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Perche fare tutto questo,perche fare il referendum,ad arrivare ad accettare le quasi tutte le proposte della ex troica ? si domandano in Italia mentre Salvini va oltre non ha avuto il corraggio di uscire ...

Intanto Il gruppo parlamentare di Syriza, il partito del premier greco Alexis Tsipras non sembra digerire positivamente la proposta di accordo fatta da Atene all'Unione Europea

Il pacchetto di proposte presentate da Tsipras a Bruxelles, infatti, è finito sotto il mirino delle critiche della minoranza interna di Syriza.

Il ministro dell'Ambiente e dell'Energia, Panagiotis Lafazanis, su Twitter ha scritto che l'accordo proposto ai creditori internazionali "non è compatibile con il programma di Syriza". Una critica che può creare non pochi problemi al premier greco, impegnato oggi a presentare il suo piano al Parlamento che sarà chiamato a votarlo in serata.M vediamo il piano Tsipras

Via lo sconto Iva alle isole entro il 2016, aliquota aumentata al 23% per ristoranti e catering, e per gli alberghi al 13%: è quanto prevede la proposta di riforme greca arrivata all'Eurogruppo. I tagli alla difesa salgono a 300 milioni di euro entro la fine del 2016.

E ancora, aumento delle tasse sugli armatori, della tassa sui beni di lusso (dal 10 al 13%), di quella sulle imprese (dal 26% al 28%), ma anche del contributo di solidarietà sul reddito e, se necessario, della tassa sugli immobili dopo la revisione catastale.

Il piano greco abolisce anche il contributo di solidarietà per pensionati entro il 2019. Sono previsti risparmi su pensioni tra lo 0,25-0,50% del pil nel 2015 e l'1% dal 2016 in poi, tagliando progressivamente le baby pensioni (creando disincentivi) e innalzando l'età pensionabile a 67 anni entro il 2022.

Un piano da 12 miliardi invece degli 8 del precedente. Hollande promuove il piano, Renzi ritiene possibile un accordo già domani; secondo Padoan sono stati fatti importanti passi avanti. Promozione anche da parte del presidente dell'Eurogruppo Dijsselbloem, che giudica 'esauriente' il piano. Berlino: 'Anche con ok dell'Eurogruppo, vertice di domenica sarà necessario'.
Tra le misure proposte nel piano, l'addio alle pensioni 'baby', la rinuncia allo sconto dell'Iva per le isole più turistiche, e l'aumento delle tasse per armatori e imprese. Il leader greco cercherà fin da oggi il consenso anche nel Parlamento ellenico.  Intanto ammonta ad oltre 53 miliardi il prestito triennale che la Grecia chiede al Fondo salva stati.

Ammonta a 53,5 miliardi di euro il prestito triennale che la Grecia chiede all'Esm, l'European Stability Mechanism. Lo scrive Bloomberg che cita una bozza del documento messo a punto da Atene nel quadro del nuovo pacchetto di salvataggio. Il prestito dovrebbe coprire le esigenze finanziarie della Grecia fino al 2018, garantendo soprattutto il rimborso di prestiti per 46 miliardi dovuti per la maggior parte a Fmi e Bce, in scadenza il 30 giugno 2018.

Le proposte inviate da Atene la notte scorsa sono "esaurienti" ma dovranno essere valutate sulla base della loro fattibilità. Questa la prima reazione giunta dal presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem il quale ha poi aggiunto che ora, insieme alla Commissione, alla Bce e al Fmi "si faranno i calcoli" e si vedrà se "i conti tornano".

Il vertice di domenica sarà ancora necessario, anche se domani si dovesse arrivare a un accordo. Lo ha affermato il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert. Il portavoce ha ribadito che martedì scorso si è stabilito che sia giusto riunire gli altri, perché la questione riguarda anche paesi che non fanno parte dell'eurozona, ed è dunque "ragionevole" riunirsi.

Il presidente francese, Francois Hollande, giudica le proposte greche "serie e credibili". Hollande ha detto che il "programma" consegnato ieri sera da Atene ai suoi creditori mostra la determinazione della Grecia a restare nella zona euro. Il capo dello stato ha auspicato che le discussioni riprendano "con la volontà di concludere"

Il principale partito di opposizione greco, i conservatori di Nea Dimokratia, dicono sì all'accordo con i creditori internazionali. Il presidente di ND Evangelos Meimarakis ha spiegato che "ci deve essere un accordo che ci mantiene nell'Euro e in Europa. Noi non solo diciamo sì alla richiesta del premier, anzi chiediamo che si eviti l'uscita da Euro ed Europa".

"Speriamo di non rivederci anche domenica: vuol dire che l'accordo sulla Grecia può essere fatto anche nella giornata di sabato dai ministri dell'Economia". Lo ha detto il premier Matteo Renzi al termine dell'incontro con il primo ministro irlandese Enda Kenny. "Speriamo che domani o domenica ci sia un accordo con la Grecia. Probabilmente l'accordo non sarà lontano da quello discusso 15 giorni fa. Ma le prossime settimane saranno importanti soprattutto per discutere di come iniziare la nuova fase dell'Europa". Ha detto il premier. "Fino a oggi ci sono stati dei segnali, come ad esempio il piano Juncker, ma per noi sono ancora troppo timidi", ha sottolineato Renzi.

"In queste ore si stanno facendo importanti passi avanti verso una soluzione per la #Grecia". E' quanto afferma il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in un tweet sulla Grecia. "Serve una soluzione condivisa e orientata a una crescita sostenibile e duratura. L'Italia continua a lavorare per questa soluzione". Sostiene Padoan.

Tsipras staserà cercherà di spiegare ai deputati che il governo "ha la volontà politica di continuare con la realizzazione delle riforme promesse". Ma i tagli compresi nell'accordo hanno fatto infuriare la minoranza interna, che da qualche giorno non lesina lamentele contro l'operato del governo. La richiesta di 53 miliardi a fronte di tagli alla spesa e risparmi con taglio delle baby pensioni e aumenti delle tasse, infatti, ha portato qualcuno a rinominare il premier ellenico Alexis Troikas.

Incontrando in una riunione i deputati del suo partito, Tsipras ha auspicato l'appoggio "serrato delle sue fila alle decisioni importanti che deve prendere il governo". Il premier ha chiesto così al gruppo di Syriza di votare il pacchetto di riforme per mantenere la Grecia nell'euro: "Siamo di fronte a decisioni cruciali: abbiamo ottenuto il mandato a fare un accordo migliore dell'ultimatum che ci ha dato l'Eurogruppo, ma certamente non a portare fuori la Grecia dall'eurozona". "Dove siamo arrivati - ha poi aggiunto - siamo arrivati tutti insieme. Dobbiamo rimanere uniti".

Da quanto si apprende, il ministro Lafazenis non sarebbe disposto a far cadere il governo. Ma se sarà costretto a votare il piano di aiuti da Bruxelles senza che Tsipras riesca ad ottenere una ristrutturazione del debito, allora dopo aver votato affermativamente si dimetterà dal ruolo di governo. A seguirlo su questa linea ci sono altri esponenti dell'ala oltranzista di Siryza, come Kostas Isichos, Dimitris Stratoulis e Nikos Chountis.

A questo punto Tsipras si trova di fronte ad un bivio. Se dovesse tirare la corda con la minoranza tanto da provocare uno strappo, per ottnere l'appoggio del Parlamento a portare avanti le trattative con Bruxelles, dovrà accettare l'appoggio dei socialisti del Pasok (che si sono già dichiarati disponibili), dei centristi del Fiume e di una parte di Nuova Democrazia.

Ma Tsipras non intende diventare un premier zoppo preda delle opposizioni. Così ha minacciato la minoranza: “O rimaniamo tutti insieme, o andiamo via tutti insieme, non intendo diventare un capo del governo tecnico".

Un piano da 12 miliardi di euro, superiore cioè agli 8 miliardi di euro stimati nelle proposte precedenti. L’obiettivo di Atene sarebbe quello di evitare il ritorno alla recessione, visto che a causa delle misure sul controllo dei capitali si teme un calo del Pil del 3% invece che dello 0,5% inizialmente stimato.

Tra le misure in ballo, oltre ai tagli alle pensioni e alla riforma del Fisco, ci sono misure che possano attrarre investimenti per favorire l’occupazione e la crescita. . La nuova proposta, è stato riferito, si basa su un recente testo di 47 pagine e la proposta avanzata dal presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker.

"Ho appena parlato con il premier Alexis Tsipras - ha reso noto su twitter il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk -  Spero di ricevere oggi proposte di riforme concrete e realistiche". Il Fondo Monterio Internazionale rinnova il suo appello a risolvere il prima possibile la crisi: 'Gli sviluppi in Grecia non sono risultati finora in nessun significativo contagio", ma "un'azione politica tempestiva potrebbe aiutare a gestire tali rischi se si dovessero materializzare''

"Le proposte di Atene - ha scritto ancora Tusk - devono essere accompagnate da una proposta realistica dai creditori sulla sostenibilità del debito per creare una situazione 'win win'".

'Lanciamo un dibattito sul debito, senza tabù, ha chiesto Tsipras . 'I soldi dati alla Grecia non hanno mai raggiunto il popolo, sono serviti solo a salvare le banche', ha sottolineato. Tsipras ha anche annunciato la volontà di abolire le pensioni baby. Poi il premier greco ha risposto alle critiche del Ppe ('Saranno altri europei a pagare il tuo debito') chiedendo un taglio del debito per poter essere in grado di restituire i soldi. Ma un sostegno alla Grecia è arrivato dal Pse: 'Non accetteremo mai il Grexit'. Intanto in una lettera inviata al Fondo salva stati (Esm) la Grecia ha chiesto aiuti per tre anni in cambio di riforme, da varare già dalla prossima settimana, in campo fiscale e pensionistico. La situazione resta complicata. E mentre la Bce ha deciso con prudenza di tenere aperta liquidità, la Fed ha espresso la sua preoccupazione e il ministro delle Finanze ellenico ha annunciato la chiusura delle banche fino a venerdì.

"Questa volta è difficile". Persino Mario Draghi ha perso l'ottimismo nella crisi greca...Nemmeno l'ipotesi di un intervento della Russia sembra percorribile: "Non mi pare un vero rischio, e poi non hanno soldi neanche loro...", ha detto il presidente della Bce, secondo ilSole24ore.

Intanto, la situazione per le banche greche non cambia: hanno liquidità sufficiente per alimentare i loro sportelli automatici solo fino a lunedì, come ha affermato all’emittente greca Skai Tv il presidente dell’Associazione bancaria greca, Louka Katseli, dopo che le autorità di Atene hanno prolungato fino al 13 luglio la chiusura delle banche del Paese e hanno limitato i prelievi di contante agli sportelli automatici a 60 euro al giorno..

Cosi ...Cinque giorni per salvare la Grecia, diverse riunioni di ministri, un summit e, a seguire, le procedure nazionali. Di seguito le tappe che porteranno al salvataggio della Grecia o alla sua uscita dalla zona euro e, nel caso più drammatico, dalla Ue.

Il Governo greco ha inviato ad Esm ed Eurogruppo la richiesta ufficiale di attivazione di assistenza finanziaria dell'Esm. Un Euro Working Group (gli sherpa dell'Eurogruppo) la valuterà e attiverà la procedura, che parte con un mandato a Commissione Ue e Bce di fare una 'valutazione' della situazione economico-finanziaria del Paese.

Atene deve presentare le sue proposte entro mezzanotte, ovvero una lista delle riforme che vuole attuare per avere in cambio gli aiuti.

Le riforme saranno valutate dalle istituzioni, cioè dall'ex Troika, che preparerà un parere per l'Eurogruppo.

Un Eurogruppo straordinario si riunirà a Bruxelles per ascoltare il parere di Commissione e Bce che devono raccomandare o meno l'attivazione del programma Esm, e il parere dell'ex Troika sulle riforme greche. Se saranno positivi, l'Eurogruppo darà il via libera al nuovo piano di aiuti.

Un summit straordinario dell'Eurozona ascolterà il parere dell'Eurogruppo e darà il via libera politico o meno al terzo salvataggio. Subito dopo, un summit dei 28 Paesi discuterà della situazione greca. Se si sarà trovata un'intesa sulle misure, il summit a 28 sarà solo una presa d'atto delle novità. Se invece non vi fosse un'intesa entro domenica, i 28 discuteranno delle conseguenze del fallimento greco e decideranno su un eventuale piano umanitario con fondi da trovare nel bilancio europeo.

Nuovo Eurogruppo, ma regolare, in calendario da tempo. Sarà utile per discutere il 'day-after' della scadenza dell'ultimatum ad Atene. In caso di accordo, servirà a studiare il calendario delle approvazioni dei vari Parlamenti nazionali, necessarie in Germania, Finlandia, Olanda, Estonia, Austria, Slovacchia.

Entro questa data dovrà esserci il primo esborso dell'Esm, altrimenti la Grecia farà default verso la Bce perché va in scadenza la rata da 3,5 miliardi.

 

"La partita ora si fa dura. Il Pse deve sostenere la ripresa dei negoziati, una conferenza europea sul debito, e soprattutto farsi
protagonista di un nuovo patto fondativo dell'Unione. E attenti a Russia e Cina. La geopolitica non è mai stata scissa dalle decisioni economiche". Lo ha scritto sulla sua pagina Fb il Segretario del Psi, Riccardo Nencini, commentando i risultati del Referendum in Grecia

"Tsipras ha informato Putin della situazione in Grecia ed ha riferito che i negoziati con i creditori europei proseguiranno". Lo riferisce il consigliere diplomatico presidenziale russo, Iuri Ushakov, riferendo della telefonata tra il premier greco ed il presidente russo.

In questo contesto : Dopo l'estensione delle sanzioni dell'Ue, la Russia viene anche esclusa dall'assemblea parlamentare OSCE. Si tratta dell'ennesimo passo da parte del blocco atlantista verso un isolamento di Mosca, che riteniamo preoccupante e controproducente per la stabilità e la sicurezza di tutta la regione europea". Lo afferma il deputato M5S Emanuele Scagliusi, membro della commissione Esteri, dopo che la Finlandia ha deciso di negare il visto per l'ingresso ad Helsinki a sei dei 15 delegati russi che dovevano partecipare all'Assemblea dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa in programma dal 5 al 9 luglio. "La risposta della Russia - spiega Scagliusi - è stata ovviamente quella di non recarsi ad Helsinki. E non è un caso che proprio in questa seduta l'OSCE abbia all'ordine del giorno della una proposta di risoluzione che condanna - come la definiscono - l'aggressione unilaterale e ingiustificata della Federazione contro la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina. Ritengo per questo che sarebbe estremamente grave discutere la sessione in assenza dell'attore principale, come appunto la delegazione Russa". "Questa decisione - conclude Scagliusi - non fa altro che aggravare i rapporti politico - diplomatici tra UE e Russia.
Una delle mission dell'OSCE è proprio quella di "costruire ponti" e mediare nei conflitti in corso, l'atteggiamento di chiusura da parte della Finlandia invece rischia di non giovare a nessuna delle parti in conflitto".

Intanto Tsipras rischia di soffiare a Renzi l'immagine del maschio dominante. Talmente forte che non usa le parole per dominare, ma i fatti: ha avuto il coraggio di chiedere il voto (addirittura un referendum!) mentre di Renzi tutti sanno che non è stato eletto". Lo rileva Giovanna Cosenza, docente di comunicazione politica che dedica ai risvolti d'immagine del referendum greco un post sul suo blog 'Disambiguando', sottolineando "l'occupazione di tutti i giornali, telegiornali e siti web da parte della coppia Tsipras e Varoufakis. Parlo di immagine, naturalmente, non di politica e strategie". Ma "non sono sciocchezze", precisa, checché ne "pensi chi si illude di prescindere da queste cose". Innanzitutto, spiega, Tsipras "è giovane della stessa giovinezza di Renzi: ha circa sei mesi più di lui, tutti i capelli neri in testa, anche lui un cenno di pinguedine alla cintura (meno di Renzi però), quel tanto che serve a denunciare la vitaccia cui è costretto un politico". Poi, "gira spesso in camicia bianca senza cravatta" e mentre ultimamente "Renzi tende a mostrarsi più spesso in giacca a cravatta, forse per il moltiplicarsi delle
occasioni formali, o per nascondere i chili di troppo, chissà. Sta di fatto che Tsipras gli sta rubando le maniche di camicia". Inoltre, "anche Tsipras, come Renzi, è chiacchierato dalle donne": certo, "questione di gusti e di gossip", ma "non a caso le foto in cui appaiono circondati da donne sono molte: elettrici che lo abbracciano, nel caso di Tsipras, ministre di governo nel caso di Renzi. In due Paesi mediterranei e meridionali, come la Grecia e l'Italia, in cui il machismo è ancora rilevante, non sono dettagli da poco". Conclude dedicando qualche riga anche a Varoufakis, che "era il più macho di tutti" e che "alla fine si è dimesso". "Niente male, in termini di comunicazione: implica dedizione alla causa, non attaccamento alla poltrona, solidarietà nei confronti di Tsipras, capacità di lavorare in squadra. Pregasi confrontare con l'attaccamento alla poltrona dei politici nostrani".

E' diventato sempre più difficile vedere una strada che non porti ad una Grexit. E anche se è ancora una cosa che pochi vogliono accettare, è sempre più ovvio che una Grexit è la migliore speranza della Grecia" afferma Paul Krugman, premio Nobel all'economia, sul New York Times.
Krugman mette in evidenza come senza una Grexit è difficile prevedere da dove possa arrivare la crescita per la Grecia. Anche con una ristrutturazione del debito, infatti, la Grecia sarà costretta a importanti surplus primari strutturali e questo la costringerebbe ad un'economia in depressione per un futuro prevedibile.

Intanto Decine di migliaia di arrivi in Grecia di turisti da tutto il mondo sono state cancellate nella settimana precedente il referendum tenutosi ieri e in risposta ai preoccupanti sviluppi della situazione finanziaria nel Paese nelle ultime settimane. Lo riferisce oggi l'edizione online del quotidiano ateniese To Vima secondo cui le cancellazioni procedono a una media di circa 50.000 al giorno. Mentre il vice ministro del Turismo Elena Kountoura ha lanciato un appello ai media affinché "non danneggino il turismo del Paese" (cosa che a molti è sembrata quasi una richiesta di autocensura circa il reale andamento della situazione del settore), esperti del settore ritengono che il risultato del referendum di ieri e l'introduzione dei controlli sui capitali avviato da lunedì scorso dal governo stiano avendo un impatto devastante sulla principale industria ellenica. L'anno scorso,
infatti, il settore del turismo greco ha registrato una stagione record da sempre con 22 milioni di visitatori e 13.44 miliardi di euro di incassi, con un incremento del 23% nelle presenze e del 10.6% di introiti rispetto al 2013 per un totale del 17% del Pil. Con l'incertezza creata dall'attuale situazione politico-finanziaria, come sostiene Andreas Andreadis, presidente della Confederazione del Turismo ellenico (Sete), sarà molto difficile che quest'anno il settore del turismo possa raggiungere le iniziali previsioni di un milione di turisti in più e di 14 miliardi di introiti nel 2015. Solo la scorsa settimana sono state cancellate quasi 300.000 prenotazioni alberghiere e gli esperti del settore ipotizzano che, a meno che la situazione del Paese non si normalizzi "immediatamente", sarà impossibile per gli albergatori recuperare le perdite già subite. Le più colpite dall'ultima ondata di cancellazioni sono state le isole del Mar Egeo: molti turisti stranieri le hanno disertate preferendo recarsi verso altre destinazioni in Spagna e Turchia.

"L'esito del voto sul referendum in Grecia è la vittoria di un popolo che ha ritrovato il suo coraggio, il suo orgoglio. Il 5 luglio è una data che entrerà nella storia e che può segnare una svolta se si avrà la forza di comprendere che ogni soluzione sulla Grecia non può essere di stampo economico, come ormai lo sono tutte le scelte prese dall'Europa, ma necessariamente politica": così in una nota Barbara Saltamartini, deputata della Lega Nord-Noi con Salvini. Per Saltamartini "occorre trovare la forza di discutere di un serio e profondo cambiamento che questa Europa deve compiere perché così come è stata impostata non funziona, nulla ha di quel modello sognato e desiderato da Padri Costituenti. Occorre chiudere la stagione in cui è
il tandem franco-tedesco a decidere le sorti degli Stati membri imponendo una politica del rigore e della austerità che strizza
l'occhio alla grande finanza, alle banche e ai poteri forti. Certo per far questo l'Italia dovrebbe giocare un ruolo da protagonista, mentre Renzi ancora una volta ha scelto di rendere il nostro Paese una colonia della Germania e delle banche". "Con il voto di ieri - prosegue - i greci hanno mandato un chiaro segnale: basta all'Europa degli egoismi e dei creditori, basta ai voleri di pochi Stati che pretendono di piegare la sovranità di molti. Del resto gli errori commessi sono sotto gli occhi di tutti: le politiche che l'UE impone hanno fallito. I debiti pubblici sono aumentati ovunque, disoccupazione e povertà sono a livelli drammatici e perfino la Germania cresce molto lentamente. Da oggi si potrebbe aprire una grande opportunità per tutti noi quella di trasformare questa Europa della moneta, delle banche e dei burocrati nell'Europa dei popoli.
Noi, con Matteo Salvini, siamo pronti a fare la nostra parte partendo dalla richiesta di revisione di quei Trattati che ci stanno portando alla fame".

La stabilità dell'eurozona non è in discussione": lo ha detto il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis. La Commissione Ue "rispetta la scelta democratica" della Grecia, ma "non c'è una facile via d'uscita" ed anche se l'esecutivo Ue è "pronto a continuare a lavorare" con la Grecia "non può andare avanti senza un mandato dell'eurogruppo", ha aggiunto. "Il 'sì' avrebbe dato un segnale positivo" mentre "il 'no' rende le cose più complicate" perché "c'è distanza tra la Grecia e gli altri paesi dell'eurozona".

Un summit straordinario dei Paesi della zona euro convocato per martedì pomeriggio, preceduto da un eurogruppo: questa la risposta dell'Ue alla vittoria del 'no' nel referendum voluto dal premier greco Alexis Tsipras. A chiedere un vertice 'ad hoc' dell'area euro sulla Grecia sono stati la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Francoise Hollande nel corso di una telefonata avvenuta in vista dell'incontro che si svolgerà questa sera a Parigi. L'iniziativa è stata sollecitata anche dall'Italia.

Il premier Matteo Renzi, a quanto si è appreso, avrebbe detto chiaro e tondo a Parigi e Berlino che non si può andare avanti con il 'format a due', ma che serve il coinvolgimento di tutti i leader e delle istituzioni Ue. Intanto crescono i timori e le prese di posizione su una possibile Grexit. Una prospettiva che, per JpMorgan ed anche per la banca Barclays, è ora "la più probabile". Merkel e Hollande hanno concordato sulla necessità di rispettare l'esito del referendum. Ma altri importanti esponenti della politica europea sono stati meno diplomatici.

Tsipras viene chiamato a presentare le sue proposte nel cerchio ristretto della Cancelliera Frau Angela Merkel, di monsieur le President Francois Hollande e del numero uno della Commissione europea Jean Claude Juncker. E Matteo non c'è. Tsipras illustra il suo piano al telefono al presidente Usa Barack Obama e poi questo cerca di ammorbidire la Merkel. E Matteo non ne sa niente. I quattro interlocutori del premier greco confermano, con sfumature diverse - la tedesca scettica sulle «basi per negoziare», il francese più incoraggiante -, che l'obiettivo è ancora cercare di evitare l'uscita di Atene dall'euro, ma solo di fronte a «proposte serie». Ed è ben chiaro chi prenderà la decisione finale.

C'è il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, con Renzi. «Siamo qui con spirito costruttivo per trovare un accordo - dice -, naturalmente molto dipenderà da come si porrà il governo greco». Si augura anche che si cominci a discutere «concretamente di come accelerare l'integrazione dell'Unione monetaria» e sottolinea: «I mercati finanziari hanno capito che l'eurozona è resistente all'instabilità finanziaria e hanno ragione».

Il ministro, che domani parlerà in Senato della soluzione provvisoria proposta da Atene, spiega che, «in attesa che i greci presentino la richiesta formale di programma», il suggerimento per far aumentare la loro credibilità è che il governo indichi delle priorità, «o meglio ancora che il parlamento nelle prossime ore adotti delle riforme». Tutto avverrà, garantisce Padoan, con una procedura rapida. «Ci rivedremo molto presto».

Ma ancor prima, già oggi, Sel e Fi chiedono che Renzi venga in aula alla Camera a riferire sulla crisi greca. Di quel che sa, non certo del summit a quattro,e hanno ragione perche :

Prima di entrare al «prevertice» del Pse e poi a quello dei 19 leader della moneta unica, Renzi precisa: «È al governo greco che spetta decidere se stare o no nell'euro. Ci sono regole che devono essere rispettate. Si possono interpretare con flessibilità, ma vanno rispettate». Poi allarga lo sguardo: «Non sono preoccupato per l'emergenza greca, penso che una soluzione tecnica possa essere trovata anche agevolmente. Sono preoccupato invece per l'Europa: è finita se non investe sulla crescita, sull'innovazione, sul futuro. Sono molto preoccupato che l'Europa resti vittima delle sue procedure. Così non va».

E vanno in frantumi le sue aspirazioni a giocare il ruolo di grande mediatore sulla crisi della Grecia. Aveva spiegato, dopo il referendum ellenico, che per Alexis lui doveva spendersi per conciliare le pretese dell'Ue con le esigenze di Atene, ma la realtà è diversa. Ancora una volta prevale l'asse franco-tedesco e Renzi viene escluso dalla stanza dei bottoni.

Matteo Renzi rimane fuori dalla porta. Il premier italiano viene escluso dall'incontro a quattro tra Merkel, Hollande, Tsipras e Juncker, prima dell'Eurosummit a Bruxelles.

Pensare che Renzi parlando a Ginevra ai giovani del Cern, prima di partire per Bruxelles, aveva baldanzosamente annunciato che non intendeva solo affrontare «l'emergenza Grecia», ma prendere di petto «un problema ancora più grande» e cioè come costruire «un'Europa politica, non solo economica». Un'impresa che richiede «intelligenza, forza e passione». La doccia fredda del summit a quattro arriva sul premier all'arrivo a Bruxelles (dove il premier maltese Joseph Muscat non lo ha riconosciuto, chiamandolo «Richard»), mentre scherza sul «Truman show» dei media ristretto alla Grecia, mentre in gioco c'è «il futuro dell'Europa».

E allora non resta che fare auspici e ripetere quello che già hanno detto gli altri: «Credo che, probabilmente non oggi ma nelle prossime ore, questo accordo possa essere trovato. Serve un po' di buona volontà».

Il 44%, infatti, si dice convinto che le colpe siano da attribuirsi a Bruxelles.

Giudica fallimentare l'operato di Atene, invece, il 38%. Alta la percentuale dei senza opinione, pari al 18%. Superano di poco la metà (53%) gli italiani intervistati dall'Istituto demoscopico Ixè che invece temono conseguenze economiche per il nostro Paese dalla profonda crisi che attanaglia la Grecia. Il 44% si dice tranquillo mentre solo il 3% non ha opinione.
Gli italiani intervistati dall'Istituto demoscopico Ixè, in esclusiva per Agorà Estate, non hanno dubbi sulle responsabilità della crisi greca


L'unico modo per rendere sostenibile il debito greco è un taglio del 30% e un periodo di grazia di vent'anni. Lo dice il premier Alexis Tsipras in un intervento televisivo, aggiungendo che "il rapporto del Fmi giustifica la nostra scelta di non accettare un accordo che ignora il tema fondamentale del debito". "Il voto al referendum di domenica non decide la permanenza o meno della Grecia nell'euro", ha aggiunto, sostenendo che "la vittoria del No significherà più forza al tavolo dei negoziati".

"Nelle ultime settimane la situazione in Grecia è drammaticamente peggiorata". Lo ha detto il ministro elle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble alla Bild
secondo un'anticipazione. Il ministro, considerato un 'falco', ha anche smorzato le aspettative di Atene sulle possibilità di ottenere rapidamente delle risorse di sostegno: "Potrebbe volerci del tempo", ha detto alla Bild, spiegando che il quadro della situazione è cambiato.

"Se i greci voteranno 'no' al referendum di domenica, la posizione della Grecia sarà drammaticamente indebolita" nei negoziati di un eventuale nuovo programma. Così il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. "Anche nel caso" in cui il risultato del referendum greco "sarà sì, il negoziato sarà difficile, sottolinea Juncker.

E' guerra di nervi in attesa del referendum di domenica che, a prescindere dall'esito, segnerà il destino della Grecia. Alexis Tsipras e il suo ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, continuano ad assicurare che, anche in caso di vittoria dei 'no', un accordo con i creditori sarà possibile. E anche in tempi relativamente brevi. Il premier greco ha lanciato il suo appello per il 'no', garantendo che una bocciatura darebbe ad Atene quella "forza" negoziale che le consentirebbe di strappare un taglio del debito del 30%. Di parere contrario sia il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker - secondo il quale in caso di bocciatura la posizione del Paese sarebbe "drammaticamente indebolita" -, che il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, per il quale la situazione è "notevolmente peggiorata" e, anche in caso di intesa, per gli aiuti "ci vorrà tempo". Nel frattempo, il Fondo Salva stati europeo (Efsf) ha formalizzato il default di Atene anche se il board dell'Istituto ha deciso di aspettare e "non richiedere" ad Atene il "pagamento immediato dei prestiti concessi né di usare il suo diritto ad agire". Oggi, l'Alta corte greca si esprimerà sulla costituzionalità del referendum. E sempre oggi sono previste manifestazioni del fronte del 'sì' allo stadio Kallimarmaro e del 'no' a piazza Syntagma. Intanto, un nuovo sondaggio indica un testa a testa fra favorevoli e contrari.

Cè da sperare che abbia ragione il ministro Pier Carlo Padoan, che da giorni ripete come un mantra che l'Italia non si farà male in caso di Grexit. E con lui, anche il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco: «In questi cinque anni abbiamo messo in atto importanti difese contro le turbolenze: siamo in grado di far fronte ad esse». Standard&Poor's non la pensa così. Al contrario, il contraccolpo di un'uscita di Atene dall'euro sarebbe particolarmente doloroso, perché patiremmo più di tutti il danno sotto forma di una lievitazione dei costi del debito. A conti fatti, uno “scherzetto“ da 11 miliardi. Così tanti soldi da mettere a repentaglio l'aggiustamento dei conti pubblici.

L'assunto da cui parte l'agenzia di rating è semplice: «Il principale effetto di una Grexit sul resto dell'Eurozona, in particolare la periferia, avverrebbe attraverso i mercati dei capitali», con un aumento degli oneri di finanziamento pari a 30 miliardi. Il motivo è presto detto. Finora, la moneta unica è sempre stata vista come un punto di attrazione per altri Paesi del Vecchio continente. Il club, infatti, ha finora fatto la tessera ad altri soci senza mai accompagnarne nessuno alla porta. Dal momento in cui tutto ciò non è più vero, ecco scattare le contromisure dei mercati sotto forma di un premio sul rischio di valuta. Che per i Paesi come l'Italia, più fragili sotto il profilo finanziario, diventa particolarmente oneroso. Anche in presenza, precisa S&P, dello scudo offerto dalla Bce attraverso l'acquisto di bond sovrani.

I centristi del Potami chiamano a raccolta le forze europeiste di conservatori e socialisti e, con la benedizione del capo dello stato Pavlopoulos, propongono un governo di larghe intese già da domenica notte per far cadere l'attuale. Un caos niente affatto calmo a cui fanno da sfondo le parole al vetriolo del ministro della difesa Panos Kammenos, dopo aver ricevuto Tsipras: «Le Forze Armate del Paese garantiscono la stabilità interna,difendono la sovranità nazionale, e l'integrità territoriale».

Intanto la Turchia da un lato offre aiuto finanziario alla Grecia, dall'altro fa sconfinare i suoi caccia F16, ancora una volta come da anni ormai, nello spazio aereo ellenico.

Non è solo alla pancia del Paese che tremano le gambe in questi giorni....

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