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Il Mediterraneo, dal mare “ nostrum”, al mare “mostrum”

Il mar Mediterraneo deriva dalla parola latina Mediterraneus, che significa in mezzo alle terre. Gli antichi romani lo chiamavano “Mare nostrum”, ovvero, il nostro mare(e, in effetti, la conquista romana toccò tutte le regioni affacciate sul Mediterraneo). Ebbene, in primis la storia ci racconta il Mediterraneo come luogo di incontri e scontri, di formazione di civiltà, di scambi commerciali e di incroci culturali. Oggi, purtroppo, per dovere di cronaca, dobbiamo aggiungere che il Mediterraneo è diventato, anche, una specie di confine sempre più difficile da controllare, da una parte, da attraversare dall’altra. Noi, gli europei a proteggere il nostro mondo, loro- i migranti- a cercare di raggiungerlo, affrontando i gravi rischi di una traversata, in maniera abusiva e con mezzi di fortuna. Ma c’è di più. Dall’ antico mare “nostrum” stiamo passando al mare “mostrum”. Vediamo come. Da 30 a 40 milioni di tonnellate di rifiuti, ogni anno, finiscono nel Mediterraneo, causando la morte di cetacei, tartarughe, pesci e uccelli marini. Scarichi inquinanti e discariche i principali imputati(Cfr.WWW.verdi.it del 02.07.2013). Il mar Mediterraneo, purtroppo, sta diventando una pattumiera a cielo aperto. A lanciare l’allarme è stato il recente “Rapporto Mediterraneo”, realizzato dall’Unep-Map. Rapporto questo, che è stato presentato in occasione di una grande campagna di volontariato per la pulizia dei litorali promossa dal programma ambientale dell’Onu e da 22 associazioni di 22 Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. E dulcis in fundo, noi diciamo ben vengano queste iniziative per risolvere i disagi e i disastri accumulatisi negli anni, all’insegna dell’incontro, non dello scontro, in un Mediterraneo, mare nostrum!

 

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