Dopo tanti anni ho rivisto con piacere Elisabetta Viviani, attrice, soubrette, cantante e conduttrice televisiva e sono rimasta colpita dal suo aspetto di eterna ragazzina, con lo stesso splendido sorriso di quando, giovanissima, comincia a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo.
Tutti la ricordiamo nel 1978 interprete del 45 giri "Heidi", sigla dell'omonima fortunata serie televisiva di cartoni animati giapponesi. Questo disco ha venduto qualcosa come un milione e mezzo di copie, un vero successo. Ma la sua carriera artistica inizia molto tempo prima; dall'età di otto anni era già attrice nei "caroselli"; qualche decennio fa gli attuali spot pubblicitari si chiamavano così! Numerose le sue esperienze teatrali, nonchè quelle televisive al fianco di nomi illustri, quali Ernesto Calindri, Lia Zoppelli, Erminio Macario, Gianrico Tedeschi, Claudio Lippi e tanti altri.
Appassionata del suo mestiere, continua a raccogliere consensi e grandi soddisfazioni dalla sua attività teatrale, alla quale affianca le serate in veste di cantante-conduttrice.
Nell'intervista ha parlato con entusiasmo dell'importante lavoro teatrale dedicato alla vita di Sua Santità Francesco, un recital rappresentato in varie parti d'Italia che la vede protagonista e del suo inarrestabile desiderio di far progetti per il futuro. Recentemente è tornata in sala d'incisione per realizzare il brano "Le donne della mia età" (di C. Damiani e M. Traverso).
Apprezzabile anche la sua attività di pittrice; le sue opere sono presenti in mostre allestite presso vari spazi espositivi italiani.
La tua brillante carriera di cantante, attrice e conduttrice televisiva attraversa un lungo arco temporale. Vorresti parlarmi degli inizi, da bambina, con i Caroselli Rai?
Si, io ho iniziato sin da piccola a lavorare in televisione; la mamma mi accompagnava sul set, dove si giravano gli spot per i caroselli. Ricordo che avevo poco più di otto anni e tutto mi sembrava meraviglioso; mi ha sempre affascinato il cinema, la televisione e il teatro. Mio papà mi portava spesso a vedere i film e a me sembrava di vivere in prima persona ogni storia raccontata sullo schermo... sempre!
Il grande pubblico ti ha conosciuta negli anni ’70 per aver interpretato l’operetta “No no Nanette” accanto a Claudio Lippi. Cosa ricordi di questa esperienza?
Ricordo che lavoravamo continuamente, non ci si fermava mai; ore ed ore di prove, di ciak continui, il tutto alternato a brevissime pause, mai sufficienti per recuperare energie. Però, nonostante la stanchezza, era bello; provavo un entusiasmo continuo, che poi è rimasto inalterato nella mia vita, come agli inizi della mia carriera e continua a stimolarmi ed emozionarmi ogni giorno, sempre più! Ho lavorato con grandi professionisti, quali appunto Claudio Lippi in "No no Nanette", Leo Colonna con "Medemoiselle Nitouche", il grande Erminio Macario ed ancora Marcello Marchesi, Ernesto Calindri, Gianrico Tedeschi, Lia Zoppelli, Ombretta Colli. Ricordo con particolare affetto il regista Vito Molinari. Tutti artisti e compagni di lavoro meravigliosi e poi tantissimi altri; difficile ricordarli tutti... Posso affermare di amare moltissimo il mio lavoro, che non cambierei per nessun motivo al mondo.
Nel 2015 insieme a Dario Baldan Bembo, noto cantante e compositore e all’attore Franco Romeo hai messo in scena un recital sulla vita di Papa Francesco dal titolo "Il primo a chiamarsi Francesco". Dove avete rappresentato lo spettacolo?
Questo recital è nato da un'idea di Gigi Reggi e Adriano Bonfanti, noti autori di programmi televisivi per le reti Mediaset, fra cui "La sai l'ultima" (tutta la serie), "Buongiorno amica", "È domenica" etc. L'adattamento teatrale è stato curato da Franco Romeo, con musiche originali del M° Dario Baldan Bembo, autore di grandi successi. Chi non ricorda le splendide "Minuetto" e "Piccolo uomo" interpretate da Mia Martini e poi "Spiagge", "L'amico è..." etc.?
Questo lavoro mi ha dato la possibilità di ritornare al primo amore, il teatro, dopo quasi trent'anni. Un'emozione fortissima, che si ripete ad ogni rappresentazione. Ci siamo esibiti in ogni parte d'Italia, in Liguria, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia e due volte a Milano. Ora ci stiamo preparando per un debutto a Roma, nella speranza di poter incontrare il Santo Padre ed omaggiarlo di questo spettacolo.
Recentemente sei tornata nel mondo della discografia con il brano "Le donne della mia età" (di C. Damiani e M. Traverso), un testo che affronta in note il tema della maturità delle donne. Com'è stato finora accolto il tuo messaggio dall’universo femminile?
Mi ha proposto la canzone l'amico Claudio Damiani, collega di lavoro da oltre vent'anni, che ha scritto il testo e la musica insieme a Maurizio Traverso, come hai anticipato. In effetti, mi è piaciuta subito e fra me ho pensato - Beh, Heidi è crescita, no?! Quindi, bisogna raccontare alle persone come vede il mondo, la vita e tutto il resto una donna della mia età. Pertanto, animata dall'entusiasmo di cui vi parlavo prima, mi sono rimessa in gioco verso una nuova avventura musicale. Il brano ha ottenuto notevoli riscontri, anche numerose visualizzazioni e consensi nei social, oltre a centinaia di richieste del disco, poichè molte donne si riconoscono nel testo. Spesso nel corso delle mie serate vengono a dirmelo di persona, creando un'immediata e piacevole complicità.
Vorrei sottolineare che stiamo realizzando un Cd, contenente dieci brani inediti, che dovrebbe uscire, tempi tecnici permettendo, entro l'inverno, oppure al massimo verso l'inizio della primavera prossima. A seguire, la realizzazione di nuovi video clip per alcuni pezzi contenuti nel Cd. Sono molto soddisfatta, certa della buona qualità del prodotto.
Ascoltando il disco, mi ha colpito molto la frase – metto le ali all’anima mia – che suggerisce il desiderio di volare e sorvolare i limiti temporali legati all’età che scorre, per raggiungere una dimensione libera da ogni vincolo. Cosa desidereresti correggere o aggiungere alla mia chiave di lettura?
Beh, in effetti è così. Credo che la frase si riferisca al sempre crescente desiderio, che presumo abbia ognuno di noi, di poter continuare ad innamorarsi, superando ogni limite d'età. È meraviglioso innamorarsi in ogni stagione della vita, con gioia e desiderio tanto forti da regalare metaforicamente le ali; il risultato di tale condizione è il raggiungimento di una felicità che consenta di volare e vivere appieno l'amore.
Vorresti parlarmi della tua amicizia con il musicista Claudio Damiani, coautore e produttore del Cd che contiene anche il sopracitato brano?
Come ho già detto, conosco Claudio da tantissimi anni e oltre la grande amicizia e la confidenza reciproca, siamo legati da tanto lavoro portato avanti insieme, fra serate, eventi, radio, televisione e tanto altro. Lavoro volentieri con lui, mi trovo bene.
Claudio è un vero professionista, meticoloso e pignolo in tutto ciò che fa, un perfezionista. Sono felice per la fiducia che ripone in me in merito a questo nuovo progetto artistico e ce la metterò tutta al fine di conseguire validi risultati per entrambi.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Per ora pensiamo al Cd, per il quale dopo l'uscita partirà la promozione. Come ti dicevo, sto girando alcuni video, poi si vedrà. Ho in mente tante idee e progetti da poter sviluppare, ma per scaramanzia non anticipo mai ciò che è ancora a livello embrionale. Continuerò a fare il mio lavoro, a dipingere, altra mia grande passione; quindi, a fare qualche mostra qua e là, oltre le serate, le ospitate...Insomma, tutto ciò che fa spettacolo e che mi da emozioni ed entusiasmo.
D'altra parte Heidi non è uno spettacolo di bambina?! Ovviamente scherzo!