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M5S: la casa non si tocca!

Dura protesta del Movimento 5 Stelle che 'occupa' il corridoio davanti alla Commissione Finanze per impedire la discussione del decreto legislativo che recepisce la direttiva sui mutui, esponendo un cartello 'La casa non si tocca'. Anche Forza Italia attacca con il senatore Michele Bocciardi che sottolinea che: "ipotizzare un automatico passaggio di proprietà alla banca, nella circostanza in cui non si riescano a pagare 7 rate del mutuo, sarebbe una clausola oltremodo penalizzante per le famiglie, specie in periodi di crisi economica come questo. Di questo bisogna tenere assolutamente conto". Una messa in scena inaccettabile, la boccia il Pd.

"Non c'è il rischio di avere la casa pignorata, è una direttiva europea, non è stata richiesta dall'Abi". Lo ha assicurato il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, a margine di un convegno alla Luiss, commentando il dlgs in esame presso la commissione Finanze della Camera. "Ho studiato il documento del governo - ha spiegato - che recepisce la direttiva e non riguarda fatti passati ma eventualità, possibilità per il futuro. E' una cosa lasciata alla libera contrattazione tra famiglie e istituti bancari e non riguarda il passato e i crediti deteriorati

La protesta del Movimento 5 Stelle - dice il capogruppo alla Camera Ettore Rosato - è stata "una messinscena, un atto gravissimo" perché è "inaccettabile che si impedisca a deputati e governo di entrare in commissione". Con il decreto attuativo della direttiva sui mutui "si sistemano in maniera organica" una norma che "è quella che già si pratica per sentenza della Cassazione".

Intanto e' in corso ''un cambiamento strutturale positivo'' del mercato del lavoro che vede ''più occupazione e di migliore qualità'' con l'aumento dei contratti a tempo indeterminato. Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ospite di Radio Anch'io su Radio 1. A chi chiede se a funzionare di più siano gli sgravi o il Jobs Act il ministro risponde che ''ci sono tempi di impatto diversi, le misure strutturali impiegano più tempo per essere efficaci in modo visibile ma sono anche più durature. Le tasse hanno un primo impatto efficace e via via andranno scemando. Però l'occupazione sale anche in una fase di riduzione delle agevolazioni fiscali. Le due cose vanno viste assieme, erano pensate come complementari''. Quanto ai dati ''non bellissimi'' sulla disoccupazione giovanile, Padoan ricorda che si tratta ''degli ultimi due mesi'' mentre il ''trend è molto più positivo''. Va comunque ''eliminato il dualismo del mercato, i giovani non solo devono trovare lavoro ma un lavoro in prospettiva stabile e sicuro''

''I numeri macro sono molto vicini'' a quanto previsto con il Def, ''significa che il governo fa previsioni serie''. Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ospite di Radio Anch'io su Radio 1, sottolineando che c'è stato ''un grande balletto dei dati'' e che certo ''lo 0,8% non soddisfa nessuno ma sicuramente migliorerà''. Quanto all'ipotesi di revisione delle stime per il 2016 il ministro si è limitato ricordare che ''il Def indicava l'1,6%. Le stime non si fanno ogni 5 minuti, le rifaremo quando avremo più evidenze empiriche''. Ma sul 2015, ha osservato, alla fine ''lo 0,8% è molto vicino allo 0,9% che era stato criticato da molti come irrealistico''.

Il taglio delle tasse, insieme a ''riforme strutturali e investimenti'' ha ribadito Padoan, è ''uno dei tre pilastri della politica governo'', ed è iniziato ''tagliando le tasse alle famiglie più bisognose con i famosi gli 80 euro'', poi con la riduzione del cuneo sul lavoro, passando per l'eliminazione delle tasse sulla prima casa, la detassazione degli imbullonati, i maxi-ammortamenti e l'estensione delle agevolazioni al Sud. In sostanza ''abbiamo tagliato le tasse in modo esteso e continueremo a farlo''. Se la domanda è ''taglieremo le tasse alle imprese o ai consumi'' il ministro risponde che ''abbiamo cominciato dalle famiglie perché erano in una fase di crisi profonda, adesso bisogna anche, sottolineo anche, sostenere dal punto di vista della minore pressione fiscale le imprese. Quindi io non vedo contrapposizioni, invito a considerare strategia pluriennale, questa è la preoccupazione che noi abbiamo''. Quanto alle clausole di salvaguardia, per il ministro vanno considerate in questa strategia perché si tratta ''dell'eventuale aumento Iva se la finanza pubblica non fosse sotto controllo. Siccome lo è'', come dimostrano i dati Istat di ieri, ''impediremo anche che queste clausole possano scattare''.

''Il taglio delle tasse è uno dei segni distintivi della strategia economica del governo che continuerà, ma come ho sempre detto dall'inizio, devono essere credibili e sostenibili, altrimenti non danno il segnale che si abbattono definitivamente''. Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ospite a Radio Anch'io su Radio 1, ricordando che ci sono ''già tagli per il 2017. Aggiungo che nel taglio di tasse va ricompresa l'eliminazione delle clausole di salvaguardia''.

 

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