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Marò, un caso infinito

'Tutte le istituzioni si impegnano a fondo e credo che il governo stia impostando la questione nel modo più corretto dal punto di vista delle procedure internazionali, ossia internazionalizzandola e cercando una soluzione che ci consenta di averli presto a casa''. Lo ha detto l'ambasciatore Giampiero Massolo, direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), a proposito dei due marò
italiani detenuti in India. Massolo è intervenuto oggi a Firenze ad un convegno organizzato dall'Università, nel corso del quale i vertici dell'intelligence italiana si sono confrontati con gli studenti sull'importanza dell'interesse nazionale. ''Io spero che la soluzione - ha concluso Massolo rivolgendo un pensiero ai due marò - possa essere trovata presto'' "Ho proposto di allestire una Corte internazionale in Italia con giudici italiani e indiani per il processo ai due marò". E' l'iniziativa dell'eurodeputato di Forza Italia, Fabrizio Bertot, che ha incontrato l'ambasciatore indiano a Bruxelles, Majeev Singh Puri, secondo quanto riferisce un comunicato. Un pool di esperti sta valutando la possibilità: ne fa parte anche l'avvocato Nino Marazzita secondo il quale, prosegue la nota, "si può valutare oltre ad un processo italiano, anche una sede 'neutrale' ma composta da giudici italiani e indiani". "Ho offerto ufficialmente una via d'uscita a questa situazione di impasse che si trascina da troppo tempo - spiega Bertot -. Dopo aver compiuto le necessarie verifiche presso un pool di esperti di diritto internazionale, ho chiesto a Puri di inoltrare al
governo di New Delhi la proposta di organizzare una Corte internazionale in Italia, composta da giudici italiani ed indiani, e imbastire il processo prima delle elezioni europee ed indiane. Ho avuto conferme sul fatto che sia una strada percorribile e credo che in questo modo si potrebbe sbloccare la vicenda che è da troppi mesi in una situazione di completo stallo". Allo stesso tempo, conclude il comunicato, Bertot ha inoltrato formale richiesta di visto per potersi recare in India a Pasqua e incontrare così i due militari italiani detenuti da oltre due anni in attesa di giudizio e le autorità competenti.

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