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Teatro Stabile Catania: “Ente teatrale al capolinea"

Continua la protesta silenziosa dei lavoratori del Teatro Stabile di Catania, che ormai da giorni sono in assemblea permanente nei locali del “Verga” di via Fava in attesa di una svolta che possa rasserenare l’ambiente e dare nuovo slancio ad uno dei più importanti teatri d’Italia. La riunione che si è tenuta lunedì in Prefettura ha aperto uno spiraglio in una difficile vertenza che sta ancora oggi registrando da ben 5 mesi, la mancata corresponsione dello stipendio ai dipendenti. “L’ente è ormai al capolinea, allo stremo delle forze, dove l’unica soluzione che vediamo nell’immediato è quella di un contributo straordinario per dare subito respiro alle casse che lamentano una situazione debitoria di circa 4 milioni di debito certificati al 2014, oltre l’ammontare relativo al 2015.” E’ questo il grido di allarme che lanciano i segretari della Cisl Rosaria Rotolo e dell’Ugl Giovanni Musumeci che, insieme ai rispettivi segretari di categoria Antonio D’Amico della Fistel Cisl e Cosimo Fichera della Ugl Spettacolo, chiedono con forza l’individuazione dei responsabili prima di tutto e poi un’unità di intenti per il rilancio del teatro. “Pretendiamo chiarezza su come sono stati utilizzati i fondi pubblici, senza alcun controllo analitico da parte del Cda dell’ente, in quanto siamo di fronte ad un disastro economico – finanziario frutto di una scriteriata gestione delle risorse economiche da parte di chi ha fino ad ora diretto la struttura. Solo oggi sta iniziando ad emergere quella cultura della trasparenza che per numerosi anni è mancata del tutto, nonostante come sigle sindacali abbiamo sempre denunciato una conduzione così allegra ad una politica intenta a litigare per le poltrone o a lanciare slogan sulla cultura, per poi disinteressarsi dei teatri tagliando fondi necessari per la sopravvivenza degli stessi – aggiungono Musumeci e Rotolo. Neanche le proteste organizzate nei mesi scorsi, che hanno registrato una spaccatura netta tra le quattro organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori, sono state recepite dalle istituzioni regionali che solo adesso lamentano la gravità della situazione ammettendo che le somme in fase di accreditamento bastano solo a colmare parte del debito. Chi ha sbagliato non può di certo rimanere indenne, mentre a pagare devono essere sempre e solo coloro che lavorano. Auspichiamo, infine, che già dall’incontro che il Prefetto di Catania ha fortemente voluto e programmato per venerdì 22 aprile, alla ritrovata unità di intenti tra i quattro sindacati possa avere seguito anche l’avvio di un percorso comune con le istituzioni regionali e comunali. Siamo certi – concludono i sindacalisti – che grazie all’intervento di sua eccellenza il Prefetto, si potrà tracciare la strada che ci consenta di trovare la soluzione per salvare il livello occupazionale e tenere in vita questo storico teatro.

 

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