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Strage a Manchester, dove un kamikaze si è fatto esplodere al concerto di Ariana Grande, idolo dei teenager, in una arena affollatissima di giovanissimi e di genitori: almeno 22 morti, 59 feriti e 12 dispersi. Ci sono anche bambini tra le vittime. Ci sono poi almeno 12 piccoli gravemente feriti, tutti sotto i 16 anni. L'Isis rivendica l'attentato affermando, tramite l'agenzia Amaq, che uno dei suoi membri ha compiuto l'attacco. Lo riferisce il Site, il sito Usa di monitoraggio dell'estremismo sul web.  Un 23enne è stato arrestato a Chorlton in connessione con l'attacco terroristico di ieri sera. Ed un raid di polizia è in corso proprio in questa località, probabilmente presso l'abitazione dell'attentatore.

Un nuovo attentato islamista mette in ginocchio il Regno Unito. La premier britannica Theresa May, nel pieno della campagna elettorale per il voto dell'8 giugno, parla di "atroce attacco terroristico" e guarda con orrore quell'esplosione, avvenuta nel foyer del palazzetto, poco dopo le 22.30, subito dopo la fine del concerto, che è andata a colpire proprio mentre i ragazzini si stavano divertendo al concerto di Ariana Grande. Dalla Siria, per mezzo dell'agenzia Amaq, lo Stato islamico ha rivendicato questa barbarie. E sui profili, che su Twitter sostengono gli islamisti dell'Isis, è stato pubblicato un video che ritrae il kamikaze con il volto coperto. Non è chiaro ancora se si tratti di un video fake, ma l'uomo innalza un cartello bianco su cui è scritto solo un luogo, con la data di ieri, in inglese e in arabo: "Manchester, 2017-05-22". E dice: "In nome di Allah, il misericordioso e il generoroso, questo è solo l'inizio: i leoni dello Stato Islamico stanno cominciando ad attaccare tutti i crociati. Allah Akbar, Allah Akbar".

Aveva appena 18 anni, studiava al Rusnhaw College ed era una grande fan di Ariana Grande. Su Facebook c'è ancora il selfie scattato accanto alla cantante americana. Sorride, felice: non poteva sapere cosa l'odio islamista le avrebbe fatto. Alla Manchester Arena, al termine del concerto di ieri sera, sono stati ammazzati altri ragazzini come Georgina. Non che la loro vita valga di più delle altre falciate via dagli attentati che, negli ultimi anni, hanno insanguinato il Vecchio Continente. Hanno, però, un impatto più forte. Perché ti colpiscono come un pugno allo stomaco, perché ti spiegano che si può fare davvero poco per proteggerli da questa barbarie, perché capisci che il mondo che gli stai consegnando è fatto anche da bestie che non si fermano nemmeno davanti ai loro teneri occhi. Bestie che aspettano che i fan escano dal concerto per colpirli e fare più morti possibile. Bestie, appunto.

L'esplosione alla Manchester Arena, poco dopo le 22.30, ha fatto tremare l'area del foyer. Que ragazzini stavano cominciando a uscire e sullo stadio si stava riversando una pioggia di palloncini rosa. L'ordigno rudimentale ha devastato tutto. I chiodi, con cui era stato riempito, sono partiti e hanno lacerato i corpi dei ragazzini che si trovavano nelle vicinanze. I genitori, che li avevano accompagnati al concerto, non hanno potuto difenderli. Se anche avessero saputo quello che stava per succedere e, come è logico, si fossero messi di traverso facendo scudo col proprio corpo, sarebbero stati distrutti dalla furia esplosiva. E così è stato. Il bilancio finale è di 22 morti e di una sessantina di feriti. "In nome di Allah, il misericordioso e il generoroso, questo è solo l'inizio - annuncia un video recuperato da Site su Twitter - i leoni dello Stato islamico stanno cominciando ad attaccare tutti i crociati. Allah Akbar, Allah Akbar".

Non è la prima barbarie contro i bambini con cui si deve confrontare l'Europa. La scorsa estate, lungo la Priomenade des Anglais di Nizza Mohammed Bouhlel aveva spinto un camion contro le famiglie accorse a vedere i fuochi di artificio. Tra gli 87 morti c'erano anche banbini di 2, 4 6 e 8 anni. Lungo la scia di sangue dell'islamista tunisino la polizia francese aveva trovato un piccolo sandalo a infradito di colore rosso e blu, due passeggini accartocciati uno sull'altro, un album di figure da colorare, un lecca lecca gigante ancora nella sua confezione. E, ovviamente, le bambole. Quel posto era stato scelto proprio per ammazzare famiglie con bambini al seguito. "Se punti il camion in quella direzione, sai cosa stai facendo -aveva detto un sopravvissuto alla strage di Nizza - sai che non troverai davanti a te solo degli infedeli, ma anche degli innocenti che tengono per mano il loro papà". D'altra parte se Bouhlel ha puntato il tir dritto contro la giostra, sapeva chi avrebbe ucciso. E, infatti, quattro bambini sono stati schiacciati proprio sulla balaustra. E se ieri il terrorista si è fatto saltare in aria all'uscita del concerto di Ariana Grande, lo ha fatto solo per ammazzare ragazzini e bambini. Una bestia senza dignità.

Ma la tensione resta alta: in città il centro commerciale Arndale è stato evacuato per il timore di un altro attacco terroristico. Poi un uomo è stato arrestato e il centro commerciale è stato riaperto. In mattinata a Londra era stata evacuata Victoria Station per un pacco sospetto, poi rivelatosi innocuo; all'aeroporto di Dubai è stato evacuato un aereo passeggeri in partenza per Londra a causa di un allarme bomba. La premier Teresa May ha detto che un altro attentato è ritenuto probabile.

L'attacco che ha colpito stanotte Manchester è un attacco all'intera Europa". Lo dichiara il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni dopo l'attacco di Manchester

Lavoriamo in queste ore perché dal G7 di Taormina arrivi un messaggio il più possibile forte di impegno straordinario comune contro il terrorismo: abbiamo l'occasione per ribadire insieme a Taormina che la vigliaccheria di chi spezza le vite di giovani ragazzi non avrà la meglio sulla nostra libertà".

Intanto il ministro dell'Interno, Marco Minniti, dopo la strage di Manchester, ha convocato una riunione straordinaria del Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa) alle 15 al Viminale, con la presenza dei vertici delle forze di polizia e dei servizi di intelligence.

Intelligence e forze di polizia italiane sono in contatto dalla scorsa notte con i colleghi inglesi per avere maggiori informazioni sull'attentato e per eventuali scambi di notizie. I concerti, come i luoghi affollati in generale, sono da tempo all'attenzione degli investigatori anche in Italia come possibili obiettivi di atti terroristici. Recenti circolari di polizia hanno invitato prefetti e questori a disporre misure adeguate di vigilanza in occasioni di manifestazioni che richiamano un alto numero di persone.

Fonti dell'ambasciata italiana a Londra, che da stanotte sta lavorando in coordinamento con il consolato generale e l'Unità di Crisi della Farnesina, riferiscono intanti che al momento non risultano italiani coinvolti nell'attacco.

Il presidente Mattarella in un messaggio inviato alla regina Elisabetta II ha detto che «l'Italia intera è sgomenta di fronte alle immagini giunte da Manchester nel corso della notte scorsa. Suscita particolare dolore la notizia del coinvolgimento nell'attacco di molti giovanissimi ragazzi e ragazze, vittime di questa insensata violenza criminale mentre erano riuniti nella serena occasione di un concerto».

«Tristezza e orrore» sono state le parole usate da Angela Merkel. La Germania «è al fianco» dei britannici, ha dichiarato in un comunicato la cancelliera tedesca. Questo attacco non farà che «rafforzare la nostra determinazione a lavorare con i nostri amici britannici contro coloro che commettono atti così disumani». Condoglianze anche dal governo israeliano che ha condannato «in maniera decisa il terribile attentato terroristico di ieri a Manchester» detto il premier Benyamin Netanyahu che ha inviato le «condoglianze alle famiglie delle vittime». «Il terrorismo - ha aggiunto - è una minaccia mondiale ed i paesi civili devono agire assieme per sconfiggerlo ovunque». Dal canto suo Vladimir Putin ha confermato di essere pronto a rafforzare la cooperazione con la Gran Bretagna nella lotta al terrorismo. Vicinanza al popolo britannico, al Governo, ai feriti e alle famiglie delle vittime è stata espressa in un tweet anche dal ministro degli Esteri Angelino Alfano e dal sindaco di Roma, Virginia Raggi.«Roma a fianco di Manchester. I nostri pensieri vanno a tutte le persone colpite dalla tragedia di ieri». È il tweet, in inglese, della sindaca di Roma.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha espresso «orrore» e «costernazione» per l'attentato. In una nota diffusa a Parigi, ha rivolto al «popolo britannico il suo totale cordoglio» e si è detto «al suo fianco nel lutto con un pensiero particolare per le vittime e le loro famiglie». Il capo dello Stato garantisce inoltre che «insieme al governo e le forze britanniche proseguirà la lotta contro il terrorismo». In giornata è previsto un colloquio telefonico con il premier Theresa May e si terrà informato in «tempo reale sugli sviluppi dell'inchiesta».

Profonde condoglianze sono arrivate dal presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker. «Oggi siamo in lutto con voi» ha twittato Juncker. Il capo negoziatore europeo per la Brexit, Michel Barnier, dal canto suo ha scritto: «Commozione condivisa e piena solidarietà con le famiglie colpite dall'attacco a Manchester. Sostegno al governo Uk nella lotta contro il terrorismo». «È stato con la più grande tristezza ed il più profondo shock che ho appreso la notizia del brutale attacco che ha colpito Manchester - ha dichiarato Juncker in una nota - Mi spezza il cuore pensare che, ancora una volta, il terrorismo ha cercato di instillare la paura là dove ci dovrebbe essere gioia, di seminare la divisione là dove i giovani e le famiglie dovrebbero riunirsi assieme nella festa». «Vorrei trasmettere le mie più profonde condoglianze al primo ministro May e al popolo britannico. Oggi - ha aggiunto Juncker - siamo in lutto con voi. Domani lavoreremo fianco a fianco con voi per combattere contro chi cerca di distruggere il nostro modo di vivere. Loro sottovalutano la nostra e la vostra resilienza. Questi attacchi codardi riusciranno solo a rafforzare il nostro impegno a lavorare insieme per sconfiggere chi perpetra atti vigliacchi come questi».

Nel primo trimestre del 2017 il Pil ha registrato «un ulteriore miglioramento», «consolidando in tal modo la fase di recupero». Così l'Istat nel rapporto sulle prospettive. Ma «la diversa intensità della crescita rispetto a quella dell'area euro costituisce una caratteristica dell'attuale ciclo economico», sottolinea l'Istituto. Tanto che «prendendo come riferimento il primo trimestre del 2015, il livello del Pil italiano è cresciuto dell'1,9% nei primi tre mesi del 2017. Nello stesso periodo il Pil dell'area euro è aumentato del 3,5%».

«Oggi è una giornata in cui arriva un messaggio di ottimismo», ha commentato il presidente del consiglio Paolo Gentiloni, ad Ariccia, commentando i dati Istat sul Pil. «Sappiamo che le condizioni di crescita del nostro Paese, che finalmente ci sono, sono graduali e il fatto che in una giornata come oggi si registri che questa gradualità ha una spinta verso l'alto è un fatto che ci incoraggia ad affrontare a testa alta le sfide che la nostra economia avrà nei prossimi mesi e io penso potrà affrontare in modo stabile e con fiducia nel futuro».

Ma la Commissione europea anche se ha ha confermato che in Italia "sono state adottate le ulteriori misure di bilancio richieste per il 2017, e che pertanto in questa fase non sono ritenuti necessari interventi supplementari per garantire la conformità con il criterio del debito" per il 2018, afferma, l'Italia dovrà fare uno "sforzo di bilancio sostanzioso", e le politiche dovranno sia "rafforzare la ripresa" che assicurare la sostenibilità dei conti": lo scrive la Commissione Ue nelle raccomandazioni. Per questo chiede di "spostare il carico fiscale dai fattori produttivi a tasse meno dannose per la crescita, reintrodurre la tassa sulla prima casa per i redditi elevati, riformare il catasto

La raccomandazione della Commissione sull' Imu per i redditi alti "è una delle tante proposte" ma "le riforme fiscali vanno viste nel loro insieme ed io direi che cambiare idea su una tassa che è stata appena cambiata da pochi mesi non è una buona idea". Così il ministro dell'economia, Piercarlo Padoan, risponde - all'arrivo all'Eurogruppo a Bruxelles - ai giornalisti che chiedono un commento sulla raccomandazione dell'esecutivo Ue.  Il Ministro spiega inoltre che dalle raccomandazioni della Commissione europea per l'Italia e gli altri paesi "mi sembra che emerga un quadro positivo".  "Le riforme si continuano a fare - aggiunge - Bisogna implementarle e bisogna farne di altre. Siamo assolutamente d'accordo: la crescita ancora non ci soddisfa ma migliora. Poi, soprattutto, bisogna tenere la politica di bilancio in una strada stretta tra consolidamento e sostegno alla crescita.

"Ridurre la lunghezza dei processi della giustizia civile tramite un'efficace gestione dei casi e regole che assicurino la disciplina della procedura", è scritto nelle Raccomandazione della Commissione all'Italia. Restando nel campo della giustizia, l'esecutivo chiede anche di "aumentare la lotta contro la corruzione, in particolare rivedendo lo statuto delle limitazioni". Inoltre Bruxelles chiede il "completamento della riforma del pubblico impiego" e di "migliorare l'efficienza delle aziende pubbliche".

Nonostante questo, la Commissione identifica le principali criticità dell'Italia: il debito sopra il 130% del Pil, che sottrae risorse alla crescita, l'inefficienza della burocrazia e dalla pubblica amministrazione e la corruzione, ostacoli per l'attività economica, l'elevato livello di crediti inesigibili nei bilanci bancari, che diminuiscono la capacità di finanziare l'economia, la povertà e la scarsa partecipazione femminile al mondo del lavoro

E rimanda il governo all'autunno, quando "rivaluterà il rispetto dell'Italia del criterio del debito, sulla base dei dati notificati per il 2016 e delle previsioni economiche di autunno della Commissione, che includeranno le nuove informazioni sull'attuazione delle misure di bilancio nel 2017 e i piani per il bilancio 2018", dal momento che il Paese deve "perseguire la propria politica di bilancio in linea con i requisiti del braccio preventivo del patto di stabilità", cosa che "si traduce in uno sforzo sostanzioso per il 2018".

E, anche se non ci sono ancora "cifre" sugli obiettivi di bilancio che l'Italia dovrebbe raggiungere per il 2018, la raccomandazione è sempre la stessa: più tasse. La Commissione Ue ha invatti chiesto all'Italia di "spostare il carico fiscale dai fattori di produzione a misure meno dannose per la crescita". Cioè "ridurre il numero e la copertura delle detrazione e delle deduzioni", la riforma dal catasto e soprattutto "reintroducendo la tassa sulla prima casa per le famiglie ad alto reddito". 

E mentre la Commissione chiede dal Italia piu tasse essendo il paradiso delle tasse, nel senso che ce ne sono troppe e troppo alte, in una Unione che ancora tollera dei paradisi fiscali ...per il 2018, non si fermano i sbarghi che hanno un costo superiore di ogni richiesta fatta al Italia da parte della Ue....Il bollettino degli arrivi di oggi è drammatico. E, quel che è peggio, è in continuità con gli sbarchi delle ultime settimane. Nella notte, nel Porto Canale di Cagliari, la nave militare spagnola Canarias ha fatto sbarcare 643 migranti, in gran parte uomini, che erano stati soccorsi al largo delle coste libiche nei giorni scorsi. Dall'inizio dell'anno a oggi sulle coste italiane sono già sbarcati 50.041 clandestini, il 47,54% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (33.917). Al Viminale tocca così ad aggiornare il dato dopo il gran numero di arrivi dell'ultimo fine settimana. "Il Pd continua a prendere in giro gli italiani ed è complice dell'invasione dell'Italia", tuona la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, condannando la sinistra che sabato scorso ha marciato a Milano che vengano accolti piu stranieri.

I dati del Viminale confermano che è la Lombardia attualmente ad accogliere il maggior numero di migranti (13%), seguita da Lazio (9%), Campania (9%), Piemonte (8%), Veneto (8%), Emilia Romagna (7%), Toscana (7%), Puglia (7%) e Sicilia (7%). Sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco, il Paese di cui è originario il maggior numero di migranti è la Nigeria (6.516), davanti a Bangladesh (5.650), Guinea (4.712), Costa d'Avorio (4.474), Gambia (3.326), Senegal (3.069), Marocco (3.055), Mali (2.240), Pakistan (1.662) e Sudan (1.395). Dal primo gennaio al 19 maggio i minori stranieri non accompagnati sbarcati sono stati 6.242.

Tra i diversi arrivi nella città dei due mari, quello di oggi è il più rilevante numericamente e rimanda agli arrivi degli anni passati, quando l'hotspot ancora non esisteva e ogni sbarco à Taranto vedeva arrivare dai 700 ai mille clandestini e, talvolta, anche di più. Al molo Bengasi del porto di Vibo Valentia invece, la nave "Hamal Napoli" è attraccata scaricando sulla terra ferma altri 250 disperati. Il Viminale li ha dirottati qui dopo aver chiuso i porti siciliani in vista del G7 che si terrà a Taormina venerdì e sabato prossimi.

Cosi avendo di affrontare tante misure molto dettagliate, che non cambiano quasi mai. In particolare l'esecutivo dell'Ue - secondo anticipazioni del Sole24Ore - chiederà di nuovo all'Italia di spostare il carico fiscale dal lavoro ai consumi. In altre parole, di aumentare l'Iva. In teoria per alleggerire il fisco sui fattori produttivi. In realtà, visto che esistono vincoli di bilancio pesanti, per fare quadrare i conti.

Poi un nuovo diktat sulla casa. La Commissione vuole ripristinare in pieno le tasse introdotte dal governo di Mario Monti. E che lo stesso ex premier ha definito, ma solo a posteriori, una «patrimoniale». Quindi il ritorno di Imu e Tasi sulla prima casa, magari con il contentino dell'introduzione di qualche esenzione sulla base del reddito. Tanto per dare una coloritura sociale alla stangata.

 

Il procuratore di Trapani Ambrogio Cartosio ha parlato davanti al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, presieduto da Laura Ravetto. come rivela il quotidiano Italiano il Giornale.«Certo sarebbe utile aumentare le forze in campo, magistrati, forze dell'ordine - ha detto Cartosio -. Ma il fenomeno migratorio non può essere contrastato sul piano giudiziario e poliziesco. Il piano deve essere quello politico e sovranazionale». Poi, insieme al sostituto Andrea Tarondo, ha affrontato la questione dell'indagine aperta nei confronti di soggetti operanti a bordo di navi noleggiate dalle Ong, indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ma senza fare i nomi delle associazioni coinvolte.

Sull'operato delle Organizzazioni non governative nei salvataggi al largo delle coste libiche la procura di Palermo indaga per associazione per delinquere

«Ci sono condotte specifiche che vanno valutate anche alla luce dello stato di necessità - ha detto Tarondo -. Queste possono integrare astrattamente il reato di favoreggiamento, ma bisogna considerare che qui c'è un problema di salvataggio di vite umane. Ciò che conta è la valutazione che i giudici daranno dell'estensione dello stato di necessità. Bisogna capire se per questo si intenda solo quello di chi viaggia in mare e rischia di affogare o se va esteso anche a chi si trova in campi di concentramento in Libia ed è vittima di torture o di stupri». Fatti, quindi, che potrebbero essere non punibili perché il codice etico sul quale le organizzazioni basano la loro attività ruota attorno al «salvare vite umane».

Secondo il Giornale questo comporta la possibilità che le Ong non collaborino molto disinvoltamente con l'autorità di polizia qualora questo possa comportare sanzioni per le persone che loro aiutano. Cartosio smentisce invece che si stia indagando per accertare finanziamenti illeciti da parte delle Ong, mentre Tarondo conferma la scarsa collaborazione da parte di alcuni paesi, la Libia in primis. Sta di fatto, però, che alcuni soggetti delle Ong sapevano perfettamente luogo, ora e mare dove intervenire per i salvataggi e che in qualche occasione abbiano bypassando la centrale operativa della Guardia Costiera. Adesso il rischio più grande è legato alla criminalità. «In Sicilia arrivano non solo navi della Guardia costiera o Ong, ma gommoni, canotti, barchini, in completa clandestinità - ha concluso Cartosio -. Non sappiamo che cosa fanno e non possiamo escludere che finiscano vittime di reati gravissimi o vengano utilizzati dalle mafie come manovalanza».

Intanto anche il settimanale Panorama svela la questione spiegando che, l'ipotesi di reato è più grave di quella su cui lavora la procura di Trapani nei confronti di alcuni volontari di Medici senza frontiere favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, i magistrati palermitani vogliono avocare a sé tutte le indagini.

Un conflitto che il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti cercherà di ricomporre la settimana prossima, quando incontrerà a Roma i colleghi impegnati in prima linea sul tema dei profughi e della tratta di esseri umani.

Intanto la sinistra, guidata dal sindaco Beppe Sala, sfila con richiedenti asilo, centri sociali e comunità islamica. Un'iniziativa che è un vero e proprio schiaffo a quegli italiani che stanno pagando il prezzo di un'invasione incontrollata. "È una manifestazione contro gli italiani", tuona il senatore Maurizio Gasparri accusando la sinistra di "marcerà per avere più immigrati".

La marcia di sabato, però, già divide. La sinistra sfila, infatti, in un momento difficile per l'Italia che, anche quest'anno, si trova a dover gestire sbarchi con numeri da record e un'immigrazione che non è più possibile integrare. L'aumento della criminalità legata agli extracomunitari, le infiltrazioni degli islamisti e gli obiettivi delle Ong per "destabilizzare economicamente" il Belpaese gettano un'inquietante ombra sul fenomeno. Per questo la marcia "Milano senza muri" suona quasi una provocazione. "Mentre emergono scandali in serie nei centri di accoglienza dei clandestini, con coinvolgimenti di mafia e 'Ndrangheta, mentre si quantificano in quasi 5 miliardi le spese per gli stranieri che arrivano in Italia, mentre si negano mezzi a poveri anziani, disabili e pensionati italiani, mentre nel Mediterraneo sedicenti organizzazioni non governative, spesso poco trasparenti e mosse da intenti ideologici, alimentano con i loro traffici i guadagni degli scafisti e la morte dei clandestini nel Mediterraneo - accusa Gasparri - a Milano c'è chi marcerà per avere più immigrati".

Un movimento internazionale, con sezioni sparse in Austria, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Repubblica Ceca e Slovenia. Nato nel 2003 in Francia, i militanti si definiscono democratici, patriottici, apartitici ed europei. Mai razzisti. "Essere un giovane identitario significa dare un valore alla nostra cultura - spiga Fiato - E fare in modo che essa non scompaia" sotto il peso delle migrazioni e della mescolanza: "È il multiculturalismo il problema, gruppi troppo diversi tra loro non possono coesistere nello stesso luogo".

Il resto del programma profuma di nouvelle droite. I loro nemici sono "tutti coloro che hanno deciso di supportare l'immigrazione di massa": il mondo sindacale, la Chiesa Cattolica e l’antagonismo antifascista. Non solo: considerano la crisi dei rifugiati come "il più grande business economico mai intentato ai danni dei popoli europei"; denunciano "l'inganno dell'integrazione"; e mettono in guardia dal pericolo di una "Grande Sostituzione" etnica, dove le identità delle nazioni vengono "sradicate" in favore di multiculturalismo, mondialismo e liberalismo. Infine, sono patriottici ma non nazionalisti ("perché è un'ideologia che ha diviso gli Stati"); considerano il Vecchio Continente una casa comune, conservando però con orgoglio le identità locali, regionali e nazionali; e propongono la "remigrazione", ovvero la chiusura delle frontiere, l'espulsione dei criminali stranieri, l'aumento dei rimpatri e la limitazione alla costruzione delle moschee.

Intanto in esclusiva del quotidiano Italiano Il Giornale si scopre che un nuovo sorprendente tassello aiuta a chiarire la storia di Moas, la più attiva e la più discussa tra le organizzazioni non governative della cosiddetta «flotta solidale». Un gruppo di navi che, com'è ormai assodato, va incontro ai barconi dei migranti a ridosso delle coste libiche, li carica a bordo e li trasporta nei porti italian

Aderendo spontaneamente a una richiesta di trasparenza, la Ong fondata da un ricca coppia italo-americana, Chris e Regina Catrambone, ha fornito al Giornale l'elenco dei suoi dieci principali finanziatori. Sorpresa: la Ong con sede a Malta e dirigenti provenienti dall'esercito maltese, cioè da un Paese che non accoglie profughi, ha tra i suoi dieci migliori finanziatori la Svizzera, cioè un'altra terra più predisposta ad accogliere chi arriva in Ferrari di chi sbarca da un gommone.

Come scrive il Giornale tutto perfettamente legittimo e comprensibile, ma resta da capire perché un dipartimento del ministero degli Esteri della Confederazione Elvetica abbia generosamente finanziato un'operazione che ha l'effetto di portare migranti in un altro Stato, ovvero l'Italia. Per di più, difficilmente i suddetti migranti possono poi scegliere di proseguire il viaggio verso la Svizzera. Berna infatti aderisce al trattato di Dublino, che prevede l'asilo nel Paese di primo approdo, e lo applica in modo piuttosto puntiglioso.

Come riferisce il quotidiano Italiano : Non per niente è la nazione che ha rispedito nel Paese europeo di primo approdo, quasi sempre l'Italia, il maggiore numero di migranti. Nel periodo 2009-2014, la Svizzera ha accolto solo 2.523 richiedenti asilo e ne ha ricacciati verso altri Paesi 19.517. Un record difeso strenuamente: il governo federale elvetico ha infatti alzato un muro contro ogni tentativo di cambiare l'accordo di Dublino. E ora si capisce meglio come mai. Tra l'altro, negli ultimi anni la Svizzera ha iniziato a ospitare i migranti in centri ricavati nei bunker sotterranei della locale Protezione civile. Facile capire perché il numero delle richieste d'asilo sia decisamente in calo.

Nell'audizione dello scorso 4 maggio il Parlamento italiano, attraverso il comitato Schengen, ha pressato i dirigenti di Moas, ottenendo come unica risposta che avevano ricevuto «230mila euro da un'istituzione europea», aggiungendo di non essere in grado di specificare quale, nonostante le insistenze della presidente Laura Ravetto che, giustamente, faceva notare che un'istituzione pubblica non può invocare la privacy.

Nell'elenco fornito al Giornale l'unica istituzione pubblica è l'Agenzia svizzera per la cooperazione e lo sviluppo, che è un dipartimento del ministero degli Esteri della Confederazione. La nazione delle banche negli ultimi anni ha erogato copiosi finanziamenti alla piccola Malta. Una fetta, a quanto si scopre ora, è finita proprio alla Moas.

Come sottolinea il Giornale : Considerate le polemiche sulle attività delle Ong, ce ne sarebbe abbastanza perché il governo italiano chiedesse conto della ragione di questo finanziamento alla Svizzera, ma considerato che finora Gentiloni e i suoi uomini hanno soprattutto pensato a difendere, in modo pregiudiziale, l'onorabilità delle Ong dalle inchieste delle Procure, chissà se il governo avrà voglia di vederci chiaro. In favore dei vertici di Moas va detto che almeno loro hanno accettato di raccontare la provenienza di una parte dei soldi.

Altre Ong hanno risposto al Giornale col silenzio o con informazioni parziali. Ma chi sono gli altri finanziatori di Moas? Ecco il resto dell'elenco dei top 10: Croce rossa italiana, Medici senza frontiere, i lettori del quotidiano britannico Guardian, Avaaz, Caritas Germany, il gruppo petrolifero tedesco Ogi, il fondo tedesco Aurelius Invest, Emergency e Soundtoys (un'azienda tech). Dunque, come in un gioco di scatole cinesi, i finanziamenti alle Ong arrivano anche da altre Ong. Tra queste spicca il nome di Avaaz, un colosso mondiale che ha una struttura soprattutto «virtuale»: è capace di smuovere grandi campagne mediatiche, ma lo fa soprattutto attraverso i media e la raccolta di adesioni via web. Dietro ad Avaaz ci sarebbe l'ormai stracitato finanziere George Soros, noto per le speculazioni finanziarie basate sulle oscillazioni delle valute causate dall'instabilità delle economie di interi Paesi. Un «socio sostenitore» che suscita altri interrogativi su Moas.

Altre Ong del resto sono state ancora più opache. La tedesca Sea Watch ha invocato la privacy sui donatori e al Parlamento italiano ha solo detto che sono privati, al 95% tedeschi e il 5% da altri Paesi, da Cipro al Sudafrica, al Regno Unito. Negli ultimi giorni il governo, dopo avere minimizzato il problema, ha iniziato a valutare l'istituzione di un registro delle Ong in mare. Ecco come ha commentato il portavoce di Sea Watch Axel Grafmanns: «In caso lo valuteremo».

Mi fa molto piacere piacere questa opportunità di incontro sia per i rapporti Italia-Russia, ottimi e eccellenti, sia per parlare della delicata situazione internazionale in cui ci troviamo" ha detto a Sochi il premier Paolo Gentiloni all'inizio dell'incontro bilaterale con il presidente russo, Vladimir Putin.

"Non non so se sia merito del nostro consiglio di cooperazione ma è incoraggiante la ripresa dell'interscambio tra i nostri due paesi"ha detto il premier Paolo Gentiloni all'inizio del bilaterale con il presidente Vladimir Putin spiegando che oltre a "confermare gli eccellenti rapporti bilaterali", la visita "per me è un'opportunità, come presidente del G7 per uno scambio di opinioni in vista dell'importante vertice che si terrà in Sicilia tra dieci giorni". Abbiamo "molti argomenti bilaterali e internazionali", ha aggiunto.

"Ci siamo visti recentemente in Cina e sono molto felice di rivederci. Abbiamo notato un certo declino nell'interscambio italo-russo ma da quando lei è diventato premier l'interscambio è tornato a salire. Nei primi dell'anno è in crescita del 28% ha detto il presidente Vladimir Putin accogliendo il premier Paolo Gentiloni a Sochi.

"La ripresa globale sta guadagnando terreno, tuttavia la crescita resta moderata e il Pil è ancora sotto il potenziale in molti Paesi" afferma il G7 economico-finanziario di Bari nel comunicato finale, nel quale ribadisce il proprio "impegno alla cooperazione economica e finanziaria rimanendo determinati a usare tutti i mezzi di politica monetaria, di bilancio e strutturale, individualmente e collettivamente, per raggiungere l'obiettivo di una crescita forte, sostenibile, equilibrata e inclusiva". 

Per l'economista James Galbraith "è molto importante che torni il controllo pubblico sul settore finanziario. Questo non è avvenuto negli ultimi 10 anni e ha provocato un aumento globale delle disuguaglianze, oggi sotto gli occhi di tutti". Galbraith ne ha parlato oggi a Bari a margine del forum su 'Economia e povertà' organizzato dalla Regione Puglia mentre nel capoluogo pugliese è in corso il G7 Finanze. Galbraith ha detto che "l'Ue deve cambiare, non ha molte alternative di fronte, deve cambiare se vuole sopravvivere: oggi l'alternativa da scegliere è tra un gruppo di Paesi progressisti che si mettono insieme per combattere la povertà, o lasciare il campo a persone come Marie Le Pen". L'economista statunitense ha osservato "che tutte le regioni debbano avere voce in capitolo quando si tratta di risolvere i problemi economici: purtroppo - ha rilevato - questo non succede ed è un fatto deplorevole. Sono i ricchi che vengono a dettare le regole ma non si può più andare avanti così". 

"La crescita del Sud e le sue prospettive di sviluppo sono legate alla qualità delle persone, alla vivacità e capacità d'innovazione del suo tessuto di imprenditori e ad alcune politiche pubbliche. Tra queste hanno avuto un grande peso le scelte dei governi che hanno accantonato prassi assistenzialiste e introducendo misure per migliorare le condizioni in cui si svolge l'attività d'impresa". Lo affermano in una nota di apertura del G7 di Bari il ministro dell'Economia e Finanze, Pier Carlo Padoan, e il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, che sottolineano come "le risorse finanziarie, nazionali e dell'Ue, hanno assicurato un contributo fondamentale a questo sviluppo e continueranno a darlo". "Abbiamo voluto che le riunioni del G7 si svolgessero in una delle regioni più vivaci", del Sud - aggiungono - "bellissima e dinamica anche sul piano industriale e del capitale umano, anche per sottolineare il ruolo che politiche pubbliche hanno avuto qui e possono avere ovunque, per superare gli ostacoli allo sviluppo"posti talvolta dagli accidenti della Storia". 

"Non siamo al momento delle decisioni, stiamo discutendo, sappiamo che ci sono le regole, e l'Italia deve impegnarsi". Così il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici arrivando al castello Svevo per i lavori del G7 finanze, rispondendo a una domanda sulla possibilità che possa essere concessa flessibilità per il 2018. "Finora tutta la flessibilità è stata garantita". Ora "stiamo considerando le circostanze, non siamo rigidi" e il "dialogo tra la Commissione, l'Italia e Padoan è buono". Moscovici ha quindi ribadito che "l'Italia deve costantemente andare avanti sul cammino delle riforme". 

 "Saremo in piazza per dare voce a tutti quelli che da questo vertice vengono ignorati, ma che vivono sulla propria pelle le decisioni prese dall'alto. Da una Sicilia sempre più impoverita e marginalizzata annunciamo la nostra volontà di far sentire il fiato sul collo ai potenti della Terra". Lo annuncia il Coordinamento regionale siciliano contro il G7, che si prepara alla due giorni di manifestazione in programma a Giardini Naxos in contemporanea con il summit, che vedrà riuniti a Taormina capi di Stato e di Governo. Si parte a piazza Verga a Catania, il 26 maggio alle 17.30 con un'assemblea a Giardini Naxos per "confrontarsi su economia, migrazioni, guerre, ambiente, conoscenza". L'indomani, sempre a Giardini Naxos, è in programma una manifestazione nazionale con movimenti territoriali, delle lotte sociali, partiti e sindacati. Il concentramento è previsto alle 15 nella piazza di Recanati: il corteo poi percorrerà il lungomare. 

Tra i reparti speciali schierati dai carabinieri a Taormina per il G7 si sono anche le Squadre operative di supporto (Sos). Sono unità antiterrorismo, messe in campo dal Comando Generale dell'Arma, composte da uomini appositamente addestrati e in grado di fronteggiare situazioni particolari. I militari sono dotati di un equipaggiamento speciale e di attrezzature in uso all'élite dell'antiterrorismo. Le Sos permettono di disporre di uno "scudo" di prima risposta antiterrorismo versatile e configurabile secondo le necessità in qualsiasi parte del territorio con brevi tempi di intervento. Sono la risposta immediata ai gruppi terroristici armati, in grado di arginare tempestivamente possibili incursioni armate, di entrare in azione in caso di attacchi a fuoco verso gruppi di persone, raid isolati all'indirizzo di cittadini comuni o esponenti delle istituzioni. 

Intanto l'Istat traccia una nuova mappa socio-economica dell'Italia, dividendo il Paese in nove gruppi in base al reddito, al titolo di studio, alla cittadinanza e non guardando così più solo alla professione, come nelle tradizionali classificazioni. I due sottoinsiemi più numerosi sono quelli delle 'famiglie di impiegati', appartenete alla fascia benestante (4,6 milioni di nuclei per un totale di 12,2 milioni di persone) e delle 'famiglie degli operai in pensione', fascia a reddito medio (5,8 milioni per un totale di oltre 10,5 milioni di persone). Per l'Istat il gruppo più svantaggiato economicamente è quello delle 'famiglie a basso reddito con stranieri' (1,8 milioni pari a 4,7 milioni di persone), seguono le 'famiglie a basso reddito di soli italiani' (1,9 milioni che comprendono 8,3 milioni di soggetti), le meno numerose 'famiglie tradizionali della provincia' e il gruppo che riunisce 'anziane sole e giovani disoccupati'. A reddito medio sono invece considerate oltre alle famiglie di operai in pensione, quelle di 'giovani blu collar' (2,9 milioni, pari a 6,2 milioni di persone). Nell'area dei benestanti, l'Istat inserisce oltre alle 'famiglie di impiegati', quelle etichettate 'pensioni d'argento' (2,4 milioni, per 5,2 milioni di persone). Il primo posto sul podio dei più ricchi spetta alla 'classe dirigente' (1,8 milioni di famiglie, pari a 4,6 milioni di persone).

L'Istat fa notare come nel gruppo leader dal punto di vista numerico, quello degli impiegati, il capofamiglia, la persona di riferimento, sia donna in quattro casi su dieci. La nuova mappa nasce dall'esigenza di tenere conto anche della popolazione non occupata, a differenza delle classiche tassonomie che prendono in considerazione solo i lavoratori, e soprattutto dalla necessità di ricalibrare le stratificazioni socio-economiche, viste le frammentazioni in atto. Oggi infatti, fa notare l'Istituto, la "classe operaia ha perso il suo connotato univoco" e "la piccola borghesia si distribuisce su più gruppi sociali.

 

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