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Il premier Letta ha partecipato al terzo vertice italo-serbo, dove ha visto, tra gli altri, il primo ministro di Belgrado, Ivic Dacic. Con Letta sono arrivati nella sede della Regione Marche, in cui si è tenuto l'incontro, il vice premier Alfano e, tra gli altri, i ministri Cancellieri, Mauro, Bonino, Carrozza.

Un appuntamento che giunge a conclusione di un anno importante per Belgrado ed il suo percorso di avvicinamento all'Ue - fortemente sostenuto dall'Italia - e che ha visto la penisola diventare il primo partner economico della Serbia. Il vertice - che vede il vicepremier Alfano e i ministri Mauro, Bonino, Cancellieri, Lupi e Carrozza accompagnare il premier con un agenda fitta di incontri con gli omologhi serbi, dal premier Dacic al vice Vucic - è cosi' l'occasione non solo per fare il punto sul processo di adesione, ma anche sui rapporti con Belgrado che Roma già considera 'strategici', puntando a mettere a sistema le numerose iniziative avviate in diversi dei settori che vedono l'Italia primo investitore estero nel paese con 500 imprese tricolori sul terreno e importanti investimenti di grandi gruppi quale la Fiat con il polo automotive che produce le '500'.

Un capitolo, quello dei rapporti bilaterali che farà da cornice - anche con la firma di diverse intese - al dossier adesione. Un processo fortemente sostenuto da Roma che ora - dopo il Consiglio Europeo di giugno che ha deciso l'apertura dei negoziati con la Serbia entro gennaio 2014 - deve passare per il prossimo vertice Ue di dicembre dal quale e' attesa la convocazione della Conferenza Intergovernativa per l'avvio effettivo dei negoziati. Un passaggio per il quale Belgrado deve anche sciogliere il nodo delle intese con Pristina (importante test saranno le elezioni municipali del 3 novembre in Kosovo). E in questa direzione il vertice, oltre a valorizzare anche la comune dimensione adriatica ed europea, servirà a fare il punto anche sulle diverse iniziative bilaterali già avviate in settori come la giustizia, cruciali per il negoziato di adesione, fornendo alla Serbia la sponda italiana per l'adeguamento ai parametri europei.

"L'ingresso Serbia in Ue e' una grande priorita'"ha detto il premier Enrico Letta in conferenza stampa al termine del vertice italo-serbo.

Letta ha ricordato che "l'Italia ha lavorato con grande impegno al consiglio europeo di fine giugno" e che "quando qualche piccolo intoppo stava frenando la positiva finalizzazione del documento finale sulla partenza del negoziato di adesione della Serbia in Ue, l' Italia ha lavorato con il massimo impegno". "Siamo riusciti ad avere il disco verde da parte del consiglio Ue di fine giugno - ha concluso - ma ora devono essere fatti tutti i passi necessari da parte dell' Ue e della Serbia".

"Vogliamo che la Serbia diventi la ventinovesima stella dell'Ue". Lo ha ribadito il premier Enrico Letta chiudendo la conferenza stampa del vertice italo serbo ad Ancora, ricordando che "l'Italia ha lavorato con grande impegno per il processo di adesione di Belgrado all'Unione europea". Un auspicio raccolto dal premier serbo Ivica Dacic che ha ribattuto al presidente del consiglio italiano: vogliamo essere il ventinovesimo paese dell'Unione " e "ringraziamo l'Italia per il grande supporto" che sta fornendo per questo obiettivo.
L'ultima legislatura ue "è stata molto dura:l'Italia ne sa qualcosa. Noi l'anno prossimo presiederemo il semestre europeo e ci impegniamo a far si' che quella sia la legislatura della crescita dopo 5 anni di austerita'", ha spiegato Letta.

Il capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, Renato Brunetta, ha presentato un’interrogazione al presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, Roberto Fico, per sapere se le indiscrezioni sul rinnovo del contratto del conduttore Fabio Fazio corrispondano al vero.

 

Il presidente dei deputati del Pdl chiede in particolare, per quale motivo il direttore generale della Rai abbia ritenuto di discutere in Consiglio di amministrazione, con largo anticipo, il rinnovo di un contratto così oneroso e soprattutto non in scadenza, e se il presidente e il direttore generale non ritengano opportuno chiarire la tipologia del nuovo contratto in esclusiva che lega Fabio Fazio alla Rai, che sarebbe in questi giorni alla firma della presidente Tarantola, e rendere noto, ufficialmente, l’ammontare del compenso triennale previsto per il conduttore genovese.

 

“Il conduttore genovese Fabio Fazio – scrive nell’interrogazione il capogruppo del Pdl alla Camera – ha un contratto triennale con la Rai, con scadenza il 31 giugno 2014, che prevede un compenso di 2 milioni di euro annui. Nelle scorse settimane il direttore di Rai Uno, Giancarlo Leone, ha ufficialmente confermato Fabio Fazio e Luciana Littizzetto per la conduzione dell’edizione 2014 del Festival di Sanremo che, come consuetudine, andrà in onda nel prossimo mese di febbraio”.

 

“Nella seduta del Consiglio di amministrazione della Rai dello scorso 1° agosto – sottolinea Brunetta – il direttore generale, Luigi Gubitosi, ha presentato un’informativa sul rinnovo triennale del contratto di Fabio Fazio dal 2014 al 2017. Il contratto, che prevede anche la conduzione di ‘Che Tempo Che Fa’, stabilirebbe una decurtazione del compenso del 10% rispetto al precedente accordo: da 2 milioni euro a 1.800.000 euro l’anno; tra l’altro, il nuovo contratto triennale che legherebbe Fabio Fazio alla Rai fino al giugno 2017, con un compenso per tre anni pari a 5 milioni e 400 mila euro, sarebbe proprio in questi giorni alla firma della presidente, Anna Maria Tarantola”.

 

“Risulta quanto meno anomalo che il direttore generale Gubitosi proponga di discutere in Consiglio di amministrazione il rinnovo di un contratto che non è in scadenza, ma che giungerà a termine addirittura a giugno del prossimo anno. Secondo notizie pubblicate dai principali organi di stampa, lo stesso Fabio Fazio avrebbe imposto un rinnovo anticipato del contratto garantendosi una vera e propria blindatura e subordinando ad esso la conduzione del prossimo Sanremo. L’eventuale conferma di questa circostanza, si configurerebbe come una gravissima forzatura del conduttore nei confronti della Rai, poiché Fabio Fazio risulta gi à legato contrattualmente alla Rai fino al giugno 2014, cioè ben oltre il periodo di messa in onda della prossima edizione del Festival di Sanremo”, conclude Brunetta.

immigrazionismo.

 

Dopo l’ennesimo naufragio e strage di immigrati al largo delle coste dell’isola di Lampedusa, una tragedia gravissima ma annunciata, scattano i soliti commenti e i giornali riempiono le pagine spesso di chiacchiere. Purtroppo quasi mai si riesce a fare la diagnosi giusta e soprattutto non si cerca di andare alla radice del problema. Si lanciano accuse contro questo e contro quello. Mi sembra interessante l’autorevole intervento di monsignor Luigi Negri su LaNuovaBQ.it, il problema è da dove fuggono questi disperati, c’è un’ipocrisia diffusa che giunge fino alla connivenza con i responsabili di questa situazione. Per monsignor Negri,“Non si può affrontare il problema prendendo in esame solo lo sbarco. Deve essere detto con chiarezza che sono gravissime le responsabilità della comunità internazionale perché queste persone fuggono da Stati dove non c’è libertà, non c’è pane, non c’è giustizia, dove i diritti dell’uomo e della donna vengono sistematicamente calpestati, dove - ci piaccia o no - un’ideologia di carattere religioso copre e giustifica tutto questo, dove esistono satrapie locali intollerabili nel terzo millennio, gente che vive concedendosi un lusso sfrenato depauperando le risorse del popolo e della nazione. E questi regimi sono stati e sono sostenuti non solo dai paesi occidentali, ma anche dalla Russia, dalla Cina”. (Luigi Negri, Immigrati, il problema è da dove fuggono, 7.10.13, LaNuovaBQ.it)

Giustamente questo è il momento del dolore come ha ricordato Papa Francesco ma un dolore che deve dar luogo a una azione di conoscenza della situazione e a una pressione sulle istituzioni internazionali perché il problema venga affrontato secondo tutta la sua profondità di analisi e soprattutto con la volontà di passare a una soluzione operativa. Altrimenti gridando, indignandosi, con inutili silenzi o giornate di lutto nazionale, si può rischiare di creare un’ideologia della reazione e dell’indignazione che non dà luogo a nessuna operazione costruttiva”.(Ibidem)

Pertanto, bisogna studiare la questione perché è abbastanza complessa,“nessuno ha la bacchetta magica,e non ci sono soluzioni miracolistiche o ad horas” prima di lasciarsi andare in improbabili invettive. Nel testo “Islam. Che cosa sta succedendo?” della Sugarcoedizioni del professore Massimo Introvigne che sto presentando in questi giorni, ci sono due capitoli che possono aiutarci a capire il problema dell’immigrazione. 

“Che fare”, di fronte al rischio che la crisi aggravi l’emergenza immigrazione? Per Introvigne la prima cosa da fare è“governare l’immigrazione”.“Nessuno Stato europeo oggi – a fronte delle cifre della denatalità – può pensare di ‘abolire’ l’immigrazione, e nessuna forza politica può ragionevolmente chiederglielo, a meno che si tratti di pura demagogia elettorale”.Peraltro il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 2241 insegna che “le autorità politiche, in vista del bene comune, di cui sono responsabili, possono subordinare l’esercizio del diritto di immigrazione a diverse condizioni giuridiche”. Pertanto, le autorità che rinunciano a governare l’immigrazione non sono buone, ma buoniste, e vengono meno ai loro doveri verso il bene comune. Lo aveva sottolineato abbastanza chiaramente il cardinale Giacomo Biffi nel settembre del 2000.

Nell’enciclica Caritas in veritate, la magna carta della dottrina sociale della Chiesa del secolo XXI, Benedetto XVI, fissava tre principi fondamentali relativi alla questione dell’immigrazione, che è di “gestione complessa”, che comporta “sfide drammatiche” e non tollera soluzioni sbrigative. Nell’enciclica il papa afferma che il primo principio è quello di affermare i “diritti delle persone e delle famiglie emigrate”, l’emigrante deve essere trattato sempre come persona e non come una merce. Il secondo principio è che si devono salvaguardare i diritti “delle società di approdo degli stessi emigrati”, non solo quelli della sicurezza, ma anche alla difesa della propria integrità nazionale e della propria identità. Il terzo principio è che bisogna riguardare i diritti delle società di partenza degli emigrati, non bisogna svuotarle di risorse e di energie, di persone che sarebbero utili e necessarie nel Paese di origine.

Nel 2008 in un viaggio negli Stati Uniti, papa Benedetto XVI precisava che la “soluzione fondamentale è che non ci sia più bisogno di emigrare, perché ci sono in Patria posti di lavoro sufficiente, così che nessuno abbia più bisogno di emigrare”. Occorre lavorare perché si offra ai cittadini lavoro e futuro nella terra d’origine. Tuttavia questi tre principi sono violati da due distinti atteggiamenti e ideologie. Il primo viene negato dalla xenofobia, l’altro è sempre un nemico da discriminare. Il secondo e terzo principio sono negati secondo Introvigne dall’immigrazionismo, espressione coniata dal politologo francese Pierre-André Taguieff e ripresa dal giornalista statunitense Christopher Caldwell, nel suo libro L’ultima rivoluzione dell’Europa. Che cosa sostiene l’ideologia immigrazionista? Che “l’immigrazione è sempre e comunque un fenomeno eticamente e culturalmente buono ed economicamente vantaggioso, e negare che lo sia è di per sé manifestazione di xenofobia e di razzismo”. A questo proposito secondo Introvigne non valgono le categorie politiche che la xenofobia sia sempre “di destra” e l’immigrazionismo sia sempre “di sinistra”.

Introvigne vede una differenza fra immigrazionisti di sinistra e di destra. “I primi pensano che – per fare ammenda del passato coloniale e del presente neo-colonialista e imperialista – l’Occidente debba tollerare dagli immigrati comportamenti che non sopporterebbero mai dai suoi cittadini”. Pertanto, “la delinquenza e perfino il terrorismo degli immigrati sono visti dall’immigrazionista di sinistra con una certa indulgenza: dopo tutto, dirà, ‘li abbiamo sfruttati per anni’, e se protestano in modo non precisamente educato ‘non è poi tutta colpa loro’. Quelli di destra, invece, assicurano che se l’immigrato viola la legge, sarà trattato con severità dalla polizia. Ma c’è da chiedersi subito,“un immigrato che non mette bombe nelle metropolitane, non brucia automobili del quartiere e non picchia i poliziotti, ma nello stesso tempo vive e pensa secondo valori antitetici a quelli europei – è veramente una risorsa per l’Europa oppure rimane un problema?.

Ma se la xenofobia, che difficilmente ha una cultura che la sostiene, si può combattere facendo riferimento alla figura naturale e cristiana della persona creata, voluta ed amata da Dio quali che siano la sua etnia, la sua lingua, la sua nazionalità, più difficile combattere sono i “professionisti dell’antirazzismo”, - scrive Introvigne - che manipolano pericolosamente la lotta alla xenofobia sfruttandola per diffondere il relativismo culturale, cioè l’idea che tutte le culture sono uguali e che non esistono culture migliori o peggiori di altre”.

La Chiesa non può accettare questo relativismo: “le culture non sono affatto tutte dello stesso valore. Vanno giudicate alla luce della loro capacità di servire il bene comune e i veri diritti della persona, che non tutte le culture rispettano nello stesso modo”.

La commissione giustizia del Senato ha approvato un emendamento dei senatori del Movimento Cinque stelle Andrea Buccarella e Maurizio Cioffi che elimina il reato di immigrazione clandestina, con l'ok del governo. Lo fa sapere il sottosegretario Ferri. L'emendamento riguarda la delega sulla messa alla prova. "La sanzione penale appare sproporzionata e ingiustificata.- ha detto Ferri- E la sanzione penale pecuniaria è di fatto ineseguibile considerato che i migranti sono privi di qualsiasi bene".Oltretutto "il numero delle persone che potrebbero essere potenzialmente incriminate sarebbe tale da intasare completamente la macchina della giustizia penale, soprattutto nei luoghi di sbarco. "Lo Stato deve regolare i flussi migratori in modo compatibile con le concrete possibilità di accogliere i migranti - ha proseguito il sottosegretario - e questo non solo per ragioni di ordine pubblico ma anche per motivi umanitari. A persone che cercano di sfuggire da situazioni di estrema indigenza e spesso disumane dobbiamo garantire un'ospitalità dignitosa. Occorre invece continuare a punire con severità chi sfrutta e favorisce questi fenomeni migratori incontrollati che possono causare tragedie come quella di Lampedusa".

Beppe Grillo sconfessa i senatori che ieri hanno presentato, facendolo approvare, un emendamento per l'abolizione del reato di clandestinità. "La loro posizione in Commissione è del tutto personale, non faceva parte del programma. Non siamo d'accordo sia nel metodo e nel merito". Dicono Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sul Blog.

Secondo Grillo e Casaleggio nessun "portavoce può arrogarsi una decisione così importante senza consultarsi" anche perché "se durante le elezioni politiche avessimo proposto l'abolizione del reato di clandestinità l'M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico". Per i leader del M5S "questo emendamento è un invito agli emigranti dell'Africa e del Medio Oriente a imbarcarsi per l'Italia".

"L'Europa sta con la gente di Lampedusa. Il problema di uno dei nostri Paesi, come l'Italia, deve essere percepito come un problema di tutta l'Europa. Insieme possiamo agire in modo più adeguato. L'Europa non può girarsi dall'altra parte" ha detto il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, durante la visita a Lampedusa. "L'immagine delle centinaia di bare non andrà mai via dalla mia mente. E' un'immagine che non si può dimenticare, C'erano bare di bambini, madri e figli: è qualcosa che mi ha scioccato e rattristato" ha detto il presidente della Commissione europea. "Non dimenticherò mai le centinaia di bare allineate. Ho visto neonati, bambini, e una madre con il bambino non ancora separato da lei, perché proprio in quel momento stava venendo alla luce": così Barroso a Lampedusa ha descritto quanto visto nell'hangar dell'aeroporto che accoglie le bare con le vittime del naufragio.

Grazie al presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso ed al commissario Cecilia Malmstrom per essere qui con noi oggi, per aver accettato l'invito del governo a vedere in prima persona il dramma che si sta vivendo qui". E' stato deciso, dice ancora Letta, che per le vittime del naufragio di Lampedusa ci sarà il funerale di Stato. Quella di Lampedusa "è una tragedia immane mai accaduta nel Mediterraneo" ha detto il premier, che ha rivolto parole di "scuse per le inadempienze del nostro Paese, rispetto a una tragedia come questa". L'eventuale depenalizzazione del reato di clandestinità "sarà uno dei tempi da discutere. Ancora non c'e' stata discussione" ha spiegato il presidente del Consiglio.

"Abbiamo chiesto, ricevendo l'appoggio del presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso, che il prossimo Consiglio europeo del 24 e 25 ottobre discuta del tema immigrazione, che non era in agenda". "L'Italia farà la sua parte, ma questo è un dramma europeo" ha aggiunto il premier, sottolineando che serve una "svolta rispetto all'interesse di tutti i paesi coinvolti".

"Come presidente del Consiglio ho provato vergogna di fronte a tanto zelo: è una vicenda di grandissimo dramma umano" ha aggiunto Letta commentando l'iscrizione nel registro degli indagati dei superstiti del naufragio.

"Un immenso dolore davanti alle 280 bare a Lampedusa. Non è degno dell'Europa" dice ilcommissario europeo Cecilia Malmstromsu Twitter durante la sua visita nell'isola siciliana. "Serve più apertura e responsabilità" sul tema immigrazione, "la politica restrittiva dell'Europa deve cambiare". Lo ha detto il commissario europeo agli Affari interno e l'immigrazione,Cecilia Malmstrom, in conferenza stampa a Lampedusa. Malmstrom ha poi ringraziato "gli abitanti di Lampedusa: il vostro coraggio e compassione sono l'esempio che deve ispirare gli Stati Ue per avere una vera politica basata sulla solidarietà ed il sostegno reciproco".

Nel sud del Mediterraneo non sono minacciati solo "il godimento dei diritti umani ma addirittura il diritto alla vita, da guerre conflitti interni e regimi oppressivi", ed è ormai chiaro che c'è "una ondata di profughi" per cui quella di Lampedusa è "giustamente definita tragedia europea" dice Giorgio Napolitano da Cracovia.

Nel sud del Mediterraneo si vive ''in gravi condizioni'', ed è minacciato ''non solo il diritto al lavoro o il godimento dei diritti civile, ma addirittura il diritto alla vita''. E oggi in Europa c'è ''consapevolezza'' di queste nuove sfide ''che vengono dal sud del Mediterraneo''.

Una decina di manifestanti ha contestato il presidente della Commissione Europea e il premier italiano al loro arrivo all'aeroporto. I manifestanti hanno urlato: "Vergogna! Vergogna!" nei confronti dei rappresentanti istituzionali prima che questi entrassero nell'hangar dove sono le bare: "Andate al centro di accoglienza. Andate a vedere come vive questa gente. Assassini!", hanno poi aggiunto i manifestanti.

"La visita di Papa Francesco e' stata molto importante, ma questa di oggi forse ancora di piu'. Sarebbe penoso se oggi non cambiasse qualcosa". Lo ha affermato il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolinidopo la visita del presidente del Consiglio Enrico Letta e del presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, precisando che, in ogni caso, "l'isola continuerà a fare la sua parte".

Con il recupero di altre due donne e due uomini da parte dei sommozzatori che stanno lavorando nel peschereccio naufragato davanti a Cala Croce, il bilancio della strage di Lampedusa ha raggiunto le 302 vittime. Di queste, 210 sono uomini, 83 donne e 9 bambini.

Il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, alla luce della tragedia di Lampedusa, ha l'intenzione di inserire una discussione sulla questione immigrazione al prossimo vertice Ue del 24 e 25 ottobre. E' quanto confermano fonti del gabinetto di Van Rompuy, che accoglie così la richiesta dell'Italia. La discussione tra i capi di stato e di governo sul tema dell'immigrazione, spiegano le fonti, si baserà sulle conclusioni raggiunte ieri dai ministri dei 28 riuniti per il Consiglio Ue affari interni a Lussemburgo, dove per l'Italia ha partecipato Angelino Alfano. Oggi la necessità di affrontare l'argomento nel corso dei lavori del summit Ue fissato per il 24 e 25 ottobre prossimi è stata sottolineata dal presidente del Consiglio Enrico Letta in occasione della visita a Lampedusa e condivisa dal presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso. Anche il presidente francese Froncois Hollande è sceso in campo chiedendo il varo di un piano d'azione Ue articolato su tre punti: prevenzione, solidarietà e protezione dei rifugiati. L'idea di inserire il tema dell'immigrazione nell'agenda dei lavori del vertice Ue era stata lanciata domenica scorsa dal ministro per gli Affari europei Enzo Moavero in un'intervista al ansa. Una proposta formulata nell'ottica di cogliere l'occasione offerta dal summit per verificare la reale volontà politica dei leader Ue a impegnarsi per definire risposte comuni all'emergenza immigrazione e dare così anche nuovo impulso all'azione della Commissione Ue in questo campo.

La denuncia, obbligatoria per legge, proveniente dagli organi di polizia ci obbliga all'iscrizione. Non si tratta di zelo, ma di rispetto delle regole volute dal Parlamento". Lo affermano dalla Procura di Agrigento sulle dichiarazioni del premier per l'iscrizione nel registro degli indagati dei superstiti del naufragio.

Per fronteggiare ''l'eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale'' è istituito un apposito Fondo con la dotazione finanziaria di 190 milioni per il 2013. Lo stabilisce il "dl manovrina" in arrivo al cdm di cui l'Ansa ha visionato la bozza. Il fondo per l'accoglienza di minori stranieri non accompagnati è incrementato di 20 mln.

Abbiamo deciso di riallocare due milioni di euro del nostro budget, dando priorità all'Italia e tagliando altre attività, per estendere l'operazione Hermes fino a novembre. Ma per farlo ci siamo rivoltati le tasche. I nostri fondi per il 2013 ora sono esauriti", così il vicedirettore di Frontex Gill Arias in un'intervista all'Ansa.

"Si tratta di una decisione interna, presa dall'agenzia in piena autonomia, senza che siano arrivate richieste dall'Italia o dalla Commissione e prima della tragedia di Lampedusa", spiega Arias all'ansa. Secondo il vice-dirigente di Frontex l'operazione Hermes (isole Pelagie) si sarebbe dovuta concludere a fine settembre, ma "si è deciso di estendere, dando priorità, perchè abbiamo visto che i barconi continuano ad arrivare".

"Con speciale affetto, saluto i vescovi della Chiesa di tradizione alessandrina di Etiopia ed Eritrea, ai quali sono particolarmente vicino nella preghiera e nel dolore per tanti figli della loro terra che hanno perso la vita nella tragedia di Lampedusa". Lo ha detto papa Francesco al termine dell'udienza generale.

Il presidente francese, Francois Hollande, invita l'Europa a ''trarre una lezione da Lampedusa'' e propone un piano d'azione articolato su prevenzione, solidarieta' e protezione dei rifugiati: lo dice lo stesso Hollande intervistato da Le Soir-Nouvel Observateur-De Standaard. - ''Questo dramma - dice Hollande nell'intervista - riguarda tutta l'Europa. E questa deve trarne una lezione. L'Unione non puo' tollerare di vedere al largo delle sue coste gente morire in condizioni spaventose, per fuggire alla miseria o alle guerre''. Nei prossimi giorni, aggiunge, ''proporro' ai miei partner una politica che si articola intorno a un trittico: 'Prevenzione, solidarieta', protezione'. Prevenzione, ha spiegato il capo dell'Eliseo, ''per una migliore cooperazione con i Paesi d'origini e una migliore accoglienza dei rifugiati vicino alle zone di conflitto''. Solidarieta' ''per una politica euro-mediterranea molto piu' attiva, aumentando ancora il sostegno ai Paesi della Primavera araba''. Protezione con il ''rafforzamento della sorveglianza delle frontiere, che corrisponde al ruolo dell'agenzia europea Frontex, e una lotta piu' efficace contro i trafficanti''.

Davide-Rondoni

 

Con la lezione sulla “Missione della politica” del poeta ed editorialista di Avvenire Davide Rondoni, sabato prossimo, 12 ottobre, sarà inaugurata a Modena, presso il CENTRO “GIACOMO ALBERIONE” (via II Febbraio, 7) la SCUOLA DI FORMAZIONE ALL’IMPEGNO POLITICO, promossa dal Circolo TOMMASO MORO e dal CESPEM (Centro Studi per Modena), in collaborazione con l’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa.

Si tratta di una importante iniziativa di formazione nell’ambito della quale saranno chiamati come relatori giornalisti e saggisti noti nel mondo cattolico come fra gli altri Marco Invernizzi, Stefano Fontana e Riccardo Cascioli, ma anche meno noti fra cui due collaboratori del Corriere del sud come il sottoscritto che, sabato 14 dicembre, illustrerà il tema “Quale risposta politica ai problemi della famiglia?” (dalle 15 alle 18), ed Omar Ebrahime che, il 15 marzo 2014, parlerà di Politica e libertà religiosa nelle società occidentali (orario sempre 15-18).

La “Scuola di Politica” CESPEM, fondata nel 2013 da un gruppo di cattolici impegnati a vario titolo in politica guidati dalle indicazioni della Dottrina sociale della Chiesa e, in particolare, dal principio di sussidiarietà, è finalizzata a far acquisire alle giovani generazioni una capacità di giudizio sulla realtà che li metta in grado di individuare i veri bisogni sociali, così da proporre risposte adeguate e generare opere per il bene comune. I destinatari ideali dell’iniziativa si identificano quindi con tutti coloro che intendono la politica come gestione del bene comune e, ancor più, come quella “forma più alta della carità”, di cui hanno parlato vari Pontefici fra cui, in particolare, il Servo di Dio Paolo VI.

Per partecipare a pieno titolo alla “Scuola di Politica” occorre mandare una mail ai seguenti indirizzi: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. La quota d’iscrizione è di euro 30 fino a 35 anni e, di euro 50, per tutti gli altri. Per maggiori informazioni consultare il sito internet: www.scuoladipoliticamodena.it.

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