I possibili motori dello sviluppo del Mezzogiorno

A nostro modesto avviso, i soggetti che possono essere “motori di sviluppo” del Mezzogiorno, sono gli imprenditori del Sud. Vediamo come. C’è la cosiddetta quarta rivoluzione tecnologica, che attiene ai processi di computerizzazione dell’attività produttiva. In tal senso, c’è uno stanziamento statale, ingente, intorno ai 10miliardi di euro per il 2018, la gran parte dei quali, (7,8) miliardi, sono destinati ad incentivare l’ammodernamento degli impianti industriali per il periodo 2017-2020. A questo punto, va detto che si tratta di una misura di politica industriale mirata ad un “salto tecnologico” delle nostre imprese che va salutata con grande favore. Va detto, anche, che l’avanzamento tecnologico delle imprese è uno strumento essenziale per consentire alle stesse imprese, di accrescere il tasso di rotazione del capitale, acquisendo quote di mercato e profitti attraverso il minor tempo necessario, per la produzione e la vendita. A tal proposito, occorre evidenziare come nelle relazioni banche-imprese di tipo ricorrente, le tecnologie hanno consentito di sviluppare un potenziale informativo importante. Ancora, ci vuole più innovazione e livelli tecnologici avanzati per le imprese del Sud, per poter competere in questo contesto territoriale e sociale: il nostro potenziale dell’agricoltura e del turismo. Dobbiamo dire pure, senza mezzi termini, che le imprese del Sud, per essere motori di sviluppo, “costanti”, hanno bisogno di una stabilità, a livello politico, nazionale e locale ma, anche, di riforme capaci di dare slancio al mondo imprenditoriale, al fine di avviare, dopo la crisi, la ripresa e lo sviluppo, tanto atteso, del Mezzogiorno.