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Concordia: prime operazioni per lo smantellamento

Assicurata alla banchina della diga foranea del porto di Prà Voltri, è stata controllata a vista dagli addetti alla sicurezza e ora è oggetto delle valutazioni dei tecnici che devono organizzare le operazioni di smaltimento. Il relitto è ancora al centro delle attenzioni mediatiche con numerose troupe televisive e cronisti che sono ancora presenti sulla banchina al terminal di Voltri. Stamani il presidente del porto Luigi Merlo ha fatto un sopralluogo per verificare la situazione. I primi interventi riguardano la messa in posa delle panne sottomarine per proteggere l'area da eventuali sversamenti in mare da parte del relitto. I tecnici delle aziende San Giorgio e Saipem, che hanno acquistato lo scafo, hanno già iniziato a esaminare la nave per progettare le passerelle pedonali e quelle per le merci necessarie a collegare il relitto alla banchina per sbarcare tutto ciò che si trova a bordo. I lavori veri e propri a bordo di Concordia cominceranno tra 10-15 giorni. Prima saranno compiute le operazioni di ricerca del disperso, il cameriere indiano Russel Rebello.

Cosi a Genova le prime operazioni per lo smantellamento della Costa Concordia, arrivata ieri nel porto ligure dopo il suo lungo ultimo viaggio dal Giglio, dove era naufragata nel gennaio 2012. Sistemazione panne antisversamenti e realizzazione passerelle per i collegamenti con la banchina. E' stata un'impresa ma non è un lieto fine, ha detto ieri Renzi. Ed oggi a Repubblica e Stampa il salvage master Nick Sloane spiega che il suo lavoro è finito, e racconta di aver temuto che a causa dei temporali dell'inverno scorso il relitto al Giglio si girasse.

"L'esito positivo ed encomiabile della complessa operazione, che ha consentito di recuperare la Concordia senza creare danni ambientali, ha rafforzato la mia convinzione di avere compiuto la giusta decisione, nel lasciarla adagiare sul basso fondale anziché correre il rischio che potesse inabissarsi''. afferma Francesco Schettino.

Schettino poi aggiunge: "Durante il trasferimento non ho mai avuto dubbi in merito al buon esito dell’operazione e rivedere la Concordia in porto credo possa essere ragione di riflessione in merito alle scelte compiute, dopo l’urto con il basso fondale". Il processo sul disastro della Costa Concordia è in corso per accertare le responsabilità su quanto accaduto. Vedremo come andrà a finire. Sicuramente, però, vantarsi del proprio acume appare esagerato, oltre che fuori luogo, visto che il clamoroso incidente è costato la vita a 33 persone. Restare in silenzio sicuramente sarebbe stato più adeguato.

Lo fa con parole che, quasi sicuramente, scateneranno un polverone. Senza mezzi termini si compiace del proprio comportamento. Lo dice lui stesso a chiare lettere:"L’esito positivo ed encomiabile della complessa operazione, che ha consentito di recuperare la Concordia senza creare danni ambientali, ha rafforzato la mia convinzione di avere compiuto la giusta decisione, nel lasciarla adagiare sul basso fondale anziché correre il rischio che potesse inabissarsi". Ovviamente se la nave si fosse inabissata il disastro sarebbe stato ancor maggiore, soprattutto in termini di vite umane. Ma se quel maledetto inchino non ci fosse stato non avremmo avuto né incidente né morti né tutto il clamore mondiale intorno all'Isola del Giglio.

Un pensiero l'ex comandante lo rivolge anche alle povere vittime"L’inaspettato e repentino abbattimento su di un lato della nave - prosegue Schettino - congiuntamente alle concause verificatesi, queste ultime tuttora in corso di accertamento processuale, hanno purtroppo contribuito alla dolorosa perdita di vite umane. Questo evento luttuoso nel dolore unisce coloro che sono stati direttamente toccati negli affetti più cari.

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