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Allarme terrorismo, rischio attentati in Italia

"La massa di persone in movimento verso lo spazio comunitario - osserva la relazione - oltre a costituire un'emergenza di carattere umanitario, sanitario e di ordine pubblico, può presentare insidie sul piano della sicurezza"rileva la relazione annuale dell'intelligence inviata oggi al Parlamento, sottolineando come nella propaganda jihadista non siano mancati i riferimenti all' Italia come nemico per i suoi rapporti con Usa e Israele e per il suo impegno contro il terrorismo. In Libia, da dove proviene il 90% dei migranti sbarcati in Italia, "operano organizzazioni di trafficanti strutturate e flessibili, a prevalente composizione multietnica, in grado di gestire tutte le fasi del trasferimento

Secondo i 007 Il sistema bancario nazionale si trova esposto a rischi, secondo quanto emerge dalla Relazione annuale dei servizi segreti inviata oggi al Parlamento. Tra le criticità del sistema, gli 007 indicano la forte incidenza degli accantonamenti, derivanti dall'esigenza di coprire perdite potenziali per crediti deteriorati; l'ingresso nell'azionariato di soggetti stranieri animati da intenti speculativi ed il contagio, per le banche con un profilo internazionale, derivante da situazioni di instabilità in altri Paesi. La relazione evidenzia inoltre problemi, soprattutto negli istituti medi e piccoli, in relazione alla "lenta ripresa degli impieghi, l'ammontare delle sofferenze, le perdite di bilancio, la concentrazione degli attivi, la gravità delle carenze patrimoniali (registrate, in particolare, con riguardo ad alcuni istituti popolari), l'ingresso nell'azionariato di nuovi soci (anche attraverso l'utilizzo di veicoli societari 'fiduciari') e, infine, i casi di disinvolta gestione del credito".

Il fenomeno dei foreign fighters in Italia, "inizialmente con numeri più contenuti rispetto alla media europea, è risultato in costante crescita". Lo rileva la relazione annuale dei servizi d'intelligence al Parlamento. Particolarmente critico appare, secondo le analisi degli 007, "l'auto-reclutamento di elementi giovanissimi, al termine di processi di radicalizzazione spesso consumati in tempi molto rapidi e ad insaputa della stessa cerchia familiare". Massima vigilanza operativa, pertanto, è stata riservata al possibile rientro in Italia di soggetti che hanno combattuto nei teatri di guerra, nonché dei cosiddetti 'pendolari' in grado di muoversi liberamente nello spazio Schengen perché già residenti sul territorio italiano o i altri Paesi europei.

"E' da ritenere elevato il rischio di nuove azioni in territorio europeo" da parte del terrorismo jihadista; potrebbero essere "attacchi eclatanti sullo stile di quelli di Parigi". Lo indica la relazione annuale dell'intelligence inviata oggi al Parlamento. Parigi, evidenzia la relazione, "ha verosimilmente inaugurato una strategia di attacco all'Occidente destinata a consolidarsi". I rischi arrivano sia da emissari dello Stato Islamico inviati ad hoc, inclusi foreign fighters addestrati in teatri di guerra, che da militanti già presenti e integrati-mimetizzati in Europa.

L'Italia "appare sempre più esposta" alla minaccia jihadista, anche se non sono emersi specifici riscontri su piani terroristici rileva la relazione annuale dell'intelligence inviata oggi al Parlamento, sottolineando come nella propaganda jihadista non siano mancati i riferimenti all' Italia come nemico per i suoi rapporti con Usa e Israele e per il suo impegno contro il terrorismo. La maggiore esposizione al rischio emerge anche in relazione al Giubileo e alla possibile attivazione di nuove generazioni di aspiranti mujahidin che aderiscono alla campagna promossa dall'Isis.

Nessun riscontro di infiltrazioni terroristiche nei flussi migratori dal Nordafrica, mentre il rischio "si presenta più concreto" lungo la rotta balcanica. Lo indica la relazione annuale dei servizi di intelligence inviata al Parlamento, evidenziando come la regione balcanica sia zona di transito privilegiato di foreign fighters (oltre 900 sono partiti da lì per i teatri di guerra), nonchè area di "realtà oltranziste consolidate".

E l'attività d'intelligence si è focalizzata sulle possibili contaminazioni tra immigrazione clandestina e terrorismo, anche alla luce del fatto che "i contesti di crisi siriana, irachena, libica, subsahariana e del Corno d'Africa sono infiltrati in parte da espressioni terroristiche di matrice islamista che possono inquinare i canali dell'immigrazione e sottoporre alla radicalizzazione elementi poi destinati ad emigrare nei Paesi europei". Va poi considerato, aggiungono gli 007, "come l'aver vissuto in aree di guerra, talvolta partecipando attivamente ai combattimenti, possa conferire ai nuovi migranti un profilo potenzialmente critico, derivante soprattutto dall'expertise 'militare' acquisita".

In Italia proliferano gruppi criminali etnici composti prevalentemente da egiziani, del Corno d'Africa e rumeni, specializzati sia nella falsificazione documentale sia nel fornire assistenza ai migranti per il trasferimento dai centri di accoglienza alle località di destinazione nel Nord Europa. È emersa inoltre l'operatività di sodalizi brindisini attivi nel trasferimento di migranti dalle coste della penisola balcanica meridionale verso l'Italia. Quanto alla diffusione del radicalismo islamico nei Balcani, i servizi indicano rischi "sia per il suo potenziale destabilizzante, sia per l'eventualità di un insediamento nella regione di basi logistiche in grado di supportare pianificazioni terroristiche contro Paesi europei, incluso il nostro".

"Siamo di fronte ad una proliferazione della rete internazionale di finanziamento del terrorismo che sta inquinando i sistemi finanziari e i mercati e di conseguenza richiede particolare attenzione". E' l'allarme lanciato dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che - nel corso di un convegno sull'antiriciclaggio alla Luiss - ha invocato una maggiore cooperazione a livello nazionale ed internazionale per fronteggiare l'emergenza.

Con la globalizzazione dell'economia, ha proseguito il ministro, c'è "la possibilità che il circuito finanziario possa essere utilizzato come base per azioni terroristiche internazionali, mettendo a rischio la sicurezza nazionale ed internazionale. La complessità della minaccia richiede un rinnovato sforzo di collaborazione a livello nazionale e internazionale". Padoan ha ricordato le azioni intraprese a livello di G7 e G20, oltre che dai singoli Stati, sullo scambio di informazioni, il rafforzamento dei meccanismi di congelamento e le valute virtuali. "Le azioni nazionali e internazionali di lotta al finanziamento del terrorismo e al riciclaggio sono complementari. - ha aggiunto - L'Italia è in prima linea, ma molto resta da fare, serve un coordinamento ancora maggiore tra i vari organismi di controllo e di lotta agli illeciti. Alle reti illecite dobbiamo contrapporre una rete di contrasto".

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