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L’economia e il crepuscolo degli uomini

La spasmodica ricerca di norme e di stratagemmi per far quadrare i conti di una finanza sfrenata e senza alcuna etica, sovrasta oggi ogni eventuale interesse dell’uomo. Debito pubblico, default, spread, BCE, EU, sono il nostro pane quotidiano. Prima l’uomo,  nei momenti di grande difficoltà si rivolgeva al proprio Dio, qualsiasi esso fosse, auspicando attraverso la preghiera la sua Divina Provvidenza. Oggi  si prega che lo spread dei nostri titoli, rispetto a quello degli altri paesi, diminuisca, che la Grecia possa non dichiarare il proprio fallimento (default) e che gli indici economici possano finalmente invertire la loro tendenza favorendo così la diminuzione della disoccupazione e una maggiore propensione al consumo.

Delle centinaia di milioni di persone che al mondo continuano comunque a morire di fame, non è un problema che ci riguarda. Son fatti loro. A noi interessa che il nostro trend economico possa riprendere a crescere in modo da consentirci una sempre più agevole e agiata vita.

E’ straordinariamente folle, fuori da ogni logica umana, se consideriamo che stiamo vivendo il nostro terzo millennio e che solo poche persone su questa terra possano veramente fare il bello ed il brutto tempo. Un’ esasperato  nichilismo volto unicamente al profitto e al rafforzamento delle proprie posizioni  finanziarie a qualsiasi costo ha abbassato le difese immunitarie dell’uomo contro l’invadenza del materialismo.  Basta che un indice andamentale, di quelli che oggi vigilano sulla nostra ricchezza vada in rosso, che subito senza alcuna esitazione si buttano in mezzo ad una strada migliaia di lavoratori e se c’è da fare un sacrificio collettivo, a rimetterci come al solito sono sempre le fasce più deboli della popolazione.

Impera sovrano, alla faccia dell’amore per il prossimo, l’egoismo e l’indifferenza per chi sta peggio di noi.   Quello che purtroppo è ancora atrocemente più abominevole è l’assuefazione delle masse a questo nuovo sistema. Il sistema consumistico artatamente posto in essere ci ha narcotizzato il cervello. Ci hanno fatto perdere la voglia, il sano desiderio di pensare, di riflettere e soprattutto di indirizzare i nostri interessi anche in tutti quei settori della vita che non necessariamente debbano rappresentare un profitto o peggio ancora un centro di costo.

Penso che sia ora che iniziassimo a riflettere, prima che sia veramente troppo tardi, di rimettere le cose a posto e forti delle esperienze del passato, riuscire a frenare questa spasmodica corsa all’oro, in quanto se lasciata ancora libera di scorazzare su questo nostro pianeta, i risultati potrebbero essere devastanti e aberranti per il futuro della razza umana.

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