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Quinto Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo

Copertina V Rapporto

 

E' stato appena pubblicato, ed è già disponibile nelle librerie, il quinto rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo dell'Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân di Trieste (cfr. G. CREPALDI – S. FONTANA (a cura di), Quinto Rapporto sulla Dottrina Sociale della Chiesa nel mondo, Cantagalli, Siena 2013, Pp. 220, Euro 15,90). Come ormai da tradizione, il corposo lavoro, redatto con la collaborazione di vari centri di ricerca internazionali (il Centro de Pensamiento Social Catòlico dell'Università San Pablo di Arequipa in Perù, la Fundaciòn Pablo VI di Madrid, il CIES-Fundaciòn Aletheia di Buenos Aires) nonché dell'area di ricerca “Caritas in Veritate” della Pontificia Università Lateranense, si presenta come uno strumento aggiornato - con una notevole mole di dati a disposizione - per monitorare lo stato di salute della Dottrina sociale cristiana nei cinque continenti. La “Presentazione” dell'articolato studio, firmata da Giampaolo Crepaldi, arcivescovo della diocesi di Trieste e presidente dell'Osservatorio, individua l'emergenza dell'anno nel tema “della 'crisi giuridica ovvero l'ingiustizia legale', che in genere non viene molto considerato, perchè l'attenzione è indirizzata soprattutto alla crisi finanziaria ed economica, con tutte le conseguenze di carattere sociale a cominciare dalla disoccupazione. Invece, la crisi giuridica è di grande rilevanza perchè il diritto e la legge costituiscono l'architettura di ogni rapporto sociale. Nell'analisi delle principali tendenze in atto nei cinque continenti, il Rapporto riscontra un dato di fondo: il venir meno del diritto a sostegno della legge e la trasformazione della legge nelle regole. Diritti, legge, regole: questa in passato era la giusta successione, nella quale ogni elemento fondava il successivo e si fondava sul precedente. Ora si va verso una 'società delle regole', senza più fondarle nella legge e nel diritto. Sembra la vittoria del positivismo giuridico, del contrattualismo e del relativismo. La gravità non è solo teorica, come teoriche sono appunto queste correnti di pensiero, ma molto concreta in termini di violenza nei confronti della persona umana. Il fondamento giusto delle regole è un impegno primario per chiunque si impegni nella costruzione della società. L'appello del Rapporto si fa qui deciso e forte e richiama ognuno alle proprie responsabilità di coscienza” (pagg. 9-10).

Lo dimostra con dovizia di particolari la successiva “Sintesi introduttiva” (pagg. 15-24) curata dal direttore dell'Osservatorio, il professor Stefano Fontana, che spiega come una parte importante di questo processo di vera e propria dissoluzione progressiva del diritto venga messa in atto grazie ai pronunciamenti delle Corti di Giustizia Internazionali, le cui sentenze 'creative' e del tutto arbitrarie, molto spesso finiscono per incidere profondamente sull'architettura della legislazione nazionale dei singoli Stati persino relativamente ad aspetti dei cosiddetti temi eticamente sensibili (come la difesa e la promozione della vita umana) che rientrerebbero in teoria nel novero dei diritti fondamentali tutelati solennemente dalle Carte Costituzionali. Insomma, come indicano con chiarezza alcuni recenti casi accaduti in America Latina (ma in Europa la situazione non appare poi molto diversa) in materia di aborto e fecondazione artificiale, siamo oggi di fronte all'imposizione ideologica e 'coatta' dall'alto di una serie reiterata d'ingiustizie, legittimate proprio, e in primo luogo, da quelle Corti sovranazionali stesse che pure dovrebbero garantire – almeno in tesi – il rispetto della giustizia: tutto questo non è paradossale? In effetti, chiosa Fontana, ultimi verdetti delle Alte Corti alla mano, “maggiore crisi giuridica non ci potrebbe essere” (pag. 17). Ma la giustizia viene messa in crisi anche delle sentenze 'minori' dei nostri tribunali nazionali, ordinari o amministrativi che siano. Così, si assiste ad un altro grave processo che indica tutta la drammaticità dell'odierna impasse: “fatta una legge, questa viene sgretolata pian piano a colpi di sentenze dei giudici. Del resto, se quella legge non fosse stata fatta, le sentenze dei giudici ordinari, nel vuoto legislativo, avrebbero sostituito la legge” (pag. 18). Un esempio? “in Italia la legge 40 sulla fecondazione assistita è stata letteralmente fatta a pezzi dalle sentenze dei giudici che, in fase giurisprudenziale, hanno eliminato i paletti che la legge poneva ad una fecondazione assistita senza limiti” (pag. 19). Aumentano purtroppo vistosamente, quindi, è il caso dire, anche e soprattutto per i laici cristiani attivi nella società, gli spazi pubblici d'impegno in prima linea: “dato questo aspetto della crisi [...] sono nate associazioni di avvocati e giuristi, come l'inglese Christian Legal Center o l'italiana Giuristi per la Vita, che si propongono di sorvegliare l'applicazione delle leggi e di difendere gli operatori colpiti da sentenze ingiuste, soprattutto nel campo sanitario e dell'obiezione di coscienza. Si è capito che non è sufficiente lottare nei parlamenti per una legge giusta o cercare di modificare legislativamente una legge ingiusta, bisogna anche lottare nella società e nei tribunali per proteggere la legge dalle interpretazioni abusive delle sentenze dei giudici. La crisi giuridica non è quindi solo una crisi legislativa, è anche una crisi giurisprudenziale. Nella società delle regole, in mancanza del diritto e della legge, le regole sono lasciate a chi ha maggiore forza per orientarle a proprio favore. Il recupero della legge e del diritto passa anche attraverso un nuovo impegno per difendere le leggi dai giudici” (pag. 20). Da qui l'importanza della riscoperta strategica delle lobby e dei vari gruppi di pressione civici e culturali che spesso conducono un influente lavoro di orientamento, e condizionamento, 'pre-politico' che si rivela spesso oggettivamente determinante nel cambiamento, o viceversa nel mantenimento, di una legge o di una proposta normativa. Un dato ampiamente confermato anche dall'abituale - e dettagliatissima - rassegna geografica che segue, continente per continente, nonché - a livello di correnti dominanti del pensiero filosofico contemporaneo - soprattutto dall'approfondimento analitico sul tema curato quest'anno dal teologo Gianluca Guerzoni (“La crisi giuridica e i suoi effetti sull'uomo in un contesto di indifferenziaton pluralismo etico”) alle pagine 155-171.

Uno strumento di formazione e contro-informazione decisamente imprescindibile, dunque, da avere costantemente sottomano e consultare, non solo per gli stretti cultori della materia, ma anche per gli operatori della comunicazione, della politica – e chiunque altro – sia realmente interessato a comprendere un po' di più del futuro che tribunali, corti e organismi giuridici slegati da ogni vincolo e responsabilità andando avanti di questo passo potrebbero seriamente disegnare sulle nostre teste.

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