«Bonus Sicilia: dopo l’annuncio in pompa magna, l’attesa estenuante del ristoro economico per tantissime Pmi, la débâcle tecnologica, il flop del click day e la riapertura delle domande, arriva il ricalcolo dei contributi. Duemila euro per 60mila istanze: una cifra, quella erogata dalla Regione per dare un sostegno agli imprenditori siciliani, che risuona come una beffa in un momento in cui c’è davvero poco da ridere». È questo il commento del rappresentante di ConfProfessioni Sicilia Daniele Virgillito, all’indomani dell’annuncio della “cura dimagrante” della misura inserita nel “Piano Covid” dell’Isola.
«Eppure il Governo siciliano era stato da più parti ammonito - sottolinea Virgillito, a nome della Confederazione Italiana Libere Professioni - sull'inopportunità di procedere con il click day, ma è comunque andato avanti svelando i limiti di un sistema che, oltre a non premiare il merito, si è affidato a una ristretta finestra digitale che ha creato un’inaccettabile coda informatica. Il 5 ottobre, infatti, il sito della Regione è andato in tilt costringendo l'assessorato alle Attività Produttive a rinviare l'appuntamento per raccogliere le istanze. Dopo lo stop non è seguita una rapida ripartenza: due giorni dopo la Regione ha annullato il click day promettendo, attraverso le parole dell’assessore al ramo Mimmo Turano, che non ci sarebbe stata una “riapertura” del bando e che sarebbero state “costruite misure correttive per ogni singolo scaglione”».
Secondo Confprofessioni Sicilia, sarebbe stato opportuno “cristallizzare” le domande ricevute e assicurare “proporzionalità” rispetto all’erogazione degli indennizzi, «ma nessuno di questi ragionevoli impegni è stato mantenuto – continua Virgillito - ogni singolo beneficiario, indipendentemente dalla dimensione dell’impresa, dal volume d’affari, dalle perdite subite, dalla filiera di appartenenza riceverà, ahinoi, una mancetta “standardizzata” da una mera frazione aritmetica. Una goccia sprecata per l’assenza di criteri metodologicamente e operativamente corretti che avrebbero dovuto essere pensati, sin dall’inizio, non per premiare il dito più veloce ma per ristorare “proporzionalmente” le imprese maggiormente colpite dalla pandemia. E invece, in questa pioggia di bonus, ai liberi professionisti viene ancora negata la possibilità di partecipare al “Bonus Sicilia”: migliaia di Partite Iva, figlie di un Dio minore, restano abbandonate. Incoraggiamo quindi il Governo siciliano a effettuare un cambio di paradigma che orienti le agevolazioni sui cluster di imprese e professionisti che hanno subìto maggiori e concreti danni dal Covid19 e che avranno presumibilmente tempi di rigenerazione del cash flow più lunghi».
«ConfProfessioni Sicilia offre al presidente Musumeci – conclude Virgillito - tutto il sostegno e l’impegno per l’elaborazione di proposte fondate sul “merito”, che prevedano modalità alternative per la concessione degli aiuti alle imprese e agli autonomi, così da scardinare i tecnicismi politico-burocratici che stanno ulteriormente frenando la nostra ripartenza».