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STAGIONI MENTE

 

E’ in distribuzione LE STAGIONI DELLA MENTE, nuova raccolta di poesie di Silvana Palazzo, edito dal Centro Jazz Calabria di Cosenza, che va così ad aggiungere un nuovo titolo agli altri delle collane poetiche CJC all’interno delle quali sono ospitati scritti, fra gli altri, di Francesco Leonetti, Piero Bellanova, Cristiana Lauri, Massimo Morrone.

Le 150 pagine circa del libro sono impreziosite in copertina dall’acquerello dipinto apposta per l’occasione dall’artista romana Gioia Battaglia. Anche romano è il prefatore, il filosofo medico e poeta Maurizio Soldini il quale osserva sulla poesia contenuta nel testo che “ sembra tutta rapprendersi in un romanticismo nostalgico, oggi ri-attato e ri-attualizzato, dell’assoluta bellezza dell’essere, che, da una parte, abita nella Natura, quale esistenza, nelle stanze neuronali della mente, dall’altra trova, invece, quale essenza il suo radicamento nell’Ideale, nell’anima della poesia”.

Una poesia straniante, quella dell’Autrice, nota anche come saggista, una poesia nel contempo esistenzial-poetica, tra natura e cultura, tra reale e ideale, tra corpo e anima.

borghello_saper_di_amore

 

Sulla scia di Liberare l’Amore, molto apprezzato da tanti lettori, esce Saper di Amore. Distinguere nel cristianesimo la fede dalla religione. Si rivolge ad un pubblico più vasto, nonostante che sia di considerevole mole. Si consiglia di non fermarsi davanti a tale mole, perché di fatto si scompone in 5 libretti, ciascuno di notevole importanza per una vibrante vita cristiana e di lettura sufficientemente scorrevole. Non si potevano pubblicare separatamente, perché insieme si sostengono e si armonizzano.

Tra l’altro sarebbero costati molto di più al lettore.

I cinque capitoli si intitolano:

Distinguere carità da opere di carità (in realtà capitolo 1°e 2°). Distinguere nel cristianesimo la fede dalla religione.

I tre “convincimenti” dello Spirito Santo. Per una efficace lotta ascetica.

Educarsi all’amore.

 

Il primo è di grande importanza per una feconda educazione all’amore, Se si confonde la carità con le opere di bene si finisce per misurare l’amore con le opere, favorendo l’azione del demonio che ama i paragoni, le lotte di potere, il giudizio della persona attraverso le sue opere, le invidie per le opere altrui, la presunzione per le proprie opere di bene, le accuse, gli scoraggiamenti per i limiti delle nostre opere, o le false sicurezze umane e via dicendo. Non c’è agenzia di male superiore a quella dei cristiani praticanti che confondono la carità con le opere di carità, perché solo loro possono corrompere il Vangelo. L’inganno è facile, visto che nella vita terrena non si dà carità senza opere di carità. Il cristiano deve essere molto sensibile per i bisogni degli altri, però si danno molte opere di carità senza carità. Si può trascorrere la vita ad aiutare poveri e bisognosi senza saperne amare veramente neppure uno. Con queste poche parole posso suscitare molte perplessità e qualche protesta, ma confido che al leggere il primo capitolo del libro molti si illumineranno su di un tema di estrema importanza per poter mettere a fuoco l’amore.

 

Il secondo capitolo è il tema centrale ed è fondamentale per inquadrare bene l’anno della fede e il suo futuro. Benedetto XVI, ma già prima Giovanni Paolo II e ora Papa Francesco, ma anche molti teologi e pastori, ci hanno lasciato pagine memorabili sulla fede cristiana. Ma se non si distingue nel cristianesimo ciò che è di religione, comune a tutti gli uomini, anche atei o agnostici, pur in forme diversissime e spesso aberranti, per purificata che sia la religione nel cristianesimo, da ciò che è dono di una nuova creazione, mondo di fede teologale, che è fede nell’Amore, si finisce per irretire la fede in pratiche e comportamenti di matrice religiosa, vanificandone il dono inaudito e santificante. La religione cerca Dio, che rimane esterno e lontano, attraverso le mediazioni sacrali (sacerdoti, sacramenti, luoghi sacri, tempi sacri, morale, rito, culto…); la fede riconosce Gesù risorto, presente, in un incontro di amore procurato dallo Spirito Santo, che mi fa vivere in intimità divina. La fede si snoda a partire dalla Rivelazione, dalla Parola, dove il Dio creatore, esterno alla creatura, rivela il suo disegno di incontro, di innalzamento alla filiazione divina, di comunione reale, con il frutto del comandamento nuovo, che ci unisce nel Regno, con un amore che è carità, dono dello Spirito Santo. Nel libro si esemplificano molti aspetti di vita spirituale, come la preghiera, la fraternità, la mortificazione, ecc., per come si vivono con la fede, diversamente che nella religione.

Insieme alla fede e alla religione si esamina la presenza del peccato che si innesta in un bisogno radicale di amore che tutti vivono in “gruppi primari”, dove si decide il nostro modo di vivere e di pensare. A questo tema sono dedicate parecchie pagine, soprattutto nel paragrafo sul peccato e sulla nuova evangelizzazione, quanto mai suggestive.

 

Il terzo capitolo riprende brevemente il contenuto di Liberare l’Amore, riproponendo lo studio dei tre “convincimenti” dello Spirito Santo, con nuove considerazioni maturate dopo la pubblicazione di quel libro. Gesù promette lo Spirito, lo chiama Spirito consolatore e Spirito di verità, ma non indica i contenuti della verità che lo Spirito solo può rivelarci. Però nel capitolo XVI del Vangelo di Giovanni dice proprio di che cosa lo Spirito deve convincerci: di peccato, giustizia e giudizio. È un testo così criptico che in tutta la storia della Chiesa ha avuto pochissime parole di commento. Eppure in questi “convincimenti” si concentra il contenuto del Vangelo, quello di cui solo lo Spirito Santo può “convincerci”. Oggi si sente parlare spesso di un Dio che ci ama appassionatamente ma non fa molta presa; si può pensare che ciò è dovuto alla mancanza del convincimento di peccato. Infatti nella misura


in cui lo Spirito Santo riesce a “convincerci” di peccato, di un mal d’amore impressionante che riguarda tutti, nella sua radice originale, fino a portarci a fare sacrifici incredibili per i nostri idoli, si apre il cuore a ricevere i doni dell’amore infinito. Ma è solo un piccolo accenno ai contenuti fondamentali di questo capitolo. Del resto di “Liberare l’Amore”, che qui riassumo, è stato scritto da Vittoria Patti, in risposta alla domanda di un blog di Rai-Vaticano sul libro cristiano che più ha influito sulla propria vita: “Senza alcun dubbio Liberare l’Amore, di Ugo Borghello. Ha davvero cambiato il mio modo di vedere tutta la realtà, in modo estremamente concreto. E mi ha fatto capire, anzi “afferrare”, aspetti cruciali del cristianesimo che prima erano per la mia ragione sfuggenti e vaghi i modo imbarazzante: un esempio? La faccenda del peccato originale”. Su 150 risposte, tra Agostino, sant’Alfonso o san Josemaria Escrivà, sei hanno risposto indicando Liberare l’Amore.

 

Il quarto capitolo aiuta ad impostare la nostra risposta al dono gratuito della fede. È facile cadere in una specie di “pendolo”: Dio ci dona gratuitamente ma noi dobbiamo meritarlo. Ma questo in definitiva fa dipendere la salvezza dalle nostre opere, e ci riempie di piccole o grandi inquietudini. Più che sui nostri propositi operativi la lotta ascetica deve farci desiderare sempre più, e sempre più chiedere, il dono dello Spirito Santo, la conversione del cuore a Cristo, il dono della vita di fede e della santità: “Chiedete e vi sarà dato” insiste Gesù, accoratamente. La nostra collaborazione non è nelle opere, che devono essere frutto della grazia, ma nella libertà usata per scegliere Gesù come Signore della nostra vita, del nostro cuore, come calamita che orienta tutto il nostro pensare e agire. Dato che siamo peccatori, il desiderio di conversione deve rinnovarsi sempre più frequente, sempre più fiducioso, sempre più desiderato. Da uno sforzo più umano in gioventù si cresce verso un desiderio profondo di santità, passando tra luci e ombre, necessarie per crescere nell’amore. Un passaggio cruciale può essere la notte oscura dei sensi alla quale occorre arrivare preparati, altrimenti deprime e porta molti a lasciare o ad accontentarsi di un po’ di religione, mentre è la porta migliore per passare da una appartenenza primaria più sociale o religiosa che di fede ad un modo nuovo di stare nella Chiesa con legame carismatico.

 

L’ultimo capitolo “Educarsi all’amore” vuole accompagnare dal sentimento dell’innamoramento o dallo statu nascenti di una appartenenza cristiana ad un amore maturo. L’amore supera la ragione e le nostre virtù. Chi ama sul serio non ha bisogno di studiare l’amore, ma quando tutto è confuso e incerto, con sofferenze inaudite di amore rifiutato, solo lo studio può orientare il cuore a desiderare il dono dell’amore vero. L’amore è sotteso ad ogni nostro rapporto, di amicizia, di coppia, di famiglia, di società vitale, di Chiesa. E deve allora crescere la capacità di amare, dall’”io-tu” al “noi”, alla condivisione aperta, ai beni relazionali e, nella fede, alla spiritualità di comunione, al comandamento nuovo. Il tutto all’insegna di un amore che passa dal narcisismo adolescenziale, reattivo, all’amore maturo, pronto a tutto e capace di trasfigurare ogni situazione.

La riuscita di una vita dipende dalla pienezza dell’amore che la persona sperimenta e dalla

capacità di amare che sviluppa. In definitiva un libro che vuole aiutare ad essere persone che sanno amare, che è la prima e più grande ambizione che gli uomini devono coltivare nella loro vita sulla terra.

 

Ancora oggi la figura di John F. Kennedy viene associata a quella di un grande uomo di stato, o almeno a quella di qualcuno che avrebbe potuto esserlo, se non fosse stato ucciso. Tutti i temi e le vicende legate in qualche modo al Presidente sono stati trattati esaurientemente. Sulla sua vita o sulla carriera, così come sul suo assassinio a Dallas, il 22 novembre del 1963, c’è davvero poco o nulla da aggiungere. Tuttavia, di anno in anno, appaiono sempre nuove biografie o trattati specifici con dettagli sulla sua carica pubblica o sulla ricostruzione del suo attentato. Gli ultimi, in particolare, riprendono sempre le stesse congetture e illazioni: il suo assassino Lee Harvey Oswald non può aver agito da solo, presumibilmente era coinvolta anche la CIA, la mafia o Fidel Castro, forse ognuno ha agito per conto proprio o magari è stata una cospirazione comune; Lyndon B. Johnson, poiché successore, rientra perfettamente nel cerchio dei possibili complici, così come l’FBI e il KGB.

I ‘forse’ e i ‘magari’ tanto quanto i ‘se’ e i ‘ma’ fanno da contorno ad una storia piena di congiuntivi perpetui raccontata e ricostruita con miriadi di ipotesi differenti. La sua vita bruscamente interrotta rientra perfettamente tra gli eventi storici che in qualche modo affascinano il mondo; un mondo che spesso cerca di dare una spiegazione a vicende irrisolte, decorandole con fantasie e racconti.

Totalmente differente è, invece, l’approccio di Alan Posener, giornalista anglo-tedesco, che nella sua biografia sul Presidente non si lascia né accecare dal fenomeno J.F. Kennedy, né tantomeno lo smantella. Anche se la biografia di Posener non aggiunge nulla di nuovo alle informazioni già conosciute sulla vita del Presidente, risalta tra le altre per il suo racconto disilluso. ll giornalista anglo-tedesco presenta l’immagine del leggendario Presidente degli Stati Uniti d’America come quella di un uomo pieno di controsensi e racconta i momenti più salienti della sua vita, senza lasciarsi condizionare dagli enigmi, dalle coincidenze, dalle mille ipotesi e dal mistero che si è creato attorno alla sua figura. Posener trova il giusto equilibrio, riuscendo a fornire una visione più reale, finalmente non contornata da miti e leggende, raggiungendo un obiettivo che molti altri critici hanno mancato: sgretolare il mito Kennedy conservando il rispetto per la persona e per il Presidente. Con le sue 200 pagine di biografia, lo scritto di Posener è un ritratto brillante, che racconta la storia di un uomo, di un Presidente, alla luce di una nuova prospettiva disincantata.

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