La legge di stabilità è gravemente recessiva sul piano generale ed assesta un colpo mortale ai segnali di ripresa del mercato immobiliare. Travolge l’impianto dell’imposizione immobiliare annunciato ad agosto e che avevamo condiviso. Che la Confindustria chieda in audizione la tassazione degli immobili non locati quando ha chiesto ed ottenuto l’esenzione dall’Imu degli immobili invenduti delle imprese, è segno dei tempi oltre che di una palese contraddittorietà. La legge di stabilità lascia infatti intatti i settori privilegiati del sistema delle cooperative, delle società immobiliari del grosso capitale e delle aziende locali dei servizi per raschiare il barile sempre, e solo, nel settore della proprietà diffusa, ormai allo stremo per come il ceto medio è stato colpito e continua ad essere colpito. Fra l’altro, viene anche espressamente mantenuto il tributo provinciale ambientale (che grava sui proprietari di casa per quasi 300 milioni di euro) nonostante l’abolizione delle Province e nonostante ancora che esso sia un doppione dei contributi di bonifica (che fruttano oltre 200 milioni di euro). Occorre che questi madornali errori vengano rimossi. Confidiamo nel Parlamento, a cominciare dal Senato, al quale abbiamo illustrato nostre proposte, anche senza spese, ma che pur darebbero quel segno di fiducia di cui, soprattutto, ha bisogno lo Stato. Occorre che questi madornali errori, imposti dal partito della spesa, specie locale, vengano rimossi.