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Oggi il ministro Tria si trova a Bruxelles per un mini-summit allargato ai colleghi della Ue, per preparare il Consiglio di dicembre. Il "caso Italia" non è in agenda ma è probabile che i ministri ne parlino a margine dell'incontro. Ma Tria potrebbe fare un ultimo tentativo diplomatico per dissiparne timori e perplessità ed evitare un definitivo approfondirsi delle fratture. Mercoledì invece sarà la volta del pronunciamento della Commissione Ue sull'apertura di una procedura di infrazione. 

Unione bancaria, riforma del meccanismo europeo di stabilità Esm e nuovo bilancio unico dell'area euro. Ufficialmente sono questi i temi all'ordine del giorno dell'Eurogruppo straordinario convocato oggi a Bruxelles, ma è difficile pensare che alla riunione, o quanto meno a margine dell'incontro, non si parli del caso Italia. 

La settimana si annuncia infatti decisiva per i rapporti tra Roma e Bruxelles, ma anche tra Roma e gli altri Paesi dell'area euro, dimostratisi finora tutt'altro che comprensivi rispetto alle scelte di bilancio italiane. Mercoledì 21 potrebbe infatti già essere il giorno della verità: la Commissione pubblicherà, come previsto, il suo parere sulla manovra gialloverde ma non si esclude che possa anche richiedere, da subito, l'apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia per mancato rispetto della regola del debito. 

Toccherebbe poi all'Euro gruppo del 3 dicembre affrontare formalmente la questione. I tempi non sono certi, così come non è ancora certo nemmeno l'avvio della procedura, anche se in molti ambienti, in Europa come in Italia, sembra ormai quasi scontato. Il governo giocherà comunque fino all'ultima carta a sua disposizione per cercare di convincere l'Europa della fondatezza delle sue scelte. Il Mef lo ha già fatto nel Rapporto sui fattori rilevanti richiesto e inviato a Bruxelles pochi giorni fa, e il ministro dell'economia, Giovanni Tria, lo farà nella riunione di oggi con gli altri protagonisti europei. Probabilmente lo farà anche il premier, Giuseppe Conte, che punta ad avere un colloquio diretto con il presidente della Commissione Jean Claude Juncker, nonostante un appuntamento non sia stato ancora stato ufficialmente fissato. 

"Quello che stiamo facendo lo stiamo facendo per gli italiani, quindi io sono convinto che l'Ue ci permetterà di fare quello che è un bene per gli italiani", ha chiarito il vicepremier Matteo Salvini, ribadendo la linea della Lega ma quasi ammorbidendo i toni rispetto al muro contro muro delle ultime settimane e sposando in questo caso la linea dimostrata anche dell'altro vicepresidente del Consiglio.  

Pur non facendo passi indietro rispetto a quelli che sono considerati i pilastri della manovra, in un'intervista al Corriere della Sera, Di Maio ha infatti auspicato un dialogo con l'Europa, non rinnegando la possibilità di clausole di salvaguardia e di maggiori tagli di spesa per mantenere il deficit entro il tetto previsto. L'attenzione resta comunque altissima. Incappare nella procedura significherebbe infatti per l'Italia non solo rischiare di pagare sanzioni ma anche incrinare i rapporti con l'Unione europea proprio nel momento in cui Francia e Germania sembrano concordi nel riscrivere le regole dell'Eurobudget. 

Le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni indicavano un'intesa tra i due Stati per tagliare fuori dalla distribuzione dei fondi i Paesi non rispettosi delle regole, compresa quella sul debito, su cui l'Italia mostra la deviazione più significativa. Qualsiasi sia il giudizio espresso dalla Commissione mercoledì, la legge di bilancio seguirà intanto probabilmente senza troppe interferenze esterne il suo percorso parlamentare. Malgrado le tensioni interne alla maggioranza, Lega e M5S sembrano determinati in Parlamento a non stravolgere minimamente i capisaldi del provvedimento. Da oggi si valuteranno quindi le ammissibilità degli emendamenti, che la Commissione Bilancio dovrebbe cominciare a votare da mercoledì. Vista la concomitanza dell'esame del decreto fiscale in Senato, è probabile però che l'inizio delle votazioni slitti di qualche giorno.   

Sono circa un migliaio gli emendamenti alla legge di bilancio dichiarati inammissibili, sui 3626 presentati in commissione alla Camera. E' quanto emerge dalla seduta della commissione Bilancio, nel corso della quale sono state dichiarate le inammissibilità: sono dunque circa 2600 gli emendamenti ammissibili. Tra le proposte di modifica, 374 sono state bocciate perché estranee per materia, 640 per carenza o inidoneità delle coperture. Entro domani i gruppi devono indicare gli emendamenti segnalati: 700 in totale.

"La procedura d'infrazione Ue sui conti ? Non mi preoccupa" risponde il vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ai giornalisti a margine dell' appuntamento in una scuola di Pomigliano d' Arco a Napoli. Sulle riforme ha aggiunto: "Le faremo"'.

"Se danneggia l'Italia, come pare, ovviamente non ci sarà il nostro consenso". Lo ha detto il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini a chi gli ha chiesto se l'Italia dirà no alla proposta franco-tedesca di bilancio dell'eurozona, a margine di un evento in Regione Lombardia.

"Dobbiamo essere compatti, perché uno squalo si avvicina se gli fai sentire l'odore del sangue. Vogliono farci litigare, farci polemizzare, certo l'uscita di qualcuno ogni tanto non aiuta, ma io sono testone, se firmo un impegno vado fino in fondo. La preoccupazione non sono i commissari europei, gli ispettori dell'Onu. L'unica leva che hanno per sovvertire le regole della democrazia e le scelte degli italiani, è la leva finanza. Su quello possono agire, sullo spread, sui mercati, e quindi sul credito. La battaglia è molto più grande di quello che si pensa il problema non è Juncker o Moscovici. Ma quelle persone che faranno di tutto per svendere le splendide aziende che lavorano nel nostro Paese. È una cosa che impediremo".

Il Ministro Salvini assicura i elettori e i cittadini che "se non mi fanno saltare" lui andrà "fino in fondo". Ma è evidente che un po' di preoccupazione c'è. Tanto che l'inquilino del Viminale arriva a definire "ingenerose" eventuali sanzioni Ue sul bilancio o l'avvio di una procedura di infrazione.

"L'economia italiana è sana - spiega Salvini - il sistema economico e creditizio è sano. E abbiamo uno dei risparmi privati più elevati al mondo. Lì vogliono arrivare. E io vi dò la mia parola d'onore che mai e poi mai metterò mano ai risparmi con una patrimoniale o con una tassazione di nessun genere".

L'imperativo "no patrimoniale" è chiaro. E forse diretto anche ai colleghi del M5S che potrebbero essere più inclini ad aggredire i risparmi degli italiani. Ma Salvini è all'estero che guarda quando pensa a qualcuno uin grado di "sovvertire le regole della democrazia". "L'unica leva che hanno -dice - è la leva finanza. Su quello possono agire, sullo spread, sui mercati e quindi sul credito". Il ministro ne è certo: "La battaglia è molto più grande di quello che si pensa. Il problema non è Juncker o Moscovici, ma quelle persone che faranno di tutto per costringere l'Italia a svendere le splendide aziende che lavorano nel nostro Paese. È una cosa che impediremo". Per questo "dobbiamo essere compatti, perché uno squalo si avvicina se gli fai sentire l'odore del sangue".

Per Salvini il mondo della finanza ha fatto "il tentativo con la piccola Grecia e ora vogliono provare fare il colpo grosso. Se ci sono riusciti con i greci, non ci riescono con il nostro Paese".

Intanto, dall'Austria arriva l'ennesima bordata sull'Italia. "Non vedo cambiamenti da parte italiana. Aspettiamo questa settimana ancora una risposta chiara della Commissione. Io penso che ci saranno ancora tensioni con l'Italia", ha dichiarato il ministro austriaco delle Finanze e presidente di turno del consiglio Ue, Hartwig Loger. Che poi ha aggiunto: "Non so se incontrerò personalmente il ministro Tria".

Uno spread Btp Bund a "300 punti non è coerente con i fondamentali dell'economia" e occorre ridurlo altrimenti "si avrà un impatto sul patrimonio delle banche, un aumento del costo della raccolta e quindi dei finanziamenti a famiglie e imprese oltre a una loro riduzione" che fino a ora non si è "ancora verificata" grazie anche alle misure Bce. E' quanto afferma l'Abi in un seminario secondo cui ogni 100 punti di spread si erodono, in media, 35 punti base del patrimonio delle banche.

Intanto in Francia  : Svolta sul terreno e nell'organizzazione dei gilet gialli, i manifestanti contro il caro-carburante in Francia: questa mattina, mentre proseguono i blocchi stradali su diverse autostrade, sono stati bloccati anche una decina di depositi di carburante. Diversi organizzatori, intervistati dai media, chiedono "un gesto" da parte del governo, in particolare la possibilità di "essere ricevuti all'Eliseo da Emmanuel Macron".

Nella Loira, a Roanne, un organizzatore che presiede il blocco locale ha detto alla tv BFM: "serve un gesto del governo, un incontro con noi. Lo chiediamo ufficialmente. Chiediamo al presidente Macron di considerarci, perché siamo tanti, di tutti gli strati della popolazione. Vogliamo essere ricevuti all'Eliseo, bisogna discutere, non blocchiamo stupidamente tutto il paese senza motivo. Il dialogo deve cominciare". 

Sul territorio sono in corso "operazioni lumaca" con rallentamenti sulle autostrade e blocchi, alcuni dei quali sono durati tutta la notte su autostrade e caselli di pedaggio. Il gruppo Total ha confermato che due suoi depositi nel nord sono bloccati. Diversi gli incidenti: a Calais, sulla Manica, un automobilista inglese e un camionista australiano sono stati fermati dopo aver forzato dei blocchi ferendo dei manifestanti. Nella Marna vicino a Parigi un camionista è stato fermato per aver ferito un manifestante. Fra gli organizzatori si fa insistente la voce di un possibile raduno a Parigi sabato prossimo.

Abbiamo completato questa riforma che consentirà alle persone oneste di mettersi in regola, di pacificarsi con l'amministrazione finanziaria. Lavoriamo per questo". Così il premier Giuseppe Conte spiega le novità introdotte con gli emendamenti al decreto fiscale, il giorno dopo il vertice notturno a Palazzo Chigi.

Nel Comunicato stampa del Governo iI Consiglio dei Ministri ha riesaminato e approvato il decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia fiscale. Il testo contiene una formulazione delle disposizioni in materia di dichiarazione integrativa speciale già presente nel decreto al fine di evitare dubbi interpretativi sul relativo ambito di applicazione. Si è ritenuto poi opportuno inserire nel testo del suddetto decreto-legge la norma relativa alla cassa integrazione per riorganizzazione o crisi aziendale già approvata  nello scorso  Consiglio dei Ministri nell’ambito delle norme di semplificazione. È emersa la volontà politica di procedere, in sede di conversione del decreto-legge, alla presentazione di ulteriori norme relative alla cosiddetta “pace fiscale” in presenza di situazioni economiche di particolare difficoltà.

"Pieno accordo sul decreto fiscale. Confermata l'assenza del condono, restano tutte le misure della pace fiscale come la possibilità di spalmare in 5 anni il dovuto, la possibilità di uscire da ogni grado di giudizio del processo tributario pagando una piccola percentuale commisurata alla vittoria nei vari gradi di giudizio". Lo affermano fonti di governo della Lega al termine del vertice sul dl fiscale a Palazzo Chigi, confermando che sparisce la possibilità di dichiarazione integrativa. 

Alla Commissione Finanze del Senato inizierà a votare gli emendamenti al decreto fiscale lunedì in seduta notturna, dopo aver ricevuto i pareri della Bilancio, convocata per lunedì pomeriggio alle 16.00. Lo ha spiegato il presidente della Commissione, Alberto Bagnai, a margine dei lavori a Palazzo Madama, annunciando che l'approdo in Aula del provvedimento slitterà inevitabilmente rispetto alla data ufficiale di martedì 20, con l'obiettivo di portare comunque il testo in assemblea entro la settimana. Bagnai punta a sfoltire la mole di quasi 600 emendamenti a circa 200, attraverso il meccanismo dei segnalati. Tra le modifiche ci sarà con ogni probabilità l'estensione della sanatoria agli avvisi bonari. 

Entrerà nel decreto fiscale il bonus bebè. E ci sarà "la tassazione dei money transfer fino all'1,5%". Lo affermano fonti governative della Lega al termine del vertice a Palazzo Chigi.

Nel decreto fiscale ci sarà la detassazione delle sigarette elettroniche. E' quanto riferiscono fonti della Lega al termine del vertice di questa sera a palazzo Chigi.

Al dl fisco sarà presentato un emendamento per sbloccare le banche dati. E' quanto si apprende da fonti M5S secondo le quali, con la modifica decisa nel corso del vertice a Palazzo Chigi, la guardia di finanza potrà accedere direttamente alla banca dati dell'anagrafe dei rapporti finanziari senza dover più chiedere autorizzazioni alla magistratura. La Gdf, sottolineano ancora le stesse fonti, potrà monitorare i grandi evasori in qualsiasi momento, transazione per transazione.

Ci sarà un emendamento al decreto fiscale "per evitare la tassa sui metri quadrati di ombra degli ombrelloni presenti negli stabilimenti balneari". E' quanto si apprende da fonti di governo M5S al termine del vertice a Palazzo Chigi.

Intanto Il gup del Tribunale di Bari Rosa Anna Depalo ha rinviato a giudizio Silvio Berlusconi per il reato di induzione a rendere false dichiarazioni all'autorità giudiziaria sulla vicenda escort. Il processo inizierà il 4 febbraio 2019. Al termine dell'udienza preliminare il giudice ha dichiarato inoltre la propria incompetenza territoriale nei confronti dell'ex direttore de L'Avanti Valter Lavitola, disponendo la trasmissione degli atti ai magistrati di Napoli.Stando all'ipotesi accusatoria, sostenuta da Pasquale Drago e Eugenia Pontassuglia, Berlusconi, all'epoca presidente del Consiglio, avrebbe fornito all'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, per il tramite di Lavitola, avvocati, un lavoro e centinaia di migliaia di euro in denaro, perché mentisse ai pm baresi che indagavano sulle escort portate nelle residenze estive dell'ex premier fra il 2008 e il 2009 e sui suoi interessi in Finmeccanica. Nel procedimento contro Berlusconi è costituita parte civile la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
   

“Oggi è una giornata talmente bella che mi permetto di non rispondere su spread e manovra. Ci sono dei grafomani a Bruxelles che mandano lettere e noi, da persone educate, rispondiamo ma non ci muoviamo di un millimetro”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini durante la conferenza stampa ospitata da un hangar dell’Aeroporto militare di Pratica di Mare.

La legge di Bilancio sarà, comunque, soggetto della valutazione della Commissione il prossimo 21 novembre, nell'ambito del semestre europeo, quando arriveranno sul tavolo dei commissari i piani di bilancio di tutti gli Stati membri. In quell'occasione verrà, quindi, aperta la procedura d'infrazione che dovrebbe essere per debito eccessivo e non per deficit. Si torna, dunque, al 2017 quando l'Unione europea aveva congelato il tutto perché il precedente governo aveva promesso di ridurre il deficit. Per la Commissione europea si tratta di una strada impervia, mai battuta. E, pe questo, genererà sicuramente nuovi scontri tra i diversi partner. Ed è proprio lì che, molto probabilmente, vuole arrivare il governo Conte: destabilizzare la Ue scardinando quelle regole che, secondo le forze sovraniste, hanno fatto solo male. "Ci mancano giusto gli ispettori, i caschi blu dell'Onu e le sanzioni contro l'Italia... - ha commentato Salvini - le manovre economiche degli ultimi cinque anni, applaudite da Bruxelles, non hanno fatto bene all'Italia",

Un'eventuale procedura di correzione della finanza pubblica, come ricorda il Gazzettino porterebbe ad un controllo continuativo di ogni scelta dell'esecutivo. "Se pensano di farlo - ha tagliato corto Salvini - hanno capito proprio male. Noi vogliamo difendere il diritto a sicurezza, lavoro e salute degli italiani e non usciamo da nulla". Ma è proprio alle sanzioni che si arriverà dopo che la Commissione europea avrà formalmente bocciato la nostra legge di Bilancio. Una bocciatura che porterà a un'ingerenza sempre più massiccia da parte della Commissione stessa, fatta di limiti di tempo da rispettare, obiettivi di deficit da raggiungere e soprattutto misure da mettere in cantiere. Non solo. Bruxelles potrebbe addirittura arrivare a chiedere l'accantonamento che vengano accantonati 3,6 miliardi di euro. Per verificare che i compiti vengano fatti, verrano inviati ispettori ogni trimestre. Ovviamente, il governo gialloverde potrà andare avanti a infischiarsene e così si arriverebbe alle sanzioni vere e propri e, in un secondo momento, la sospensione dei Fondi strutturali e di investimento. Lo scontro, insomma, è tutto aperto.

Cm fonti della maggioranza spiegano la volontà comune è quella di "non cedere di un millimetro" sull'impianto dell'attuale manovra (i punti cardine sono reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni) e quindi i saldi per il 2019, compresa la crescita del Pil all'1,5%, "non si toccano". Nel governo danno per scontata l'apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione Ue e si preparano a contrattaccare. "A causa del rallentamento economico, che non interessa solo l'Italia (anzi...) - spiegano dalla Lega -, già quest'anno Francia e Spagna sforeranno il tetto del 3%, ma perché a Parigi e a Madrid non viene detto nulla?". Sarà questo confronto con due dei principali partner europei uno dei punti chiave della risposta a Bruxelles. Che comunque sarà "ferma ma senza toni da guerra". Anche perché, concludono le fonti, "se avessimo voluto sparare sull'Europa avremmo fissato il deficit/Pil al 3,1%".

L’Austria intende votare a favore di un’eventuale procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. Lo ha detto il ministro delle Finanze di Vienna, il popolare Hartmut Loeger: “Più che mai dobbiamo pretendere disciplina da Roma, non si tratta solo di una questione italiana, ma di una questione europea. L’Italia corre il rischio di scivolare verso uno scenario greco”.

La Tav è “un progetto importante non solo per l’Italia e la Francia ma anche per l’Europa. Il progetto è in corso ed è importante che tutte le parti mantengano i loro sforzi per completarlo in tempo”. Lo dice il portavoce della Commissione Ue responsabile del dossier Trasporti, Enrico Brivio.

Il ministro delle Finanze olandese, Wopke Hoekstra, ha chiesto alla Commissione europea di prendere “ulteriori provvedimenti” contro l’Italia, dopo che il governo ha deciso di non modificare i saldi del documento programmatico di bilancio. “Sono molto deluso dal fatto che l’Italia non modifichi il proprio bilancio. Le finanze pubbliche dell’Italia non funzionano e i piani del governo italiano non portano a una crescita economica solida”, ha detto Hoekstra.

La prossima mossa di Bruxelles è attesa per il 21 novembre, quando la Commissione pubblicherà le valutazioni su tutte le leggi di Bilancio dei paesi membri. Il rischio, per l’Italia, è l’apertura di una procedura di infrazione.

Dunque, nonostante le bocciature e dubbi su numeri e strategie giunte da più parti allo schema di Legge di Bilancio – non da ultimo l’Ufficio parlamentare di bilancio – il governo sceglie dunque la strada “facile” di lasciare tutto così com’è auspicando un tasso di crescita superiore a quello tendenziale, dunque confermando gli ambiziosissimi obiettivi di crescita previsti (1,5% nel 2019).

E dunque anche il deficit resta stimato al 2,4%, pur «considerato un limite invalicabile» che verrà costantemente presidiato dal ministero, pronto eventualmente a stabilire opportuni correttivi.

In seguito ai rilievi europei, in manovra sono state aggiunte soltanto nuove privatizzazioni di patrimonio pubblico, pari all’1% del PIL. Il Governo segnala poi l’esigenza di affrontare il dissesto idrogeologico, chiedendo un margine di flessibilità pari allo 0,2% del PIL per sostenere spese eccezionali

Nessuna variazione: il governo conferma di voler seguire la propria strada, come annunciato fin dall’inizio, e di non cedere nel dialogo con Bruxelles la cui strada, a questo punto, è sempre più in salita. La legge di bilancio non cambia: è infatti in soldoni la risposta del governo italiano alla Ue, che aveva dato tempo fino ad oggi per spiegare le deviazioni previste dalla manovra sugli obiettivi di deficit/Pil e riduzione del debito. “La manovra non cambia né nei saldi né nella previsione della crescita. Abbiamo detto chiaramente che ci impegniamo a mantenere il 2.4% di deficit, e il Pil all’1,5%” ma “reddito cittadinanza, riforma Fornero, soldi ai truffati dalle banche restano”, ha spiegato il vicepremier Luigi Di Maio subito dopo il consiglio dei ministri. Posizione confermata anche da fonti della Lega che ribadiscono come nella lettera di risposta a Bruxelles “il governo spiega le sue ragioni ma va avanti per la sua strada”.

Il Consiglio dei ministri ha avuto il compito di partorire la replica del governo italiano ai rilievi della Commissione europea sul draft budgetary plan, il documento programmatico di bilancio. Convocato alle ore 20.30, è iniziato con quasi mezz’ora di ritardo e terminato una decina di minuti dopo le ore 22. Ma che la linea del governo fosse rimasta la stessa lo si era capito già dopo il vertice tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i due vicepremier Di Maio e Matteo Salvini, il ministro dell’Economia Giovanni Tria e dei Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro. I saldi e le stime di crescita della legge di bilancio “restano invariati“. Ma sono state “messe più risorse sul dissesto idrogeologico”, avevano confermato fonti di Palazzo Chigi già al termine dell’incontro.

La lettera del governo all’Unione europea sulla legge di bilancio è “di attacco e non di difesa”, spiega una fonte della Lega al termine del Cdm. Scendendo nella pratica, si sono “le clausole di salvaguardia e i controlli automatici sulla spesa già previsti (con monitoraggio dei conti pubblici ai fini correttivi)” per evitare che il deficit salga oltre il 2,4% qualora le previsioni di crescita del governo nella manovra non siano confermate e anche una nuova operazione di dismissione immobiliare. Dismissioni  che “valgono l’1% del Pil“, riferiscono sempre fonti del Carroccio, oltre a sottolineare come sia “confermata la destinazione dello 0,2% degli investimenti al dissesto idrogeologico“.

“Il nostro obiettivo è tutelare i gioielli di famiglia ma allo stesso tempo di dismettere tutto quello che non serve dello stato di immobili o di tutti questi beni che sono di secondaria importanza”, ha risposto Di Maio a chi chiedeva maggiori dettagli sulle dismissioni immobiliari. “Deve essere chiara una cosa – ha ribadito – nel programma di dismissioni non ci sono i gioielli di famiglia. Stiamo parlando di immobili, di beni secondari dello Stato e sicuramente la dismissione avrà un effetto positivo per la riduzione del debito”.

“Per quanto riguarda eventuali clausole di salvaguardia il nostro obiettivo è il 2,4% di deficit perché crediamo nella crescita all’1,5%”, ha spiegato ancora Di Maio. “Non abbiamo aggiunto niente a quello che già leggete nella manovra di bilancio ma c’è l’impegno a mantenere quelli che sono i saldi indicati, quindi non facciamo i furbi sul deficit ma allo stesso tempo manteniamo gli impegni con gli italiani”, ha concluso.

Già prima che il vertice cominciasse   ci aveva pensato Salvini a ribadire la linea: “Stiamo lavorando a una manovra che garantisce più posti di lavoro, più diritto alla pensione e meno tasse non per tutti ma per tanti italiani. Se all’Europa va bene siamo contenti, sennò tiriamo dritto“. Alla domanda se la manovra cambierà, Salvini aveva risposto di no scuotendo la testa prima di entrare a Palazzo Chigi.

“Sulla manovra c’è qualcosa da modificare, ma non in base alle richieste di Bruxelles. Si cambia in base a quello che succede in Italia, ad esempio a causa del maltempo“, ha detto il vicepremier leghista in un’intervista al giornale Leggo rilasciata poco prima. “Stiamo facendo la conta dei danni e rischiano di essere 5 miliardi di euro. Quindi è chiaro che dobbiamo mettere più soldi alla voce investimenti sul territorio. Perché ce lo chiede la situazione”, ha aggiunto.

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