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Giovedì, 02 Maggio 2024

Si preannunciava come lo scontro della verità e tale si è rivelato. La Rari Nantes torna vittoriosa da Bari, forte di un primato ora in assoluta posizione solitaria e forte soprattutto di una vittoria ottenuta in trasferta in uno scontro diretto contro una delle formazioni più temibili del girone, la Sport Project di Bari. La forza dei Tarantini non si è appalesata nel gioco questa volta, i ragazzi di Sabato sono stati più volte pari nel punteggio o addirittura sotto di una rete e non sono riusciti ad imporre il loro ritmo ad una gara che si è, al contrario, adagiata sui ritmi più blandi della Sport Project: la Rari Nantes però ha ancora una volta dimostrato di avere sette vite e grinta da vendere fino all’ultimo secondo, risolvendo la gara in proprio favore a 45” dal termine, dopo aver riagguantato il pareggio poche azioni prima.

Veniamo alla cronaca.Il primo quarto si apre con la Sport Project che, vinto il primo sprint, si affaccia subito in attacco e gela la difesa tarantina con Chieco il quale infila la porta di Pantile con un tiro improvviso dalla lunga distanza dopo soli 20” di gioco. Sembra un inizio shock per i tarantini che iniziano a cercare di macinare gioco ma sprecano subito due superiorità numeriche. Il goal del pareggio (1-1) arriva a metà del primo tempo su una bella azione di intesa sull’asse Oliva V. – Carucci che riescono a fulminare tre difensori avversari ed il portiere con un solo passaggio ed una rapida conclusione da distanza ravvicinata. Il primo quarto si chiude dunque in parità e lascia presagire un equilibrio che si manterrà per tutto l’incontro.

Il secondo quarto ricomincia con gli stessi ritmi blandi del primo e la Sport Project che sfrutta la superiorità numerica per ritornare avanti nel punteggio. Ancora in perfetto equilibrio, le due formazioni giocano una partita contratta, rispondendosi punto su punto ed andando al riposo di metà gara ancora in parità sul 4-4.

Nel terzo tempo, quello che nella pallanuoto si rivela essere spesso cruciale, l’equilibrio sembra rompersi in alcuni momenti: Taranto, iniziando con un’altra rete subita, riesce a riportarsi in pareggio con il difensore D’Addato, solita prova di sacrificio in difesa la sua, impreziosita da due reti stavolta, ed anche in vantaggio, per la prima volta nel match con Carucci che segna il goal del momentaneo 4-5. Il vantaggio ospite però è effimero, dura meno di un minuto in quanto il solito Chieco, ex di turno, sigla la sua tripletta personale e riporta i suoi al passo, mandando le squadre all’ultimo intervallo sul 5-5.

L’ultimo quarto vede la Rari Nantes conquistare finalmente uno sprint e quindi avere in mano la palla per la prima azione. La Rari inizia ad essere presente con sempre maggiore convinzione in attacco, sfruttando una condizione atletica nettamente migliore rispetto a quella degli avversari e riesce a conquistare un rigore, neutralizzato magistralmente dall’esperto portiere Attolico (fratello di quell’Attolico campione di tutto con la Nazionale di Rudic negli anni ’90): il portiere barese blocca a due mani il rigore, rilancia l’azione ed i suoi in avanti si portano nuovamente in vantaggio con Vettone G. autore della rete del 6-5. Riprende dunque un’altalena di vantaggi e recuperi che porta, ad 1’11’’ dalla sirena finale, prima D’Addato a bersaglio con un pregevole tiro a schizzo imparabile anche se dalla distanza ed infine Oliva V. pescato in controfuga dai compagni a superare l’estremo difensore avversario per il definitivo 7-8 che fa saltare di gioia la panchina ed i sostenitori amici e getta nello sconforto gli avversari. Gli ultimi 45” di gioco sono ad altissima tensione: Taranto subisce l’inferiorità numerica ma si chiude bene, costringendo gli avversari a tirare in modo inefficace, Pantile blocca il tiro letteralmente accerchiato dagli attaccanti avversari, tutti raccolti in uno specchio d’acqua ristrettissimo di fronte alla porta tarantina, e rischia grosso su un passaggio per liberare l’area salvato dal time-out chiamato un attimo prima dal suo tecnico. Taranto gestisce l’ultimo pallone per 6”, gli avversari non tentano nemmeno il recupero, evidentemente stremati e demotivati. Alla sirena finale, Taranto è finalmente capolista solitaria del girone.

Il settebello tarantino è quindi sembrato caotico nel gioco, forse a causa della tensione avvertita in questo incontro, ha fatto qualche passo indietro nella costruzione e nella finalizzazione offensiva sia in parità numerica che in superiorità ma è riuscito comunque a vendere cara la pelle anche in questa occasione.Riuscire a vincere tre difficili scontri diretti di una rete è da un lato segno di una grande solidità su cui gli ionici possono contare ma è d’altro canto anche il segno di una squadra che stenta nei primi minuti, forse eccessivamente confidente nei propri mezzi, e poi macina gioco in modo cinico continuando a concedere qualche svista difensiva. La Rari Nantes torna sabato prossimo in vasca (per l’ultima di andata) tra le mura amiche ospitando la Bio Sport di Conversano, rivelazione del girone ed attualmente quarta in classifica: una vittoria su Conversano potrebbe significare moltissimo in virtù dell’altro scontro diretto di giornata tra le due inseguitrici ora al secondo posto e distaccate di 3 punti (Sport Project e Dharma Casamassima), impegnate nel derby barese.

Sport Project Bari: Attolico G, Lombardi, Vettone T (cap.) 1, Chieco 3, Logrieco 2, Cautilli, Luisi, Tursi, Schino, Vettone G 1, Labombarda,Attolico M. Superiorità numeriche 3/7.

Rari Nantes Taranto 1996: Pantile, Lampasso, D’Addato 2, Conte, Carucci 3, Cantarella, Schinaia, Matarrese, Oliva D 2, Caricasole, Santovito, Moccia, Oliva V 1. Superiorità numeriche 1/10 + 1 rigore sbagliato

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Si chiama Sinergia per il Lavoro l'insieme di attività offerte da una rete di Enti e Scuole di Formazione accreditati nell'ambito del Programma
Garanzia Giovani, il Piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile messo in atto dallo Stato italiano e reso operativo anche dalla Regione Puglia. Obiettivo di Sinergia per il Lavoro è quello di dare un'opportunità, un'occasione ai tanti giovani disoccupati tarantini. Giovani cosiddetti "Neet", di età compresa tra i 15 e i 29 anni, che non studiano, non lavorano, non sono inseriti in nessun percorso formativo.  Sinergia per il Lavoro è nata per offrire loro una chance, una prospettiva occupazionale concreta, attraverso i finanziamenti messi in campo dalla Regione Puglia.
L'iniziativa è stata presentata ieri alla stampa dal dott.Sabino Martiradonna, Coordinatore regionale di Rete e dal dott.Angelo Lorusso, Coordinatore provinciale di Rete, insieme ai referenti e ai rappresentanti degli enti inseriti nel progetto, l'Ispa di Lecce (ente capofila), l'Agenzia
Ulisse di San Giorgio, il Centro di Formazione Professionale di Martina Franca, Formare Puglia di Taranto, l'Istituto Fermi di Massafra, Sistea di
Fragagnano. Nel corso dell'incontro sono state illustrate le azioni che saranno sviluppate nei prossimi mesi per mettere in atto attività formative in
diversi settori economici e produttivi. Il tutto attraverso la piena collaborazione ed il coinvolgimento del sistema delle aziende e delle imprese locali.
Sinergia per il Lavoro prevede che, in una prima fase, ai giovani interessati vengano offerti accoglienza, orientamento, formazione (retribuita) mirata all'inserimento o al reinserimento nel mondo del lavoro e tirocini (retribuiti). Come hanno spiegato i due coordinatori, si tratta di un vero è proprio percorso di accompagnamento al lavoro, sostenuto e supportato in tutte le sue fasi. Nella fase iniziale centrale è il ruolo giocato dai Centri per l'Impiego da cui i giovani disoccupati saranno chiamati  a seguito della loro spontanea iscrizione sul portale di Garanzia Giovani. Per agevolare l'avvio di questo percorso, gli enti  formativi tarantini che fanno parte di Sinergia per il Lavoro sono a totale disposizione degli interessati per analizzare insieme la soluzione più adatta alle esigenze di ciascuno in un clima di grande flessibilità e collaborazione.

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«La riqualificazione civica, sociale e culturale della nostra amata Lizzano avverrà proprio a partire dal tenore qualitativo e dall’incidenza della nostra esperienza credente!». È stato questo il forte e profetico appello, risuonato domenica scorsa 8 marzo nella chiesa madre “San Nicola” di Lizzanoe rivolto da parte del novello parroco-arciprete, don Giuseppe Costantino Zito, ad una chiesa gremitissima di fedeli in occasione della festa parrocchiale dell’adesione all’Azione Cattolica Italiana.

L’importante evento associativo,seguito poi da un momento conviviale di festa con le famiglie di tutti gli associati, ha visto il convenire dei diversi responsabili associativi e di oltre un centinaio di nuovi associati– giovani e ragazzi – che hanno espresso il proprio “sì” all’associazione, giurando obbedienza e fedeltà alla Chiesa, al nuovo pastore della comunità parrocchiale e ricevendone la tessera.

«Tutta Lizzano celebra questa sera un evento storico e singolare» – ha affermato commosso don Giuseppe Zito, che ricopre anche l’incarico di assistente ecclesiastico unitario della medesima associazione diocesana – «perché per la prima volta accogliamo nella nostra associazione parrocchiale e nella nostra comunità cristiana il dono di tantissimi giovani, che sono la speranza più certa per la Chiesa intera e per la nostra società e l’orgoglio del nostro cuore! Ad essi abbiamo voluto spalancare le porte della nostra parrocchia, affinché anch’essi le aprissero a Cristo per camminare con Lui sui sentieri della vera libertà, della giustizia sociale e dell’amore!».

È ormai a tutti noto,nel paese, il grande impegno pastorale, profuso dal nuovo arciprete nella cura apostolica amorosa della realtà lizzanese,pur in mezzo alle angustiose povertà strutturali, in cui versanogli ambienti pastorali parrocchiali. Apprezzato da tutti per la sua grande apertura e disponibilità umana, per il suo tratto affabile,cordiale edaccogliente, per la vicinanza ai problemi e ai drammi della gente oltre che per la carismaticità spirituale della sua parola, limpida e profonda, attraente e concreta, don Giuseppe a pochi mesi dalla sua immissione canonica ha già conferito, con senno, prudenza e frutto pastorale, un riassetto qualificativo a diversi settori della vita parrocchiale, peraltro visibile agli occhi di tutti.

Prima della benedizione e della consegna delle tessere agli associati, don Giuseppe ha voluto richiamare l’attenzione dell’intera comunità civile e religiosa sul valore di essere oggi associazione di laici credenti, impegnati a camminare con la Chiesa, crescendo nella fede e in umanità, capaci di viva testimonianza cristiana in ogni occasione ed ambiente di vita, desiderosi di contribuire a riparlare di Dio all’uomo d’oggi e di lavorare con passione per cambiare il volto dei nostri paesi e della nostra città.

«Vogliamo pure cordialmente accogliere – ha poi aggiuntoil sacerdote –i tre verbi, che Papa Francesco ci ha affidato nell’Udienza, concessaci il 3 maggio scorso: “rimanere con Gesù, andare per le strade, gioire ed esultare sempre nel Signore”! Tre consegne, che risuonano fortemente nel nostro cuore e che ci spingono a vivere appieno la scelta missionaria del nostro progetto formativo».

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«Tutto ciò – ha affermato il presidente dell’associazione parrocchiale, sig. Angelo Pappadà – non può non significare centralità della persona, che cammina con gli altri e non da sola; della persona, impegnata in percorsi di formazione globale, in gruppo e in associazione. Significa anche, contestualmente, unità e centralità del compito educativo, che vede l’AC da sempre in prima linea – con la sua proposta di rivolgersi a persone di ogni età, condizione sociale e professionale – nel mettere in dialogo le generazioni, nel tradursi e radicarsi all’interno della vita delle parrocchie e della molteplicità di luoghi, che caratterizzano la vita del nostro territorio. Sono molto grato al nostro nuovo ed amato parroco per l’opera egregiamente da lui svolta, specialmente a favore dei nostri tanti giovani!».

La “Chiesa in uscita”, la “Chiesa misericordiosa” che punta sull’essenziale, la “Chiesa, ospedale da campo” dell’eradi papa Francesco, è possibile declinarla per davvero, se ci sono ancora preti e laici, capaci di incarnare nelle parole e nei gesti i perenni valori del Vangelo, educandocosì le singole persone e le stesse comunità parrocchiali a quella salutare “conversione pastorale” nella forma dell’attrazione e del fascino cristiano, della carità e della missione della Chiesa,ben coscienti che questa nativa vocazione cristiana, volta all’educare, è qualcosa di decisivo sotto il profilo non solo evangelico e dunque ecclesiale, ma anche storico, sociale e politico.

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