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E’ cominciato ieri il casting, curato dalla Kinesis. destinato all’individuazione di comparse e ruoli minori per la pellicola “La Terra dei Santi”. Il Laboratorio Urbano Culturale “Peppino Impastato” ospiterà sino a domani, sabato 5 ottobre, questa ricerca di piccoli ruoli ed anche di stagisti, a titolo gratuito, per l’assistenza alla regia, il trucco, la produzione, il parrucco, la scenografia.

“La Terra dei Santi”, destinatario di contributo da parte del Ministero dei Beni Culturali e dall’Apulia Film Commission, sarà diretto da Fernando Muraca (dalla sua “Rex” e “Don Matteo”, per esempio) con sceneggiatura di Monica Zapelli (vincitrice del David di Donatello e autrice della sceneggiatura di “I cento passi”). Racconta la contrapposizione fra lo Stato ed il crimine organizzato, la ‘ndrangheta in questo caso, e vedrà numerose scene svolgersi a Manfredonia.

E’ vero, si racconta di una storia che si svolge in Calabria, ma in quel territorio non si è riusciti a trovare molta collaborazione e Pierluigi del Carmine, incaricato dalla Kinesis e titolare a sua volta della Daunia Production nella vicina Foggia, ha pensato alla nostra città. Perché? Perché la nostra è una città che sta riaffermando con forza la legalità in un percorso comune, con una strategia comune, che unisca istituzioni e cittadini, imprenditori e consumatori, magistrati e forze dell’ordine.

“In un contesto sociale di profonda crisi economica ma soprattutto morale del Paese – ha detto Irene Abrescia, direttore di produzione Kinesis, nella presentazione del proprio lungometraggio all’Amministrazione Comunalequesta pellicola assume un valore simbolico molto importante”. E se vogliamo limitarci solo alle ultime iniziative pubbliche che vanno in questa direzione non possiamo non pensare al Forum Permanente per la Legalità, all’adesione della nostra città al Consorzio Etico per la prevenzione dell’uso di sostanze stupefacenti e alcolici, al Patto per la Sicurezza dell’Area Garganica. Legalità come esempio da fornire ai giovani. Legalità, quindi, intesa non solo come principio fondante della democrazia, ma anche quale strumento della crescita del senso di responsabilità di ogni individuo.

“La proposta ricevuta ci ha interessati e, di concerto con la Giunta Comunale, è stata valutata la realizzabilità e l’abbiamo accettata”, dice il Sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi. “Non ci sono costi, servirà soltanto rendere funzionali alle eventuali esigenze della troupe – aggiunge l’Assessore al Bilancio e Patrimonio, Pasquale Rinaldi - le quattro locazioni dove potrebbero effettuarsi le riprese: un’area in prossimità della scuola De Sanctis, un locale interno di Palazzo San Domenico ed uno spazio esterno della residenza municipale, alcuni uffici del Comando di Polizia Municipale”.

Prima che si vada al cinema per gustare meglio questa storia di una donna magistrato che indaga su una famiglia affiliata alla ‘ndrangheta, torneremo a parlare più diffusamente di come procede la realizzazione della pellicola in loco e, magari, racconteremo anche degli aneddoti che potranno succedere nel corso delle riprese. Occorrerà far collimare gli impegni degli attori Valeria Solarino, Ninni Bruschetta e Lorenza Indovina, della produzione e di quanti sono coinvolti nella pellicola, con quelli della nostra Amministrazione ed il prossimo appuntamento sarà una conferenza stampa di presentazione la cui data è, quindi, in via di definizione.



Due finestre “virtuali”. Due pezzi della nostra città, profondamente diversi tra loro, che si offrono alla vista di chiunque arriva a visitare la home page del sito istituzionale, all’indirizzo web http:www.comune.manfredonia.fg.it grazie a due telecamere installate su Palazzo San Domenico.

Da oggi, martedì 1 ottobre 2013, Manfredonia è un po’ più vicina ai tanti concittadini che si ritrovano a vivere fuori della stessa ed ai numerosi curiosi che potranno vederla ed apprezzarla, alcuni per la prima volta, attraverso webcam. Una piccola chicca voluta e realizzata in breve tempo dall’Ufficio CED comunale, un regalo della Città di Manfredonia a se stessa ed a quanti la amano.

Una prima telecamera è posizionata con vista su Piazza del Popolo. Il fulcro del centro cittadino, che si anima sin dal mattino con il frequente andirivieni nei vari esercizi commerciali. La piazza che offre ormai un gradevole biglietto da visita nella vesti assunte dall’agosto di due anni fa: quelle di un piacevole salottino dove fermarsi a chiacchierare, di un accogliente teatro e contenitore di eventi, di un luogo d’incontro funzionale anche per i giochi dei più piccoli che lo affollano, con i propri genitori, da poco prima che cominci ad imbrunire.

Una seconda webcam mostra l’elemento naturale per antonomasia di Manfredonia: il mare. La piccola telecamera riprende la Banchina di Tramontana, deputata ad ospitare i natanti da pesca e le imbarcazioni di servizio della Capitaneria di Porto, antistante Palazzo San Domenico sul suo lato che volge verso la distesa acquea. Quando si attiva questa webcam verrà naturale, probabilmente, scrutare i movimenti a terra e subito dopo spingere lo sguardo oltre la linea delle imbarcazioni e dirigerlo verso il punto dove il Molo di Levante e quello di Ponente convergono, lasciando alla vista solo un piccolo spiraglio di mare che pare fondersi col cielo.

Per apprezzare senza ulteriori indugi le due nuove cartoline di Manfredonia è sufficiente, una volta raggiunta la home page del sito istituzionale, cliccare sul collegamento predisposto nella parte destra dello schermo alla voce “Webcam Manfredonia” (http://www.comune.manfredonia.fg.it/webcam.htm). Si verrà indirizzati in una pagina creata ad hoc e contenente tutte le informazioni sulla procedura da seguire, volutamente breve e semplice quanto più possibile, per estendere al massimo la fruibilità delle telecamere via internet.

Da ultimo bisognerà soltanto fare attenzione a quale strumento informatico (cosiddetto “browser”) si utilizza per la propria navigazione virtuale. Se si usa l’Explorer basterà un clic sull’immagine della piazza o del porticciolo, installare l’applicazione richiesta, riavviare ed il gioco è fatto: la diretta comincerà a scorrere sul vostro schermo. Se si adoperano, invece, Firefox, Chrome o altri browser (vedi Safari) servirà cliccare sull’apposito specchietto riassuntivo “Login webcam” ed inserire nome e password: in entrambi i casi “guest” (senza virgolette).

Cosa aspettate? Buona affacciata su Manfredonia!



Uscire dalla stadio tra gli applausi del pubblico locale e ricevere i complimenti dagli avversari fa sempre molto piacere. Significa aver offerto uno spettacolo all’altezza della categoria. Se poi tutto questo succede allo stadio “XXI Settembre – Franco Salerno“ di Matera la soddisfazione raddoppia, vista la competenza dei lucani e la forza della squadra, allestita per centrare il salto di categoria.

Ma non basta e non può bastare a mister Danilo Rufini e alla sua squadra. “I complimenti fanno piacere ma non fanno classifica” ha sentenziato il tecnico a fine match.

L’aver colpito una traversa e, addirittura, un doppio palo sono la dimostrazione di quanto di buono hanno costruito i giallogranata, pur privi degli squalificati Matteo Della Ventura e Giuseppe Cesareo e dell’infortunato capitan Michele Conte.

Mai nessuna squadra era andata così vicina a far capitolare per la prima volta il portiere biancoazzurro Pietro Spilabotte che, quindi, dopo cinque giornate non si è mai abbassato a raccogliere il pallone in fondo alla propria rete.

“L’aspetto positivo è che la squadra vale questo campionato – sostiene il presidente Dino Marino – produce un bel gioco ma bisogna segnare; spesso siamo stati sfortunati con pali o grandi parate dei portieri avversari; a volte ci è mancato un pizzico di cattiveria in più; non dobbiamo dimenticare che non siamo più in Eccellenza, qui occasione deve essere sfruttata altrimenti si rischia grosso”.

Da martedi riprendono gli allenamenti in vista del prossimo impegno. Domenica è il programma la sesta giornata del campionato, con il San Severo impegnato in casa con il Monospolis. Ad oggi non si conosce ancora dove si potrà giocare. Di certo non allo “Zaccheria” di Foggia. Si potrebbe giocare a Lucera oppure al “Ricciardelli” a porte chiuse.

 

Il Tabellino

Matera: Spilabotte, Sbardella, Bassini, Giorgino, Migliaccio, Fernandez, Raveduto, Iannini, Majella (Girardi al 12’ st), Lauria (Roselli al 43’ st), Oliveira (DI Gennaro al 25’ st). All. Di Domenico. A disposizione: Lombardo, Calori, Liberacki, Orlando, Barretta, Sy.

San Severo: Pizzolato, Semeraro, Russi, Ganci, Ianniciello, Musca, Dimatera (Simonetti al 27 st), Burdo, Galetti (Selvaggi al 40’ st), Polani, Ladogana (Ancona al 41’ st). All. Rufini. A disposizione: Simone, Cocozza, De Vivo, Florio, Mangiacotti, De Rosa.

Arbitro Salvatore Affatato di Domodossola.

Reti: pt 26′ Lauria (rigore), st 28′ Raveduto.

Il Governo c’è; no, il Governo non c’è. Si rischia la crisi; no, dobbiamo unirci e andare avanti. Occorre senso di responsabilità e superare le vicende personali; no, non si può prescindere dalla riforma della giustizia. Tutto e il contrario di tutto. Quello che stiamo osservando e vivendo negli ultimi giorni, per ciò che concerne l’attuale Governo Letta. Quello che si vive da troppo tempo nella nostra Italia.

L’esegesi sui perché si è arrivati a tanto, sul come si è finiti in questa situazione da impasse totale, su chi possano essere i protagonisti positivi e negativi la lasciamo di buon grado ad altri. Ciò che invece conta è che mentre le istituzioni centrali vacillano, tutto il peso del momento storico grava sulle spalle dei Comuni. Non possiede il dono della chiaroveggenza il Sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, eppure lo aveva detto anche qualche giorno fa ed aveva raccolto il consenso (anche sonoro degli applausi) dei colleghi primi cittadini: “i Comuni sono rimasti l’ultimo baluardo della democrazia”.

L’ultimo perché nonostante Atene piange, in questo caso il Governo centrale, non si può dire che Sparta, quindi ogni Comune, se la ride. Le Pubbliche Amministrazioni locali continuano, stoicamente e profondendo sforzi inimmaginabili, a fornire i servizi essenziali per le comunità cittadine. Sono rimasti i Comuni a sorreggere la Repubblica Italiana.

L’avvicinarsi della fine dell’anno senza che vi sia un quadro chiaro sulla riscossione dei tributi, l’indeterminatezza delle risorse disponibili (vedi la vicenda IMU sì o no), lo slittamento del termine per l’approvazione del bilancio al 30 novembre dello stesso esercizio di competenza: testimonianze oggettive del grave stato di crisi istituzionale, sociale, economico e finanziario del nostro Paese.

L’importanza che hanno nella storia italiana i Comuni è nota. La loro nascita, i modi in cui si sono organizzati e sviluppati, il ruolo fondamentale che hanno sempre svolto per le comunità. Non la si prenda come una provocazione, ma piuttosto come una considerazione ponderata e basata sulla realtà attuale delle cose: i Comuni devono tornare ad essere il fulcro delle istituzioni. L’Italia ha bisogno di rialzarsi, non di cincischiare. Nessuno meglio degli ottomila e passa Sindaci del Belpaese ha la necessaria cognizione ed il vero termometro della situazione. Nessuno, più di loro, vorrebbe soddisfare le esigenze dei propri concittadini. Nessuno, più di loro, conosce l’impotenza del ritrovarsi con le mani legate “come un papà che può solo guardare e dolersi dei propri figli che annegano senza poter fare nulla per impedirlo”, come ha detto recentemente proprio il Sindaco Riccardi.

E’ ora che ci si svegli dal torpore, che si scacci l’obnubilamento dei sensi e delle menti, che lo si riconosca pacificamente: i Comuni sono rimasti gli unici luoghi istituzionali che tengono ancora sul livello di galleggiamento questo Paese. Si riparta da questo dato di fatto: si riparta dai Comuni ed il percorso di ricrescita e di ricostruzione sarà meno tortuoso e più efficace.

Novanta gradini di una scalinata a chiocciola. E’ la distanza che separa la Manfredonia che tutti conosciamo da quella che davvero in pochi hanno visto. La visuale inedita è quella che si gusta e si assapora ogni istante dalla sommità del faro: un elemento funzionale per la navigazione, fondamentale sino all’avvento della tecnologia, ma anche un posto che può essere visitato da tutti seppur pochi lo sappiano.

Il faro di Manfredonia, con ottica rotante e la cui portata è di ben ventitrè miglia marine, rappresenta pur sempre un simbolo della nostra città, della sua naturale inclinazione verso il mare, del suo volersi spingere sempre oltre l’orizzonte visibile. Una struttura che subì i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, ma che dopo la ricostruzione continua a conservare, nella parte superiore, proprio quella che era la sommità originaria del faro abbattuto nel periodo bellico.

“Torre argentea, vaporosa, con un occhio giallo che s’apriva a un tratto, lievemente, nella sera”, scriveva Virginia Woolf in “Gita al faro”. Visitare il faro di Manfredonia è facoltà di tutti, basta semplicemente rivolgersi a quello che una volta veniva chiamato “il guardiano del faro” e che ora è invece un civile in forza alla Marina Militare: il signor Ottavio Greco. Con l’automazione degli impianti i compiti dell’uomo non sono più quelli di vigilare la notte affinché la fiamma non si spenga, sono invece di controllo dei macchinari e di manutenzione periodica. Oltre che di carte nautiche e meteorologia, il guardiano oggigiorno deve sapere di correnti elettriche e di campi magnetici perché i fari sono come romantiche enciclopedie della scienza energetica dell’ultimo secolo.

“E’ un lavoro adatto agli appassionati – la considerazione del Sindaco, Angelo Riccardi, dopo una recente visita al nostro faro – quale mi è parso dal primo istante Ottavio. Non potevo non notare la competenza, la meticolosità, la precisione, l’ordine, la cura dei dettagli: la passione che muove quest’uomo. Credo che sia la leva più efficace per trovare ogni giorno qualcosa da fare, sistemate, migliorare”. E se qualcuno nutre dubbi provi a fare capolino nell’androne d’ingresso del faro e si fermi ad osservare le decine di riproduzioni fedeli ed in scala del nostro faro e dei suoi “colleghi”, realizzate a mano dal “guardiano del faro”.

Ottavio si prende cura del faro di Manfredonia da otto anni (da tanto si è trasferito dalla natia Taranto, dove svolgeva identico incarico, con famiglia al seguito) ed è a lui che occorre rivolgersi per ritirare la modulistica. Una visita che vi suggeriamo, quasi caldeggiamo. Siamo certi che resterete così tanto stupiti ed affascinati da portare sempre con voi e dentro di voi ciò che vedrete, al di là delle foto di rito. Vi resterà dentro la Manfredonia che vedrete nella spiaggia, nel mare, nei gabbiani, nelle barche, nel Castello, nel Golfo, nelle case una addosso all’altra del centro storico ed in quelle più spaziate in lontananza. Serve davvero poco per richiedere la visita: indicare quando la si vorrebbe effettuare, in quante persone si vorrà essere e se vi sono minori, fornire un riferimento telefonico.

C’è chi dice che il faro ormai non serve più a niente, ma non è così. Al di là del fatto che i natanti hanno tutte le strumentazioni elettroniche, quando il mare è in tempesta, vedere una luce in lontananza, tra le onde, è molto rassicurante. Una perfetta metafora di ciò che accade nella vita di ognuno di noi. Passa il tempo ma resta il mito del faro. La durezza della vita sfocia nel romanticismo, la tempesta diventa metafora d’altro. Per questo i fari sono diventati oggi anche mete turistiche, attrazioni. Perché i fari sono alti, misteriosi, solitari, forse un pò sinistri, certamente affascinanti.







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