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Il 25 ottobre scorso si è svolta al Tar del Lazio la prima udienza cautelare di un maxi ricorso collettivo proposto dagli avvocati Francesco Leone, Simona Fell e Rosy Floriana Barbata nell’interesse di più di 300 studenti per contestare le modalità e i contenuti della prova di ammissione del cosiddetto “Test TOLC”.

I magistrati capitolini si sono pronunciati emettendo un’ordinanza contro le principali università italiane e il consorzio Cisia, che si occupa di organizzare su scala nazionale i test d’ammissione per le facoltà a numero chiuso, a favore dei ricorrenti.

Il Tar del Lazio ha concesso un mese di tempo al Consorzio Interuniversitario Sistemi Integrati per L'Accesso - CISIA per consegnare una dettagliata relazione di chiarimenti sul funzionamento del cosiddetto “equalizzatore” nei concorsi per l'ammissione al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria e Protesi Dentaria per l'anno accademico 2023/2024 e ha fissato al 10 gennaio 2024 l'udienza di trattazione di merito del ricorso.

Il ricorso contesta anche la ripetizione delle domande nelle sessioni di aprile e luglio, la partecipazione degli studenti di quarto anno di liceo, il calcolo di equalizzazione dei punteggi che avrebbe falsato gli esiti delle prove fino ad arrivare, alla presunta compravendita dei quiz da parte degli studenti e delle scuole di preparazione.

I giudici, ritenendo non sussistenti i presupposti per la concessione della richiesta misura cautelare hanno ritenuto necessario, invece,  disporre l'integrazione del contraddittorio nei confronti di tutti i controinteressati tramite pubblicazione sul sito web del ministero dell'Università e  hanno rilevato, ai fini della successiva trattazione nel merito del ricorso, l'esigenza di acquisire in via istruttoria «una dettagliata relazione di chiarimenti a cura del CISIA in ordine al funzionamento del cosiddetto equalizzatore».

La Relazione  dovrà affrontare una serie di aspetti ritenuti dal Collegio rilevanti alla luce dei rilievi del ricorso, ovvero: «Numero dei quesiti componenti la banca dati; criteri e modalità di individuazione dei quesiti da sottoporre ai candidati nei vari turni della medesima sessione e nelle diverse sessioni; modalità di calcolo del punteggio equalizzato, a tal fine indicando gli effetti del meccanismo di equalizzazione sul punteggio del singolo quesito, in relazione a ciascun possibile esito (risposta esatta, errata o non data) e, per ciascuno di detti esiti, rispetto a diversi scenari di difficoltà del quesito, e prendendo altresì specifica posizione sugli esempi numerici dedotti a supporto delle censure mosse».

Comprendere come e perché sia stato adottato un modello così problematico non è solo una questione tecnica.

L'equazione che sottende il punteggio equalizzato sembra essere basata su un presupposto fondamentale che solleva serie perplessità. La difficoltà di una domanda non dovrebbe essere determinata dalla percentuale di risposte corrette o sbagliate dei candidati, ma dovrebbe derivare dalle caratteristiche intrinseche della domanda stessa, anche perché se la stessa domanda non è stata sottoposta allo stesso numero di persone il dato che ne emerge  è falsato, con conseguente attribuzione di un punteggio errato. È sorprendente che chi ha formulato questo modello sembri ignorare questo semplice ma fondamentale aspetto che qualsiasi docimologo o ricercatore competente conosce.

Fonte : Comitato #iononhoimbroigliato/ R.Presciuttini

 

 

 

 

Dalla primavera 2024, i migranti messi in salvo nel Mediterraneo dalle navi italiane saranno trasferiti in Albania. Punta a dissuadere le partenze e il traffico di esseri umani, nonché ad alleggerire hotspot come quello di Lampedusa, il protocollo di intesa siglato da Giorgia Meloni ed Edi Rama a Palazzo Chigi.

È la concretizzazione di un accordo "sostanzialmente chiuso a Ferragosto, durante l'incontro che i due leader hanno tenuto in Albania e che è stato narrato come una semplice vacanza, ma altro che aperitivi...", spiegano fonti di Palazzo Chigi, sottolineando che è una svolta "storica non solo per l'Italia ma per tutta l'Unione europea". "Se l'Italia chiama l'Albania c'è", mette in chiaro Rama, ricordando che il suo Paese è in attesa di entrare nell'Ue, ma "è uno Stato europeo: ci manca la U davanti ma ciò non ci impedisce di essere e vedere il mondo come europei".

"Se l'Italia chiama, l'Albania c'è. La geografia è ora la maledizione dell'Italia. Se si entra in Italia, si entra in Europa". Lo afferma il premier albanese, Edi Rama, durante la firma del protocollo d'intesa tra Italia e Albania per la gestione dei migranti illegali.

Meloni spiega che l'Italia potrà realizzare due strutture in Albania "per la gestione dei migranti illegali: potranno accogliere inizialmente sino a tremila persone che resteranno qui per il tempo di espletare le domande di asilo ed, eventualmente, ai fini del rimpatrio", osserva Meloni.

"L'accordo sulla gestione di flussi migratori fra Italia e Albania non riguarda i minori, le donne in gravidanza e soggetti vulnerabili", sottolinea la Presidente del Consiglio.

Rama sull'immigrazione aggiunge: "L'Albania ha una storia di ospitalità. È l'unico paese europeo dove ci sono stati più ebrei dopo la seconda guerra mondiale, dove migliaia di italiani sono stati protetti e non sono stati lasciati in preda ai nazisti. Abbiamo protetto dalla pulizia etnica migliaia di persone che scappavano da Milosevic e abbiamo dato rifugio a donne e famiglie afghane, quando la NATO ha mollato l'Afghanistan".

"La collaborazione tra Stati Ue e stati extra Ue è decisiva" nel fenomeno dell'immigrazione. Così la premier Giorgia Meloni nelle dichiarazioni alla stampa con il primo ministro dell'Albania Edi Rama presenta i contenuti di un protocollo d'intesa sul fronte dell'immigrazione che "disegna la cornice giuridica a politica" della nuova collaborazione. "È un accordo di respiro europeo. Dimostra che si può collaborare sul fronte della gestione dei flussi. L'Albania darà la possibilità di utilizzare alcune aree del territorio albanese con l'Italia che potrà allestire centri" per i migranti, ha detto la premier.

"Contrastare il traffico di esseri umani, prevenire il traffico di esseri umani e accogliere chi ha diritto alla protezione: questi i tre obiettivi dell'accordo siglato oggi da Italia e Albania", ha spiegato la premier al termine dell'incontro con il primo ministro albanese Rama. L'Italia potrà realizzare due strutture in Albania "per la gestione dei migranti illegali: potranno accogliere inizialmente sino a tremila persone che resteranno qui per il tempo di espletare le domande di asilo ed, eventualmente, ai fini del rimpatrio", ha osservato Meloni.

"L'accordo sulla gestione di flussi migratori fra Italia e Albania non riguarda i minori, le donne in gravidanza e soggetti vulnerabili", ha sottolineato il presidente del Consiglio. "La giurisdizione all'interno di questi centri sarà italiana. Nel porto di Shengjin ci si occuperà delle procedure di sbarco e identificazione, mentre in un'altra area più interna si realizzerà un'altra struttura sul modello dei Cpr. L'Albania collabora con le sue forze di polizia con le forze di sicurezza e di sorveglianza esterna delle strutture", ha spiegato Meloni.

Per il ministro degli Esteri Antonio Tajani questa novità "rafforza il nostro ruolo da protagonista in Europa", e da FdI parlano di "dottrina Meloni". "Il governo ha alzato bandiera bianca in Europa e trova rifugio in Albania", è invece la lettura di Azione, ed è critico anche il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni: "Ci mancava solo la delocalizzazione in Albania dei naufraghi salvati". "Si crea una sorta di Guantanamo italiana", prevede invece Riccardo Magi (+Europa).

Nella sua visita di fine aprile a Londra, la premier aveva spiegato di "condividere" la linea di Rishi Sunak, quando il premier inglese studia l'ipotesi di mandare in Ruanda i richiedenti asilo in attesa delle verifiche. Un piano che ora coinvolge l'Austria e ha fatto capolino nel briefing mattutino della Commissione europea, quando la portavoce Anitta Hipper ha commentato: "Le leggi sull'asilo dell'Ue si applicano solo alle domande presentate sul territorio di uno Stato membro, ma non al di fuori di esso". Qualche ora dopo Meloni ha presentato una soluzione non molto dissimile da quella inglese, seppure in una cornice ben diversa, come hanno ammesso fonti italiane.

Almeno quattro gli incontri nell'ultimo anno fra Meloni e "l'amico" (come lo ha definito) Rama. Lo ha ricevuto a Palazzo Chigi a fine settembre e un mese fa, a Granada, con lui, Sunak e l'olandese Mark Rutte ha avuto un vertice su possibili iniziative operative, bilaterali e multilaterali, contro il traffico di esseri umani. Con l'Albania è nato "un accordo di respiro europeo", ha detto la premier, ribadendo il sostegno a Tirana e ai Balcani occidentali per l'ingresso nell'Ue, "o meglio la riunificazione". "Questo accordo non sarebbe stato possibile con nessun altro Stato Ue", ha chiarito Rama, scegliendo di parlare in italiano e ricordando il "debito impagabile" del suo popolo verso l'Italia: "Non sta a noi giudicare il merito politico di decisioni qui e in altre istituzioni, a noi sta rispondere 'Presente' quando si tratta di dare una mano".

La firma dell'accordo, annunciata solo a ridosso, è avvenuta alla presenza dell'ambasciatore italiano a Tirana Fabrizio Bucci, uno dei nomi che circola per il posto di consigliere diplomatico della premier dopo le dimissioni di Francesco Talò, seduto in prima fila, fra gli altri, come Alessandro Cattaneo, da fine agosto consigliere diplomatico aggiunto.

 

Fonte Agi  Ansa e varie agenzie 

Si è concluso nelle prime ore di questa mattina, con un elicottero HH-139B dell’85° Centro SAR (Search and Rescue) di Pratica di Mare, il recupero di una escursionista rimasta bloccata sul Monte Miletto, una delle vette più alte dei monti del Matese, in zona Campobasso.

La richiesta di intervento dell’Aeronautica Militare è giunta dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) Molise poco dopo la mezzanotte di ieri. La ragazza infatti, rimasta ferita in una zona particolarmente impervia del massiccio matese, è stata raggiunta dapprima da una squadra del CNSAS ma, a causa della natura del terreno e delle condizioni critiche della donna, si è reso necessario il recupero tramite l’impiego di un verricello.

L'intervento da parte dell’85° Centro SAR, il cui elicottero è decollato poco dopo le due del mattino da Pratica di Mare ed è giunto sul luogo di recupero dopo circa cinquanta minuti, si è subito rivelato complesso a causa delle forti raffiche di vento, rendendo le operazioni di recupero particolarmente lunghe e articolate, con necessità di allontanarsi per fare rifornimento presso l’aeroporto di Capodichino e poter così continuare la missione di volo.

Con il contributo del personale del soccorso alpino, una volta spostata la donna, politraumatizzata, in una posizione del Monte più idonea al recupero con l’elicottero, è stato finalmente possibile assicurare la paziente, tramite una speciale barella aviotrasportabile, insieme ad uno dei tecnici del CNSAS, al verricello calato dall’equipaggio in volo. Una volta a bordo, intorno alle 7:00 del mattino, l’elicottero si è diretto presso la Base Aerea Protezione Civile Molise, a Campochiaro (CB), dove un'ambulanza ed il personale medico del 118 ha trasportato la paziente in ospedale. A questo punto l’HH-139B, dopo un secondo rifornimento a Capodichino, ha potuto fare rientro a Pratica di Mare e riprendere la prontezza operativa a supporto della collettività.

L’85° Centro SAR dipende dal 15° Stormo di Cervia che garantisce, 24 ore su 24, senza soluzione di continuità, la ricerca ed il soccorso degli equipaggi di volo in difficoltà, concorrendo, inoltre, ad attività di pubblica utilità quali la ricerca di dispersi in mare o in montagna, il trasporto sanitario d’urgenza di pazienti in imminente pericolo di vita ed il soccorso di traumatizzati gravi, operando anche in condizioni meteorologiche complesse.

Dalla sua costituzione ad oggi, gli equipaggi del 15° Stormo hanno salvato migliaia di persone in pericolo di vita. Dal 2018 il Reparto ha inoltre acquisito la capacità AIB (Antincendio Boschivo) contribuendo alla prevenzione e alla lotta agli incendi su tutto il territorio nazionale nell’ambito del dispositivo interforze messo in campo dalla Difesa.

Fonte Aeronautica Militare
Stato Maggiore – V Reparto “Comunicazione”

 

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