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Terrorismo, Fuori dal coro: rimane da conquistare Roma dopo Costantinopoli

Mario Giordano ha puntato il dito proprio contro i terroristi islamici durante l’editoriale di inizio trasmissione fuori dal coro : “Oggi mi sento Fuori dal Coro perché penso che davvero vogliono conquistare Roma. Nessuno ne parla ma loro, i terroristi islamici, in queste ore lo dicono chiaramente”.

Queste parole si inseriscono in una tradizione della cultura islamica che mette le radici addirittura in Maometto – ha concluso il conduttore – Costantinopoli cadrà per prima, poi cadrà Roma è un detto di Maometto in uno dei libri sacri dell’Islam e poi è stato ripetuto molte volte. Ad esempio all’inizio degli anni Ottanta in un documento della Fratellanza musulmana che è rimasto a lungo segreto: Roma resta da conquistare”.

Un tema che continua a dividere, quello della guerra esplosa nella striscia di Gaza. E sul quale il mondo della politica si è ampiamente confrontato, accusato e diviso, con parole di fuoco volate più volte negli studi dei talk show italiani. Altro argomento che sta tenendo banco (e facendo paura) è quello del terrorismo: alcuni predicatori di Hamas hanno indicato Roma come prossimo obiettivo dell’organizzazione terroristica, spingendo le autorità ad alzare il livello di attenzione. Proprio questi scenari sono stati al centro dell’ultima puntata del programma Fuori dal Coro, in onda su Rete 4...

Se dicono queste cose in tv cosa diranno nelle moschee e nei luoghi di culto? Mario Giordano nella puntata di Fuori dal coro, su Rete 4, fa ascoltare alcune "perle" ascoltate nelle varie trasmissioni da parte degli imam italiani. Molte guide spirituali islamiche sono intervenute difendendo Hamas e accusando Israele di ogni crimine. "Gli imam d'Italia non li reggo, non reggo più di sentirli in tv delirare così", attacca il conduttore

Mi fanno paura questi predicatori di Hamas, questi terroristi islamici che ci considerano loro nemici. Ovviamente per la posizione che ha l’Italia nella guerra tra Israele e Palestina – ha detto Giordano – Dicono che Roma sarà conquistata, avamposto per la conquista di tutta l’Europa. Mi fanno paura”.

Intanto la Polizia di Stato di Milano ha arrestato un cittadino algerino di 37 anni destinatario di un mandato di cattura internazionale emesso dall'Algeria per partecipazione ad associazione terroristica.

L'uomo è stato individuato nel corso di uno dei controlli nelle metropolitane. Alla vista dei poliziotti della Polmetro il 37enne si era sin da subito mostrato particolarmente aggressivo, gridando ripetutamente "Allah Akbar" mentre tentava di afferrare dal proprio zaino un oggetto rivelatosi essere un coltello con lama di oltre 12 centimetri di lunghezza.

Dagli accertamenti in questura della Digos è emerso che l'uomo fosse ricercato dalle autorità algerine in quanto ritenuto, sin dal 2015, appartenente alle milizie dello Stato Islamico e impiegato nel teatro bellico siro-iracheno.

Su disposizione della Corte d'Appello di Milano competente per la procedura di estradizione, per la quale il Ministro della Giustizia ha già dato l'assenso, è stato portato alla casa circondariale "San Vittore", in attesa dell'imminente rimpatrio in Algeria.

È del 29 agosto il controllo in cui è stato bloccato Yassine Chouial, il 37enne algerino destinatario di un mandato di arresto internazionale per terrorismo per una sua presunta militanza nell'Isis. L'uomo in udienza davanti alla quinta sezione della Corte di appello di Milano per l'estradizione - da quanto appreso - avrebbe riferito di essere in Italia da un anno e di lavorare come ambulante e di dormire nella moschea di Lampugnano. Inoltre, ha dato il consenso al rimpatrio in Algeria che avverrà il prossimo 22 novembre.

L'esercito israeliano sta intensificando l'offensiva nel nord di Gaza, dove decine di migliaia di palestinesi stanno fuggendo verso Sud nella speranza di trovare rifugio dopo oltre un mese di bombardamenti e assedio. "Se ne stanno andando perché hanno capito che Hamas ha perso il controllo del nord e che il sud è più sicuro", ha dichiarato il portavoce dell'esercito israeliano Daniel Hagari in una conferenza stampa, dove ha detto che mercoledì 50.000 abitanti della Striscia sono fuggiti dalla parte settentrionale della regione

L'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) stima che 72.000 persone siano fuggite dall'apertura di un corridoio di evacuazione il 5 novembre scorso ma che i movimenti sono continui. Ma centinaia di migliaia di persone si trovano ancora a vivere in una "situazione umanitaria disastrosa" e "stanno lottando per ricevere le il fabbisogno necessario di cibo e acqua per la loro sopravvivenza".

Nel frattempo, a Gaza, sono entrati più di 80 camion con aiuti nelle ultime 24 ore. Almeno secondo i dati riportati dalla Casa Bianca nel corso del briefing con i media. Si tratta, secondo gli analisti, di uno dei maggiori interventi umanitari dall'inizio del conflitto.

"Sappiamo cosa non vogliamo vedere a Gaza dopo il conflitto. Non vogliamo vedere Hamas al comando. Non vogliamo vedere una rioccupazione da parte di Israele. Ma quello che vedremo, quello che vogliamo vedere, penso che lo stiamo ancora scoprendo. Dovremo avere conversazioni diplomatiche con la gente della regione per risolvere questo problema", ha aggiunto, parlando con la Cnn, il portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale, John Kirby

Un accordo tra Israele e Hamas, mediato dal Qatar, per il rilascio di un massimo di 50 prigionieri detenuti a Gaza è sfumato a causa del lancio dell'operazione di terra a Gaza da parte di Israele il 27 ottobre, secondo quanto riferisce il New York Times. Il bilancio delle vittime tra i dipendenti che lavorano a Gaza per l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa) e' salito a 99, ha detto il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite Stephane Dujarric in una conferenza stampa.

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ribadito che non ci sarà un cessate il fuoco a Gaza senza il rilascio degli ostaggi. "Voglio mettere da parte tutte le voci inutili che sentiamo da tutte le direzioni e ripetere una cosa chiara: non ci sara' cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri ostaggi", ha detto citato dal Times of Israel.

 

Fonte :  "Fuori dal Coro tram.tv Mario Giordano" / Paragone/Agi e varie agenzie

 

 

 

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