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Matthias Schönweger JANUS 1914

Il progetto “Janus” prende spunto dalla ricorrenza dei 100 anni dalla Prima Guerra Mondiale per esprimere un punto di vista pacifista e antimilitarista su tutte le guerra combattute nel secolo scorso e attuali. Matthias Schönweger non a caso ha usato come titolo e simbolo della mostra la figura del dio latino Janus (Giano), detto bifronte, perché guarda nello stesso tempo al passato e al futuro.  Il suo tempio a Roma veniva aperto in tempo di guerra e rimaneva chiuso in tempo di pace, a lui la popolazione e i sacerdoti chiedevano indicazioni sul futuro, sulle sorti delle vicende belliche.

L’esposizione, curata da Valerio Dehò, accosta opere diverse, materiali storici tra cui una preziosa raccolta di immagini originali di Merano allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, ma anche assemblaggi spesso ironici di gadget, souvenir, oggetti d’uso come piatti e bicchieri, statue cimiteriali, cartoline capi d’abbigliamento che non solo costituiscono la cifra stilistica dell’artista, ma diventano un vero e proprio archivio di testimonianze storiche. L’idea di Schönweger è quella che l’arte sia in grado di portare la gente oltre l’odio e la violenza della guerra: l’arte riesce a sublimare l’orrore bellico, la sofferenza e il sangue versato da migliaia di persone.

L’ironia dell’artista non lascia però dimenticare le spietate vicende storiche, anzi è una preziosa occasione per non dimenticare. Le “urne” realizzate per l’esposizione sono dei piccoli monumenti che ricordano storie passate, ma possono anche essere personalizzate e diventare oggi degli oggetti di memoria. Le urne, come sappiamo anche dalla poesia civile del Foscolo, sono il luogo in cui si sedimenta la memoria collettiva, sono il tempio degli eroi, dei grandi delle varie nazioni. Schönweger ne fa qualcosa di più semplice e diretto, vicino alle persone, dà la possibilità a tutti di diventare ironicamente degli eroi.

Una parte importante della mostra è dedicata al progetto che l’artista sta portando avanti rispetto ai bunker della Seconda Guerra Mondiale in tutto l’Alto Adige. Ormai sono oltre una cinquantina i bunker da lui acquistati e in cui ha realizzato dei piccoli musei dedicati ai temi più svariati, caratterizzati spesso dal riutilizzo di oggetti di recupero. Matthias Schönweger raccoglie in più occasioni e luoghi elementi che stanno costituendo un vero e proprio museo, che parte dalla storia dell’Alto Adige e si mescola con il mondo contemporaneo con la sua produzione infinita di oggetti.

In occasione dell’esposizione a Merano Arte e in collaborazione con ES galley, si terranno delle visite guidate ai bunker in compagnia dell’artista. La prima è in programma il 27 e 28 settembre nella zona di Vipiteno - Bolzano, la seconda escursione l'8 Novembre presso Tel - Plars (Lagundo), con castagnata.

Matthias Schönweger (1949 Parcines, Alto Adige), nell'adolescenza ha lavorato presso l'officina di pittura dei genitori. Ha studiato germanistica, italiano, storia, arte e filosofia presso diverse università e conseguito il dottorato in letterature comparate presso l'Università di Innsbruck, discutendo una tesi dal titolo "Merano tempo di recupero. Nello specchio della storia e della stampa". Ha partecipato a numerose mostre collettive e personali in tutto il mondo e vissuto periodicamente in varie città. Per diversi anni in seguito ha insegnato materie letterarie a Merano.

Schönweger è forse uno degli artisti più poliedrici della scena altoatesina. Letterato, autore, scultore, pittore, artista concettuale e di poesia visiva. Un artista a tutto tondo, che si muove libero da definizioni nella dimensione contemporanea. È uno di quegli artisti che è difficile da raccontare o spiegare. Per comprenderlo bisogna conoscerlo. Egli gioca con immagini e parole, rielabora la realtà e ne crea una nuova fatta di colore, luci e forme in costante movimento. Nulla è ciò che appare. Egli è un’artista che non si può spiegare banalmente partendo da definizioni comuni e universali.

I suoi interventi rispecchiano la sua caratteristica ironia, uno spirito allo stesso tempo ludico e tragico, un atteggiamento che sconfina talvolta nel grottesco e nel kitsch. L'arte di Schönweger è frutto di una creatività totale, intrisa di concettualismo e poesia globale. Egli esprime il proprio interesse per la storia ricercando tracce del passato nel presente, riflettendo aspetti inediti o curiosi nelle sue installazioni, sculture o performance. Talvolta ripensa anche la funzione vera e propria degli elementi che approccia, ricollocando gli stessi tramite un'operazione concettuale che ama spesso giocare con le parole e la loro funzione polisemica.

La dimensione artistica di Schönweger trova spazio da qualche tempo all’interno dei Bunker

bellici. L’artista ricrea all’interno di queste strutture risalenti alla seconda guerra mondiale, dei musei personali dove approfondisce i propri temi e si confronta con gli artisti che invita a partecipare alle sue esposizioni permanenti.

Tra le più importanti pubblicazioni dell'artista ricordiamo la trilogia con Flügelverleih, pubblicata e distribuita da Skarabeus Verlag e Raetia Edizioni, ogni volume conta oltre 600 pagine e racconta tra immagini e contributi di curatori, critici, letterati ed artisti l'opera di Schönweger.

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