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Trappola mortale per Biden

Durante la campagna elettorale Donald Trump lo aveva soprannominato “sleepy Joe”, “Joe l’addormentato”. Ora Joe Biden si è evidentemente risvegliato e vuole dimostrarlo ai due rivali strategici degli Stati Uniti, la Russia e la Cina, che sembravano non averlo preso sul serio.

In pochi si aspettavano che Biden rispondesse “I do”, “Sì, lo penso”, a questa domanda di un giornalista: “Lei pensa che Vladimir Putin sia un assassino?”. Anche Putin è rimasto spiazzato, tanto che ha immediatamente richiamato il suo ambasciatore, la manovra più immediata per mostrare la sua disapprovazione senza compromettere i rapporti con un altro paese.

Biden vuole cancellare, imponendo quella di un paese pronto a superare la pandemia, a rilanciare la sua economia grazie all’iniezione massiccia di dollari e a farsi rispettare sulla scena internazionale.

Attaccare personalmente Putin non è una scelta diplomatica, ma in questo, modo scrive Internazionale, Biden ha voluto ristabilire i rapporti di forza. Lo ha fatto con un linguaggio brutale, adatto a un mondo brutale. Il nuovo presidente è stato irritato in modo particolare dalla portata dell’attacco informatico contro i sistemi statunitensi, attribuito ai russi, e ha promesso di rispondere.

Esige spiegazioni da Washington il Cremlino scrive il Fatto, convinto che Joe Biden non sia interessato a migliorare i rapporti tra Russia e Stati Uniti dopo le sorprendenti esternazioni del presidente americano che, in un’intervista a Abc, ha definito Putin “un assassino”. Come prima reazione Mosca ha richiamato in patria il suo ambasciatore negli Usa Anatoli Antonov per “consultazioni”, e arriverà sabato nella capitale. Resta invece nella capitale russo l’ambasciatore americano, come ha specificato la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki, mentre “gli Usa sperano di poter continuare ad avere una relazione produttiva con la Russia“. Dall’Unione europea, invece, l’affondo arriva dall’Alto rappresentante Ue Josep Borrell. Non entra nel merito delle dichiarazioni di Biden, ma dice: “C’è una lunga lista di assassinii riusciti o tentati in Russia e nel caso di Navalny l’Ue ha imposto sanzioni. Le autorità russe hanno fatto azioni illegali in Ucraina e hanno un chiaro ruolo in conflitti nel nostro vicinato e il presidente della Federazione russa è responsabile per queste azioni russe”.

Il 18 marzo gli emissari di Biden hanno incontrato ad Anchorage, in Alaska, i rappresentanti del numero uno cinese Xi Jinping per un primo contatto diretto, che tuttavia ha assunto i toni di uno scontro, al punto tale che non ci sarà il previsto comunicato congiunto al termine dei due giorni di incontri.

Sarebbe tuttavia un grave errore scrive Inside Over, considerare l’attacco di Biden a Putin un semplice “affare a due” tra Stati Uniti e Russia. E qui veniamo alla citata ipotesi dell’effetto domino. La clamorosa gaffe diplomatica commessa dal presidente statunitense, infatti, rischia non solo di far ripiombare il mondo intero nell’incubo di un’escalation militare da Guerra Fredda, ma anche di offrire un clamoroso vantaggio strategico alla Cina. Gli alti vertici del Partito Comunista cinese hanno ascoltato con attenzione le parole uscite dalla bocca di Biden, e sono ad approfittare dell’ingenua uscita del successore di Donald Trump.

Incassata l’ennesima offesa americana, scrive inside over anche piuttosto pesante, la Russia ha adesso più che mai bisogno di appoggiarsi alla Cina. Mosca, che secondo alcuni analisti avrebbe potuto essere utilizzata da Washington come una sorta di jolly in chiave anti cinese, farà più che mai fronte comune con Pechino. È vero che il Dragone è attualmente in trattativa con gli Stati Uniti, ma la speranza di normalizzare i rapporti è quanto mai remota.

L’eventuale asse Mosca-Pechino, sottolinea inside, più solido che mai, creerebbe non pochi grattacapi a Washington, soprattutto per quanto riguarda due ambiti delicati: i vaccini e la corsa agli armamenti. Sui vaccini, Biden sta cercando in tutti i modi di attivare il Quad per rifornire il Sud-Est asiatico di vaccini occidentali. Gli Stati Uniti partono però in svantaggio, e la sola India – per altro corteggiata dai russi – non può bastare per limitare la diffusione delle dosi cinesi, tra l’altro molto apprezzate da un discreto numero di Paesi in via di sviluppo. Lo Sputnik V da una parte e i vari Sinopharm, Sinovac e Cansino potrebbero schiantare il piano americano. Capitolo armamenti: la Russia poteva essere il grimaldello perfetto grazie al quale Washington avrebbe potuto orchestrare una nuova diplomazia includendo nel discorso anche Pechino. Adesso è molto difficile immagine Mosca fare una mossa del genere.

 

Fonti Inside Over / Internazionale / Fatto Quotidiano

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