Il pianista e compositore Greg Burk licenzia un album, As A River, per la Tonos Records che è un condensato di colori densamente armonici e di lirismi melodicamente intensi i quali conducono ad un contemporary jazz molto personale. Si faticherà a trovare addentellati con altri interpreti dello strumento anche se è evidente che la sua tecnica affonda e si fonda sui principali e più innovativi capisaldi della musica americana e afroamericana. Quello che colpisce in positivo ė l'effluvio narrativo e ambient che l'interprete istilla sulle linee dei temi, a volte straboccando in atmosfere modali altre volte trascinandosi in cornici pop, per sfociare talora verso climax espressivi di fattura blues. Un bel prodotto questo disco della nota label inglese, registrato peraltro a Milano nello studio IndieHub, che arriva dopo il precedente cd Cleane Spring (SteepleChase) del 2016 a riconferma della vena creativa di questo artista che infonde nella propria musica i lontani ricordi dei corsi d'acqua del suo Michigan . Da segnalare con l'occasione l'altro suo recente disco in trio con John Arnold alla batteria e Matteo Bortone al contrabbasso, dal titolo The Detroit Songbook. Anche in questo caso i brani son suoi e l'etichetta è la ricordata SteepleChase. Insomma un musicista che se consolida radici in Italia non fará altro che arricchire l'arco del nostro panorama con una freccia stilisticamente forbita.