Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Domenica, 28 Aprile 2024

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:292 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:758 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:799 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:940 Crotone

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:1504 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:1612 Crotone

Prosegue la formazione BL…

Feb 20, 2024 Hits:1429 Crotone

Si firmerà a Crotone il M…

Feb 14, 2024 Hits:1597 Crotone

Storie di vita quotidiana a Pompei

Per 1700 anni Pompei fu letteralmente cancellata dalla faccia della terra, nessuno sapeva nemmeno più indicare il luogo in cui sorgeva, poi pian piano è riemersa ed è oggi una delle meraviglie dell'archeologia.

La giornata del 24 agosto del 79 dopo Cristo cominciò con una improvvisa eruzione del Vesuvio. Nessuno capì quello che stava succedendo: non si era mai vista una cosa del genere. Un'immensa colonna di fumo che si alzava per chilometri, seguita da un'enorme nube nera che arrivava sulla città coprendola completamente e oscurando il cielo con questa strana pioggia di sassolini leggeri e porosi, ancora caldi.

Lo stupore lasciò ben presto il posto alla paura e poi al panico, quello che successe in quelle 24 ore in cui Pompei fu investita a più riprese dalla furia del vulcano è stato pazientemente ricostruito con un lungo lavoro di scavi e di ricerche.

Oggi, le rovine di Pompei sono di gran lunga una delle maggiori attrazioni turistiche d'Italia e del mondo. Visitare questo sito archeologico va ben oltre la passione verso l'arte e la storia, ma è un qualcosa che va a toccare corde particolari, in grado di attirare gli amanti del mistero, dei riti e dei culti di popolazioni così lontane da noi nel tempo, ma così vicine "fisicamente".

Il fatto che Pompei sia stata distrutta, ma allo stesso tempo preservata, dall'eruzione del Vesuvio, rende ancora più affascinante questo luogo, dove, passeggiando tra i viottoli dell'epoca, sembra di rivivere un'epoca remota, anche grazie alle case, alle botteghe e agli utensili rimasti intatti, dandoci modo di avvicinarci con cognizione di causa allo stile di vita dell'epoca.

Cosi oggi le classi più umili dell’antica città sono al centro della mostra inaugurata nella Palestra Grande del Parco Archeologico cui concorrono circa 300 reperti provenienti da nuovi scavi e dai depositi. Uno sguardo alternativo alla società dell’antica città con un percorso espositivo di circa 300 reperti, molti mai esposti prima, provenienti dai nuovi scavi ..Civita Giuliana e non solo, e dai depositi. Un universo che «parla di un mondo classico che non ha la bellezza e la civiltà che ci è stata trasmessa e che pone delle domande su quella nobile semplicità e quieta grandezza definite dal Winckelmann», secondo il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel, curatore della mostra insieme con Silvia Martina Bertesago. L’itinerario propone in sette sezioni l’esistenza delle classi indigenti, dall’infanzia alla morte, dalla religiosità al cibo e all’abbigliamento.

Il racconto della vita quotidiana di schiavi, prostitute, panettieri o venditori ambulanti, dei ceti meno abbienti che rappresentavano circa l’80% della popolazione, è al centro della mostra «L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio», nella Palestra Grande del Parco Archeologico di Pompei fino al 15 dicembre 2024

Copie dei calchi dei letti e la ricostruzione degli ambienti degli schiavi della Casa del Larario di Pompei e di quello di Civita Giuliana offrono un focus sulle dimensioni reali dello spazio vitale personale, di come a seconda della volontà del proprietario, cambiassero le condizioni dello schiavo. Un Armilla d’oro trovata a Moregine con l’iscrizione «Il padrone alla sua schiava», come quella del piccolo affresco con una donna che lava i piedi a una figura maschile, mostra l’utilizzo sessuale personale delle schiave in casa. Frammenti carbonizzati di stoffa o di suola di sandali accompagnano tracce lasciate sui calchi dai tessuti e sculture dai ricchi panneggi a rimarcare la differenza del «tunicatus populus» che possedeva come unico vestito solo la tunica.

La mostra indaga anche il gioco e l’idea dell’aldilà grazie anche al supporto di apparati multimediali sviluppati da Studio Azzurro. Immersione e identificazione che avvengono anche con l’app My Pompeii che in una specie di sorteggio affida l’identità di un antico abitante pompeiano e un ambiente del Parco a cui la sua attività è connessa.

«La mostra, pensata come percorso di vita, secondo il direttore del Parco Gabriel  Zuchtriegel, che  lo ha dichiarato alla collega Graziella Melania Geraci, per il " il Giornale dell Arte"  offre scorci di umanità. Non si avvale di opere artistiche spettacolari ma il racconto è costruito con materiali poveri, con i calchi delle vittime, con le immagini date dagli affreschi che restituiscono aspetti della vita comune. A volte abbiamo tentato di creare contrasti, come ad esempio tra la rappresentazione del bambino felice, un tema ricorrente dell’arte antica, e un numero elevato di stele funerarie su cui è inciso il nome dei bimbi deceduti o l’anno di vita che hanno raggiunto; questa contrapposizione esprime molto di più di tante parole». Così la tavola imbandita con il pane, elemento primario per il sostentamento dei poveri, nella sezione dedicata all’alimentazione, fa da contraltare agli affreschi dalle rappresentazioni opulente con pasti raffinati.

Fonti varie agenzie / il giornale dell arte

 

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI