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Giorgia Meloni a Washington con la delegazione italiana

Prima trasferta americana per la premier Giorgia Meloni, che è atterrata nella notte italiana a Washington, per la sua missione negli Stati Uniti.
La presidente del Consiglio in mattinata sarà al Congresso americano per incontrare i leader di diversi gruppi parlamentari Usa e subito dopo sarà alla Casa Bianca per il bilaterale con il presidente Joe Biden.

La prima visita negli Usa di Meloni in veste di presidente del Consiglio inizierà oggi a partire dalle ore 10.15 locali (le 16.15 italiane) con un incontro con i leader dei gruppi politici del Senato
A seguire sono previsti incontri alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti e successivamente una dichiarazione congiunta alla stampa con lo speaker della Camera
Alle ore 14.55 (20.55 italiane) Meloni arriverà alla Casa Bianca
A seguire il trasferimento nella Roosevelt Room per la firma del libro d'onore
Pochi minuti dopo, alle 15, ossia le 21 italiane, entrerà nello Studio Ovale, dove sarà accolta dal presidente degli Stati Uniti, Joseph R. Biden

Il presidente Usa riceverà la premier italiana alla Casa Bianca, "per riaffermare il forte rapporto tra Stati Uniti e Italia". Lo scrive la Casa Bianca in una nota. Il presidente americano e Giorgia Meloni "discuteranno gli interessi strategici comuni, tra cui il sostegno all'Ucraina contro l'aggressione della Russia, gli sviluppi in Nord Africa e un maggiore coordinamento transatlantico rispetto alla Cina". Biden e Meloni parleranno anche della "prossima presidenza italiana del G7 nel 2024", conclude la nota. Dopo un faccia a faccia dei due leader, seguirà un incontro allargato alle rispettive delegazioni.

Il giorno seguente, venerdì, la presidente Meloni arriverà verso le 10.10 (ore 16.10 italiane) al Cimitero di Arlington
Circa 20 minuti dopo si terra' la cerimonia di Cambio della Guardia. A seguire, l'omaggio alla Tomba del Milite Ignoto

Non sarà l'occasione per dire una parola definitiva, ufficiale. Ma la probabile uscita dell'Italia dalla Nuova via della Seta sarà, inevitabilmente, al centro dell'incontro di Giorgia Meloni con Joe Biden. Gli accordi con la Cina sono "pericolosi", l'avvertimento americano, anche se la scelta "spetta all'Italia". E Giorgia Meloni, alla sua prima negli Usa da presidente del Consiglio, parte per Washington con l'obiettivo di incassare il sostegno Usa, anche per il dossier che più le sta a cuore, la cifra della sua politica estera.

L'Africa, il Mediterraneo, la spinta allo sviluppo anche per contenere le migrazioni saranno il "filo rosso" della missione.
Una "mosca bianca tra i leader di destra" a essere ricevuti nello Studio Ovale, osserva alla vigilia il Washington post, ricordando che Biden non ha mai invitato il brasiliano Jair Bolsonaro e ha escluso l'ungherese Viktor Orban dai suoi vertici sulla democrazia. Ma tra il presidente Usa e Meloni si è creato un "grande allineamento", tanto che il presidente americano "non vede l'ora di incontrarla", dice il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby.

"Biden si è trovato molto bene a lavorare con Meloni", aggiunge. E il feeling è cementato, come osserva anche il Wp, "da una sola parola, Russia". E' proprio la postura italiana sull'Ucraina, tenuta fin da principio e senza cedimenti, ad avere alimentato questo "ampio credito" con l'alleato, nonostante l'appartenenza a opposte famiglie politiche dei due leader. Certo, possibile che si affronti anche il tema dei diritti Lgbtq+ (già sollevato da Justin Trudeau in un bilaterale a margine del G7 di Hiroshima), perché gli Usa "non sono mai stati timidi" sui "diritti umani, civili e libertà di espressione". Ma Biden, taglia corto Kirby a chi gli chiede delle politiche di "estrema destra" di Meloni, "rispetta le scelte degli italiani".

I legami sono "forti" e "profondi", dicono americani e italiani nel presentare un bilaterale (nel pomeriggio di Washington, già sera in Italia) nel quale Meloni discuterà con Biden anche dell'agenda del prossimo G7 a guida italiana. Sarà l'Africa la protagonista, sulla falsariga di quel Piano Mattei che ha visto il primo step nella cercare di evitare eventuali ritorsioni. Il memorandum si è dimostrato "vantaggioso per tutti", va in pressing alla vigilia del bilaterale Italia-Usa l'ambasciatore cinese in Italia. Serve un "dialogo responsabile", alla ricerca di un "rapporto equilibrato", il messaggio che lancia Roma, che cerca però rassicurazioni da Washington dopo che la Ue ha raggiunto l'accordo politico sull'Anti-Coercition instrument (Aci) che di fatto offre una copertura anche all'Italia se vorrà dire addio alla via della Seta.

E molto interessante l'analisi del quotidiano "affaritaliani" articolo di Giuseppe Vatinno, che metto un po della sua analisi e riflessione :
La Meloni in questi anni ha creato un piccolo gioiello di equilibrio tattico e cioè è stata coraggiosamente fuori dalle coalizioni spurie che la Lega e Forza Italia hanno siglato con il centro – sinistra e poi è passata all’incasso.
Nel frattempo dall’opposizione ha pigiato i tasti del populismo sovranista soffiando voti alla Lega e poi una volta vinto ha compiuto un’inversione a 360 gradi, come direbbe lei.

Da anti – UE e anti - atlantica è diventata improvvisamente pro Ue e filo – atlantica, lasciando gli alleati di destra e i nemici di sinistra con un abbondante palmo di naso.

E poi ha avuto la “fortuna” –come del resto Zelensky- che gli sia scoppiata la guerra “giusta” tra le mani, una guerra per cui si è fiondata a mostrarsi garante di un delicato equilibrio con partiti come la Lega, con Salvini che andava sulla Piazza Rossa con la maglietta pro Putin e Forza Italia con Berlusconi che prestava il lettone sempre  all’uomo forte del Cremlino.

Giorgia ha avuto la scaltrezza di presentarsi come perno inamovibile di una coalizione che altrimenti avrebbe parteggiato per i Russi e così si è resa assolutamente inamovibile.
Se la mandano via l’Italia va con Mosca, visto che il “popolo” di centro – destra e anche i suoi giornali, vedi Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro, sono tutti pro Putin.
Ma la Presidente del Consiglio –dicevamo- ha fatto un capolavoro tattico ma non strategico. La strategia è una cosa ben più complessa della tattica perché è di lunga durata e prevede una serie di obiettivi intermedi in vista di quello finale.

Se vince Trump le chiederebbe conto della sua vicinanza a Biden
E deve fare attenzione ai suoi elettori, lo zoccolo duro che l’ha votata per la sua coerenza e che ora potrebbe tornare indietro e cioè alla Lega, visto che Forza Italia sui tempi medio - lunghi dovrebbe evaporare, anche per la presenza interessata di Matteo Renzi
Trump, repubblicano, è la stella polare di tutte le destre mondiali.
Una sua vittoria il prossimo anno significherebbe la fine dell’appoggio Usa all’Ucraina e una marcata benevolenza, diciamo così, filorussa.
A quel punto Giorgia non potrebbe più fare un’altra piroetta e tornare come se niente fosse filo - russa abbandonando Zelensky e l’Ucraina al suo destino

 

Fonti Agi/ Ansa/ Affaritaliani

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