L’annuncio del Santo Padre Papa Francesco di consacrare la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria il prossimo 25 marzo, solennità dell’Annunciazione del Signore, ha una grande importanza nel mondo dei credenti. Il gesto di Papa Francesco per Renato Farina, ha ricalcato nettamente i suoi predecessori, sconcertando probabilmente il mondo mass mediatico: Papa Francesco è uguale, identico a tutti i papi degli ultimi cento anni.
Il gesto verrà compiuto “in parallelo”a Fatima dal Cardinale Krajewski, dev’essere considerato una grande notizia, una notizia di importanza storica. Il Papa ha così risposto all’appello dei vescovi ucraini, che hanno salutato l’iniziativa con grande gioia e speranza. Monsignor Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica di Kiev-Halyč, ha spiegato che i cattolici ucraini avevano chiesto di compiere questo gesto già dal 2014, all’inizio dei gravi scontri in Ucraina, richieste che sono aumentate a partire dallo scorso 24 febbraio. Ai credenti non rimane che ringraziare il Papa come ha fatto il sito di Alleanza cattolica.
“Consacrare, nel contesto della fede cristiana, è una cosa seria. Significa separare dal mondo e affidare a Dio qualcosa, in questo caso due nazioni. Nel caso della Russia, significa reiterare un gesto già compiuto e sta a significare quanto detto da Benedetto XVI, che il mistero di Fatima non si è esaurito e riguarda anche il futuro”. (Marco Invernizzi, Consacrare Russia e Ucraina a Maria è una cosa seria, 16.3.22, Tempi)
Infatti, Quando Benedetto XVI andò in pellegrinaggio a Fatima il 13 maggio 2010 disse questa frase nell’omelia della Messa celebrata sulla immensa spianata dove la Madonna era apparsa ai tre pastorelli nel 1917: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa».
Non sto qui a raccontare la storia delle apparizioni della Madonna a Fatima, che nel 1976 la rivista Cristianità, ha definito l’avvenimento più importante del secolo XX. Lo facevo con i ragazzini a scuola quando insegnavo Religione.
Continuo le riflessioni di Invernizzi sulla consacrazione, “consacrare l’Ucraina significa affidare quel popolo alla protezione divina mentre si trova nella prova drammatica di un’aggressione militare da parte di un esercito molto più forte. Consacrare Russia e Ucraina insieme significa ricordare ai due popoli le loro comuni radici cristiane, grazie alla conversione del principe Vladimiro avvenuta proprio a Kiev nel 988”.
Inoltre continua Invernizzi, “Consacrare due nazioni in conflitto oggi significa ricordare che il mistero di Fatima riguarda anche il mondo post 1989. La caduta del Muro di Berlino, infatti, non ha posto fine alla storia, ma la ha resa molto più complessa. Il mondo è passato da un sistema bipolare fondato sulla contrapposizione fra l’Occidente e il mondo comunista a un sistema multipolare, dove sono diventate protagoniste altre realtà, come la Cina, l’India e l’islamismo radicale”.
Alla Guerra fredda non è seguita la pace, ma una serie continua di guerre locali, una «guerra mondiale a pezzi» come l'ha definita papa Francesco, dominata dall’esplodere degli egoismi nazionalistici. In questo contesto è esplosa la crisi ucraina, frutto di una diplomazia deficitaria e di un nazionalismo imperialista che si è lasciato sedurre dal mito anticattolico della Terza Roma.
E’ probabile che abbia ragione il cardinale Pietro Parolin il segretario di Stato Vaticano, quando afferma: «Purtroppo, bisogna riconoscere che non siamo stati capaci di costruire, dopo la caduta del Muro di Berlino, un nuovo sistema di convivenza fra le nazioni, che andasse al di là delle alleanze militari o delle convenienze economiche. La guerra in corso in Ucraina rende evidente questa sconfitta».
Pertanto, la consacrazione del 25 marzo ci ricorda che solo Cristo è il Signore della storia e soltanto la conversione dei popoli può avvicinare il traguardo della pace. Può soprattutto ricordare a noi cattolici che il Messaggio di Fatima è sempre valido e il Cuore di Maria è sempre disponibile a elargire le Grazie che le venissero richieste.