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Londra, G7: Rapporti con Russia e Cina, post Covid e vaccini

Dopo gli anni di gelo imposti da Donald Trump e i lunghi mesi della pandemia, riparte oggi a Londra "in presenza" il G7 dei ministri degli Esteri. È il preludio del vertice dei 7 capi di Stato e di governo che si terrà in Cornovaglia il mese prossimo, la prima uscita internazionale di Joe Biden.

L'origine dei Summit delle grandi economie industrializzate risale al 1975, quando il Presidente francese Valéry Giscard d’Estaing invitò i Leader della Repubblica federale di Germania, del Regno Unito, dell'Italia, degli Stati Uniti e del Giappone a Rambouillet per discutere della crisi economico-finanziaria successiva allo shock petrolifero del 1973-1974. I colloqui di Rambouillet sancirono quelle caratteristiche peculiari che contraddistinguono il foro ancora oggi: senso di informalità tra Leader; schiettezza del dialogo; trattazione dei grandi temi di attualità internazionale; intimità della location del Vertice; presenza di funzionari di fiducia dei Capi di Stato e di Governo ( i c.d. “Sherpa”); brevità dell'incontro; sottoscrizione di una dichiarazione congiunta contenente impegni politici di alto livello.

Così riparte la diplomazia in presenza: il 4 maggio si è aperto il vertice dei sette capi di Stato e di governo, preludio del meeting che si terrà in Cornovaglia il mese prossimo. Tanta carne al fuoco, in primis il tema dell’autoritarismo per far fronte comune “fra società aperte e democratiche e dimostrare unità in un tempo nel quale è necessario contrastare le sfide e le minacce che si moltiplicano”, questo il messaggio di benvenuto diffuso dal padrone di casa Dominic Raab nella prima sessione della riunione dei ministri degli Esteri. Un vertice dell’era Covid e post-Covid allo stesso tempo, da molti definito il G7 “anti-Cina”, e con ospiti illustri come Australia, India, Corea del Sud, Sud Africa e sultanato del Brunei. Soprattutto l’India è tema di discussione all’ordine del giorno, Paese che ha raccolto la solidarietà di tutti i membri a seguito della nuova devastante ondata di contagi da Covid-19. Ma fra le stanze del potere vi è un’ipotesi che serpeggia da tempo e che, in queste ore, torna in auge fra i sette potenti e i loro adjunt.

Gli Usa vogliono un meccanismo di consultazione che coinvolga il G7 per garantire una risposta coordinata alla Cina: è una delle proposte che arrivano, a sentire Bloomberg, dalla riunione dei ministri degli Esteri delle 7 economie più sviluppate al mondo (i ministri sono riuniti da oggi a Londra, prima riunione 'de visu' dall'inizio della pandemia da Covid-19). All'ordine del giorno c'è anche la proposta di istituire un gruppo chiamato "Amici di Hong Kong" per condividere informazioni e preoccupazioni su quanto sta accadendo nell'ex colonia britannica. I Ministri degli Esteri del G7 hanno iniziato stamane nella capitale britannica il loro primo incontro faccia a faccia dal 2019, che durerà fino a domani.Oltre ai membri permanenti del gruppo - Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone e UE - sono stati invitati rappresentanti di India, Australia, Sud Africa e Corea del Sud, che pero' non partecipano alle principali sessioni del dibattito, ma ad eventi paralleli.La riunione aveva un ordine del giorno centrato proprio sull'adozione di misure decise sui temi che il G7 considera più critici a livello globale, Russia, Iran, Myanmar e Cina, appunto.

Si tratta di un’ipotesi che sa di “concerto delle Nazioni” vecchio stampo, e che preme sugli aspetti legati alla democrazia e ai diritti umani piuttosto che quelli economici. L’idea è quella di trasformare il Gruppo dei Sette, fondato nel 1975, in un di D10 (D sta per democratic) soprattutto per volontà di Boris Johnson che, nel gennaio di quest’anno, aveva chiarito il proprio intento ad andare in questa direzione. Di conseguenza, la Corea del Sud, l’India e l’Australia dovrebbero essere invitate a tutte le sessioni di questi incontri, a cui parteciperanno come di consueto Stati Uniti, Italia, Francia, Giappone, Germania, Canada e Regno Unito.

Una riforma a trazione angloamericana,secondo insideover che tuttavia non viene dalla storica special relationship (che si complica con il confronto Biden-Johnson) ma si fonda su ragioni ed esigenze differenti ma convergenti. Johnson è un giano bifronte: è, allo stesso tempo, l’uomo del “preparatevi a perdere i vostri cari” e dell’immunità di gregge raggiunta a suon di vaccini. Percepito da alcuni membri dello staff di Biden come un populista trumpiano che ha danneggiato il multilateralismo, ha necessità di un lifting politico nel dopo Brexit e di proporsi come fautore di questa mini Società della Nazioni, che può contribuire a dissipare i pregiudizi sulla sua leadership.

Biden, dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, ha la necessità di fare la storia: ha da tempo proposto un vertice per la democrazia da realizzarsi nel primo anno della sua presidenza, e il vertice D10 potrebbe fornire una piattaforma o una stazione di passaggio per un evento più ampio. L’ex sleepy Joe sta cercando di fare di se stesso un Woodrow Wilson 3.0, e guidare un progetto come il D10 potrebbe assicurare le elezioni di medio termine, la rielezione e indici di gradimento migliori.

L'obiettivo della presidenza britannica : Far fronte comune "fra società aperte e democratiche e dimostrare unità in un tempo nel quale è necessario contrastare le sfide che condividiamo e le minacce che si moltiplicano". E' l'obiettivo della presidenza britannica del G7 riassunto nel messaggio di benvenuto diffuso dal padrone di casa Dominic Raab sullo sfondo dell'apertura alla Lancaster House di Londra della prima sessione della riunione dei ministri degli Esteri dei 7 (per l'Italia Luigi Di Maio) e del capo della diplomazia Ue, un mese prima del vertice dei leader in Cornovaglia. Sessione dedicata fra l'altro agli spinosi rapporti con Russia e Cina, e a Siria e Libia.

Dalla seconda metà di maggio l'Italia riapre ai turisti: "la pandemia ci ha costretto a chiudere, ma siamo pronti a ridare il benvenuto al mondo" dice il presidente del Consiglio Mario Draghi annunciando che si potrà tornare a viaggiare in tutto il paese con un 'pass verde nazionale' simile a quello introdotto con l'ultimo decreto legge, che consente lo spostamento anche nelle regioni arancioni o rosse, in attesa che entri in vigore il green pass europeo previsto per la metà di giugno. Dopo aver ripristinato le zone gialle e consentito di tornare al cinema, al teatro, al museo e anche a cena fuori, anche se fino al 1 giugno solo all'aperto, il governo prosegue dunque nella strategia delle riaperture, consapevole che il turismo è una delle chiavi per rilanciare il paese: nel 2020, stando ai dati di Bankitalia elaborati dalla Coldiretti, l'emergenza Covid ha tagliato di circa 26 miliardi le spese dei viaggiatori stranieri in Italia, crollate di quasi il 60% rispetto al 2019.

"Le nostre montagne, le nostre spiagge, le nostre città stanno riaprendo" e "non ho dubbi che il turismo riemergerà più forte di prima" conferma Draghi rivolgendo un appello al resto del mondo: "è arrivato il momento di prenotare le vostre vacanze in Italia, non vediamo l'ora di accogliervi di nuovo". Il pass sarà dunque in vigore dal 15 maggio, in attesa che entri in vigore quello europeo a metà giugno, con l'obiettivo di offrire a chi vuole venire in Italia "regole chiare e semplici" per garantire la massima sicurezza, dice il premier dopo la riunione dei ministri del turismo del G20. Ma come sarà il pass per gli stranieri? La linea è quella già indicata nel decreto attualmente in vigore per le 'certificazioni verdi' che consentono agli italiani di spostarsi tra regioni di colore diverso: l'attestato di avvenuta vaccinazione, con entrambe le dosi e solo con i vaccini autorizzati dall'Ema, il certificato di guarigione o un tampone con esito negativo effettuato nelle 48 ore precedenti.

Il turismo continua a essere uno dei settori più duramente colpiti dalla pandemia, con arrivi turistici internazionali in calo del 73% a livello globale nel 2020 e impatti senza precedenti sui gruppi vulnerabili e piccole e medie imprese, e con quasi 62 milioni di posti di lavoro persi a livello globale, che rappresentano un calo del 18,5%, con una prospettiva che rimane altamente incerta. La ripresa dei viaggi e del turismo è cruciale per la ripresa economica globale, si legge ancora nella bozza del documento.

L'altra novità riguarda il coprifuoco ora fissato alle 22, questione che ha diviso la maggioranza e che il governo affronterà nel tagliando di metà maggio. "C'è l'intenzione di rivedere le misure sulla base dell'andamento dei contagi e sono ragionevolmente fiducioso che la misura in tempi brevi possa essere rivista favorevolmente" dice il ministro del Turismo Massimo Garavaglia soddisfatto per l'esito della riunione del G20. "Il settore del turismo è quello che inquadra la quota maggiore di donne e giovani, soprattutto al sud, e la ripartenza aiuterà queste categorie".

"La ripartenza passa per il turismo ma passa anche per le riaperture in generale: siamo tutti d'accordo che il coprifuoco debba essere superato e stiamo lavorando per superarlo il prima possibile, grazie anche a una campagna di vaccini che finalmente ha segnato 500 mila dosi la giorno", dice il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

"Stiamo riaprendo, con l'obiettivo di far ripartire il turismo e l'economia. Dobbiamo sostenere il settore turistico, commercianti, ristoratori.
Dobbiamo fare impresa e creare lavoro. L'Italia è pronta, lavoriamo per superare totalmente il coprifuoco, ma non abbassiamo la guardia.
In questa seconda giornata di G7 a Londra ribadirò ai miei omologhi che stiamo lavorando per accogliere turisti stranieri in Italia, in totale sicurezza. Siamo pronti a dargli il benvenuto nelle nostre incantevoli regioni". Lo scrive il ministro degli Esteri Luigi Di Maio su Facebook.

 

 

Fonti : Rai / Il Giornale / Ansa 

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