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La Scozia ha deciso di restare nel Regno Unito

Alla fine di una lunga notte di conta e nervosismo, arrivano i risultati finali. Il "no" vince col 55% delle preferenze, il "sì" si ferma al 45%. La Scozia ha dunque scelto di restare all'interno del Regno Unito.


Il sogno è svanito all'alba e non tornerà. La Scozia ha deciso di restare nel Regno Unito e milioni di inglesi che temevano la dissoluzione della Gran Bretagna con uno schiaffo senza precedenti alla sua storia tirano un enorme sospiro di sollievo. I “No” hanno vinto il referendum sull'indipendenza con il 55% e il “Sì” di conseguenza è al 45%: dieci punti percentuali di distacco, 2.001.926 voti contro 1.617.989. Poco meno di quattrocentomila elettori - la differenza tra i due schieramenti - hanno deciso che l'Inghilterra resterà una nazione unita e senza “mutilazioni”. Glasgow, la città scozzese più popolosa, ha scelto i separatisti. Ma Edimburgo, le Highlands, le isole Ebridi, il Galloway, l'Abeerdeenshire - la Scozia rurale, silenziosa e vagamente “magica” che vive tra la brughiera e il Mare del Nord - ha deciso che era più saggio mantenere il matrimonio plurisecolare con Londra.

 

Elisabetta II avrebbe accolto con grande sollievo la vittoria del 'no', che ha permesso così di 'salvare' il Regno Unito dalla secessione. Secondo i media britannici, la sovrana, che si trova nella residenza scozzese di Balmoral, non sarebbe rimasta sveglia nella notte per seguire il conteggio dei voti ma i suoi collaboratori venivano costantemente aggiornati sull'andamento degli scrutini.

La festa - per gli unionisti, per i mercati e per le cancellerie europee - può dunque iniziare. Lo spauracchio di un break-up all'interno dell'Unione Europea, prodomo forse di quel 'brexit' - l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue - che da qualche anno aleggia su Bruxelles, è rinviato. Non a caso "sollievo" per la vittoria dei 'no' è stato espresso dal presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. "Lo ammetto, il risultato mi solleva", ha detto in un'intervista alla radio tedesca Deutschlandfunk. David Cameron può dunque rivolgersi alla nazione davanti allo storico portoncino di Downing Street.

"E' il tempo per il nostro Regno Unito di andare avanti'', ha detto Cameron. ''La questione ora è stata risolta per una generazione o, come ha detto Salmond, per una vita''. ''Ho appena parlato con Salmond e mi sono congratulato con lui per la campagna combattuta con forza'', ha scritto il premier britannico sul suo profilo Twitter. ''Sono felicissimo che il suo Snp parteciperà ai colloqui per una ulteriore devolution''. ''Rispetteremo le promesse fatte alla Scozia in pieno'', ha quindi dichiarato Cameron che ha parlato di una bozza di legge al riguardo "entro gennaio". ''Gli scozzesi hanno mantenuto unito il nostro Paese formato da quattro nazioni e come milioni di altre persone sono felicissimo'', ha concluso Cameron assicurando che gli scozzesi "avranno più poteri sulla gestione dei loro affari", ma che questo varrà "ugualmente per gli abitanti di Inghilterra, Galles e Irlanda del nord".

Glasgow, la città più popolosa, ha scelto i separatisti e così pure Dundee. Ma nel resto della regione - ormai la Scozia torna ad essere questo: una regione autonoma della Gran Bretagna - le cose sono andate diversamente. Ad Aberdeen gli indipendentisti sono stati sonoramente battuti (41% contro il 59% degli unionisti) e la cosa è altamente simbolica: l'Abeerdeenshire è la contea del Castello di Balmoral ed è lì che la regina Elisabetta, simbolo della nazione, ha atteso i risultati del referendum, anche lei - si immagina - davanti a una tv con il marito, Filippo Duca di Edimburgo, e la dama di compagnia. Perché in un'alba così c'era tutta la Scozia sveglia, dall'ultimo operaio alla donna che porta la corona in nome della nazione.

Fonti di Palazzo hanno affermato che Elisabetta ha seguito con grande attenzione tutta la campagna elettorale. Il suo ruolo le impone la totale neutralità in queste vicende politiche anche se la sovrana domenica scorsa aveva ricordato agli scozzesi di ''riflettere molto bene sul loro futuro'': a molti è parso un monito sulle incertezze di una eventuale secessione. Più tardi la regina rilascerà una dichiarazione scritta sul referendum.

La sterlina, dopo l'esito del voto, recupera altro terreno e, in scia all'esito del referendum sull'indipendenza della Scozia con la vittoria dei No, si porta a 1,6450 dollari. La moneta britannica, rispetto alle altre principali valute, è stabile sull'euro, a 0,7884, mentre guadagna sullo yen, a 179,94."Il Governo italiano, anche nella veste di presidente di turno dell'Ue, si rallegra del risultato del voto democraticamente espresso dal popolo scozzese". Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi. "L'Ue trarrà sicuro giovamento da un rinnovato impegno del Regno Unito a rafforzare la nostra azione comune". "La valorizzazione delle diversità e delle ricchezze dei nostri territori, non la frammentazione, è la risposta che il popolo scozzese, giustamente fiero della sua storia e tradizioni, consegna a tutti noi". Lo si legge in un messaggio inviato dal presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi al premier britannico David Cameron dopo il risultato del referendum in Scozia. "Il Governo italiano rinnova la sua forte volontà di rendere sempre più stretti i rapporti con il suo Governo sul piano bilaterale, europeo e internazionale".Un voto a favore di una Europa "unita, aperta e più forte". Così il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, commenta la vittoria del fronte unionista al referendum scozzese

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