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Dure accuse dall'Onu al Vaticano "Ha permesso abusi sui minori

Il Comitato Onu sui diritti dei bambini è "seriamente preoccupato", chiede che la Santa Sede scopra quanti sono i figli di sacerdoti, riveda le proprie posizioni sull'aborto e sostenga gli sforzi per depenalizzare l'omosessualità
 
Accusa pesantissima. La Santa sede viene invitata ad aprire indagini sui pedofili e sui membri del clero che abbiano nascosto questi crimini. Iniziative che, peraltro, sono state già adottate, su input di Benedetto XVI (nei suoi due ultimi anni di pontificato autorizzò le dimissioni dallo stato clericale di circa 400 preti, coinvolti in casi di abusi) e in seguito di Papa Francesco. Colpisce, dunque, questa invettiva. Da cosa nasce? Il comitato la prende alla larga: in un documento pubblicato oggi critica aspramente il Vaticano per il suo atteggiamento verso omosessualità, contraccezione e aborto. Temi etici sui quali si può discutere finché si vuole ma che nulla hanno a che vedere con i vergognosi crimini contro i minori.
La Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza è stata adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. La parte seconda della Convenzione istituisce il Comitato sui diritti dell'infanzia, chiamato a esaminare i progressi compiuti dagli Stati nell'esecuzione degli obblighi derivanti dal trattato. Ne fanno parte 18 esperti eletti a scrutinio segreto tra i componenti di una lista designati da ciascuno Stato. La partecipazione è a titolo personale, secondo un'equa ripartizione geografica tenendo conto dei principali ordinamenti giuridici. Il Comitato analizza i rapporti periodici (ogni 5 anni) sull'attuazione della Convenzione che gli Stati che hanno aderito sono impegnati a presentare in base a quanto previsto dall'art. 44 della Convenzione.
il testo arriva pochi giorni dopo i contatti che vi sono stati, a gennaio, tra il comitato e alcuni esponenti del Vaticano, interrogati per un giorno intero sull'implementazione della Convenzione Onu dei diritti del bambino, il principale trattato delle Nazioni Unite per la tutela dei minori. L'invito perentorio che l'organismo delle Nazioni unite rivolge alla Santa Sede è quello di rimuovere "immediatamente" dal loro incarico chi ha commesso abusi sessuali sui bambini, o che ne è sospettato, perché finora (il Vaticano, ndr) ha "adottato politiche e pratiche" che hanno portato a continuare abusi su decine di migliaia di bambini e all’impunità degli autori.
Oltre alle dure condanne della pedofilia di Bergoglio e Ratzinger, per citare solo gli ultimi due pontefici, è interessante ricordare che l avvenire sul suo sito  ciò che l'arcivescovo Silvano Maria Tomasi ha detto a metà gennaio nella sua relazione all'Onu di Ginevra: "La Chiesa cattolica intende diventare un esempio nella lotta contro gli abusi e per la protezione dell'infanzia". La Santa sede, tra l'altro, ha aderito alla Convenzione nel 1990 fin dalla sua entrata in vigore. E oggi, per iniziativa di Papa Francesco, esiste una commissione ad hoc che studia e propone tutti gli interventi necessari per proteggere e aiutare i minori. Difficile poter dire, oggi, che non viene fatto nulla e, addirittura, che viene "permessa" la pedofilia. Un po' diverso è il discorso sul passato. Ma la pagina è stata voltata.
Il comitato chiede anche alla Santa Sede di consegnare i propri archivi sugli abusi commessi nel corso degli anni nei confronti dei bambini. Secondo le Nazioni Unite, poi, la commissione creata a dicembre da Bergoglio dovrebbe indagare su tutti i casi di abuso e "sulla condotta della gerarchia cattolica nell’affrontarli". In un altro punto del documento si parla di "un codice del silenzio imposto su tutti i membri del clero sotto la pena della scomunica", e si ricorda che i responsabili degli abusi sono stati spostati di parrocchia in parrocchia in un tentativo di coprire questi crimini, oltre al fatto che "i casi di abuso sono stati anche difficilmente riferiti alle autorità giudiziarie nei Paesi in cui sono stati commessi".
L accusa del rapporto del Comitato Onu sui diritti dei bambini abbiamo scritto e pesante. Il Comitato, che ha stilato le osservazioni finali in seguito all'esame del rapporto della Santa Sede sul rispetto della Convenzione sui diritti del fanciullo, si dice "seriamente preoccupato" dal fatto che la Santa Sede "non abbia riconosciuto la portata dei crimini commessi, non abbia adottato le misure necessarie per affrontare i casi di abusi sessuali su minori e per proteggere i bambini. Inoltre "ha adottato politiche e pratiche" che hanno portato alla prosecuzione di abusi e all'impunità degli autori.
L ONU chiede alla S.Sede che rimuova "immediatamente" dal loro incarico chi ha commesso abusi sessuali sui bambini, o che ne è sospettato, perché finora ha "adottato politiche e pratiche" che hanno portato a continuare abusi su decine di migliaia di bambini e all'impunità degli autori.

La Santa Sede è anche esortata a "valutare il numero di bambini nati da preti cattolici, scoprire chi sono e prendere tutte le misure necessarie per garantire i diritti di questi bambini a conoscere e ad essere curati dai loro padri". Si raccomanda inoltre che la Santa Sede ponga fine alla pratica degli "accordi di riservatezza" nell'ambito di piani di sostegno finanziario per le madri. L'auspicio è che la Chiesa faccia "pieno uso della sua autorità morale per condannare tutte le forme di molestia, discriminazione o violenza contro bambini sulla base del loro orientamento sessuale o l'orientamento sessuale dei loro genitori e a sostenere gli sforzi a livello internazionale per la depenalizzazione dell'omosessualità".

Il Comitato Onu ha invitato la Santa Sede "a fare pieno uso della sua autorità morale per condannare tutte le forme di molestia, discriminazione o violenza contro bambini sulla base del loro orientamento sessuale o l'orientamento sessuale dei loro genitori e a sostenere gli sforzi a livello internazionale per la depenalizzazione dell'omosessualità". Il Comitato, pur rilevando positivamente le affermazioni di Papa Francesco nel luglio 2013, è preoccupato per le dichiarazioni passate della Santa Sede sull'omosessualità che "contribuiscono alla stigmatizzazione sociale e alla violenza contro lesbiche, gay, bisessuali e adolescenti transgender e bambini cresciuti da coppie dello stesso sesso". Il Comitato raccomanda inoltre alla Santa Sede di ritirare dalla sua legislazione, come annunciato oralmente, l'espressione discriminatoria "figli illegittimi" per i bambini nati fuori dal matrimonio.

L'Onu ha esortato la Santa Sede a "rivedere la propria posizione sull'aborto" quando è a rischio la vita e la salute delle donne incinte e a "identificare circostanze in cui l'accesso ai servizi di aborto possa essere ammesso" modificando il canone 1398 in materia. Il Comitato cita con "profonda preoccupazione" le sanzioni decise dalla Chiesa nel 2009 in Brasile contro una madre ed un medico che praticò l'aborto per salvare la vita a una bimba di 9 anni, rimasta incinta dopo essere stata violentata dal patrigno.
La presidentessa del Comitato Kirsten Sandberg, alla domanda se il rapporto presentato oggi possa essere letto come un’accusa per aver violato la Convenzione, ha risposto in modo inequivocabile: "La mia risposta è sì, è una violazione della Convenzione perché finora non è stato fatto quanto avrebbero dovuto fare".

La Santa Sede risponde che sottoporrà a "minuziosi studi e esami" nel rispetto della Convenzione le accuse ricevute dall'Onu, ma vede in "alcuni punti" delle Osservazioni ricevute oggi un "tentativo di interferire nell'insegnamento della Chiesa cattolica sulla dignità della persona umana e nell'esercizio della libertà religiosa". Reitera poi suo impegno difesa fanciullo. Un comunicato della Sala stampa vaticana risponde alle Osservazioni conclusive pubblicate oggi a Ginevra dall'Onu, che accusano la Chiesa tra l'altro di non aver adeguatamente perseguito gli abusi del clero contro i bambini. Il comunicato spiega che la "Santa Sede prende atto delle Osservazioni conclusive sui Rapporti" e assicura che ""saranno sottoposte a minuziosi studi ed esami nel pieno rispetto della Convenzione nei differenti ambiti presentati dal Comitato" e che ciò avverrà "secondo il diritto e la pratica internazionale" e tenendo conto del recente "pubblico dibattito" del Comitato. "Tuttavia", "alla Santa Sede rincresce" di "vedere in alcuni punti delle Osservazioni Conclusive un tentativo di interferire nell'insegnamento della Chiesa cattolica sulla dignità della persona umana e nell'esercizio della libertà religiosa". "La Santa Sede - conclude la nota - reitera il suo impegno a difesa e protezione dei diritti del fanciullo, in linea con i principi promossi dalla Convenzione sui Diritti del Fanciullo e secondo i valori morali e religiosi offerti dalla dottrina cattolica".

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