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Se l’agricoltura muore, dove gli immigrati possono trovare un lavoro onesto?

Bene per la presenza del Ministro in Calabria. Ottima la visita del Ministro segnatamente in Provincia di Reggio Calabria. Senza dubbio un bel segnale di attenzione positivo da parte di un esponente del Governo nazionale che vuole rendersi conto da vicino di alcune problematiche serie che da tempo affliggono il nostro territorio. Tuttavia sui temi della immigrazione ed, in particolare, sul fenomeno della immigrazione nella Piana di Rosarno, continuo purtroppo a registrare troppa miopia, una penuria di analisi concrete ed una assoluta inadeguatezza delle risposte mancanti che ancora tardano ad arrivare.

Questo il particolare commento dell’Assessore Provinciale Gaetano Rao, il giorno dopo la visita del Ministro Kyenge a Reggio Calabria.

Assistiamo attoniti, in questi giorni, alle dichiarazioni roboanti prima e dopo le visite ufficiali. – prosegue la nota dell’assessore Rao - Rimaniamo basiti dalle incursioni mediatiche di personaggi politico-istituzionali che hanno il solo obiettivo di conquistare prime pagine dei giornali, salvo poi cadere nel silenzio sino alla prossima visita “importante”. Ma del vero problema chi ne parla?

Ma dell'agricoltura vera chi ne parla? – si domanda ancora Rao - Cosa raccontiamo ai nostri agricoltori? È mai possibile che non si riesca a a fare squadra, a fare sistema, mettendo insieme istituzioni, organizzazioni agricole ed associazionismo e pretendere azioni concrete da Regione e Governo centrale? È mai possibile che il tanto decantato Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria non riesca mai ad incidere significativamente sul territorio della Piana di Rosarno? Quando sarà possibile contare effettivamente sulle risorse europee da destinare all'agrumicoltura reggina? Forse è davvero giunto il momento di guardare con realismo e pragmaticità al fenomeno. Sembrerò forse antipatico o in controtendenza ma, sinceramente ritengo che le visite dei Ministri devono portare risultati e maggiori attenzioni. Le azioni dei ministeri competenti devono produrre risultati sui territori. Tutto il resto è solo coreografia che non serve a nulla.

Purtroppo, i temi dell'agricoltura e dello sviluppo economico – amaramente annota l’Assessore Rao - rimangono sempre avulsi da qualsivoglia dibattito su questi temi. A memoria non ricordo che i problemi del comparto agrumicolo della Piana di Rosarno non siano mai stati nemmeno timidamente accennati dai vari Ministri che, nel corso del tempo, ripetutamente si sono recati a Rosarno per discutere di immigrazione. Temi che in modo paradossale e assurdo non trovano la loro giusta centralità nelle soluzioni e nelle proposte (magari ce ne fossero, ahinoi!) da parte degli attori politico-istituzionali presenti sul territorio. Dispiace, infatti, dover constatare che anche i Sindaci dei Comuni di Rosarno e San Ferdinando – a cui va comunque dato atto, unitamente alla Provincia, di essere sempre in trincea e di agire spesso in solitudine – si ostinino a dibattere e discernere esclusivamente delle condizioni di relativa vivibilità delle tendopoli ovvero della anima autenticamente solidale dei rosarnesi o dei cittadini della Piana. Nessuna si preoccupa, a mio parere, invece dei problemi reali di questo territorio.

L'agrumicoltura della Piana di Rosarno è oramai morta da tempo. – afferma con forza l’Assessore Rao - Le condizioni di degrado e di vivibilità degli immigrati sono strettamente collegate alle dinamiche di sviluppo di tale comparto. Come si fa a non capirlo? Come si fa a non preoccuparsene? Senza una inversione di tendenza non ci sarà lavoro e non ci potrà essere una maggiore dignità sia per i rosarnesi sia, dunque, anche per gli immigrati. Senza un futuro per l'agrumicoltura reggina non ci potrà mai essere davvero nessun futuro dignitoso per gli immigrati che dalle nostre parti vengono in cerca di fortuna e di un lavoro. Questo occorre dirselo con schiettezza, coraggio e responsabilità. Cosi come occorre far sapere anche ai non addetti ai lavori – ribadisce l’Assessore Rao - che a causa della colpevole disattenzione delle istituzioni nazionali e regionali, l'agrumicultura della Piana di Rosarno si ritrova oggi a scontare ritardi gravissimi che non le consentono di stare con competitività sui mercati nazionali ed esteri.

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