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Il Si è svolto con successo, nel weekend appena trascorso, l’evento culturale promosso dall’associazione Calabria Contatto con la collaborazione dell’associazione CulturAttiva, la Cooperativa Atlantide e Catanzaro Jazz Fest e di concerto con la Fondazione Andrea Cefaly. L’evento dal titolo “Catanzaro dai bizantini ai normanni e il “sogno” della Magna Grecia”, che si  svolto nei pomeriggi di sabato 20 e domenica 21 novembre,  si è focalizzato sulla riscoperta di alcuni dei luoghi simbolo dell’epoca normanna e alcuni legati alle origini bizantine della città, per poi concludersi con la visita alla mostra “Lorenzo Bruschini – Scendeva simile alla notte”, promossa dalla Fondazione Cefaly ed ospitata all’interno delle sale del Complesso Monumentale del San Giovanni fino al prossimo 12 dicembre.

Un weekend dedicato alla storia, all’arte, al confronto culturale, svolto all’insegna della collaborazione tra varie realtà che operano attivamente sul territorio e che ha visto protagonisti due gruppi animati da grande interesse verso la storia di una città che ha tanto da raccontare: dall’arte della seta introdotta dai fondatori bizantini e poi divenuta fonte di grande fama e ricchezza e parte integrante della propria identità; ai drastici mutamenti che videro scomparire il suo volto medievale; passando per le vicende collegate alla distruzione della fortezza edificata dai normanni in nome della demanialità e conseguente liberazione dall’arroganza del potere feudale.

Varcato l’ingresso del Complesso monumentale del San Giovanni si è aperta la riflessione sui temi legati alla Magna Grecia e più in particolare sulle radici minoiche della cultura greca, grazie al percorso espositivo, curato da Giuliana Stella, delle opere dell’artista Lorenzo Bruschini che era presente alla mostra e con squisita semplicità si è raccontato ai partecipanti e si è confrontato con le loro domande.

Molto particolare è stata la serata di domenica 21 ottobre, caratterizzata dalla presenza di un gruppo formato da bambini e genitori che, dietro suggerimento dell’insegnante Elisa Chiriano, hanno partecipato all’iniziativa nella piena convinzione che la riscoperta del proprio territorio e delle proprie radici siano tasselli fondamentali nel percorso di formazione dei giovani come futuri cittadini attivi e consapevoli.

Si è concluso il festival “Speciality Food” che, in concomitanza con Expo2020, ha visto Dubai ospitare migliaia di operatori economici del settore enogastronomico tra imprese produttrici, buyer internazionali e importatori.

Tra i protagonisti della manifestazione anche la Camera di Commercio di Catanzaro che ha accompagnato sei imprese della provincia di Catanzaro al più importante evento di settore per il Medio Oriente che quest’anno, grazie a Expo, ha visto moltiplicare il proprio appeal commerciale.

Nelle parole degli imprenditori tutto l’entusiasmo per l’iniziativa: «In fiera abbiamo notato che i visitatori hanno apprezzato molto il nostro olio extravergine biologico di altissima qualità – ha detto Cristina Perri, dell’omonima azienda agricola -. Un ringraziamento va alla Camera di Commercio di Catanzaro per aver organizzato la nostra presenza qui. Partecipare ad un evento simile non è cosa da poco. Essere qui e fare parte di tutto questo è fantastico».

«Il nostro obiettivo è ampliare quote di mercato e ricercare partner affidabili. Abbiamo notato grande interesse per la nostra acqua che è stata particolarmente apprezzata per le sue caratteristiche. E poi tutti si fermano ad assaggiare la nostra Brasilena che ha catturato l'attenzione non solo degli operatori di Dubai ma del Medio Oriente in generale!», ha aggiunto Cesare Cristofaro (Acqua Calabria).

Giampaolo Celli, di Tutto Calabria: «Questa è la nostra prima fiera all'estero post pandemia e l'augurio è che il mondo possa ripartire tornando alla normalità: sono piacevolmente colpito dal numero visitatori hanno affollato il nostro stand apprezzando i nostri prodotti».

Paolo Cariglino (Blue Sea Fish) ha spiegato: «Grazie alla collaborazione della Camera di Commercio di Catanzaro ci siamo affacciati ad una vetrina internazionale come lo Speciality Food Festival dove abbiamo cercato di trasmettere a tutto il mondo arabo la nostra storia, i nostri sapori e il nostro modo di vivere attraverso la presentazione dei nostri piatti. Sono molto soddisfatto dell’impatto che i nostri prodotti hanno avuto in fiera e mi auguro che la nostra presenza, oggi temporanea, possa trasformarsi in maniera permanente, entrando nelle case delle famiglie arabe».

«Esperienza interessante e ricca di opportunità quella vissuta qui a Dubai in fiera. The Speciality Food Festival rappresenta una vetrina per tutti coloro che hanno l'ambizione di aprire nuovi sbocchi in mercati fertili», è stato il commento di Gennaro Condorelli (Dolcon).

Giovanni Pontieri (Salumificio Geca), che ha realizzato un prodotto specifico per il mercato mediorientale – la nduja di bovino -, ha commentato: «Ho accolto con grande entusiasmo l'invito della Camera di Commercio di Catanzaro di venire a Dubai, crocevia del Medio Oriente, punto d’incontro di culture e di idee, per creare opportunità volte a rafforzare una vasta rete di esportazioni con l'obiettivo di far conoscere e apprezzare i nostri prodotti».

«Siamo soddisfatti dell’ottimo riscontro e del grande interesse che le nostre imprese hanno ottenuto nel corso della fiera – ha detto Daniele Rossi, commissario straordinario dell’Ente camerale catanzarese, che assieme al segretario generale Bruno Calvetta ha partecipato all’evento espositivo -. Questa, come tante altre iniziative volte a favorire l’internazionalizzazione delle aziende calabresi, conferma una volta di più come ci siano mercati molto ben disposti a rispondere positivamente ai nostri prodotti, le imprese devono avere la forza e il coraggio di guardare a queste opportunità con capacità di pianificare e una struttura commerciale adeguata. In questo, la Camera di Commercio è pronta a sostenere gli imprenditori mettendo a disposizione il proprio know-how, la propria rete di contatti istituzionali e importanti programmi di formazione che aumentano le risorse immateriali delle imprese. L’attività camerale sull’internazionalizzazione non si ferma qui, ma anzi prosegue con uno sguardo attento a mercati ancora poco esplorati dal nostro tessuto produttivo, ma che sarebbero capaci di dare grandi risposte in termini di accordi commerciali».

 

Quanti pensano che la solidarietà abbia un confine o una limitazione geografica non hanno compreso appieno la  sofferenza degli altri. E a volte, purtroppo, è complicato persino far capire l'ignominia della guerra perché essa sembra così lontana che diventa qualcosa di estraneo, che non ci riguarda, si preferisce parlare di altro o con il telecomando cambiare canale televisivo quando, a volte, alcune immagini turbano la nostra coscienza. Ed invece c'è una guerra a noi vicina, "nel cuore stesso dell'Europa", ma che non fa rumore: è quella nella Regione del Donbass, Ucraina Orientale, per la quale, ai media che fanno opinione è stato imposto di non ricordarla.

Uno dei volti di questa guerra si chiama Rafi Jabar Abdullah, un giovane afghano portato nel 1989, all'età di 7 anni, nell'allora Unione Sovietica quando quest'ultima si ritirò dall'Afghanistan; lo fecero studiare per rimandarlo un giorno nel suo Paese, ma non fu cosi. Crollò il muro di Berlino, crollò l' Unione Sovietica e Rafi, dopo aver studiato, visse nella Russia meridionale, a Rostov sul Don. Nel 2014 si arruola nell'esercito della neonata Repubblica di Donetsk, che, attraverso un referendum popolare, dichiara la sua indipendenza dall'Ucraina.

La reazione del Governo di Kiev fu violenta: bombardamenti indiscriminati e massacri sulla popolazione civile diedero inizio ad una guerra d'aggressione che ha causato 1 milione e mezzo di profughi e migliaia di morti e, nel silenzio più assoluto, dura da più di 7 anni.

Nel 2017, in prima linea, in questa guerra, Rafi salta su una mina e perde entrambe le gambe.

La sua dignità e il suo coraggio, insieme alla voglia di vivere, sono toccanti. Il suo caso arriva in Italia dove 5 associazioni si impegnano, affinché a Rafi venga facilitata la sua esistenza, attraverso la raccolta fondi per l'acquisto e l'impianto delle protesi.

Le Associazioni Speranza, Cuore Russo, Madre Russia, Centro DNR di Torino e nel sud Italia  Cantiere Laboratorio, con la collaborazione di Identità Tradizionale, Azione Identitaria e Gioventù Controcorrente, raggiungono l'obbiettivo raccogliendo la somma necessaria per ridare la possibilità a Rafi di camminare.

Il 19 settembre, a Mosca, Rafi Jabar Abdullah e il Direttore della Clinica per protesi dove è in cura Rafi, Mikhail Jashin, incontrano e ringraziano il Presidente di Cantiere Laboratorio, Vittorio Gigliotti, in rappresentanza di tutte le associazioni che si sono impegnate ed occupate del caso e per il successo raggiunto.

Colpiscono la gioia, la dignità e la solarità di Rafi, la soddisfazione, la compostezza e la fierezza di Mikhail, che, attraverso la sua Clinica, dedica la sua vita ai militari menomati dalle guerre.

Lui stesso in Afghanistan ha perso la parte inferiore di una gamba e, poi, da ex Deputato della Duma, dedica la sua vita a questa nuova missione.

Una piccola opera è conclusa, ma non l'amicizia con Rafi e Mikhail che durerà per sempre.

Cantiere Laboratorio ringrazia quanti hanno contribuito al successo di questa gara di solidarietà, quanti, con il loro piccolo o grande contributo, hanno permesso a Rafi di avere entro la fine del mese corrente le sue protesi definitive e di poter iniziare a camminare di nuovo.

Ci auguriamo di vederlo, un giorno non lontano, in Italia insieme a Mikhail a raccontarci la loro storia, che è una storia di guerra e sofferenza, ma anche di amore per la vita e di coraggio, nonché per ringraziare di persona quanti, a migliaia di chilometri di distanza, hanno detto si alla solidarietà con un gesto concreto.

Vittorio Gigliotti

Presidente di Cantiere Laboratorio

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