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«Migranti scaricati in Italia da un furgone della Gendarmerie»: il Viminale accusa la Francia

Un furgone della gendarmeria francese è stato avvistato dalla polizia italiana a Claviere Torino, al confine, mentre faceva scendere un paio di uomini - presumibilmente migranti di origine africana - in una zona boschiva. L'episodio è accaduto venerdì scorso. Il mezzo è poi tornato oltreconfine: è stata annotata la targa e sono in corso delle indagini. Lo si apprende da fonti del Viminale.

Immediata la reazione del ministro degll'Interno Matteo Salvini che invita «il collega Moavero a chiedere chiarimenti all'ambasciatore» francese: «Sono in attesa di sviluppi: non voglio credere che la Francia di Macron utilizzi la propria polizia per scaricare di nascosto gli immigrati in Italia. Ma se qualcuno pensa davvero di usarci come il campo profughi d'Europa, violando leggi, confini e accordi, si sbaglia di grosso. Siamo pronti a difendere l'onore e la dignità del nostro Paese in ogni sede e a tutti i livelli. Pretendiamo chiarezza, soprattutto da chi ci fa la predica ogni giorno, e non guarderemo in faccia a nessuno!». 

Matteo Salvini, concludendo: "Invito il collega Moavero a chiedere chiarimenti all'ambasciatore".  

La zona in cui il furgone ha scaricato i migranti è monitorata perché occupata da alcuni estremisti di sinistra e anarchici legati al sodalizio 'Briser Les Frontieres', dove c'è stato uno sgombero lo scorso 10 ottobre. Per la cronaca, la Procura ha già aperto un fascicolo per lo sconfinamento di agenti francesi a Bardonecchia, nel marzo scorso.

La Farnesina informa di essersi immediatamente attivata con l'Ambasciatore di Francia in Italia per chiedere chiarimenti. Analogo passo formale, al fine di chiarire i termini precisi dell'accaduto, è in corso da parte del nostro Ambasciatore a Parigi con le competenti autorità francesi. Appena stabilita la realtà dei fatti, la Farnesina ne darà completa informazione pubblica. 

La questione è annosa e controversa. La Francia almeno dai tempi della presidenza Sarkozy applica alla lettera il tratto di Dublino per cui di fronte a un migrante a cui non è stato riconosciuto diritto d’asilo, a un «sans papier» o a chiunque tenta un ingresso clandestino, fa scattare il respingimento verso l’Italia. Eclatante, sotto questo punto di vista, quanto avviene da anni nella zona di confine di Ventimiglia. Ma il respingimento, in questi casi, dovrebbe avvenire con la riconsegna dello straniero alle autorità italiane, procedura che la Francia non sempre rispetta: per questa ragione Parigi ha ricevuto aspre critiche da parte di organismi di vigilanza indipendenti, ad esempio il Controleur general des lieux de privation de liberté .

Lo stesso criterio viene applicato non solo dalla Francia; la Svizzera fa altrettanto, rimettendo sui treni diretti in Italia chiunque venga intercettato sul suo territorio privo dei documenti necessari. Nel 2016 alla frontiera di Como-Chiasso i respingimenti raggiunsero in poche settimane quota 7.000. Numerosi sono infine anche i respingimenti compiuti, in senso inverso, dall’Italia verso la Slovenia. Il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, leghista, ha annunciato di voler schierare lungo la frontiera le guardie forestali per respingere i migranti che tentano l’ingresso in Italia dalla ex Jugoslavia. La questione è però sempre quella di effettuare i respingimenti nel rispetto dei trattati internazionali e senza «sconfinamenti» .

Nel 2016 e successo lo stesso : respinti fino a sei volte. Rimandati in Italia dopo un colloquio di un paio di minuti, spesso in una lingua incomprensibile. Riportati oltreconfine a dispetto di una moglie, un marito o un figlio in attesa al di là di una frontiera trasformata in un (invisibile) muro invalicabile. «Alla dogana di Chiasso negli ultimi due mesi sono state violate sistematicamente le normative sui respingimenti e i diritti dei migranti», denunciano l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi) e la onlus svizzera Firdaus.

Dalla fine di giugno 2016, centinaia di migranti sono accampati alla stazione di Como San Giovanni, quasi tutti dopo essere stati respinti dalla Svizzera. Tra luglio e agosto, le autorità elvetiche hanno effettuato quasi 7mila riammissioni in Italia di cittadini stranieri. Almeno 600 erano minori non accompagnati. «Siamo stati a lungo alla stazione di Como e abbiamo verificato che i migranti respinti non erano in grado di capire le ragioni per cui erano stati rimandati in Italia», dice Lisa Bosia Mirra, presidente di Firdaus. I volontari hanno raccolto dati dettagliati.

Intanto ora lo ammette anche Bruxelles: almeno 200 mila sono i potenziali terroristi e i criminali entrati in Europa assieme ai migranti con documenti falsi,lo rivela Francesco De Palo sul suo articolo al quotidiano il Giornale

Era il maggio 2016 e l'Unione Europea inviò super agenti segreti negli hotspot di Italia e Grecia.lo rivelò il colonnello Manuel Navarrete, capo del Centro europeo contro il terrorismo (Ectc) nato pochi mesi prima, osservando che «nella gestione delle frontiere c'è sempre una componente di sicurezza», ora a maggior ragione dopo la «decisione dello Stato islamico di mandare terroristi dalla Siria e dall'Iraq per agire in Europa». Quella stessa Europa che, invece, fa ancora orecchie da mercante.

Il perché è presto detto: proprio in Italia spuntano i dati sul business dell'immigrazione. 35 gli euro al giorno che l'Ue offre alle imprese nostrane che ospitano migranti in strutture ricettive o campeggi, ma ne spendono solo 2,5. Il resto lo intascano di netto e per migliaia di migranti o richiedenti asilo fa davvero un bell'incasso.

Mentre nelle ultime ore la Germania decide, in chiave di lotta al terrorismo, di estendere i controlli alle frontiere con Danimarca e Austria (dal prossimo 12 novembre al maggio 2019), anche spaventata dai riverberi che potrebbe avere il dossier migranti nelle elezioni di oggi in Baviera, ecco che in Grecia Mossad e Cia monitorano costantemente i movimenti che in questi giorni stanno trasferendo circa duemila migranti dalle isole ormai al collasso (Lesbos, Kos e Samos) alla terraferma.

Si teme la commistione di possibili jihadisti mescolati tra afghani, pakistani e siriani pronti a bussare alle porte della cellula ateniese dell'Isis. Nella capitale ellenica infatti opera un nucleo terroristico dedito a falsificare i passaporti, e che fu «visitato» nell'agosto 2015 da Salah Abdeslam, uno dei terroristi della strage di Parigi che si imbarcò indisturbato da Bari per la Grecia.

Non va dimenticato che ogni Prefettura ha la responsabilità della gestione dei bandi che hanno per oggetto l'appalto del servizio di assistenza dei profughi e dei richiedenti asilo politico. Come dire che quell'ingente flusso di denaro passa costantemente dalle Prefetture diretto alle cooperative sociali sui territori con numeri da capogiro.

Quindici migranti, tra i quali un bambino di 11 anni, hanno attraversato l'Italia settentrionale, dalla Slovenia fino alla Francia, stipati in un rimorchio per cavalli. Uno di loro si è sentito male ed è finito in ospedale quando sono stati fermati a Ventimiglia dalla polizia stradale che ha arrestato un tunisino per favoreggiamento della immigrazione clandestina. I migranti, stremati dal viaggio, sono 14 siriani e un tunisino. Il viaggio è stato ricostruito dalla polizia guidata dal vicequestore Gianfranco Crocco.

Intanto un gruppo di sette migranti è stato cacciato dal treno su cui viaggiava perché sprovvisti di biglietto. È successo sul convoglio Iglesias-Cagliari, dove un passeggero ha ripreso la scena e pubblicato il video su internet. Il video è stato poi condiviso dal vicepremier Matteo Salvini. «Questo non lo vedrete nei tg - ha scritto il leader della Lega - facciamo girare! Onore a questa capotreno che, in Sardegna, fa scendere un gruppo di scrocconi! Il clima è cambiato. Tolleranza zero con i furbetti, anche con un uso massiccio delle Forze dell’ordine. Se vuoi viaggiare, paghi come tutti i cittadini perbene!».

« Dovete scendere dal treno, siete senza biglietto», esclama nel video la capotreno all'indirizzo dei migranti. Non sono servite le rimostranze dei sette a far recedere dalla decisione la capotreno, che ha lasciato a piedi il gruppo che non aveva pagato il ticket tentando di raggiungere Cagliari gratuitamente. «Ha fatto il suo dovere e ha fatto rispettare il regolamento», fanno sapere da Trenitalia

I migranti hanno tentato di rimanere sul treno, inutilmente. «Siete in grado di lavorare - ha proseguito la capotreno - devono pagare tutti allo stesso modo. Dai il buon esempio a tuo figlio», ha aggiunto, rivolgendosi alla donna con il bimbo in braccio. Poi, fuori campo, il tentativo di alcuni migranti senza biglietto di salire da un'altra porta del convoglio e l'esasperazione della capotreno che aveva già fatto scendere parte di loro qualche fermata prima per poi ritrovarli, ancora senza ticket, seduti sulle poltrone del treno: «non ci provare: vi tiro giù a calci nel c...».

 

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