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Il cardinale Scola in Regione Lombardia per difendere la famiglia

Scola in regione

 

Guardo il sottotitolo: “In Regione Lombardia arriva Scola e parla di immigrazione davanti ai leghisti”; poi, come facevo in classe coi miei cari Alunni prima della stesura del tema, “chiedo alle parole” il loro significato, immagino e interpreto il contesto, raccolgo le varie “notizie” sull’argomento e intuisco che l’avverbio “davanti” può essere tradotto con la preposizione “contro”: il Cardinale avrebbe parlato soprattutto ai Leghisti e, anzi, “contro” di loro. Leggo, quindi, tutto il suo discorso e mi domando, meravigliato, dove stia la provocazione.

Intendiamoci, ognuno – giornalista, gazzettiere o semplice lettore – è liberissimo di riassumere, scegliere, tacere, tagliare, colorare ciò che vuole e quanto più gli aggrada di uno scritto; libero, per suoi fini, di estrapolarne una “parte” e presentarla come fosse il “tutto”. Ciò mi pare abbiano fatto al “VIVIROZZANO”: 2 (due) righe a fronte di 4 (quattro) pagine fitte di cui si compone il discorso di Scola. Questi ha trattato “davanti” a tutti (anche ai grillini, “laici” primi della classe, che hanno abbandonato l’Aula per… protesta!) di “immigrazione” ma anche di tante altre cose di cui, però, i redattori del “nostro” mensile non si sono accorti.

Mi domando perché. Forse, perché non conviene loro parlare di “famiglia”?

E infatti il Cardinale ha detto che stiamo vivendo “in prima persona il travaglio della nostra società in questo inizio di Terzo Millennio”, ha proseguito col “processo di invecchiamento” di essa “rallentato soprattutto grazie all’apporto degli immigrati” che “rappresentano una potenzialità”, ed è passato, quindi, a parlare proprio della “famiglia”. Quest’ultimo è argomento – a quanto sembra – scomodo per i redattori del VR, se è vero che nel numero di gennaio, appena scorso, invano abbiamo cercato un segno, uno jota, una paglia che accennasse alla “storica” e applaudita votazione – la notte del 16 dicembre 2013 – pro “unioni civili” (v. il mio commento nel “foglietto” di febbraio) che, sicuramente, qualcosa hanno a che fare col problema “famiglia” di cui diffusamente ha trattato l’Arcivescovo nel suo discorso alla Regione. Forse perché il VR teme di doversi impelagare nella difesa di una famiglia “altra”, incomprensibile e incompresa ancora dalla maggioranza della gente? Nel “Verbale di deliberazione del Consiglio Comunale” del 16-dicembre-2013 si leggono, infatti, parole eloquentissime come “anche senza distinzione di sesso” e “dello stesso sesso”; così, mi pare di capire che per il VR sia più conveniente tenere in ombra “cose” scomode e che potrebbero “dividere” l’opinione pubblica specie in periodo di dramma elettorale in cui tutto deve scorrere liscio come l’olio e i nodi veramente importanti non devono comparire. Eppure quello della famiglia resta il problema centrale dell’età contemporanea e, difatti, il Cardinale ha detto cose precise e, sebbene con linguaggio misurato, pesanti come pietre: “crescente indebolimento del legame matrimoniale, come dimostra il dato delle separazioni in aumento”, cosa che “infragilisce il nostro tessuto sociale e crea nuovi poveri”, cioè aumenta la già feroce crisi economica riducendo in povertà molti uomini separati; ha detto pure che “la famiglia, nel senso classico del termine, costituisce una notevole potenzialità ma che la mancanza di adeguate politiche familiari le impedisce di essere una possibilità efficace per costituire il futuro”.

Questa, sì, a mio parere, sarebbe stata vera “provocazione” ma che – evidentemente – dev’essere sfuggita ai “vivirozzanesi”, distratti e schierati come sono, anima e corpo, nella battaglia per la presa del Comune. E che l’argomento più importante del suo discorso fosse la “famiglia”, lo si evince anche da tanti altri particolari: non per nulla questa è collocata, quasi come introduzione, nella prima delle tre parti in cui si articola il suo intervento. Così la stessa frase sull’ “invecchiamento” che “viene rallentato grazie all’apporto degli immigrati”, che – immagino – costituisca il cuore della famosa “provocazione” ai poveri Leghisti, a ben vedere, può ritorcersi come accusa forte a tutti quelli che tale “invecchiamento” hanno provocato con l’aborto indiscriminato (dal 1978, in Italia, sono cinque milioni e mezzo i bambini uccisi legalmente prima di nascere), non aiutando e non difendendo la famiglia, anzi spesso favorendone la rovina che oggi ognuno vede: ricordo qui di passaggio, come piccolo esempio, che il VR, Novembre 2003, seppe fare solo dell’ironia quando il ministro leghista Maroni stabilì che venissero dati alle famiglie mille euro per ogni neonato; allora sul mensile rozzanese si scrisse che ciò era una “panacea” somigliante “ai premi della natalità del glorioso ventennio”. Infatti, è da decenni – data emblematica è il famoso/famigerato “1968” – che la cultura radicale della “Sinistra”, pretenziosa e prepotente, fa del suo meglio per erodere la famiglia vera con la propaganda/diffusione di “altri” modelli e di cattivi costumi, prima, e per affossarla definitivamente, poi, con le “leggi” contro il diritto naturale; tutto ciò a fronte di una “Destra” (il “Centro” è ormai disperso e quasi ininfluente!) poco capace a reagire perché confusa e senza dottrina e intimidita dall’accusa di “cattolica”, “reazionaria”, “antimoderna”, “passatista”, “medioevale”...

Così anche le “estese fragilità antropologiche dell’uomo contemporaneo, che sembra sprovvisto di un’unità di senso per l’esistenza e privato in tal modo di un’identità di riferimento” sono parole di Scola che possono ben riferirsi alla “situazione in cui versa la famiglia”. Che dire poi dell’accenno alla “grammatica elementare dell’umano”, alla “logica economica”, alla “logica politica (il potere per il potere)”, cose taciute dal VR e che, invece, il “nostro” giornale avrebbe potuto “usare” come altrettante “provocazioni” “davanti” a tutti i Partiti, dando anche un tono sicuramente più alto ed equilibrato all’articolo…

Certo, anche i Leghisti – in quanto cittadini che parlano e agiscono nella società – hanno le loro brave colpe: ma non più di altri; e poi, chi di fronte alla tragedia del mondo attuale capovolto nei valori non ne ha un po’ e non deve battersi il petto per sue proprie mancanze e omissioni?

Altre domande elementari:

  1. certi articoli sul, VR, sono forse concepiti per “riempirne” le pagine che altrimenti resterebbero vuote?
  2. quello di febbraio pag. 10, di cui stiamo parlando, coinvolgendo il Cardinale Arcivescovo, è stato pensato forse per “catturare la benevolenza” dei cattolici elettori e magari convogliarli a votare secondo scelte precise?

Ma attenzione. In questo 2º caso c’è il rischio che il gioco diventi controproducente e pericoloso: capito il trucco, qualcuno potrebbe averne un rifiuto e convincersi del contrario.

Sia come sia la risposta alle domande, fosse dipeso da me, avrei formulato il seguente titolo forse un po’ più completo e perfino più accattivante: “La provocazione del cardinale Scola”. “In Regione Lombardia arriva Scola e parla di FAMIGLIA davanti a tutti” !

 

 

 

 

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