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Giovedì, 01 Maggio 2025

Giorgia Meloni pronta a volare a Washington

Il prossimo 17 aprile, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sarà ricevuta da Donald Trump a Washington, in un incontro che va ben oltre la questione dei dazi americani. Se da un lato Meloni difende con fermezza gli interessi economici e commerciali dell’Italia, dall’altro si prepara ad assumere un ruolo di ponte diplomatico tra gli Stati Uniti e l’Unione europea.

Un ruolo, quest’ultimo, che non è passato inosservato nemmeno agli osservatori internazionali. Politico, nella sua edizione europea, dedica ampio spazio alla missione della premier italiana, riconoscendole una posizione strategica unica nel contesto geopolitico attuale.

“Giorgia Meloni si è presentata come mediatrice tra Washington e Bruxelles. La prossima settimana, nello Studio Ovale, il primo ministro italiano avrà l’opportunità di mostrare loro di cosa è capace”, scrive il quotidiano.
“Considerati i suoi rapporti amichevoli con il presidente e con diverse figure della sua amministrazione, l’Europa difficilmente avrebbe potuto scegliere un’emissaria migliore”.

In un momento di forte tensione internazionale, con l’Europa sempre più divisa su tematiche cruciali come sicurezza, politica industriale e commercio, Meloni sembra voler accreditare l’Italia come attore chiave nella costruzione di un nuovo equilibrio transatlantico. La sua posizione, ben vista tanto da Washington quanto da Bruxelles, potrebbe rivelarsi decisiva nel tentativo di evitare nuove fratture tra le due sponde dell’Atlantico.

In gioco non ci sono solo interessi economici, ma anche la credibilità internazionale dell’Italia e la capacità di farsi interprete di una mediazione politica tra due mondi sempre più distanti.

Meloni pronta alla sfida: azzerare i dazi industriali e aprire un nuovo dialogo commerciale con gli USA

Tra gli obiettivi principali della visita di Giorgia Meloni a Washington il prossimo 17 aprile c’è una sfida tanto ambiziosa quanto delicata: azzerare i dazi reciproci sui prodotti industriali tra Stati Uniti e Unione europea, rilanciando il concetto di “zero per zero” come base per un nuovo equilibrio commerciale.

Una missione che potrebbe rivelarsi più accessibile del previsto, almeno secondo l’analisi di Politico. Il noto quotidiano internazionale sottolinea infatti come l’aspetto più ostico della trattativa — la retorica protezionista di Donald Trump — sia, paradossalmente, anche il nodo più facilmente gestibile.

“Convincere Trump a usare toni più concilianti dovrebbe essere la parte facile”, si legge su Politico.
“Tutto ciò che Meloni deve fare è rilasciare le giuste dichiarazioni sul commercio con l’America alle condizioni di Trump, un terreno che i suoi ministri hanno già preparato con impegno”.

Dietro queste parole si intravede una strategia ben calibrata da parte del governo italiano, che ha lavorato nei mesi scorsi per preparare il terreno diplomatico, tessendo relazioni con i membri dell’amministrazione statunitense più vicini all’ex presidente.

Meloni si propone quindi come interlocutore credibile non solo per promuovere l’interesse nazionale, ma anche per avviare un processo di disinnesco delle tensioni commerciali transatlantiche, puntando su un dialogo fondato sul reciproco vantaggio. Se la premier riuscirà a ottenere anche solo un’apertura su questo fronte, potrà rafforzare ulteriormente la posizione dell’Italia sia sullo scenario europeo che internazionale.

Meloni porta negli USA la “linea italiana”: meno rigidità, più trattativa per difendere imprese e occupazione

In vista del viaggio a Washington, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si prepara a portare sul tavolo delle trattative con l’amministrazione statunitense un approccio pragmatico e costruttivo, ben diverso dalla linea più rigida adottata da Bruxelles. Il cuore della posizione italiana? Scongiurare una guerra commerciale e puntare su un dialogo che eviti danni irreversibili per le economie europee.

Meloni intende rappresentare una voce diversa, più realista, spiegando che il tema dei dazi va affrontato “senza allarmismi né irrigidimenti ideologici”. Secondo Palazzo Chigi, l’escalation di misure protezionistiche rischia di ritorcersi contro le imprese europee, già in difficoltà a causa delle regole troppo stringenti del Green Deal.

“Occorre lavorare sulle regole ideologiche e poco condivisibili del Green Deal europeo – ha dichiarato la premier – per riuscire a trovare benefici concreti per il nostro sistema produttivo”.

Ma l’iniziativa del governo italiano non si limita al confronto con gli Stati Uniti. Meloni punta il dito anche contro l’atteggiamento auto-punitivo dell’Unione europea, che avrebbe imposto su sé stessa barriere commerciali e vincoli normativi che penalizzano la competitività dell’industria europea.

“Intendiamo attivarci da subito per aprire un forte negoziato con la Commissione UE – ha annunciato – per ottenere un regime transitorio più favorevole sugli aiuti di Stato, maggiore flessibilità nella revisione del PNRR, un utilizzo più mirato dei fondi di coesione e una definizione più realistica del Piano sociale per il clima”.

La posizione di Meloni è netta: l’Europa non può continuare a far finta di niente, come se la crisi non esistesse. Se non cambia rotta e continua a iper-regolamentare ogni ambito, rischia non solo l’irrilevanza geopolitica, ma la tenuta stessa del progetto europeo. E allora, forse, il problema più grave non saranno i dazi americani, ma l’autoreferenzialità di Bruxelles.

Meloni: un piano da 25 miliardi per sostenere imprese, occupazione e produttività

In un momento segnato da forti incertezze economiche, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni mette in campo un articolato piano di intervento a sostegno del sistema produttivo italiano. L’obiettivo è chiaro: fronteggiare la nuova congiuntura economica e garantire stabilità occupazionale, produttività ed efficienza.

Durante un recente intervento, Meloni ha annunciato l’attivazione di tavoli di lavoro con le parti sociali e le categorie produttive per individuare soluzioni concrete e rapide. Ma soprattutto ha spiegato come il governo abbia già identificato risorse significative da destinare a questa nuova fase di rilancio.

“Abbiamo individuato, nell’ambito della dotazione finanziaria del PNRR e della sua prossima revisione, circa 14 miliardi di euro che possono essere rimodulati per sostenere l’occupazione e aumentare l’efficienza della produttività”, ha spiegato la premier.

Accanto a queste risorse, l’esecutivo prevede di programmare circa 11 miliardi provenienti dai fondi di coesione, destinando a imprese, lavoratori e settori che rischiano di essere maggiormente colpiti dalla crisi.

Un ulteriore canale di finanziamento potrebbe arrivare da una revisione del Piano per il clima, che permetterebbe di destinare nuove risorse a sostegno del tessuto economico-produttivo nazionale, allineando così le politiche ambientali con quelle di crescita.

Il pacchetto complessivo, dunque, supera i 25 miliardi di euro e si propone non solo come risposta alle difficoltà contingenti, ma anche come strumento di riforma strutturale per aumentare la competitività del Paese nel medio-lungo periodo. Una mossa che conferma l’intenzione del governo Meloni di coniugare rigore economico e sostegno sociale, con un occhio sempre attento agli equilibri europei.

 

Fonte Politico

 

 

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