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Intesa Sanpaolo ha inaugurato le “Gallerie d’Italia – Napoli”, nel centrale e monumentale edificio storico dell’ex Banco di Napoli progettato dall’architetto Marcello Piacentini in via Toledo 177. Grazie al progetto e agli interventi, triplicano gli spazi di Palazzo Zevallos Stigliano, portandoli a diecimila metri quadri. Si tratta una riqualificazione architettonica di grande impatto che attualizza l’edificio senza snaturarne il pregio storico, realizzato da Michele De Lucchi – AMDL Circle, che trasforma gli spazi per esser fruibili secondo i moderni i criteri museologici e museografici. Gli ambienti così, si allineano ai più innovativi e riconosciuti livelli museali internazionali. Nel museo è esposta una selezione di dipinti e sculture di ambito napoletano e meridionale dagli inizi del XVII ai primi decenni del XX secolo, a partire dal capolavoro della collezione Intesa Sanpaolo, il Martirio di sant’Orsola di

Caravaggio, oltre a nuovi itinerari dedicati alle ceramiche attiche e magnogreche e all’arte moderna e contemporanea.

L’apertura del museo napoletano, a cui si è aggiunta la nuova sede di Torino che è aperta al pubblico dal 17 maggio, costituisce un fondamentale passo di Intesa Sanpaolo nella promozione della cultura in Italia e nella valorizzazione del proprio patrimonio artistico formato da oltre 35 mila opere d’arte di proprietà, il cui valore economico è inserito a nel bilancio dal 2017.

Il quartetto museale delle Gallerie d’Italia – Milano, Napoli, Torino e Vicenza – richiama i tratti distintivi comuni consolidando il sistema museale di Intesa Sanpaolo gestito dal Progetto Cultura della Banca, nato per valorizzare il patrimonio storico artistico confluito negli anni nel Gruppo. Le sedi sono palazzi storici già uffici della Banca che, nell’opera di ristrutturazione guidata dalle nuove esigenze – tra cui l’apertura al pubblico, la tutela e conservazione delle opere d’arte, la sostenibilità, la piena accessibilità –, mantengono evidente il ricordo delle loro passate funzioni. Il Piano d’Impresa 2022-2025 rafforza l’impegno di Intesa Sanpaolo nella cultura con l’ampliamento degli altri due musei della Banca a Milano e Vicenza, portando entro il 2025 al raddoppio degli spazi espositivi complessivi delle Gallerie d’Italia - da 14.200 metri quadri a 30.000 metri quadri - e consolidando la posizione del Gruppo tra i primi operatori culturali privati a livello internazionale per reputazione, impegno e per dimensioni, qualità e valore finanziario della collezione, impegno che si inserisce nelle attività ESG (ambientali, sociali, gestionali)  del Gruppo. Entrambi i musei esporranno mostre temporanee originali ed organizzeranno attività come didattica per le scuole, ricerca scientifica, iniziative per l’inclusione sociale. Alcuni degli spazi saranno a disposizione per eventi e iniziative cittadine.

Le Gallerie d’Italia – Napoli

L’ingresso del museo al palazzo, storica sede del Banco di Napoli, è situato da Via Toledo 177; le opere della collezione permanente sono distribuite lungo tre itinerari tematici. Al primo piano, nella sezione del museo curata da Fernando Mazzocca, è collocata una selezione di dipinti e sculture principalmente di ambito napoletano e meridionale, del periodo che va dagli inizi del XVII ai primi decenni del XX secolo, a partire dal capolavoro assoluto delle collezioni, il Martirio di sant’Orsola di Caravaggio, ultima tela del maestro realizzata nel maggio del 1610, poche settimane prima della sua morte. Spiccano fra gli altri i nomi di Artemisia Gentileschi, Luca Giordano, Gaspar van Wittel, Anton Smink Pitloo, Giacinto Gigante, Domenico Morelli. Una raccolta di disegni e sculture di Vincenzo Gemito forma uno dei nuclei più importanti del grande autore, documentando efficacemente la sua straordinaria parabola artistica. Al secondo piano sono esposti gli itinerari dedicati alle ceramiche attiche e magnogreche e alle opere dalle collezioni di arte moderna e contemporanea. Il primo, curato da Fabrizio Paolucci, presenta per la prima volta al pubblico nella sua interezza la storica Collezione Caputi appartenente a Intesa Sanpaolo, formata da oltre 500 vasi e altri reperti realizzati ad Atene, in Puglia e in Lucania tra il V e il III secolo a.C., tutti provenienti da Ruvo di Puglia, centro nella provincia di Bari che rivestì un ruolo politico, economico e culturale molto rilevante in Magna Grecia.

Una sequenza di sale che affacciano su via Toledo ospita, sullo stesso piano, il secondo itinerario: una selezione di opere dalla collezione d’arte del XX e XXI secolo di Intesa Sanpaolo, curata da Luca Massimo Barbero, che costituisce un suggestivo percorso attraverso accostamenti cronologici che dal dopoguerra giungono fino al contemporaneo. Sono presenti opere di Lucio Fontana, Alberto Burri, Piero Manzoni, Enrico Castellani, Mario Schifano, Giulio Paolini, Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto, Giosetta Fioroni, Carol Rama, Afro, Emilio Vedova, Gerhard Richter, Jannis Kounellis, Sol LeWitt. Le “Gallerie d’Italia – Napoli” rappresentano a tutti gli effetti un luogo per la cittadinanza:  grazie al monumentale atrio d’ingresso che vive in simbiosi con la strada si stabilisce continuità e stretta connessione con lo spazio urbano. Cuore pulsante dell’edificio è il grande salone al piano terra dedicato alle mostre temporanee e alle grandi iniziative culturali con i migliori artisti e curatori internazionali. Da via Toledo si può accedere liberamente alla caffetteria ed alla libreria. Tre aule didattiche, al primo piano, permettono l’ampliamento delle attività educative per le scuole e per pubblici specifici, sempre gratuite, che hanno rappresentato negli anni un elemento di fondamentale impegno da parte della Banca verso il territorio. Una nuova biblioteca con una raccolta di volumi del patrimonio librario di Intesa Sanpaolo, collegata al Servizio Bibliotecario Nazionale, offre a studiosi e appassionati l’opportunità di approfondire temi e aspetti legati alle opere delle collezioni e alle mostre temporanee del museo. La Direzione del museo napoletano rimane affidata a Michele Coppola, direttore Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo e Direttore delle Gallerie d’Italia, affiancato dal vice Antonio Ernesto  Denunzio.

La mostra inaugurale

La prima esposizione temporanea ospitata nella nuova sede è costituita dalla mostra conclusiva della XIX edizione di ‘Restituzioni’, il programma biennale di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico nazionale che Intesa Sanpaolo conduce da oltre trent’anni in collaborazione con il Ministero della Cultura. Sono esposte al pubblico le opere del patrimonio pubblico restaurate grazie a Intesa Sanpaolo nel triennio scorso (la pandemia ha dilazionato i tempi ma non ha fermato il progetto) appartenenti a siti archeologici, musei, luoghi di culto da tutta Italia.

 

Informazioni :

Dove: Gallerie d’Italia – Napoli | Via Toledo, 177 Napoli

Orari: da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 19.00; sabato e domenica dalle 10.00 alle 20.00; lunedì chiuso; ultimo ingresso: un’ora prima della chiusura

Tariffe: intero 7€, ridotto 4€, ingresso gratuito per convenzionati, scuole, minori di 18 anni e clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo

Inaugurata il 25 marzo dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alle Scuderie del Quirinale ed in programma fino al prossimo 3 luglio, la rassegna “Superbarocco: Arte a Genova da Rubens a Magnasco”,è dedicata al lungo secolo d’oro dell’arte genovese, ovvero a quella gloriosa stagione avviatasi a inizio Seicento e protrattasi fino a metà del secolo successivo, riconosciuta come una tra le più formidabili vicende della storia artistica di tutti i tempi. Gli investimenti dei genovesi non erano solo di carattere finanziario, ma riguardavano del pari committenze artistiche: splendidi palazzi, preziose chiese, vivaci cicli affrescati, ricchissime quadrerie, argenterie suntuose, statue marmoree. Un Barocco, dunque, altrettanto cosmopolita e composito, come quello romano, ma rispetto a quest’ultimo essenzialmente privato. La mostra delle Scuderie, un progetto espositivo corale e condiviso, era  stata pensata per avere una prima tappa a Washington. Nonostante il forzato annullamento della tappa negli USA, dovuto all’aggravarsi della pandemia nell’autunno scorso, la National Gallery of Art ha mantenuto a tutti gli effetti il suo ruolo di co-organizzatore della mostra che ora si svolge alle Scuderie del Quirinale e che si conferma quale straordinaria occasione di collaborazione fra due grandi istituzioni delle due Capitali. La partecipazione della Città di Genova al progetto Superbarocco è contraddistinta, oltre che dai numerosi prestigiosi prestiti per Roma, dalla mostra di Palazzo Ducale, dal 27 marzo al 10 luglio, intitolata “La Forma della Meraviglia. Capolavori a Genova tra il 1600 e 1750” e da una serie di iniziative che, unite sotto il titolo “I Protagonisti” e allestite in contemporanea alla mostra di Palazzo Ducale in diversi musei e palazzi cittadini, focalizzano con un taglio monografico l’attenzione su singole personalità artistiche. Una celebrazione, da parte del capoluogo genovese, di uno dei periodi di maggior fulgore della propria storia non solo economica e finanziaria ma anche culturale ed artistica. Entrambe le esposizioni sono curate da Piero Boccardo, Jonathan Bober e Franco Boggero. L’appellativo di Superba – a cui il titolo Superbarocco si richiama -  ben si adatta a Genova, una città che tra la fine del Cinquecento e i primi decenni del Settecento è stata una delle grandi capitali economiche d’Europa. ll fasto e il lusso, declinati con grande determinazione dalle nobili famiglie genovesi, si ritrovano nell’eccezionale complesso di oltre centoventi opere d’arte in mostra alle Scuderie del Quirinale, oggi conservate in grandi musei del mondo, ma anche provenienti da numerose, esclusive collezioni private che eccezionalmente hanno acconsentito a prestare i loro capolavori.  Un’occasione unica per ammirare opere di assoluto valore storico-artistico: da il Presepe di Castiglione, proveniente dalla chiesa genovese di San Luca, ad un gruppo processionale di Anton Maria Maragliano da Pieve di Teco fino a l’Immacolata d’argento dal Museo del Tesoro della Cattedrale di Genova, opere tutte già previste per l’edizione di Washington. E ancora: una delle pale di Pieter Paul Rubens dalla chiesa genovese del Gesù, due eccezionali argenti da parata - uno dal Museo Catedralicio di Toledo, l’altro di collezione privata - il Ratto di Elena di Pierre Puget del Museo di Sant’Agostino e un gruppo di lussuosi arredi dai Musei di Strada Nuova a Genova. Un corpus cospicuo ed eterogeneo, le cui tecniche e le materie prese in esame compongono un ventaglio decisamente ampio e variegato della produzione artistica della Superba tra Sei e Settecento, e ne rappresentano con efficacia la raffinata qualità. Associata al quadro istituzionale del progetto in qualità di ente promotore, la città di Genova ha accettato di sostenere la mostra non solo attraverso il prestito di una straordinaria selezione di opere d’arte appartenenti ai musei del Comune e dello Stato, nonché al Museo Diocesano e a quello dell’Accademia Ligustica, ma anche tramite l’entusiastico appoggio delle autorità civiche e della Regione Liguria, ad iniziare dal primo cittadino, e con l’organizzazione di altre specifiche iniziative espositive in città organicamente collegate con la mostra al Palazzo Ducale. Inoltre, sempre nel territorio ligure, la Diocesi di Albenga organizza la mostra “Onde Barocche, capolavori diocesani tra il 1600 e 1750”, a cura di Castore Sirimarco e Don Emanuele Caccia, in programma dall’8 aprile al 13 novembre 2022.

Iniziative

Come di consueto, anche in occasione della mostra “Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco”, le Scuderie del Quirinale propongono ai visitatori un ricco programma di incontri collaterali dedicati alla rassegna e ai suoi temi portanti. Il programma degli incontri è disponibile su: www.scuderiequirinale.it

L’edizione italiana del catalogo è edita da Skira per Scuderie del Quirinale. I cataloghi delle mostre “La forma della meraviglia” e “I Protagonisti” sono editi da Sagep. È, inoltre, online la nuova APP delle Scuderie del Quirinale.

Si tratta di un’applicazione multipiattaforma, disponibile sia per iOS che per Android, che accompagna il visitatore nella visita della mostra con gli approfondimenti su molte delle opere  esposte di tipo visuale (immagini, fotogallery e filmati), testuale e multimediale: tramite l’App, infatti, è possibile anche ascoltare le audioguide della mostra. Con un semplice tocco della mano si passa da una sala all’altra e senza dover ricorrere a dispositivi aggiuntivi. Tutti i contenuti sono disponibili e fruibili in italiano e in inglese e non solo per chi utilizza l’app al momento della visita, ma anche per chi vuole un'anticipazione della  mostra che andrà a visitare o per chi non può raggiungere Roma e visitare dal vivo l’esposizione o, infine, per chi voglia rivedere e saperne di più su quanto visto in mostra.

Il Padiglione della Repubblica di Bulgaria alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia è sostenuto dal Ministero della Cultura della Bulgaria ed è prodotto dalla Galleria Nazionale della Bulgaria. Commissario Iara Boubnova.

Il Ministero della Cultura della Repubblica di Bulgaria e la Galleria Nazionale, Sofia hanno il piacere di annunciare la partecipazione della Bulgaria alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia con il progetto There You Are di Michail Michailov e curato da Irina Batkova

Michail Michailov è un artista che opera con diversi mezzi come performance, disegni, video, sculture, installazioni attraverso le quali crea territori di meditazione in cui lo spettatore comprende aspetti impensati dell’esistenza. Il progetto There You Are esplora la dimensione dello Spazio Ravà per ridisegnare i dettagli visibili e invisibili che compongono l’interno espositivo nel contesto del corpo e del suo rapporto con lo spazio vitale.

Seguendo la geometria delle stanze, i mobili montati lungo le pareti, così come i dettagli architettonici, Michail Michailov conquista gli spazi liberi sotto e tra di essi e colloca i disegni della serie Dust to Dust in oggetti tridimensionali simili ai mobili stessi per forma e proporzioni, la cui presenza crea allo stesso tempo un ambiente sia minimalista che assurdo.

 Questa serie, iniziata dall’artista 8 anni fa, ha vinto il primo premio alla mostra Drawing Now di Parigi nel 2018. Michail Michailov spiega il suo interesse di ricerca per le tracce dell’esistenza umana raffigurate in Dust to Dust come segue:

 “Dipingo la polvere, le macchie, le particelle di plastica inutili e la muffa che si accumulano nel mio studio. Cose causate sia dalla mia stessa esistenza sia da quella delle persone intorno a me. Tutte cose che vorremmo non vedere e preferiamo rimuovere o nascondere. Il processo di disegnare richiede quasi il tempo necessario affinché questo materiale si crei da solo. Cercando una risposta alla domanda: qual è il senso della vita? Mi rendo conto di quanto sia relativa la nostra risposta. Altrettanto relativo è lo sguardo dell’osservatore che spesso, guardando i miei quadri, difficilmente distingue tra la polvere reale e la polvere dipinta”.  
Questo metodo sviluppato negli anni di tracciamento dell’accumulo quotidiano, non così visibile, di spazzatura umana misura simbolicamente il tempo trascorso in una vita.

Questo è uno degli aspetti distruttivi dell’esistenza del nostro habitat come specie e allo stesso tempo vuol essere una sfida alla nostra azione costante per distruggerlo.
I corpi bianchi geometrici inclusi nella mostra, simili a piedistalli da museo su cui sono agganciati spazzole, manici di scopa e pezzi di aspirapolveri mantengono lo spazio di There You Are in una tensione continua di presenza e assenza. La sporcizia virtuosamente dipinta e trasformata in un’opera d’arte e le sculture surrealistiche costruiscono la ricerca metaforica incessante del senso del trascorrere della quotidianità.

I tenui accenti di colore dei rifiuti dell’uomo raffigurati sono presentati nel mezzo del colore bianco, elemento predominante delle mostre di Michail Michailov. Il camice medico bianco, caratteristico delle sue esibizioni, spersonalizza il corpo mentre i gesti dell’autore generalmente nascondono il suo volto, parte dell’identità umana. In questo modo, lui stesso diventa solo un elemento del ciclo umano in un macrocosmo di nascita e morte, in cui, limitati dal tempo della nostra esistenza, non possiamo ottenere risposte alle innumerevoli domande che ci poniamo.
L’idea della ripetizione senza inizio e fine è incorporata nella serie visiva Just Keep on Going, anch'essa presentata parzialmente nell’esposizione. Vengono mostrate azioni cicliche il cui senso si nasconde nel movimento stesso e non nel risultato finale causato da esso. Catturano l’interazione dell’artista con un ambiente di vita distopico immaginario e il suo costante sforzo per dominarlo.

La finestra più grande dello Spazio Ravà con una piacevole vista sul giardino in There You Are, è nascosta dall’installazione Headspacing. Si tratta di una struttura che permette solo una visuale dall’esterno verso l’interno attraverso un’apposita apertura in cui l’osservatore deve appoggiare la testa. L’unico modo per l’artista di far parte fisicamente della propria mostra è durante l’esibizione, all’apertura del padiglione. La sua visione attraverso l’Headspacing rappresenta simbolicamente la riflessione dell’artista sullo spazio appena creato pieno di figure mentali. Questa riflessione è alla base del ponte fenomenologico che ci permette di passare dall’interpretazione di una particolare opera d’arte alla ricerca della verità ontologica fondamento dell’impulso della creazione dell’arte.

Il Padiglione della Repubblica di Bulgaria alla 59. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia è sostenuta dal Ministero della Cultura della Bulgaria ed è prodotta dalla Galleria Nazionale della Bulgaria, con Commissario Iara Boubnova.

Michail Michailov è nato nel 1978 a Veliko Tarnovo, Bulgaria, vive e lavora a Vienna e Parigi. Dopo aver studiato Arte, ha lavorato per alcuni anni con il gruppo artistico Gelitin. Oltre a numerose residenze e premi, ha ricevuto il Drawing Now Paris Art Award 2018. Michailov sfrutta la sua formazione classica in Belle Arti come base per un lavoro critico, sperimentale e basato sui processi esplorando i temi attorno agli ideali di perfezione e alle questioni dell’esistenza.

Irina Batkova è una poetessa e curatrice indipendente, vive e lavora a Sofia. Le sue aree di ricerca sono varie ma si concentrano all'incrocio tra arte contemporanea e design, architettura, performance, video e pratiche dei nuovi media. Ha curato una vasta gamma di mostre, in sedi tra cui l'Arsenale di Sofia - Museo di Arte Contemporanea; Il Museo Statale d'Arte Orientale, Mosca; Cisterna Basilica, Istanbul; The Ancient Baths Center for Contemporary Art, Plovdiv; Deposito portuale n.5, Varna; la Künstlerhaus di Vienna; e Akbank Sanat, Istanbul. È la fondatrice e curatrice di Art Project Depot, piattaforma per le arti e la cultura contemporanea.

Il Ministro finlandese della Scienza e della Cultura Antti Kurvinen ha effettuato una visita alla 59a Esposizione Internazionale d'Arte – La Biennale di Venezia. Ove ha inaugurato Kurvinen ha aperto il Padiglione Finlandia che presenta in anteprima l'installazione video Close Watch di Pilvi Takala.

“Dopo gli anni del COVID-19 che hanno colpito l'intero campo dell'arte e della cultura, è eccellente che ora siano nuovamente possibili incontri internazionali incentrati sull'arte. La mostra nel Padiglione della Finlandia è un ottimo modo per mostrare come le cose di tutti i giorni possono improvvisamente apparire molto diverse attraverso l'arte", ha dichiarato il ministro Kurvinen. "La visibilità in un evento importante, come la Biennale di Venezia, che porta un impulso internazionale per la magnifica arte moderna finlandese."

Close Watch è un'installazione video multicanale. Si basa sull'esperienza di Takala nel settore della sicurezza privata, dove ha lavorato in incognito come guardia di sicurezza pienamente qualificata. Esplorando la sicurezza sia come concetto che come settore, Close Watch interpreta come si definisce il nostro spazio pubblico e il comportamento tollerato al suo interno. Commissionata e prodotta da Frame Contemporary Art Finland, la mostra nel Padiglione della Finlandia è curata da Christina Li.

Il programma del ministro Kurvinen prevedeva visite ai padiglioni nordico, estone e ucraino, e la partecipazione anche all'inaugurazione del Padiglione nordico. Il Padiglione nordico, coordinato dalla Norvegia, è stato ribattezzato Padiglione Sámi per l'edizione 2022 della Mostra. Il Padiglione Sàmi espone le opere di Pauliina Feodoroff, Máret Ánne Sara e Anders Sunna. Il Ministro ha visitato anche i Padiglioni di Estonia e Ucraina.

“Al momento, il bisogno di cooperazione e solidarietà internazionale è particolarmente forte. L'arte ha molto da offrire in questo senso attraverso gli incontri e le discussioni che consente. Apre anche nuove strade per la gestione di argomenti difficili”, afferma il ministro.

La Biennale d'Arte di Venezia è la più antica Biennale d'Arte Moderna del mondo. Si svolge ogni due anni e riunisce al parco dei Giardini della Biennale mostre di diversi paesi. Nel 2022, 80 paesi partecipano alla Biennale che è aperta al pubblico dal 23 aprile al 27 novembre 2022.

Tra collezionisti, appassionati e studiosi di storia dell’arte oltre un centinaio di visitatori si è alternato sabato sera a Modica negli spazi di Lo Magno Artecontemporanea per l’inaugurazione della mostra di Giuseppe Colombo dedicata a Caravaggio.

Protagonisti dell’esposizione – in mostra fino al 30 aprile – sono otto pastelli e una litografia ispirati alla celebre “Decollazione di San Giovanni Battista”, dipinto di grandi dimensioni realizzato da Michelangelo Merisi nel 1608 e che Colombo ha scomposto in otto delicatissimi e commoventi d’après che sembrano indagare il sentimento dei singoli “attori” della drammatica scena. Un’operazione nel solco di interventi analoghi realizzati dal maestro Piero Guccione - di cui Colombo è stato allievo – e che ha visto l’artista modicano misurarsi con la più grande tela mai realizzata da Caravaggio, custodita da sempre a Malta. 

A cura di Giuseppe Lo Magno, la mostra si completa di un saggio critico della storica dell’arte Rischa Paterlini ed è introdotta da un documentario di 6 minuti realizzato dal filmaker finlandese Aleksi Sirviö. Visite fino al 30 aprile, da martedì al sabato; orari 10-13 e 17-20. Ingresso libero. VIDEO INAUGURAZIONE qui

NOTIZIE SULLA MOSTRA

Con i suoi tre metri per cinque è l’opera più grande mai realizzata da Caravaggio, oltre a essere quella che nel 1608 gli valse l’onorificenza della Croce di Malta (e il dono di due schiavi). Custodita a La Valletta, nell’Oratorio omonimo all’interno della Concattedrale, la “Decollazione di San Giovanni Battista” è un capolavoro dal potente realismo che, oggetto di studio e approfondimento nell’ultimo anno da parte di Giuseppe Colombo, fino al 30 aprile sarà protagonista con una piccola raccolta di otto d’après, di una raffinatissima mostra allestita a Modica negli spazi di Lo Magno Artecontemporanea.

A Modica la scena corale e la straziante drammaticità del grande capolavoro della decapitazione di San Giovanni Battista si scompone in una sequenza di cinque ritratti: uno ad uno i singoli attori diventano protagonisti della narrazione di Giuseppe Colombo che per ognuno di loro esplora sentimenti, mette a nudo l’anima, indaga la mimica e i gesti, quasi a penetrare il tessuto materico del segno di Caravaggio. Una frammentazione delle parti che, grazie alla sensibilità di Colombo, vivifica i dettagli e finisce per amplificare la portata emotiva dell’insieme. Dopo l’ancella, la vecchia, il carceriere, il carnefice e lo stesso San Giovanni Battista, a concludere infatti la sequenza dei d’après – la rielaborazione da parte di un’artista di un’opera di un altro artista cui si ispira, che considera proprio Maestro o a cui rende omaggio - è una formidabile riproduzione a matita e carboncino dell’intero quadro d’insieme.

Spiega Rischa Paterlini: “Utilizzando pastelli acquerellabili e carboncini su carta semi ruvida, Colombo oggi, attraverso il suo personale “mondo figurativo”, pretende attenzione per i dettagli che cura in modo maniacale, chiedendo ai nostri occhi di osservare uno ad uno i protagonisti che compongono la scena: la giovane in un angolo che porta un bacile di cui ne realizza addirittura tre studi, il carceriere che sta ad osservare impassibile la scena, il carnefice, la donna anziana con le mani al volto e infine quella macchia di sangue che scorre dal collo del Battista (e che Caravaggio, audacemente, utilizzò per la sua firma sull’opera). Per ognuno dei personaggi una carta, così da studiare ogni dettaglio fino a liberarne l’anima e non concedere nulla al caso (…) Nulla infatti in questi volti rimane nascosto: il coraggio, l’inquietudine, la paura, la rassegnazione, l’aggressività, si offrono all’osservatore permettendoci di leggere grazie al potente realismo, unito alla trascrizione di ogni dettaglio memore dei pittori rinascimentali del nord Europa, i drammi che stiamo vivendo ai giorni nostri”.

Quanto alla scelta di cimentarsi coi d’après, di “rifare” i grandi dell’arte, Colombo cita il suo stesso maestro, Piero Guccione, autore di piccoli pastelli sia di questa stessa opera di Caravaggio che di capolavori di Michelangelo, Tiepolo, Raffaello, Velasquez e Friedrich. E, trasponendo il discorso in musica, arriva a citare Franco Battiato e il suo “Fleurs”, album di cover, lirico e confidenziale, amatissimo dai fans sebbene privo dell’originalità dei contenuti tanto apprezzata nel compositore. “Quando “rifai” un Maestro – commenta Colombo - è sempre un importante momento di studio, certamente anche di riposo creativo, di sedimentazione, di interiorizzazione. Entro nella trama del dipinto, mi nutro della sua atmosfera, indago le pose, lo faccio mio. Una specie di corso di aggiornamento, perché per quanto tu a cinquant’anni, come me adesso, possa padroneggiare la tecnica, non finisci mai di studiare e di imparare. E di questa “Decollazione” mi affascina la bellezza del sacrificio. Forse, più dell’estetica, ad interessarmi è la teatralità della scena: come teatro della vita”.

 

Completa l’esposizione una litografia con il soggetto dell’ancella realizzata a Helsinki, l’estate scorsa, in uno tra i più prestigiosi laboratori litografici internazionali.  L’opera fa parte del ciclo in mostra con “Tous les matins du monde”, bipersonale con il finlandese Kuutti Lavonen dedicata al barocco.

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