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Mattarella, Salvini non fa retromarcia

Non fa retromarcia il leader della Lega Matteo Salvini, protagonista ieri di una dura polemica contro il Presidente della Repubblica Mattarella Anzi. "Il Presidente degli italiani - dice a Mattino 5 - che tale non mi sembra, prima di parlare di frontiere e confini aperti dovrebbe difendere la sua gente ed il lavoro della sua gente. Questo non è un Presidente in cui mi riconosco". Lo dice il leader della Lega Nord Matteo Salvini al telefono con Maurizio Belpietro, su Canale 5.

"Io - ha detto ancora il leaderd della Lega - ho le spalle larghe. Se qualcuno mi denuncia non me ne può fregar di meno. Nel mio piccolo difendo i diritti e gli interessi dei cittadini italiani che potenti non sono".

"Ci stupiamo - ha evidenziato sul caso Regeni - se l'Egitto ci prende in giro, se muore un nostro ragazzo e ci dicono che è stato un incidente, ma sono quattro anni che ci sono i marò sotto un finto processo in India. L'Italia, per volere di qualcuno, non deve valere più in accidente. Questo qualcuno si chiama Renzi, Napolitano, Mattarella. Se io pretendo dignità orgoglio e rispetto per gli italiani e per questo devo esser processato processatemi, chi se ne frega".

"Per me non cambia nulla. Le frontiere e i confini ci sono, tutti li difendono, l'Italia no. Parlo anche dell'ingresso quotidiano di tonnellate e tonnellate di schifezze che arrivano dall'altra parte del mondo: riso pesce, latte, carne, arance, pomodori, che arrivano sulle tavole degli italiani mandando al disastro il lavoro dei nostri allevatori e agricoltori", dice ancora Salvini a 'La telefonata? di Belpietro.

"Non sono assolutamente pentito, anzi - prosegue Salvini -. Se certi politici facessero due passi tra la gente, parlando con un disabile che prende trecento euro al mese, quando un immigrato ne costa mille, parlando con una vittima della legge Fornero, o con un commerciante rovinato dalla riforma di settore, altro che passeggiate chiacchierone al Vinitaly. Qui c'è una politica lontana dalla vita di tutti i giorni degli italiani".

Ma vediamo come e iniziata la polemica : Il leader della Lega Nord Matteo Salvini attacca il presidente della Repubblica e scoppia la bufera politica. "Complice e venduto" è l'affondo del segretario della Lega nei confronti del Capo dello Stato, per una frase che richiamava il tema delle frontiere e - solo per Salvini - quello dell'immigrazione.

L'occasione la offre il 'Vinitaly' di Verona, manifestazione vetrina per l'Italia che funziona, fatturato ed export in crescita. Da lì Mattarella, partendo dal vino che l'Italia vende in tutto il mondo, sviluppa il suo ragionamento: "Da prodotto antico a chiave di modernità, il vino italiano, col suo successo nell'export conferma come il destino dell'Italia sia legato al superamento delle frontiere e non al loro ripristino".

Più tardi Salvini, parlando a Porto Recanati, tenta una parziale marcia-indietro: "La mia non era una frase contro Mattarella: io difendo il diritto dell'Italia e degli italiani. Il presidente non può invitare i clandestini di tutto il mondo a venire in Italia". Ormai però la polemica è esplosa e arrivano da maggioranza e opposizione espressioni di solidarietà al Capo dello Stato e di biasimo per il leader del Carroccio. Alzano gli scudi a difesa dell'inquilino del Colle anche i presidenti delle Camere Pietro Grasso e Laura Boldrini che definiscono "inaccettabili" gli "insulti" di Salvini.

Pochi minuti e Salvini affida a Facebook un post destinato a scatenare le polemiche. "Il destino dell'Italia è legato al superamento delle frontiere e non al loro ripristino - scrive - come a dire avanti tutti, in Italia può entrare chiunque... Se lo ha detto da sobrio, un solo commento: complice e venduto". Coincidenza, in quel momento il Capo dello Stato stava visitando lo stand della Regione Veneto e parlava della riuscita della manifestazione con il governatore leghista Luca Zaia.

 

 

 

 

 

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