europa che spiega al pescatore calabrese che non può pescare il tonno con una determinata tecnica ma poi quando ci sono i cadaveri si volta dall'altra parte, non è degna di chiamarsi Europa di civiltà" "Non basta avere una moneta, un presidente in comune, una fonte di finanziamento in comune: o accettiamo destino e valori in comune o perdiamo il ruolo dell'Europa davanti a se stesso. "Se dobbiamo sentirci dire: 'Il problema non ci riguarda', rispondiamo 'tenetevi la vostra moneta ma lasciateci i nostri valori'. Non basta avere una moneta, un presidente in comune, una fonte di finanziamento in comune, o accettiamo destino e valori in comune o perdiamo il ruolo stesso dell'Europa davanti a se stessa" . "L'Europa dovrà avere la forza di gestire in modo unitario e condiviso" ciò che sta accadendo nel Mediterraneo" e "internazionalizzare l'intervento umanitario con un investimento molto forte in Frontex". Renzi ha ringraziato la Marina italiana, le "donne e gli uomini che lavorano all'accoglienza e con professionalità straordinaria hanno gestito l'emergenza".

"Prima diciamo dove andiamo, poi chi guida. E apriamo una discussione che sia un accordo complessivo, perché è impossibile immaginare un percorso che privi l'Ue di una visione di insieme. La discussione sui nomi deve partire dal fatto che il vulnus che si è creato nelle istituzioni europee si colma con la politica, non basta un copia-incolla tecnocratico. O l'Europa ne è consapevole o rischiamo perdere un'occasione storica. Non accettare che la discussione sui nomi sia solo una presa d'atto" del voto: va affrontata con il "bagaglio e le emozioni" che lo hanno accompagnato e "riflettere che più dell'indicazione di un presidente" c'e'il futuro dell'Ue. "Chi immagina che il gap di democraticità si colmi solo indicando Juncker o un altro vive su Marte"

"Oggi siamo a un bivio molto importante" per l'Europa: il suo futuro "non dipende da chi mettiamo a fare il presidente, e l'Italia ha lavorato" per far passare questa idea. "Pensiamo di poter dire che il metodo è stato un successo del nostro Paese: prima le linee strategiche dell'Europa", poi i nomi.

"Non accettiamo da nessuno lezioni di democrazia o democraticità: se milioni di persone hanno votato perché l'Ue cambiasse verso abbiamo una responsabilità. La forza del nostro paese va oltre i risultati elettorali. L'Italia deve smettere di vedere nelle istituzione Ue luogo di autorizzazioni. Nessuno può autorizzarci a fare l'Italia. L'Europa non può essere solo la terra di mezzo della burocrazia dove si vive di cavilli, vincoli e parametri. Milioni di giovani non sono morti perché ci attaccassimo ai parametri".

"Voglio proporre a voi deputate e deputati di fare di questa occasione di dibattito una opportunità perché la politica torni sempre più in Europa a sentirsi a casa propria e non sia una sorta di impedimento alle decisioni della burocrazia e tecnocrazia".

"L'Europa non è un insieme di richieste" da avanzare "con spirito preoccupato e sguardo terrorizzato ma è ciò che saremo in grado di costruire. Non bisogna andare in Europa con la solita macchietta per cui l'Italia deve alzare la voce, alziamo l'asticella delle ambizioni anziché la voce"

"Indipendentemente dall'appartenenza politica e dal giudizio delle ultime elezioni, dobbiamo riconoscere che portiamo in Europa un'Italia forte.  Agli italiani e alle italiane - ha detto Renzi - forse è mancato non tanto l'autorevolezza ma l'autostima per sentirsi protagonisti del processo europeo".

"All'appuntamento europeo di giovedì e venerdì L'Italia porterà la propria voce con grande determinazione e convinzione. In questi anni abbiamo dato l'impressione come classe dirigente del paese l'idea di un'Italia che considera il paese come un luogo altro. Ma noi siamo in Europa quando usciamo la mattina di casa", quando "ci guardiamo allo specchio", l'Europa "non è qualcosa di altro da noi".

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