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L’approvazione da parte del Parlamento delle modifiche alla riforma del condominio con un procedimento che Confedilizia ha attentamente seguito e sollecitato, viene incontro a diverse esigenze e reca sostanziali ed importanti chiarimenti alla normativa condominiale. E ciò anche grazie all’impegno profuso dal Sottosegratario Ferri, a cui vanno i ringraziamenti della Confedilizia.

Con la legge approvata ieri a tarda sera viene in via definitiva legislativamente recepita la tesi, da sempre sostenuta dalla nostra Organizzazione, della possibilità di costituire, per gradi, il Fondo speciale per le opere straordinarie e le innovazioni e, cioè, in relazione allo stato di avanzamento dei lavori, laddove ciò trovi riscontro nelle modalità di pagamento previste in contratto.

Con una integrazione della legge di riforma viene poi previsto che le sanzioni per le infrazioni al regolamento di condominio possano essere applicate solo a seguito di delibera dell’assemblea approvata con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell’edificio, sia in prima che in seconda convocazione (sempre fermi i quorum costitutivi di cui al primo e terzo comma dell’art. 1136 c.c.). La previsione dell’intervento dell’assemblea (già ampiamente seguita di fatto, essendo da tempo presente nel Regolamento-tipo condominiale della Confedilizia) deve essere naturalmente confrontata con eventuali norme al proposito contenute nei singoli regolamenti condominiali, contrattuali o assembleari.

Importante è anche la specificazione che i dati relativi alla sicurezza (nel senso di dover denunciare eventuali motivi di insicurezza presenti nel condominio o nei suoi impianti) che devono essere contenuti nel Registro di anagrafe condominiale, eretto e tenuto aggiornato dall’amministratore, siano solo quelli relativi alle proprietà comuni. A questo proposito è comunque da sottolinearsi che lo stato di sicurezza delle parti comuni è (o deve essere) già a conoscenza dell’amministratore. Per cui (al fine di dare un senso logico alla previsione della nuova legge, coerente anche con l’interpretazione della norma già data in questi mesi in occasione dell’erezione dei registri in questione) deve ritenersi che il legislatore abbia inteso riferirsi alle parti comuni “accessibili” dai singoli condòmini (come le parti interne dei muri maestri) o dagli stessi più facilmente controllabili (collegamenti vari precedenti il punto di diramazione degli stessi ai locali di proprietà individuale).

Fondamentale è anche il ripristino delle due possibilità previste dalla legge di riforma in ordine alle opere finalizzate al risparmio energetico, possibilità che erano state inopinatamente soppresse dal decreto-legge. Il Parlamento ha opportunamente modificato la previsione di detto decreto, per cui le opere in questione possono ora essere decise o con la procedura dettata dalla legge n. 10/’91 oppure sulla base di quanto previsto dall’art. 1120, secondo comma, c.c. Nel primo caso tali opere devono essere individuate attraverso un attestato di certificazione energetica o una diagnosi energetica realizzata da un tecnico abilitato e le relative delibere devono essere approvate – sia in prima che in seconda convocazione – dalla maggioranza degli intervenuti all’assemblea che rappresentino un terzo del valore dell’edificio (sempre fermi i quorum costitutivi di cui al primo e terzo comma dell’art. 1136 c.c.). Nel secondo caso le opere in questione possono essere decise senza la necessità di alcuna (costosa) documentazione, devono però essere deliberate con un (più alto) quorum formato dalla maggioranza degli intervenuti e da almeno la metà del valore dell’edificio (sempre fermi, anche in questo caso, i quorum costitutivi di cui al primo e terzo comma dell’art. 1136 c.c.).

 

Negli ultimi anni, a nostro modesto avviso, è cresciuta tra le classi dirigenti una tendenza alla caratterizzazione delle giovani generazioni, in rapporto al loro impegno, nella ricerca di un lavoro. Sfigati, choosy sono i termini usati da alcuni esponenti politici affannati, a definire gran parte dei nostri giovani. Ma c’è di più. La definizione più famosa che ha inaugurato il “genere” di alcuni giovani è stata quella di “bamboccioni”, lanciata, nel 2007, dall’allora, ministro dell’Economia, Padoa Schioppa. Il ministro spiegava che la sua Finanziaria conteneva delle misure atte a fare affrancare i giovani, appunto i “bamboccioni”, dalla dipendenza dei genitori. A questo punto va detto, senza mezzi termini, che il fenomeno, in particolare dei “bamboccioni”, ovvero, dei giovani che allungano la loro permanenza, in casa dei genitori, è dovuto alla crisi economica in corso e, soprattutto, all’alto livello di disoccupazione che si sta registrando nel nostro Paese. Pertanto, dopo un nostro invito alle classi dirigenti, ad evitare inutili polemiche ideologiche sulle riforme legislative del quadro normativo del lavoro, sosteniamo con tenacia, che loro debbono investire sui nostri giovani attraverso: l’apprendistato, in azienda; l’alternanza scuola-lavoro e una formazione professionale, pensata per i fabbisogni delle imprese. Il lavoro non si crea per legge o decreto, ma con la crescita e il sostegno alle imprese. Bisogna rilanciare, piuttosto, il contratto di apprendistato che deve essere perseguito con determinazione, attraverso il Piano “Garanzia Giovani”, con i lavori in corso, per la sua attuazione. E dulcis in fundo, rivolgiamo un messaggio di incoraggiamento ai giovani, figli della crisi: in primis, chi sa essere ambizioso, investe su se stesso e sulla propria istruzione, avendo l’atteggiamento giusto; poi, mai rinunciare alle proprie scelte calibrate, avendo sempre la forza di credere in se stessi ed essere determinati. E’ questa un’idea che mi preme condividere con i giovani di oggi.

Nel nostro Paese: da un lato c’è la disoccupazione under 25 ammonta al 41,6% e-caso unico in Europa- circa 2milioni e 250mila giovani under 29 non studiano, né lavorano; dall’altro, ci sono giovani imprenditori di se stessi, per amore o per necessità. Ebbene, sul primo punto l’Unione Europea ha concentrato, nel biennio 2014-2015, una disponibilità per l’Italia, di1,5miliardi per la “Garanzia Giovani”: questo è un Progetto europeo secondo il quale, nessun giovane, passati i quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema di istruzione formale, può rimanere senza una nuova formazione o senza un’esperienza di lavoro. In particolare, queste sono le nuove opportunità offerte ai nostri giovani disoccupati: l’inserimento diretto in un contratto di lavoro dipendente; l’avvio di un contratto di apprendistato o di un contratto di tirocinio; l’impegno nel servizio civile: la formazione specifica; l’accompagnamento di una iniziativa imprenditoriale o di lavoro autonomo. Ebbene, quest’ultima opportunità può interessare, nel nostro Paese oltre 1,3 milioni di giovani, imprenditori di se stessi. Sarà, perché, per i giovani ottenere un posto fisso sta diventando un miraggio, fatto sta che, ancora, in tanti- per scelta o per necessità- un lavoro decidono di darselo da sé. Ma c’è di più. I giovani lavoratori in proprio nella nostra Penisola possono trovare spazi nel comparto degli alloggi e della ristorazione; consulenza alle imprese; nei settori informatici e di comunicazione; delle attività finanziarie e assicurative.(Cfr.Report del Centro Studi “Datagiovani” per “Il Sole 24 Ore”).Peraltro, stando a quanto ha affermato Maurizio Del Conte, docente di Diritto del lavoro all’Università Bocconi di Milano- “la quota di lavoro professionale, altamente specializzato, nei settori con maggiore utilizzo di tecnologia, nel nostro Paese, è consistente, rispetto ai Paesi europei più avanzati. E dulcis in fundo, noi diciamo che stante questa situazione, queste figure di lavoratori in proprio, possono offrire con successo i propri servizi alle moltissime piccole imprese che non sono in grado di trattenerle stabilmente, all’interno delle proprie strutture imprenditoriali.

 

Per l’immobiliare occorre una cura shock. Tutti i Paesi che hanno puntato sull’immobiliare, lasciando perdere la finanza, sono usciti dalla crisi. Mercoledì, Confedilizia presenterà al Governo tre proposte innovative, senza costi per l’apparato pubblico statale e locale, al quale porteranno anzi nuove entrate. Soprattutto, le tre proposte rivitalizzeranno il settore degli scambi immobiliari, porteranno fiducia ed entusiasmo nell’avvenire a tutti gli italiani di buona volontà.

Vitrociset si conferma leader internazionale dell'innovazione in settori ad alta valenza tecnologica come quelli che caratterizzano il caccia di 5a generazione F-35 Lightning II. È stato infatti sottoscritto da Vitrociset e Lockheed Martin un Memorandum of Agreement (MoA) relativo all’avvio della produzione di 54 Carts nell’ambito del programma JSF. Si tratta di due differenti tipologie di Ground Support Equipment: il Power Cart e l’Air Conditioning Cart, che forniranno, rispettivamente, elettricità e condizionamento al velivolo a terra anche nelle condizioni climatiche più estreme.

I Carts saranno prodotti nello stabilimento Vitrociset di Capo San Lorenzo, in Sardegna: più di 5000 mq organizzati secondo i più moderni paradigmi del “lean manufacturing“, che daranno occupazione a circa 50 tecnici specializzati generando un importante indotto sia nel settore industriale che nel terziario. Lo stesso stabilimento sarà in futuro, inoltre, impiegato per produrre Carts destinati all’avionica civile, iniziativa per la quale l’Azienda si avvarrà della collaborazione del Distretto Aerospaziale della Sardegna, di cui è uno dei soci fondatori.

Vitrociset ha, inoltre, di recente firmato con Lockheed Martin un ulteriore MoA relativo alla produzione di 14 Radio Frequency Cable Tester, sviluppati per testare, attraverso opportuni Set di Adapter, le linee di cablaggio dell’F-35 la cui efficienza è essenziale per il corretto funzionamento dell’elettronica di bordo e del velivolo stesso.

La firma di questi Memorandum of Agreement”, afferma il Direttore Generale di Vitrociset, Paolo Solferino, “testimonia il valore degli ingegneri Vitrociset nella progettazione e nella realizzazione di sistemi complessi e conferma gli ottimi risultati che l’Azienda sta ottenendo sia in Italia che nel mercato internazionale. Innovazione, qualità e tradizione”, continua Solferino, “fanno di Vitrociset un partner di riferimento per la realizzazione dei grandi programmi internazionali a valore nazionale, su cui occorre investire con forza per il rilancio della competitività del nostro Paese."

Vitrociset è, infatti, impegnata in prestigiosi programmi di rilevanza strategica per il Paese sia in ambito difesa, come il Poligono Sperimentale Interforze di Salto di Quirra o il Sistema Integrato di Addestramento Terrestre, che in ambito civile, come il lanciatore spaziale VEGA, la Rete Nazionale di Telecomunicazioni delle Forze di Polizia, il sistema satellitare GALILEO, la sicurezza dei cantieri di Expo 2015, il nuovo sistema di Air Traffic Management di ENAV e l’Agenda Digitale Italiana.

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