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Pompei ha finalmente abbracciato Papa Francesco. Alle 7.48 di questo primo giorno di primavera, il Santo Padre è atterrato nella città mariana, dove è rimasto per circa un’ora, prima di proseguire il suo cammino verso Napoli. In Area Meeting, dove è stato allestito l’eliporto, è stato accolto dall’Arcivescovo Prelato e Delegato Pontificio, mons. Tommaso Caputo, e dal Sindaco, Ferdinando Uliano.

Papa Francesco ha attraversato il lungo viale del parcheggio della Basilica, salutando il cordone di fedeli giunti fin dalle primissime ore del mattino. Primi a salutarlo, i giovani strumentisti del Complesso Bandistico “Bartolo Longo-Città di Pompei”, gli ospiti di tutte le opere di carità e gli alunni delle scuole del Santuario.

Bagno di folla anche in Piazza Bartolo Longo, dove, ad attenderlo c’erano circa 20.000 fedeli. Il Papa ha, poi, fatto ingresso in Basilica per recitare la Piccola Supplica alla Regina del santo Rosario di Pompei.

Anche se non contemplata nel programma ufficiale, il Papa ha fatto tappa nella Cappella del Beato Bartolo Longo, dove sono custodite le reliquie del Fondatore di Pompei, per, poi, ‘sbirciare’ nella Cappella Confessioni, indicatagli da mons. Caputo, al quale ha raccomandato di ricordare ai sacerdoti di esercitare la Misericordia e di farlo con cuore paterno.

Poi, il saluto agli ammalati e ai poveri della Mensa. Uscito dalla Basilica, Papa Francesco ha salutato i fedeli: «Grazie tante! Grazie tante, per questa calorosa accoglienza. Abbiamo pregato la Madonna, perché ci benedica tutti: voi, me, e tutto il mondo. Abbiamo bisogno della Madonna, perché ci custodisca. E pregate per me, non dimenticatevi. Adesso vi invito a recitare tutti insieme un’Ave Maria alla Madonna e poi vi darò la Benedizione». Poi, si è congedato con un “arrivederci e a presto”.

Per Pompei, e in particolare per il Santuario, è stato un incontro intenso e molto forte. La venuta del Vicario di Cristo ha confermato il carisma pompeiano della carità. Il dono della sua presenza accresce l’entusiasmo di quanti operano al servizio degli ultimi nelle opere sociali volute da Bartolo Longo.

In ricordo della sua visita, Papa Francesco ha donato alla Madonna una corona del Rosario, di oro e madreperla.

 

"A Marino datte da fa'". Questo l'invito che l'ex sindaco di Roma Francesco Rutelli ha inviato a Ignazio Marino. Per Rutelli Marino dovrebbe "in 48 ore chiamare tutti quelli adatti a risolvere i problemi. Poi, dovrebbe andare dal Governo per dire ciò che guadagnerà dal Giubileo e chiedere ciò che ci serve". Ciò che si dovrà fare per Rutelli è "manutenzione urbana, pulizia, sicurezza, decoro e snodi della mobilità: non occorrono tanti soldi ma qualche centinaia di migliaia di euro".

L'idea che avanza è quella del giubileo francescano. Low cost. Spartano. Prende forma lentamente, man mano che la struttura vaticana riflette sull'idea lanciata da Papa Bergoglio. Cosa sia di preciso però, in cosa consista il Giubileo della Misericordia non si sa, poiché la Bolla di indizione deve ancora essere diffusa tra i fedeli, trasmessa ai nunzi apostolici, pubblicata sull'Osservatore Romano e, naturalmente, letta da Francesco davanti alla Porta Santa. Tuttavia qualcosa si intuisce già. Questione di stile. Di sicuro non ci saranno raduni tipo concerti rock, né grandi opere da benedire per accogliere le grandi masse dei pellegrini, né tantomeno eventi spettacolarmente difficili da gestire. All'orizzonte si intravedono semplicità, sobrietà, severità. E' l'Anno Santo straordinario contraddistinto da tre «S». «Vorremmo far parlare di spiritualità, non di appalti» commentano irritati al di là del Tevere. Dove, anche nei sacri palazzi, sono in attesa di capire meglio l'indirizzo operativo da imprimere alla organizzazione . Qualcosa nelle riunioni preliminari che ci sono state è emersa, come la preoccupazione del pontefice.

«Per il Giubileo stiamo già lavorando ad una cabina di regia, deve essere un grande lavoro fatto in sinergia. Ci saranno tantissime riunioni, ancora non sono state fissate ma inizieremo a breve». Così il questore di Roma, Nicolò D'Angelo, a margine della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico della scuola superiore di Polizia. «Abbiamo già una bella esperienza fatta nel 2000 - ha detto - e saremo in grado di riproporla con i dovuti correttivi e con grandi margini di miglioramento. Si può fare di sempre di meglio. Dovremo prima vedere un programma che darà il Vaticano, poi avremo un'idea anche più chiara delle risorse da impiegare». A chi gli chiedeva se a suo avviso Roma fosse pronta per una simile sfida il questore ha risposto: «Credo di si».

Essere «professionisti della sicurezza al servizio del paese. Questo è il mandato che portiamo avanti, tutti i poliziotti danno e daranno il meglio per garantire la sicurezza del paese. Anche in vista dell'annunciato 
Anno Santo che potrà svolgersi nel clima di sicurezza che le forze di Polizia sapranno assicurare». Così il Capo della Polizia, Alessandro Pansa in occasione della cerimonia inaugurale dell'anno accademico della Scuola superiore di Polizia a cui sta partecipando anche il premier Matteo Renzi, il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, il sindaco di Roma, Ignazio Marino ed il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti.

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