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Deputati con deputati, deputate con deputate. Scusate: cittadini con cittadini, cittadine con cittadine. . Messaggio passato ? Certo. Più che un parlamento pare un circo, un'arena di attori che mettono in scena la prima pagliacciata che gli viene in mente. Anziché discutere entrando nel merito del problema, ogni occasione viene trasformata, piegata per stupire. E così, ci troviamo a dover commentare le gesta degli stellati. "Perché un bacio e un abbraccio non devono fare paura e noi non abbiamo paura", ha spiegato Riccardo Nuti su Facebook mentre la protesta andava ancora in scena. Baci a stampo. Niente di osè, va detto subito. Ilarità, niente più. E il presidente di turno Roberto Giachetti che, invano, invita i grillini ad abbassare i cartelli con la scritta "Più diritti". Il tutto ad uso e consumo della rete. I deputati a Cinque Stelle giù a postare sui social network le fotografie scattate in Aula. Baci tra colleghi dello stesso sesso. Alcuni non ce l'hanno fatta: si sono limitati a un abbraccio col proprio vicino di banco.

E tra Palazzo Madama e Montecitorio si è visto un po' di tutto. Schermaglie, insulti e pagliacciate varie. I grillini se ne infischiano del regolamento, del rispetto per le istituzioni, della figura barbina a cui, giorno dopo giorno, sottopongono i palazzi romani in mondo visione. L'ultima pirlata pubblicitaria va proprio in questo senso: per protestare contro contro il testo sull'omofobia, hanno organizzato una sorta di gay pride sotto tono, ma comunque efficace quel tanto che basta per svilire (una volta ancora) il parlamento.La storia della Repubblica italiana è costellata di tutto un po'. Cambiano i tempi, si aggiornano le proteste. E, da febbraio ad oggi, i Cinque Stelle ce la stanno mettendo davvero tutta per finire sui giornali, bucare i social network e farsi riprendere dalle televisione. C'è brama di comunicazione, sete di messaggi forti. Non importa, poi, che il messaggio o la protesta non entrino nel merito, ma si limitino ancora una volta a violentare l'opinione pubblica. Il nuovo grimaldello pentastellato per fare a pugni con tutti gli altri partiti e mandare su tutte le furie la presidente della Camera Laura Boldrini, che non è rinomata per la sua modestia, è il ddl sull'omofobia. Di giorno in giorno, lo scontro si sta facendo sempre più aspro. Così, dopo un duro botta e risposta con la Boldrini, hanno deciso di inscenare un bacio omosessuale tra i banchi della Camera

Il parlamento, ridotto a reality di bassissimo profilo, è sgradito palcoscenico delle gesta del Movimento 5 Stelle. Dal sit in tra i banchi della Camera all'occupazione del tetto di Palazzo Montecitorio, dall'ostruzionismo cocciuto e inutile a qualsiasi riforma proposta dal governo o dalla maggioranza agli scioperi della cravatta e del bon ton

Letta smentisca l'aumento dell'Iva e "onori" gli impegni presi nell'atto di nascita del Governo: è quanto chiede Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl. "È bastata la visita di un giorno a Roma del commissario per gli Affari economici e monetari dell'Ue, Olli Rehn, con le sue inopportune dichiarazioni, che tutti adesso reputano inevitabile l'aumento dell'Iva a ottobre (pare che anche qualcuno all'interno del governo se ne sia convinto). Eppure - prosegue - gli impegni del presidente del Consiglio, Enrico Letta, nel discorso su cui ha ottenuto la fiducia delle Camere lo scorso 29 aprile erano chiari: 'rinunciare all'inasprimento dell'Iva'; 'superare l'attuale sistema di tassazione della prima casa'; 'generale riduzione del costo del lavoro e del peso fiscale'. Provvedimenti complementari l'uno all'altro e non alternativi. Per i quali, tra l'altro, il Popolo della libertà ha fornito al governo ipotesi di copertura più che sufficienti. A questo punto la risposta spetta solo a Enrico Letta e non a inutili epigoni del Partito democratico o di Scelta Civica. Siamo convinti - conclude - che il presidente del Consiglio onorerà gli impegni presi".

"È un dovere del governo evitare l'aumento dell'Iva. Se si proseguisse con questa scelta ottusa i consumi e le spese di famiglie e imprese diminuirebbero, e gli incassi dello Stato crollerebbero. Sarebbe un suicidio seguire l'arroganza di eurocrati che vengono nel nostro Paese a dettar legge dopo aver fatto danni in Europa. Cambiamo strada subito" dichiara Maurizio Gasparri (Pdl), vicepresidente del Senato.

Ma secondo fonti governative, infatti, ieri il vicepresidente della Commissione europea, Olli Rehn, avrebbe "tirato le orecchie" al ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, ricordandogli le raccomandazioni inviate dalla Ue all'Italia, in cui l'Europa si raccomandava di spostare il carico fiscale dalla produzione ai patrimoni e ai consumi. Impegni inderogabili per un sorvegliato speciale come il nostro Paese, che si scontra con la scarsità delle risorse. L'ennesimo rinvio dell'aumento dell'aliquota Iva costerebbe almeno un miliardo e la coperta, si sa, è corta. Il governo deve già trovare le coperture per cancellare l'Imu sulle prime case ed i terreni agricoli, oltre a dover rifinanziare la cassa integrazione e le missioni all’estero.

Il portavoce di Rehn, Simon O' Connor, smentisce presunte pressioni: "Spetta al governo decidere se sarà necessario". Ma il Pdl è già sulle barricate. "È bastata la visita di un giorno a Roma con le sue inopportune dichiarazioni, che tutti adesso reputano inevitabile l’aumento dell’Iva a ottobre (pare che anche qualcuno all’interno del governo se ne sia convinto)", attacca Renato Brunetta, "Eppure gli impegni del presidente del Consiglio, Enrico Letta, nel discorso su cui ha ottenuto la fiducia delle Camere lo scorso 29 aprile erano chiari: rinunciare all’inasprimento dell’Iva; superare l’attuale sistema di tassazione della prima casa; "generale riduzione del costo del lavoro e del peso fiscale. Provvedimenti complementari l’uno all’altro e non alternativi. Per i quali, tra l’altro, il Popolo della libertà ha fornito al governo ipotesi di copertura più che sufficienti. A questo punto la risposta spetta solo a Enrico Letta e non a inutili epigoni del Partito democratico o di Scelta Civica. Siamo convinti che il presidente del Consiglio onorerà gli impegni presi".

Tra l'altro l’Italia è già il Paese più tassato d'Europa, insieme a Belgio, Spagna e Olanda e se l’aumento dell’Iva dal 21% al 22% non verrà scongiurato dal governo dal  primo ottobre il Paese staccherà gli altri competitor, aggiudicandosi la palma del più tartassato da questa imposta tra i principali Paesi dell’area euro, come ricorda la Cgia di Mestre. Il Codacons aggiunge poi che la manovra rischia di rivelarsi un "suicidio" per l'Erario, causando un nuovo calo del gettito fiscale: dal primo incremento dell’Iva (nel 2011) a oggi il Fisco avrebbe infatti già perso 6,5 miliardi di euro.

La Giunta per le elezioni marcia spedita verso la dichiarazione di decadenza di Silvio Berlusconi e non sono attesi, da lì, "colpi di scena". Ne è convinto il relatore Pdl Andrea Augello, rassegnato a vedersi bocciare la sua relazione contraria alla decadenza del Cavaliere e a passare quindi la mano ad un nuovo relatore della maggioranza. Lo scontro esce quindi dal cortile di Sant'Ivo alla Sapienza, dove ha sede la Giunta, e diventa tutto politico e incentrato sulla nuova questione che divide i partiti: il voto con cui dovra' pronunciarsi l'Aula del Senato, segreto o palese. Con una timida apertura del presidente del Senato sulla possibilita' di cambiare le regole. Il Pdl difende a spada tratta la prerogativa offerta dal regolamento di autorizzare, su richiesta, la segretezza dell'urna, soprattutto quando si tratta di decidere sulla sorte di un parlamentare. Il Pd, senza crederci troppo, si augura che si arrivi ad un voto 'trasparente' ma è il M5S che, dopo aver lanciato la proposta per lo più con un intento provocatorio, adesso ci crede veramente. Domani presenterà la sua proposta di modifica e avverte: "chi dice che ci vuole troppo tempo dice una menzogna. Lo abbiamo già fatto e abbiamo impiegato una seduta della Giunta per il regolamento, e mezza giornata in Aula" assicurano Mario Giarrusso e Maurizio Buccarella, componenti Cinque Stelle in Giunta. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, conferma
Intanto un nuovo videomessaggio che, salvo ripensamenti, andrà in onda domani. E' questa a quanto si apprende, la decisione presa da Silvio Berlusconi che non contento della versione registrata ieri avrebbe deciso di scriverne uno nuovo da mandare in onda domani mantenendo l'idea originale, e cioè tornare a parlare nel giorno in cui la Giunta per le elezioni del Senato voterà la relazione di Andrea Augello sulla decadenza dall'incarico di senatore. Il nuovo testo, incentrato su Forza Italia e sul lancio del movimento, non dovrebbe contenere accenni sul governo. La nuova tabella di marcia che in queste ore è in discussione a villa San Martino prevede uno slittamento a giovedì dell'inaugurazione della nuova sede del partito a piazza San Lorenzo in Lucina. I big del partito sono stati mobilitati anche se come sempre l'ultima parola spetta al Cavaliere.

Un ricorso in Cassazione per chiedere l'annullamento della sentenza di condanna nei confronti di Berlusconi per un difetto di composizione del collegio giudicante. Lo hanno presentato gli avvocati Maurizio Benedettini e Daniele Morelli che poi lo hanno depositato in Giunta immunità per chiedere lo stop dei lavori.

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