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Bufera sulla Rai per l'intervista al figlio di Totò Riina

"Tra poco trasmetteremo l'intervista a un mafioso. E' Salvo Riina, il figlio di Totò Riina, il capo dei capi della mafia". Lo ha detto Bruno Vespa lanciando all'inizio del programma Porta a Porta l'intervista del figlio di Totò Riina e sottolineando: "Un ritratto sconcertante, certo, ma per combattere la mafia - che tuttora è potente e gode di protezione diffuse - bisogna conoscerla. E per conoscerla meglio c'è bisogno a nostro avviso anche di interviste come questa".

"Ciascun spettatore si farà liberamente si farà liberamente una propria opinione, grazie anche al dibattito che ne seguirà con la partecipazione tra l'altro del figlio di una delle vittime della strage di Capaci e uno dei fondatori di un'associazione antipizzo", spiega Vespa illustrando il dibattito che seguirà all'intervista - registrata - al figlio di Riina e che vede, tra gli ospiti, Antonio Emanuele Schifani, figlio di Vito Schifani uno degli agenti della scorta di Falcone rimasto ucciso nella strage di Capaci.

"Abbiamo intervistato il figlio di Totò Riina perché per la prima volta avremo occasione di conoscere la mafia dall'interno della sua famiglia. Ventiquattro anni di latitanza trascorsi senza quasi nascondersi, una complicità diffusa, la solidarietà della totale della famiglia", conclude il conduttore di Porta a Porta.

"La Rai ha deciso di andare avanti e di mandare in onda il figlio di Totò Riina ? Vuol dire che non ha avuto la forza di tornare indietro

La sua presenza nel servizio pubblico è un'offesa per tutti, un fatto indegno". Lo dice all'Agi Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia, dopo la decisione di trasmettere l'intervista a Porta a Porta di Salvo Riina, nonostante gli appelli giunti da più fronti. "Anche questo purtroppo è l'Italia - aggiunge - nonostante il sacrificio di tanti uomini dello Stato.

Adesso si dà voce a un carnefice, all'autore di tante stragi...". È arrabbiata con la Rai, fino al punto di essere tentata, a esempio, di non pagare più il canone? "C'è molta delusione e costernazione. Ci sarebbe a questo punto motivo per non pagarlo davvero il canone... ma io sono per la legalità, si sa, e le mie sono solo parole che esprimono una forte amarezza".

È «fiero» di essere il figlio del «capo dei capi» della mafia Giuseppe Salvatore Riina, il quale si dice certo che il padre «non uscirà vivo dal carcere». In un'intervista al «Corriere del Veneto», Riina Junior, racconta di come trascorre le sue giornate a Padova, città veneta dove dal 2012 è in regime di sorveglianza speciale, tra obbligo di firma e restrizioni varie. Conferma di aver lasciato gli studi all'Università, e nega però di fare la «bella vita». «La libertà - spiega - è essere dimenticato».

Solo in Italia succede ciò. In tanti altri Paesi democratici non succede che un pentito che dice di aver commesso centinaia di omicidi non fa neanche un giorno di carcere. Poi accusano le persone, le mandano in carcere poi tornano a fare quello che facevano prima. Si poteva scegliere di fa scontare un minimo delle cose che avevano fatto". Lo ha affermato Salvo Riina, figlio di Totò Riina, nell'intervista a Bruno Vespa a Porta a Porta

Su Twitter il presidente del Senato Pietro Grasso a proposito delle polemica sulla partecipazione del figlio di Toto' Riina alla trasmissione di Bruno Vespa, ha scritto "Non mi interessa se le mani di Riina accarezzavano i figli, sono le stesse macchiate di sangue innocente. Non guarderò Porta a Porta".

"Mi auguro - aveva detto la Bindi - che in Rai ci sia un ripensamento. Ma se questa sera andrà in onda l'intervista al figlio di Totò Riina, avremo la conferma che 'Porta a Porta' si presta ad essere il salotto del negazionismo della mafia e chiederò all'Ufficio di Presidenza di convocare in Commissione la Presidente e il Direttore generale della Rai".

L'intervista di Bruno Vespa a Salvo Riina, figlio del boss Totò Riina, per la prima volta sul piccolo schermo, rilancia la polemica sui protagonisti controversi dell'attualità ospitati nei programmi tv, in particolare del servizio pubblico

E' di appena un mese fa la polemica sull'intervista di Vespa a Valter Foffo, padre di Manuel, uno dei due giovani che hanno confessato l'omicidio di Luca Varani. I social, in particolare, si scatenano e accusano il programma di Rai1 di 'sciacallaggio'.

La prima grana per il nuovo vertice Rai scoppia però a settembre 2015, quando Vespa ospita Vera e Vittorino Casamonica, figlia e nipote di Vittorio, i cui funerali show il 20 agosto avevano provocato non poche polemiche. Le critiche più dure arrivano dal Pd e dal Campidoglio, ma anche da Vigilanza e Antimafia, da M5S e Sel. 

La direzione di Rai1 si schiera con il conduttore, ma apre a uno spazio 'risarcitorio', con l'intervista all'assessore alla Legalità del Comune di Roma Alfonso Sabella. Vespa si difende: "Lasciateci fare il nostro mestiere. Quando Biagi ha intervistato Sindona, c'erano forse le vittime ? E c'erano le vittime quando è stato intervistato Buscetta o quando Santoro ha intervistato Ciancimino ?".

Tra i casi di cronaca più eclatanti trattati a più riprese a Porta a porta come da tutta la tv italiana, il record - di ascolti e polemiche - spetta probabilmente al delitto di Cogne, con l'intervista ad Anna Maria Franzoni  ma anche con il plastico della villetta e con le ipotetiche armi del delitto, 'brandite' da Vespa, il mestolo e lo zoccolo. Il 14 marzo 2002 Porta a porta vola a 8 milioni 380 mila telespettatori, pari al 36% di share, con punte di oltre 10 milioni in prima serata: solo le due serate sull'11 settembre raggiungono un ascolto simile e meglio fa soltanto la celebre rissa tra Alessandra Mussolini e Katia Belillo, il 1 febbraio 2001.

La lista è lunga: si va dal faccia a faccia tra Paolo Bonolis e il serial killer Donato Bilancia a Domenica in nel 2004 alla recente intervista di Franca Leosini, a Storie maledette su Rai3, a Luca Varani condannato in appello come mandante dell'aggressione con l'acido a Lucia Annibali. E tra plastici e telerisse, scoop e ascolti, oggi è Porta a porta - che quest'anno celebra il ventennale - far ancora discutere.

Esplode a giugno 1999, invece, il caso della puntata sull'omicidio Marta Russo: in studio siedono Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, giudicati colpevoli in primo grado dell'assassinio della studentessa. I genitori chiedono lo stop, ma Porta a porta va in onda tra le polemiche, anche da parte dei consiglieri Rai. "Bloccarci - ammonisce Vespa - sarebbe un precedente mortale".

Nello stesso anno, un coro di critiche si leva contro il 'tour' televisivo - che coinvolge anche il salotto di Vespa - di Mario Cugole, il nuovo fidanzato di Erika, la ragazza accusata del massacro di Novi Ligure

 

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