Un silenzio carico di suggestione ha scandito, ieri sera, nella chiesa di Santa Maria di Betlem, a Modica, i momenti più significativi del tradizionale rito della “Deposizione del Cristo dalla Croce”. E’ un rito molto particolare che, ieri, facendo seguito alla domenica delle palme e della Passione del Signore, ha dato il via di fatto alla Settimana santa 2016. Dopo la santa messa celebrata dal parroco, il sacerdote Antonio Maria Forgione, è stato Davide Olivo, baccelliere in Teologia, che sta effettuando una esperienza pastorale in parrocchia, a guidare questo speciale momento. Il simulacro del Cristo viene calato dalla Croce, dopo che, uno dopo l’altro, sono staccati i tre chiodi (i due delle mani, l’altro collocato ai piedi). Subito dopo, il corpo, appena deposto, viene trasportato su una lettiga all’interno della cappella palatina e qui disposto per l’adorazione dei fedeli, accanto al simulacro della Madonna Addolorata. Si tratta di una cerimonia molto particolare che non a caso è stata seguita con estremo fervore. Il tutto, tra l’altro, in un contesto architettonico unico, quale quello della cappella Cabrera appunto, sopravvissuta al terremoto del 1693 e incastonata nella nuova architettura settecentesca. I fedeli, dopo la santa messa, uno dopo l’altro hanno voluto manifestare il proprio dolore rendendo omaggio al simulacro del Cristo. Conclusa la cerimonia, il simulacro è stato risistemato nella cappella a destra dell’altare maggiore.
“Ci stiamo accingendo a vivere la festa della Santa Pasqua – dice don Antonio Maria Forgione – calandoci in una dimensione spirituale molto particolare. Sappiamo che a Modica ha un carattere tutto particolare dal punto di vista della tradizione e del folklore religioso. Non foss’altro perché stiamo parlando della festa del Cristo risorto e della Madonna Vasa Vasa che, nel 2016, anno giubilare, sarà caratterizzata anche dalla processione serale al santuario della Madonna delle Grazie. La festa della Pasqua per il cristiano è la festa per eccellenza perché, come dice San Paolo, se Cristo non fosse risorto la nostra fede sarebbe vana. Quindi, il cristiano crede a un Dio che è morto e che è risorto e che, quindi, evidentemente è vivo. Il cristiano aderisce con la fede alla persona di Cristo Gesù che, risorgendo, è sempre presente in mezzo a noi e dà continuamente senso alla nostra esistenza”. Al termine della santa messa, don Forgione ha ricordato quali gli appuntamenti principali della Settimana santa a cominciare dalla messa crismale che giovedì 24 marzo, alle 9, si terrà nella Cattedrale San Nicolò a Noto. La funzione sarà presieduta dal vescovo, mons. Antonio Staglianò. Nello stesso pomeriggio, poi, alle 19, nella chiesa di Santa Maria di Betlem, è in programma la messa “In coena domini” con il rito della lavanda dei piedi. Ci sarà la solenne processione interna fino alla cappella della Reposizione. Sempre giovedì, ma alle 22, si terra una adorazione eucaristica comunitaria.