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L'ex ultrà della Roma: non ho sparato io

Sono stazionare ma ancora critiche le condizioni di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli in rianimazione al Gemelli. "Il quadro clinico è stazionario - spiega il bollettino medico diramato dal Policlinico - senza alcun peggioramento. Le condizioni comunque permangono critiche e necessitano la prosecuzione dell'assistenza farmacologica e strumentale alle funzioni vitali".

"Non ho sparato io ma non sono nelle condizioni di poter ricordare cosa è accaduto". Così l'ex ultrà della Roma Daniele De Santis, accusato di tentato omicidio ha risposto al Gip nell'ambito dell'interrogatorio di garanzia. L'uomo è accusato di tentato omicidio per aver ferito tre tifosi del Napoli nel prepartita di Coppa Italia.

Il Gip ha convalidato gli arresti per l'ultrà della Roma, Daniele De Santis, e Alfonso Esposito, uno dei tifosi del Napoli coinvolti negli scontri avvenuti nel prepartita della finale di Coppa Italia. De Santis è accusato di tentato omicidio mentre Esposito di rissa.

Notizie di stampa riferiscono di una seconda pistola vista fuori dallo stadio: lo riportano i quotidiani Il Messaggero e Il Mattino. Ma Procura e Questura smentiscono. A rivelare il particolare della seconda arma sarebbe stato un testimone, il quale ha riferito di aver visto "un altro uomo che sparava", precisando che "aveva il casco". Il testimone, un tifoso del Napoli - riferisce Il Messaggero - avrebbe raccontato che a Tor di Quinto, oltre a De Santis, un'altra persona aveva un'arma e avrebbe sparato dei colpi in aria. Secondo quanto riportato da La Repubblica, potrebbe però essersi trattato di un lanciarazzi. Ma il questore di Roma Massimo Maria Mazza ribadisce: "E' stata ritrovata una sola pistola e a quanto ci risulta è l'unica arma con cui sono stati esplosi i colpi. Tutto è contenuto nell'informativa che abbiamo reso alla Procura". Anche la Procura smentisce "che ci riscontro alcuno negli atti e allo stato delle indagini in corso circa l'esistenza di una seconda pistola che avrebbe fatto fuoco sabato contri i tifosi napoletani". "La notizia di una seconda pistola - precisa la Procura di Roma- è destituita di fondamento e rischia di interferire negativamente sulle indagini in corso e sulle delicate determinazioni che dovranno essere assunte in giornata".

Il ministro dell'Interno Angelino Alfano alla Camera ha tenuto l'informativa urgente sui gravi incidenti allo stadio Olimpico di Roma, sabato scorso. Ha riferito che "è infondato che il dispositivo di sicurezza abbia avuto lacune con l'impegno di 1486 uomini". Le forze di polizia "hanno dovuto sedare la reazione dei supporter partenopei, convinti che responsabili del ferimento di Ciro Esposito fossero state le forze dell'ordine", ha detto Alfano sottolineando che "a fatica è stata riportata la calma".

Alfano ha escluso "la partecipazione all'azione violenta" delle persone "con i caschi" indicati da un testimone, specificando che "si sta comunque accertando se De Santis abbia agito da solo o meno". "De Santis risulta da qualche tempo lontano dalla tifoseria attiva e non è inibito da provvedimenti restrittivi" ma nei suoi confronti "sono comunque emersi evidenti elementi di responsabilità per il ferimento dei tre supporter napoletani", ha aggiunto Alfano.

Il ministro ha tenuto a sottolineare che non vi è stata alcuna trattativa con Genny 'a carogna. "La sequenza dei fatti all'Olimpico con l'atteggiamento di De Tommaso tracotante con la vergognosa scritta sulla maglietta ha fatto nascere il dubbio che la partita si sia svolta dopo l'assenso di De Tommaso. In realtà nessuna trattativa c'è stata, la partita si sarebbe svolta comunque anche per scongiurare rischi da deflusso".

Il ministro, dopo aver ripercorso la vicenda surreale del capo ultrà con la maglietta che inneggiava alla libertà per il condannato per la morte di Raciti ('Speziale libero'), ha espresso "un grato ricordo all'ispettore e una sincera gratitudine alla sua famiglia". Il ministro ha raccolto l'applauso dell'Aula.

Il "culmine dell'inciviltà", secondo Alfano, nella folle notte di sabato sera si è raggiunto "quando l'inno di Mameli, il canto degli italiani, è stato colpito da una salva di fischi".

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