Riapre questo weekend dopo cinque giorni di chiusura forzata per i danni subiti durante l'alta alta marea il complesso museale di Palazzo Zaguri in campo San Maurizio, sede di tre mostre storico-scientifiche allestite da Venice Exibition srl: “Venice Secrets”, “Real Bodies” e “Leonardo Da Vinci Human Art Exhibition”. Nella mareggiata con picco di 187 centimetri che ha colpito il centro storico di Venezia la dimora trecentesca a poche centinaia di metri da San Marco appartenuta a Pietro Zaguri, amico intimo e mecenate del libertino Giacomo Casanova, ha subito danni per circa 120.000 euro fra impianti interni all'edificio, materiali espositivi e pubblicazioni del bookshop. “Sarebbe stata una vera catastrofe” commenta Mauro Rigoni, titolare di Venice Exhibition srl “se la mareggiata del 30 ottobre 2018, bagnando due arazzi di Joan Mirò, quest'anno non ci avesse fatto agire per tempo per prevenire il peggio prima che fosse troppo tardi spostando ai piani superiori i reperti più preziosi custoditi al piano terra fra cui alcuni manoscritti inediti di Giacomo Casanova”.
I manoscritti sono di proprietà della Fondazione “Giacomo Casanova”, che ha sede proprio a Palazzo Zaguri. Recentemente costituita è l'unica fondazione al mondo dedicata al celeberrimo letterato veneziano con lo scopo di valorizzare, conservare e promuovere il patrimonio artistico e culturale a lui riconducibile e riconoscere così il suo contributo alla cultura italiana del XVIII secolo. Pietro I Antonio Zaguri (Venezia, 28 gennaio 1733 – Padova, 22 marzo 1806) fu l'antico proprietario da cui prende il nome il palazzo in campo San Maurizio ora adibito a sede di mostre internazionali. Colto poeta, oratore, aveva ospitato più volte nella sua dimora il letterato Giacomo Casanova, amico intimo di cui fu mecenate e col quale per tutta la vita mantenne una fitta corrispondenza. La sede della Fondazione “Giacomo Casanova” è posizionata al piano terra di Palazzo Zaguri, lato corte delle Muneghe, dove c'è la cassaforte con reperti di Casanova originali che sono stati tutti messi al riparo dall'alta marea appena in tempo.
“Abbiamo cercato di salvare il salvabile” aggiunge Rigoni “purtroppo invece gli impianti sono stati gravemente danneggiati, bloccando per 5 giorni l'apertura delle tre mostre allestite. Soprattutto gli impianti elettrici dell'ascensore, del monta scale e della cabina locale termica. Danni anche al mobilio, andate in corto circuito le attrezzature della reception come pc e stampanti, i frigoriferi con le bibite, le audioguide e a mollo i libri del bookshop. I danni superano i 120.000 euro: solo acquistare le nuove audioguide con i sistemi di caricamento ci costerà 47.000 euro. Danneggiate dalla mareggiata eccezionale della prima nottata anche due cinture di castità del Cinquecento provenienti da una collezione privata”. “I danni avrebbero potuto essere molto più gravi” puntualizza “se fossero state attaccate dall'acqua salsa le tre opere anatomiche trattate con la tecnica della plastinazione in fase di preparazione nei laboratori al piano terra. Fortunatamente il personale delle mostre con grande tempismo le ha trasportate al primo piano per proteggerle non appena è stato dato l'allarme sapendo che a contatto con l'umidità si sarebbero rovinate in modo irreversibile”. I restauri di Palazzo Zaguri completati nel 2017 lo hanno reso adatto a tollerare una quota di alta marea: nello studio del restauro conservativo del palazzo i progettisti avevano previsto al piano terra una tolleranza massima di 145 centimetri.