Il Mezzogiorno, data la grande disponibilità di sole e vento, “materie prime” delle energie verdi, può e deve essere, il territorio capofila dell’intero Paese Italia, per avere un ruolo di primo piano, anche, in Europa, nel settore delle energie rinnovabili. In sintesi, diciamo che la convenienza di procedere o meno all’installazione di un generatore eolico dipenderà sostanzialmente, dalla ventosità della zona che, per quanto riguarda il territorio italiano si ha nel centro-sud(Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise e Calabria), nelle isole maggiori(Sicilia e Sardegna) e dalla legislazione vigente e prevedibile. Ancora, il Mezzogiorno, a nostro modesto avviso, può e deve avere un ruolo importante per l’economia energetica del nostro Paese; nel Sud si stanno già localizzando importanti investimenti: grandi istituti finanziari dispongono di strutture specializzate nel finanziamento di iniziative nel settore energetico, nelle energie rinnovabili realizzando operazioni con tecniche di partenariato pubblico e privato. A questo punto va detto pure, senza mezzi termini e ad onor del vero, che non mancano dei nodi da sciogliere. Vediamo perchè. In primis, è necessario semplificare un sistema normativo che rende non facile la vita a chi deve investire nelle fonti energetiche stesse; poi, ogni Regione ha la sua normativa, i suoi vincoli, le sue esigenze burocratiche, spesso complesse caratterizzate da lunghe attese per installare gli impianti delle energie rinnovabili. Le Regioni, infatti, stanno affrontando in maniera disomogenea la materia delle energie rinnovabili. Purtroppo, l’incertezza delle regole, secondo opinione diffusa, costituisce, di per sé, un oggettivo impedimento alla crescita degli investimenti ed allo sviluppo della cosiddetta green-economy, soprattutto, nel Mezzogiorno. In conclusione, diciamo che il Giudice amministrativo(Tar e Consiglio di Stato) continuerà ad essere chiamato a dirimere(come registrato, anche, dalla cronaca quotidiana, dei mezzi di stampa), il conflitto tra le diverse istanze economiche, politiche e culturali, così, svolgendo un ruolo di supplenza alle Regioni e alla Amministrazioni preposte, ma non sempre operative, alla tutela dei vincoli, soprattutto, ambientali del territorio.