Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Giovedì, 02 Maggio 2024

In città l'ultima tappa d…

Apr 30, 2024 Hits:176 Crotone

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:390 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:839 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:881 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:1089 Crotone

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:1555 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:1659 Crotone

Prosegue la formazione BL…

Feb 20, 2024 Hits:1478 Crotone

Renzi: "Avanti come un rullo compressore sulle riforme"

"Avanti come un rullo compressore sulle riforme". Matteo Renzi non guarda in faccia nessuno. Dopo aver blindato il ddl costituzionale con Denis Verdini, che per conto di Silvio Berlusconi ha garantito l'appoggio di Forza Italia, il premier tira dritto e non si lascia imbrigliare dalla premiata ditta Gustavo Zagrebelsky e Stefano Rodotà che negli ultimi giorni sono tornati alla ribalta col solito appello contro le riforme e contro la "svolta autoritaria" del governo.

Non vogliono che si tocchi la casta dei senatori, difendono lo status quo e, soprattutto, si schierano contro una struttura pachidermica e costosa che, attraverso il bicameralismo perfetto, sta affossando il Paese. "In questi ultimi trent'anni - tuona il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi - le continue prese di posizione dei Professori abbiano bloccato un processo di riforma oggi non più rinviabile per il Paese".

Io temo che in questi trent'anni le continue prese di posizione dei Professori abbiano bloccato un processo di riforma oggi non più rinviabile per il Paese" dice il ministro Maria Elena Boschi ad Agorà sottolineando la legittimità dei dubbi di Rodotà ma anche l'esistenza di costituzionalisti a favore del progetto del governo.

"Io temo una cosa sola - dice Boschi - e cioè che in questi trent'anni, le continue prese di posizione dei Professori abbiano bloccato un processo di riforma che oggi invece non è più rinviabile per il nostro Paese

"Certo - aggiunge - ci possono essere posizioni diverse che sono legittime: in particolare trovo legittimo che Rodotà abbia profondamente cambiato idea, perché ricordo che nell'85 fu il secondo firmatario di una proposta di legge che voleva abolire il Senato. Ma dico che ci sono altrettanti costituzionalisti validi che invece - conclude - sostengono il nostro progetto".Intanto :

<<Il fatto che non trapelino notizie è già di per sé una notizia, no?>>, dice tra i denti un ex ministro berlusconiano. Il giorno dopo l'incontro top secret al Quirinale tra Berlusconi e Napolitano, gli azzurri si trincerano dietro il più assoluto riserbo.

Un summit con gli ambasciatori di Berlusconi, Denis Verdini e Gianni Letta; un faccia a faccia col ministro Pier Carlo Padoan. Poi Matteo Renzi si affaccia in tv, a Otto e mezzo, e annuncia che <<le riforme andranno avanti, vado come un rullo compressore>>, che <<per quanto mi risulta, Forza Italia sta dentro l'accordo>>, perché <<Berlusconi ha fatto una scelta molto importante, quella di sedere al tavolo delle riforme pur pensando tutto il male possibile di questo governo>>.

Proprio attorno al tema <<agibilità politica>> sarebbe ruotato il colloquio tra i due. Si vocifera di una sorta di do ut des: Berlusconi avrebbe garantito l'appoggio alle riforme in cambio, appunto, dell'agibilità politica. Vale a dire la possibilità di far campagna elettorale per le prossime Europee. Non è chiaro quali strumenti abbia in mano il capo dello Stato per garantire in qualche modo sui desiderata del Cavaliere ma tant'è. Di certo c'è che molti azzurri contestano le ricostruzioni di alcuni giornali secondo cui l'incontro sarebbe andato male. Le bocche restano cucite per <<evitare che in una situazione così delicata salti tutto>>.

È ragionevole pensare che sebbene Napolitano non abbia potuto garantire alcunché a Berlusconi, quest'ultimo abbia uno spiraglio davanti a sé. La speranza, cioè, che i magistrati decidano per i servizi sociali in luogo dell'arresto. Non solo: potrebbero far partire la misura restrittiva non subito, ma dopo qualche mese, garantendo così che il leader di Forza Italia possa fare campagna elettorale per le Europee. La decisione dei magistrati di quando depositare la propria decisione in merito è del tutto arbitraria; anche se è difficile se non impossibile che motivino questa scelta per dare la possibilità al Cavaliere di svolgere il suo ruolo politico a ridosso delle elezioni Di fatto Berlusconi è teso: sta andando verso l'inesorabile patibolo giudiziario avendo sulle spalle la responsabilità di far nascere la Terza Repubblica o di far abortire tutto. E qui entra in gioco Renzi che, senza il Cavaliere, non ha i numeri per far passare le riforme. A questo proposito, ieri, Berlusconi ha mandato a palazzo Chigi Denis Verdini e Gianni Letta. Tema dell'incontro: le riforme

L'incontro con Verdini di sorpresa non ha nulla, visto che era stato messo in agenda domenica in un precedente colloquio, ed è servito a fare il punto sulle riforme. Senato, Italicum, titolo V: i tre pilastri del patto del Nazareno. Che Berlusconi, assicurano sia dal fronte interno che da quello renziano, non ha alcuna intenzione di far saltare. Ma ha bisogno - anche lui, come la minoranza Pd - di far vedere che qualche modifica la ha portata a casa. Persino Civati lo ammette: <<Se poi il Pd decide a maggioranza, anche noi voteremo la proposta>>. Modifiche non sui paletti messi dal premier (niente elettività, no alla fiducia, niente indennità), ma sul contorno. <<E su quello>>, assicurava alla vigilia un ottimista Verdini, <<l'accordo si trova in un'ora>>. Il colloquio è durato poco di più, e c'è chi insinua che si sia trovato il tempo per parlare anche d'altro, come la futura tornata di nomine, vista anche la presenza di Gianni Letta. Ma dal fronte renziano si nega, e si assicura che su quel versante il premier non si fa tirare la giacca da nessuno. Sulle nomine non si sbottona: <<Scaroni? L'ho visto a pranzo. Eni è fondamentale per l'Italia, sull'eventuale conferma dell'attuale amministratore terremo conto di questo aspetto>>.

Sulla riforma del Senato l'intesa - confermano le due parti - è praticamente fatta, e d'altra parte il governo, come sul decreto lavoro, si è prudentemente lasciato lo spazio per fare alcune concessioni. Ad esempio quel pacchetto di 21 senatori della <<società civile>> di nomina quirinalizia, secondo i maligni, sarebbe stato infilato all'ultimo nel progetto Boschi per le frenetiche pressioni della lobby degli alti funzionari, ma con l'idea di lasciarlo comunque cadere in aula. E visto che Forza Italia ne reclama la soppressione, potrebbe essere uno dei punti su cui il governo <<cede>> all'opposizione, con reciproca soddisfazione. Berlusconi, ragionano nel governo, <<non ha alcun interesse a mollare ora solo a noi la bandiera delle riforme, e tanto meno di provocare una rottura che rischia di portare ad elezioni anticipate>>. Quindi si andrà avanti, ben sapendo che se da Forza Italia si alza la voce è più che altro per cercare di non lasciare a Grillo il monopolio dell'opposizione nella campagna elettorale per le Europee. Il possibile travaso dei voti di Forza Italia verso M5S peraltro, preoccupa anche il Pd. <<In un paese normale>>, dice un esponente autorevole del governo, <<l'udienza per la condanna di Berlusconi verrebbe spostata a dopo le elezioni europee, per evitare influenze indebite sulla campagna elettorale>>. Anche se Matteo Renzi, ufficialmente, tiene il punto: <<Non va fatta confusione tra le riforme e le questioni giudiziarie che riguardano Berlusconi>>.

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI