Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Venerdì, 03 Maggio 2024

Le opere di Bach: gli eff…

Mag 02, 2024 Hits:164 Crotone

In città l'ultima tappa d…

Apr 30, 2024 Hits:219 Crotone

Convegno Nazionale per la…

Apr 23, 2024 Hits:427 Crotone

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:879 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:908 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:1165 Crotone

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:1576 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:1680 Crotone

L’Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri, nella sua veste di Coordinatore della Commissione Cultura della Conferenza delle Regioni,che ha presieduto in videoconferenza – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta - dalla cittadella medievale di Gerace, dove ha eletto il proprio domicilio, come assessore, fino al trentuno luglio prossimo, per ribadire l’attenzione reale sui beni culturali, ha dichiarato: “Lo scorso anno il cinema, adesso i musei e nell’immediato futuro lo spettacolo, le Regioni intendono fornire alla Commissione Europea il proprio contributo alla modernizzazione degli aiuti di stato nel ridefinire le regole per l’erogazione dei finanziamenti comunitari, che nella prossima programmazione saranno significativi. Inoltre occorre ribadire la misura delle esenzioni fiscali per favorire gli investimenti privati a sostegno delle politiche culturali”

Chiesa di Sant'Anna -Mercuri - I fedeli in preghiera (2)

 

La comunità della frazione Mercuri Tedesco del Comune di Platania (Cz) si accinge a festeggiare Sant’Anna, l’esemplare madre della Madonna, attingendo un’attenta riflessione dall’Anno della Fede voluto dal Papa emerito Benedetto XVI. Ed è proprio l’enciclica “Lumen Fidei” (La luce della fede) che illuminerà il cuore e la mente dei fedeli in questi giorni particolari dell’anno e della quale il parroco di Platania don Pino Latelli chiarisce l’essenza del suo significato e del suo messaggio. « È   una grande enciclica – sottolinea don Pino Latelli - attraverso la quale Papa Francesco, ad una umanità tante volte smarrita, dominata dalle tenebre e dal potere del male, indica nella luce della fede e del Vangelo l’unica risposta da dare per uscire fuori dall’oscurità della notte e ritrovare la strada della vita. Sant’Anna e San Gioacchino, in riferimento agli ambiti illuminati dalla fede sui quali si sofferma l’enciclica di Papa Francesco,   appaiono icona e immagine della famiglia cristiana. In un mondo in crisi di fede e di valori, che esalta la cultura del denaro, dell’avere, del potere e dell’effimero, è necessario - prosegue il parroco - che l’uomo faccia esperienza di Dio come Padre e Pastore testimoniando “la gioia della fede” e l’impegno a viverla in famiglia e nella società in modo saldo e generoso».

La giornata festiva sarà preceduta da un triduo di profonde riflessioni e momenti religiosi ( 23-24-25) scanditi dalla celebrazione della Giornata del malato, della Giornata dei giovani, della Giornata delle Famiglie, dalla recita del Santo Rosario e dalla celebrazione della Santa Messa.

Nel pomeriggio del 26 il momento più suggestivo è rappresentato, alle ore 16.30, dalla tradizionale processione religiosa per le vie di Mercuri, delle contrade limitrofe e del centro del comune montano e, al termine, sarà celebrata in modo solenne   la Santa Messa officiata dal parroco don Pino Latelli. A conclusione del sacro rito non mancherà un rinfresco arricchito da una torta donata ai partecipanti dalla Pasticceria “La dolce vita” di Ferdinando Cimino.

Seguendo quella che ormai è diventata una tradizione, saranno presenti, durante i festeggiamenti, anche le manifestazione civili patrocinate dal Comune di Platania, e curate da Antonio Mercuri, presidente del Comitato organizzatore della festa, il quale anticipa che nella serata del 26 Luglio, alle ore 21 , nel piazzale antistante la Chiesa, addobbato a festa con le colorate luminarie, avrà luogo un interessante spettacolo di musica leggera eseguita dal Gruppo “Radiofreccia”, Cover di Luciano Ligabue. Il consueto spettacolo pirotecnico coronerà i festeggiamenti.

Statua SantAnna nella Chiesa Sant'Anna di Mercuri (1)

L’assessore regionale alla cultura e all’istruzione Mario Caligiuri comunica che, accogliendo le richieste dei dirigenti scolastici, sono stati prorogati al 29 luglio prossimo i termini di presentazione delle candidature per la costituzione dei Poli tecnico professionali. La proroga – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta - consente di garantire la più ampia partecipazione al bando, che ha una dotazione di 13 milioni di euro.

“Con questa ulteriore opportunità - spiega Caligiuri - si intende collegare la scuola con il mondo del lavoro, formando le professionalità necessarie per sviluppare il turismo e l'agricoltura, che rappresentano straordinarie occasioni di sviluppo per tutta la regione, finora parzialmente utilizzate ma i cui margini di crescita potenziali sono notevoli e reali”.

Le proposte possono essere avanzate dagli istituti tecnici e professionali presso i quali funzionano gli indirizzi correlati alle filiere Turistica e dell'Agribusiness, in partenariato con almeno due imprese e un organismo di formazione professionale accreditato. Particolare attenzione verrà riservata alle aziende economiche coinvolte.

 

 

foto articolo

 

La Federazione Universitaria Cattolica Italiana (F.U.C.I.) di Catanzaro - dichiara il Presidente Ciancio - ha concluso le attività associative per l’anno accademico 2012/2013 in attesa del camposcuola estivo. Dodici mesi all’insegna del dialogo interculturale, della promozione sociale e della lotta all’illegalità. Diverse campagne di sensibilizzazione sono state promosse negli ultimi mesi: una giornata in memoria delle vittime dell’A.I.D.S., novità assoluta nel panorama internazionale, dove musica, poesia e dibattiti etici hanno animato la presentazione del libro “La nostra Africa”(M.Bartolo-Gangemi editore,2012) e una giornata di studio e di conoscenza sulla donazione del cordone ombelicale.

A partire dal mese di Novembre fino al convegno conclusivo del 30 Maggio si sono susseguiti anche degli incontri “interdisciplinari” di bioetica, un ciclo di seminari intitolato al Cardinale Carlo Maria Martini (anche in questo caso, novità assoluta mondiale) che ha visto, complessivamente, la presenza di oltre seicento partecipanti tra studenti, docenti, ricercatori, studiosi cattolici e laici dell’Università Magna Graecia di Catanzaro. Si è discusso di bio-diritto (30 Ottobre), di fecondazione assistita (6 Novembre), di aborto e metodi contraccettivi (18 Novembre), di eutanasia e testamento biologico (15 Maggio), di cellule staminali embrionali e adulte (30 Maggio), con l’obiettivo principale raggiunto di presentare visioni, culture e tradizioni diverse, convocando a dialogo “scienze” e “fede”, credenti e non credenti, incoraggiando ed impegnando in maniera dinamica tutta la comunità accademica catanzarese.

Non meno significativo l’apporto sociale della federazione - continua Ciancio - in ambito di responsabilità civile con la partecipazione alle sessioni de “ Il Cortile dei Gentili” (20-21 Aprile), iniziativa del Pontificio Consiglio della Cultura, quest’anno ospitata dall’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace e dal tema suggestivo: “Etica, religiosità, corresponsabilità”. Contributo perfezionato dalla promozione dell’evento “Santità e Legalità” (19 Giugno), durante il quale è stato presentato il libro dell’Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace Mons. Vincenzo Bertolone : “La sapienza del sorriso. Il martirio di Don Giuseppe Puglisi” (Paoline, 2012). Evento che ha visto la presenza di Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e per la prima volta assoluta nel comune di Catanzaro.

Queste e tante altre iniziative, durante gli ultimi mesi, sono state gratuitamente offerte dalla F.U.C.I, tutte e rigorosamente a costo zero!

Per il nuovo anno accademico 2013/2014 – conclude il Presidente Ciancio - sono già in rampa di lancio alcune manifestazioni che sfoceranno nella commemorazione dei settanta anni dalla fondazione del gruppo F.U.C.I. e nell’accoglienza delle nuove matricole dell’Università Magna Graecia. E’ prevista, inoltre, per la chiusura della causa di beatificazione, l’intitolazione della F.U.C.I. al filosofo ed intellettuale Antonio Lombardi, guida e riferimento di tutti i fucini catanzaresi da ormai cinque anni.

Sebastian Ciancio – Presidente della FUCI di Catanzaro

I molteplici aspetti con cui s’atteggia la devozione tradizionale delle genti di Calabria, fatta di esercizi spirituali, opere, orazioni, invocazioni, canti, vengono riportati, “con un buon lavoro di ricerca, sostenuto da un’ottima letteratura di riferimento”, da Antonio Iannicelli, catanzarese d’adozione, nel libro di recente pubblicazione: Sant’Antoniu miu binignu. Culto Universale e pratiche devozionali di alcune comunità calabresi (Edizioni Il Coscile, Castrovillari, € 13,00). Un lavoro ammirevole e straordinario nel suo genere che evidenzia una devozione sempre attuale al Santo Taumatugo che trova fondamento e rispondenze nella cultura tradizionale. Risolutore di tutte le afflizioni che possono investire il calabrese tanto per i bisogni spirituali che per le necessità materiali, Sant’Antonio viene invocato con gli aggettivi binignu, putenti, divinu, dilettu, nobili e divinu, bellu, beatu, binignu e divoto a secondo del tipo di intercessione richiesta: la pace dello spirito, la serenità della mente, la conversione delle anime, la vittoria su una passione, una guarigione, l’aiuto in un esame, la ricerca del buon marito, il ritrovamento degli oggetti smarriti; per tutti i calabresi resta sempre viva l’invocazione: Sant’Antoniu gigliu giucundu è numinatu pi’ tuttu ‘u munnu e c’ u teni pi’ avvucatu ‘a Sant’Antoniu sarà aiutatu.

Tra le notizie storiche di particolare interesse riportate nel lavoro di Iannicelli ci piace ricordare quella relativa alla devozione dei militari. Sant’Antonio, da sempre protettore delle reclute, è stato, comunque, molto amato dai soldati e godeva tra questi forte popolarità. Gli alpini che, durante la grande guerra, combattevano sul monte Cazzola, portavano sulla divisa in bella mostra la spilla con l’immagine di Sant’Antonio e la bandiera dei Savoia. Di recente sul Carso, durante alcuni scavi interessanti sempre la zona di guerra, sono state trovate diverse medagliette votive con l’immagine del Santo. Una popolarità così forte in tempo di guerra tanto da far pensare ad una devozione collettiva, espressa in un momento di bisogno o addirittura ad un intero battaglione consacrato al Santo.

I precedenti c’erano stati. Durante la riconquista del Regno di Napoli da parte del Cardinale Ruffo (1799), le truppe, dopo la marcia trionfale nelle Calabrie, agli inizi di giugno si trovavano alle porte di Napoli. La strada per la capitale era libera ed i giacobini rintanati nel forte di Sant’ Elmo. Ruffo aspetta l’alba del 13 giugno 1799 per ordinare l’assalto alla città. Si voleva far coincidere la liberazione di Napoli dai francesi con la ricorrenza della festività del grande Taumaturgo, essendo i realisti sacrati a Sant’Antonio. E il Santo diede il buon segno. Un colpo di cannone dei Borbonici andò a spezzare di netto l’asta della bandiera repubblicana sventolante su forte Sant’Elmo. La rovinosa caduta dell’odiato vessillo fu salutata con immenso entusiasmo dalle truppe.

L’episodio della cannonata miracolosa sarà poi ripreso in tante stampe di oleografia popolare. Sant’Antonio di Padova viene salutato come il nuovo generalissimo, il nuovo Santo patrono che ha saputo farsi valere come grande mazziatore dei nemici della città. Nelle strade appaiono raffigurazioni popolaresche di Sant’Antonio che fustiga San Gennaro per le sue presunte debolezze filo-giacobine. A rua Catalana, in un grande quadro esposto al pubblico, viene raffigurato Sant’Antonio che con un bastone le dà di santa ragione a San Gennaro. San Gennaro riceve da Sant’Antonio, protettore dei lazzari, ‘nu santantoniu.

Anche il re di Napoli fu riconoscente a Sant’Antonio. Per l’avvenuta riconquista del regno, un editto di Ferdinando IV del 13 ottobre 1801 proclamò il Santo di Padova patrono del Regno di Napoli. Sant’Antonio riceveva così ampia ed universale venerazione su tutto il territorio del Regno. E così, per lungo tempo nel Meridione d’Italia il culto del Santo fu talmente forte da avere il sopravvento finanche sulla festa riservata al Santissimo. Infatti quando la festa del Corpus Domini cadeva il 13 giugno, in quel giorno si festeggiava Sant’Antonio di Padova, tralasciando o rinviando la solennità del Corpus Domini .

La popolarità militare di Sant’Antonio viene confermata anche durante l’ultima guerra. Nelle chiese e presso i distretti militari veniva distribuito un santino raffigurante Sant’Antonio di Padova benedicente le truppe armate di terra, di aria e di mare. L’implorazione a bella scritta era: “Sant’Antonio proteggi i nostri soldati”. Nella preghiera riportata a tergo del santino, il soldato chiedeva, con l’intercessione del Santo, la grazia di cui aveva bisogno “nelle aspre e dure fatiche della guerra”. In particolare implorava il Santo “aiutatemi a compiere lietamente e valorosamente il mio dovere di soldato d’Italia e di difensore della civiltà”.

In un altro santino dello stesso periodo, nella “Orazione a Sant’Antonio per gli attuali bisogni” la richiesta per una pace duratura viene avanzata dal famigliare di chi è andato in guerra: “Voi che Vi moveste a pietà di tanti infelici, abbiate ora di noi pietà; proteggete i nostri cari lontani esposti a indicibili sofferenze e alla morte e salvateli; asciugate le lacrime di tante madri desolate, assistete tanti fanciulli privi di ogni umano appoggio; consolate nella sventura le vedove; date conforto a noi tutti affranti da sì gravi sciagure….. e fate che, per Vostra intercessione, presto sulla terra insanguinata sorrida la pace, quella pace di cui con l’abbandono di Dio ci rendemmo perversamente indegni, quella pace santa che estingue ogni odio e ci affratelli di nuovo”.

E i militari in guerra mantengono con Sant’Antonio un fitto dialogo. Implorano il Suo Patrocinio nelle dure fatiche e nei pericoli giornalieri della guerra, come emerge dalla copiosa corrispondenza inviata al Messaggero di Sant’Antonio.

Finita la guerra, Sant’Antonio, già invocato in tante manifestazioni religiose-patriottiche, incominciò ad essere implorato di occuparsi dei dispersi nelle diverse nazioni, di coloro che non avevano fatto più ritorno a casa e dei quali non si avevano notizie. Ebbene nei martedì dedicati alla preghiera del Santo, le Associazioni degli Orfanelli inseriscono la preghiera per ottenere la grazia a che questi ex soldati facciano felice ritorno in seno alle loro famiglie.

Una curiosità: durante il Ventennio, Sant’Antonio è stato “omaggiato” anche di saluti fascisti. Nel 1931, a Nicastro, il vescovo Eugenio Giambro aveva cercato di attuare le raccomandazioni dell’Episcopato Calabrese e mettere fine a taluni abusi che si verificavano durante lo svolgimento della festa del Patrono. Aveva così emanato precise disposizioni circa lo svolgimento della processione e in particolare aveva fatto divieto di appendere danaro alla statua del Santo; di fermarsi con il simulacro davanti ad abitazioni ed esercizi pubblici; di cantare, durante la processione a richiesta o dietro pagamento; di riaccompagnare la processione in chiesa dopo l’Ave Maria. Le disposizioni del Vescovo vennero mal interpretate dal popolo che manifestò forte malcontento, strumentalizzato da quei gerarchi che non avevano tollerato l’accordo tra Stato e Chiesa realizzato con i Patti Lateranensi. Costoro, sin dalla metà di maggio del 1931, organizzarono dimostrazioni per le vie di Nicastro gridando slogan di osanna per il Duce e di abbasso per i preti. E fu così che il giorno della festa, i fedelissimi del Santo, spalleggiati dai gerachi locali si portarono in chiesa e contro il volere del clero s’impadronirono, con la forza, del simulacro e diedero vita alla processione che durò tre giorni. Più di una volta la processione passò davanti al Seminario e al Palazzo Vescovile. Si faceva allora una breve sosta ed un gerarca, in tono provocatorio e più volte gridava: e per Sant’Antonio eja, eja… e la piccola folla, insieme ai portatori rispondeva: alalà. L’anno successivo, essendosi la popolazione ravveduta, la processione durò solo mezza giornata, nel rispetto dell’ordinanza del vescovo.

In tempi recenti, i Lametini hanno interessato il Santo anche in merito alla soppressione del Tribunale locale: il 13 giugno 2012, giorno della festa, la processione si è fermata davanti al tribunale ed al Santo è stata richiesta, collegialmente dagli avvocati, dalla popolazione e dalle Forze dell’Ordine la divina intercessione per scongiurare la soppressione del tribunale.

Ma quello affrontato in questo articolo è solo un particolare aspetto del libro. Iannicelli nel suo lavoro di ricerca sulle pratiche devozionali a Sant’Antonio di Padova di alcune comunità calabresi rimanda ad un insieme di testi, storie, vicende e volti sconosciuti ai supermercati del libro, descrivendo con intima passione riti, processioni, avvenimenti e facendo partecipare il lettore, con semplicità e modestia alla sempre viva ed attualizzata storia devozionale delle genti di Calabria. Il lavoro si pregia di uno scritto introduttivo di Leonardo R. Alario Presidente dell’Istituto di Ricerca e di Studi di Demologia e di Dialettologia nonché membro della Consulta Scientifica della Federazione Italiana Tradizioni Popolari.

La Pro Loco di Soveria Mannelli, in collaborazione con l’Associazione Culturale “Fiore di Lino”, l’Associazione Sportiva Dilettantistica F.I.D.A.S.C. “La palla d’oro” ed il Club Lions, stanno già organizzando un nuovo evento nella città di Soveria Mannelli.

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI