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Resta alta la tensione sul tema giustizia

Resta alta la tensione sul tema giustizia e arriva l'annuncio dello stop dei penalisti per tre giorni contro la riforma della prescrizione alla quale il governo sta mettendo mano.

I penalisti contestano "lo slogan 'prescrizione più lunga e processi più brevi, un ossimoro per coprire le carenze organizzative che portano oltre il 70% dei processi a prescriversi nel corso delle indagini preliminari". Ma nel mirino c'è soprattutto la riforma della prescrizione che allungando i tempi del processo, "viola la presunzione di innocenza e il diritto alla vita degli imputati". E la attuale normativa in tema di intercettazioni "del tutto insufficiente a garantire la riservatezza delle comunicazioni di coloro che occasionalmente (o indirettamente) vengano intercettati". Ma non basta: la protesta serve anche a dire no "contro ogni ulteriore estensione del 'processo a distanza' ai processi penali con detenuti", a "ribadire la critica agli strumenti del 'doppio binario', del regime speciale del 41bis" e a contestare "l'interpretazione delle norme, processuali e sostanziali,in materia di misure cautelari reali ed in materia di utilizzo degli strumenti di captazione intrusivi".

Contro una riforma della prescrizione "che non accorcia ma allunga i tempi del processo" gli avvocati penalisti incroceranno le braccia per tre giorni dal 24 al 26 maggio. Lo sciopero, proclamato dell'Unione delle camere penali, è anche contro le attuali norme sulle intercettazioni che non garantiscono "la riservatezza" e la riforma "asistematica " del processo.

"Esiste il diritto di qualunque magistrato a esprimere proprie opinioni, è un principio costituzionale. Ma non esiste la possibilità per i magistrati di partecipare attivamente alle campagne politiche. C'è un divieto".

Lo ha detto il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, a ''L'intervista'' di Maria Latella su SkyTg24, escludendo anche che i magistrati possano intervenire attivamente sul referendum costituzionale. E'' vero, spiega Legnini, che questo "si colloca in una posizione intermedia. Il procuratore Spataro dice che il referendum non è competizione politica ma ha a che fare con la Costituzione, che ci riguarda tutti. Ma si pone un problema- sottolinea Legnini- sono i partiti ad avere approvato quella riforma, i partiti si schierano per il sì o il no. Sta di fatto- sottolinea il vicepresidente del Csm- che un magistrato e una corrente della magistratura potrebbero trovarsi schierati a fianco dei partiti. In piu'' questo referendum si e'' caricato di un particolare significato politico". Legnini insomma auspica "un di piu'' di cultura di separazione e rispetto reciproco fra i poteri. La democrazia funziona- conclude- se tutti i poteri sono forti e si rispettano l''un l''altro".

Di diverso avviso Magistratura Democratica, il cui comitato esecutivo fa sapere: "Nel respingere ogni tentativo di strumentalizzazione di un''iniziativa referendaria che vede schierati maestri del diritto costituzionale e leali custodi del sistema repubblicano, rivendichiamo il pieno diritto come magistrati associati, di intervenire nel dibattito pubblico tutte le volte in cui sono in gioco principi fondamentali, senza che cio'' inquini in alcun modo la nostra indipendenza, l''autonomia e la terzieta'' nell''esercizio della giurisdizione. E'' ovvio che cio'' vale per noi, come per i componenti del Consiglio Superiore della Magistratura. Rassicuriamo il Consigliere Palamara che il nostro intervento pubblico, al pari della sua intervista, non ha finalita'' di schieramento politico e sapra'' mantenersi nei binari di un ragionato confronto pubblico".

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